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domenica, dicembre 06, 2009

Derby d'Italia: spettacolo mediocre

Cori razzisti già nello stadio semivuoto: in un universo parallelo, non si sarebbe mai arrivati al calcio d'inizio.
A parte ciò, Torino, capitale di Terronia, lancia insulti al giovane Balotelli (il quale, sia fisicamente che spiritualmente, è superiore a tanti "veri" italiani)... non è un'assurdità?


Ma di assurdità il calcio italiano ormai vive. Inizia il match (tra la fitta nebbia dei fumogeni dei "tifosi" della Juventus) e si capisce già come andrà a finire. Saccani è un arbitro conosciuto per la sua fiscalità. E invece stasera che fa? Sorvola su quasi tutti i falli... Sembra proprio aver ubbidito alle consegne. Qualcuno infatti deve avergli "suggerito" di chiudere un occhio; anzi, entrambi. Nella propria area, Cannavaro e Chiellini placcano irregolarmente gli avversari senza che nessuno provi quantomeno a rimproverarli. (Rigore su Samuel nettissimo; autore: Cannavaro. L'arbitro aveva la visuale libera...)

Anche a centrocampo, ripetute infrazioni dei Bianconeri; tremendo soprattutto Felipe Melo, autore di gomitate e trattenute à gogo.

Riesce in questo modo alla Juve di sgomentare i giocatori ospiti. Thiago Motta e Milito sono tra i bersagli preferiti dei falcidiatori bianconeri, mentre nell'area di rigore opposta Amauri e Del Piero scalciano e prendono a pugni i diretti marcatori; anche queste scorrettezze degli attaccanti di casa non vengono sanzionati da Saccani.


In Inghilterra, Spagna o Germania, dove si gioca per davvero a calcio, tale "tattica" (chiamiamola "intimidatoria") non sarebbe neppure concepibile. Lì tra l'altro le risse in area praticamente non esistono, dato che gli arbitri fischiano ogni ostruzionismo, ogni irregolarità.


Nella ripresa, sull'1-1, è facile per gli juventini ingabbiare Balotelli riuscendo a innervosirlo (con l'aiuto dei soliti fischi e insulti dagli spalti).
Paradossalmente, i Bianconeri passano in vantaggio (bello il gesto tattico di Marchisio) proprio nel momento più convincente degli interisti: accade su un veloce capovolgimento di fronte successivamente a una clamorosa carambola sotto il naso di Buffon, con Milito che si credeva già eroe della giornata. Sissoko tira, Julio Cesar non trattiene, doppio dribbling di Marchisio a uccellare Samuel e 2-1.

I minuti successivi vedono l'arrembaggio dei Nerazzurri. Accade di tutto e di più; persino un violento tafferuglio a ridosso dell'area di rigore juventina.
Poi, durante il recupero, l'Uomo Mascherato (= Chiellini) abbatte Materazzi con una testata di ferro. Sarebbe penalty, ma Saccani - di nuovo - non c'è. "E se c'ero stavo dormendo" si scuserebbe probabilmente lui...


Questo Derby d'Italia dimostra il momento obiettivamente poco felice che sta attraversando il nostro calcio. E non si offenda la Juve per le tante illazioni che compaiono su Internet, illazioni che la vogliono tuttora coinvolta in una rete mafiosa di marca moggiana...




JUVENTUS-INTER 2-1

MARCATORI: 20’ Chiellini (J; tocco in mischia deviato), 26’ Eto’o (I), 57' Marchisio (J)

JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 6; Grosso 6, Chiellini 6.5, Cannavaro.F 5.5, Caceres 7; Sissoko 6.5, Melo 6, Marchisio 7 (79' Poulsen s.v.); Diego 6 (91' Grygera s.v.), Del Piero 5.5 (70' Camoranesi 6), Amauri 6. A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Giovinco, Trezeguet. All: Ferrara 7.5


INTER (4-3-1-2): Julio Cesar 5; Chivu 6, Lucio 5.5, Samuel 7 (89' Materazzi s.v.), Zanetti J. 5.5; Cambiasso 6 (78' Mancini s.v.), Muntari 5.5 (59' Balotelli 6), Motta 5; Stankovic 6.5, Eto’o 6.5, Milito 5. A disposizione: Toldo, Cordoba, Krhin, Vieira. All: Mourinho s.v.


ARBITRO: Saccani 4.5

AMMONITI: Melo (J), Samuel (I), Grosso (J), Amauri (J), Balotelli (I), Caceres (J)

ESPULSO: Mourinho (I), Melo (J)



sabato, marzo 22, 2008

Colpo mortale all'Inter

Si mostrano stranamente tranquilli l'allenatore e i  giocatori dell'Inter dopo l'1-2 in casa nel Derby d'Italia. Grande Juve, certo, ma un team che aspira allo scudetto non può permettersi di perdere una partita così importante anche dal punto di vista del prestigio. Tanto più che è da svariate settimane che i Nerazzurri tradiscono una sospetta stanchezza, e noi il crollo lo avevamo già paventato.

Ebbene, con la sconfitta in casa contro le Zebre, si può dire che il crollo è avvenuto definitivamente questa sera.

Eppure Mancini dice: "Il campionato? Sicuro che lo vinciamo noi!"

Ma siamo davvero tanto sicuri?

Dopo l'uscita dalla Champions League, l'allenatore aveva minacciato di volersene andare a fine stagione: segno che qualcosa non funziona nel macchinario interista. Il presidente sembra avergli perdonato questa sua affermazione (rilasciata a sangue "ancora bollente") e io sinceramente non me la sento di dar torto a Moratti: mi terrei in effetti il "Mister" (anche se certe dichiarazioni non vanno fatte pubblicamente) e, tra i giocatori, metterei da parte sia Figo ("il capitano dei malcontenti", al quale apparentemente si prospetta una carriera manageriale nel club di Via Durini) sia Adriano (che anche in Brasile ha fatto di testa sua: festini fino all'alba, ritardi agli allenamenti e così via). Ma la cosa più importante è vincere lo scudetto anche in questa stagione. Solo che ora è diventato difficilissimo, e le prospettive sono tutt'altro che rosee. Le ultime partite dell'Inter sono da coniderare un obbrobrio; e il calo è iniziato già prima del match contro il Napoli (0-1). La vittoria per 2-0 contro la Reggina è stato un "miracolo" voluto anche dalla terna arbitrale... Insomma, è palese che l'Inter sta perdendo troppi colpi, e la Roma (ormai a -4!) è agguerritissima... Mancini ha poche colpe, secondo me. E' un allenatore bravo. Sono invece le stars, appagatissime, a non onorare la maglia fino in fondo. Io programmerei già fin da adesso l'inserimento di alcuni giovani, iniziando ovviamente da Mario Balotelli, e di altri talenti possibilmente italiani al 100%. Abbiamo preso Maniche, e va bene: non è stato un brutto acquisto. Ma pensiamo ora a puntare sul vivaio nostrano. Non tanto per una questione di nazionalismo,  ma per avere finalmente alcuni portabandiera con i quali i fans possano identificarsi, e tramite i quali magari iniziare un nuovo ciclo trionfale.