martedì, marzo 31, 2020

I Sintonia Distorta, da Lodi.

Nati nel 1995, una manciata di bei dischi sul curriculum... e l'ultimo ha tutti i crismi per conquistare una vasta platea!




Sono riusciti a licenziare A piedi nudi sull'Arcobaleno (questo il titolo dell'album) poco prima della grande crisi (=%§*'#virus...).


Articoli e post sui Sintonia Distorta pubblicati sul blog musicale Topolàin:

    "Madre Luna"
              Novità Sintonia Distorta
                     A piedi nudi sull'arcobaleno
                             Da Lodi con tanto amore (e in culo al Coronavirus!)



domenica, marzo 22, 2020

La musica non si ferma!

Il blog Topolàin (topolain.blogspot.com) fa un po' di publicity all'eccezionale podcast (davvero bello! scaletta imbattibile!) della trasmissione 'Prog & Dintorni', che è momentaneamente sospesa dallo studio di Radiovertigo1, ma che continua ad esistere, appunto, sotto forma di podcast "made at home"!






domenica, marzo 15, 2020

Autoformazione e crescita individuale nei giorni di quarantena

Come cercare di sfruttare al meglio il tempo che ci dona (o ci ruba) questa maledetta #pandemia causata dal #Coronavirus, o #Covid19


"... occorre imparare ad allietarsi lavorando. Facendo lo shaping della propria esistenza.Energici costruttori di un nuovo presente. Ma rispettando i nostri propri tempi."

Quella qui sopra è una citazione da un libretto (in forma di eBook) scritto da me sotto lo pseudonimo Peter Parisius. Ne La vera piramide della felicità, Parisius (sì, io!) ci invita a iniziare una sorta di rivoluzione personale, di autoformazione, partendo dalle quattro pareti di una stanza...




La quarantena viene da molti vista come una disgrazia ma, per certi versi, può rappresentare la chance di un ritorno a se stessi e/o l'inizio di una crescita individuale. 
Non si deve per forza stare a mangiare per tutto il tempo, sapete? Si può approfittare del tempo libero e dello stare reclusi per intraprendere un percorso di crescita personale.
In questo eBook (scritto ben prima del #Coronavirus), tra le altre cose si invita a riprogrammare la propria vita... partendo proprio dai recessi della nostra abitazione.


Parole-chiave: #autoformazione, #formarsi, #autorealizzazione, #quarantena

 (autoformazione, formarsi, autorealizzazione, quarantena)





La vera piramide della felicità
ovvero: come rendere vincenti le nostre nevrosi


(l'inizio)


Su Internet mi sono imbattuto in svariate "piramidi della fortuna" e "della felicità". Trattasi di talismani che vengono offerti a prezzi variabili.
La nostra piramide non costa nulla. Non è un oggetto. Non viene né fabbricata né smerciata in alcun luogo. Come già illustrato in NO SMOKE – Le sigarette sono nazi, un piano determinato, una programmazione, necesse per il raggiungimento di uno scopo. Sì, di astrazioni, teorie, proposte ecc. ce ne hanno già inculcate tante, ma è bene (e va tutto a nostro vantaggio) intendere la vita come progetto.
Magari anche come opera d'arte; perché ciò che non può fare la vita, può farlo l'arte, ovvero: realizzare il sogno di un'esistenza piena.

È bene intendere la vita come una piramide a spicchi da riempire, come una serie di piani da realizzare.

Va tutto a nostro beneficio l'azione; agire. Agire non tanto d'impeto, scagliandoci a testa bassa contro un muro, quanto più usando il metodo "step by step".


 NOTA : In questo scritto appaiono, inserite in capitoli pertinenti, alcune questioni sollevatemi da persone di svariata età e condizione sociale, persone alle quali ho cercato di dare sostegno personalmente o via Internet. In tali inserti (che seguono lo schema della "Domanda" e "Risposta"), il tono è spesso colloquiale, confidenziale; per forza di cose: trattasi di documenti di vita vera.



Contenuti:

1. Ragioniamo sul senso della vita
2. La piramide
3. Realtà e apparenza
4. Un atto di credenza
5. Aprire e dischiudere il mondo
6. Troppa filosofia per un manuale "pratico"?
7. Felicità, infelicità 
8. Il bel gioco
9. Ultimi dubbi e ultime obiezioni
10. I punti principali (sunto)





1. RAGIONIAMO SUL SENSO DELLA VITA


"L'uomo diventa spesso ciò che crede di essere. Se io insisto a dire che non riesco a fare una certa cosa, è possibile che alla fine sia realmente incapace di farla. Al contrario, se ho fiducia di poterla fare, acquisterò sicuramente la capacità di farla, anche se, all'inizio, magari non ne sono in grado."

  (Mahatma Gandhi)


La vita nasce come casualità e tocca a noi darle l'importanza di un dono prezioso.
L'esistenza deve essere interpretata come una missione e, se pur è vero che soffriamo (e non occorre essere buddhisti per sapere che esistere è "anche" soffrire), è altresì vero che il nostro compito principale è di dare, e dimostrare, amore.
Perché questo nostro essere al mondo, questo stare al mondo, un giorno finirà, e in complesso di una persona si ricordano soprattutto le gesta, gli atti compiuti durante la sua permanenza terrena. Tra le due parentesi che segnano la nascita e la morte, dobbiamo scrivere il romanzo – o film – nostro personale. Autorealizzazione: questa la meta. In tale fase formativa, che in sostanza non finisce mai, occorre che trasciniamo con noi, sul nostro sentiero, un discreto numero di nostri contemporanei, per "contagiarli" con il germe della gioia e dell'Amore.

Questo, secondo me, è il Senso dell'esserci.

Ora, noi tutti siamo pazzoidi, nevrotici, e quale potrebbe essere la migliore "posizione lavorativa", la migliore occupazione per un nevrotico? Ve lo dico io: la catena di montaggio! Certo, oggidì è arduo trovare un impiego qualsiasi, figurarsi dunque finire dentro una fabbrica e ottenere addirittura il compito di assemblare pezzi a una catena di montaggio (da tanti demonizzata, da me curiosamente decantata)! Ma occorre interpretare le mie parole anche in senso figurativo: così come "ci inventiamo" un'ideale piramide, dobbiamo inventarci un'ideale attività. Ciò ha a che fare con lo "step by step" cui accennavo in apertura, con la voglia di gesti reiterati, la brama di riempire fruttuosamente i giorni e le notti; con la passione per il dettaglio, con il plasmare noi stessi, il modellarci. Giacché vogliamo muoverci, renderci utili, essere produttivi. O al limite (oppure come estrema conseguenza) riuscire utili a noi stessi.

La vera piramide della felicità si basa sul concetto che, se siamo in forma e felici noi, possiamo aiutare anche gli altri. Il nostro successo può trascinare in alto anche altre esistenze.
Intanto però siamo scontenti, fremiamo, non intravediamo una via d'azione... siamo, chi più chi meno, squilibrati, appunto. E perciò disperati.
La nostra disperazione nasce dall'ozio. E occorre stare attenti a non sboccare nell'isteria, nella psicosi, a non unirci al coro di gesti inutili e teatrali, di voci ossessive, di azioni vane e controproducenti. La nostra è una missione: ricordiamocelo! Abbiamo qualcosa di vero e importante da fare, perché la vita val la pena di essere vissuta. Un interesse creativo, imprescindibilmente sano, dovrebbere risiedere in ciascuna nostra azione, addirittura in ciascuna parola. Ergo, il primo passo è: reagire, uscire dall'apatia.
Quel che non facciamo adesso, non lo faremo mai.

Non bisogna prendere però questo proponimento come un dovere, e dunque come un'ennesima spada di Damocle. Nella vita, l'unico imperativo vero è: "divertirsi". Non intendo con ciò "far baldoria". Intendo che occorre imparare ad allietarsi lavorando. Facendo lo shaping della propria esistenza.
Energici costruttori di un nuovo presente. Ma rispettando i nostri propri tempi.


Odo qualcuno obiettare: "Sì, ma non tutti possono. Ci sono certe condizioni, certe situazioni che ci tengono inchiodati alla vuota quotidianità..."
Qual è il problema? Noi dobbiamo essere più forti, e migliori, dei fattori contingenti. Dobbiamo sfruttarli o, se non possiamo sfruttarli, dobbiamo saltarli a piè pari. Il presente deve appartenere a noi!
O è forse il passato a essere una pietra al piede? Ebbene, noi viviamo nell'oggi, non nell'ieri! Non mi stancherò mai di sottolineare l'importanza di resettare tutti i dati, di fare tabula rasa e cominciare a riscrivere la propria vita. Beh, se non la propria vita (l'hardware e le impostazioni di base non si possono mutare radicalmente!), quantomeno il programma. Con un piano d'azione, precisamente.


Domanda:Tu hai parlato di passato, hai parlato di presente... Ma... il futuro? È quello alla fin fine che ci interessa.
Beh, sì e no. Che cos'è il futuro? Il futuro è l'oggi. Se adesso non fai nulla, poi non ottieni niente. Il tempo è un fattore primario e la maledizione del tempus fugit la si scongiura impiegando le ore utilmente.
Mentre i politici dibattono con animosità sul "decreto del fare" per poi magari non fare nulla, noi ci muoviamo in avanti, e in alto, eleganti e silenziosi come iguana. Non abbiamo bisogno di emettere decreti o emendamenti vari: dobbiamo solo scrivere su un foglio quali sono i valori ai quali crediamo e quali gli scopi che vogliamo raggiungere. Spesso, valori e scopi combaciano. A farci da guida è un astratto modello di piramide, un monumento teorico, immateriale. Un tempio non sepolcrale ma dedicato alla vita.
Possiamo benissimo prendere a esempio i cosiddetti "persuasori occulti", gli inventori di slogan pubblicitari, e forgiare il nostro proprio motto, da incidere a fuoco su un muro della nostra piramide.
Questo ad esempio:


'The world in my pocket!'


Qualsiasi detto, qualsiasi massima va bene, purché serva a motivarci.




(Continua qui: LINK ad Amazon)

domenica, marzo 08, 2020

McCoy Tyner

Un Coltrane dei tasti bianchi e neri: McCoy Tyner (1938-2020)




Insieme a Bill Evans fu uno dei pianisti jazz più influenti degli ultimi 60 anni. Crebbe a Filadelfia, a due passi dai fratelli Bud e Richie Powell. Ancora teenager, iniziò a esibirsi per i locali della città e si imbatté in John Coltrane. Debuttò discograficamente a 19 anni con l'Art Farmer-Benny Golson Jazztet, che lasciò dopo appena sei mesi per entrare a far parte del quartetto di Coltrane, con Jim Garrison al contrabasso ed Elvin Jones alla batteria. Sì, il celebre quartetto "classico" di John Coltrane, attivo dal 1960 al 1965. 
Poco prima Tyner aveva partecipato a una sessione della Blue Note da cui sarebbe derivato lo straordinario album di debutto del trombettista Freddie Hubard: Open Sesame (album uscito però solo alla fine del decennio).




Dopo i cinque anni o poco meno con Coltrane, McCoy Tyner - nonostante anche qualche registrazione per l'etichetta Impulse! -  conobbe un periodo duro. Eppure il pianista di Filadelfia arrivò a suonare un diversi dischi della Blue Note Records: ancora con Hubbard in  Ready for Freddie, e poi in Page One, In ‘n Out e Inner Urge di Joe Henderson, in Night Dreamer e JuJu di Wayne Shorter e in Easy Walker di Stanley Turrentine. Fece pure il sideman per Ike e Tina Turner...


Il suo LP di debutto come leader, per la Blue Note, fu The Real McCoy, la pietra miliare di tutta una carriera: capolavoro post-bop con composizioni immortali, quali "Passion Dance" e "Search for Peace". Altri album da leader per la stessa label: Tender Moments, Time for Tyner, Expansions ed Extensions.





Ma iniziò a essere riconosciuto per davvero solo dopo aver firmato un contratto con la Milestone, nel 1972. Da allora, a parte poche eccezioni (un tour del 1978 con il quartetto stellare di Sonny Rollins e due registrazioni per Stephane Grappelli), Tyner diresse sempre una formazione propria: dal quartetto dove c'era anche Azar Lawrence a una vera e propria big band fino al Mc Coy Tyner Trio. 
Negli Anni 80 e 90 cambiò diverse volte etichetta (tornò alla Blue Note e anche a Impulse! per poi passare a Verve, Enja e, di nuovo, a Milestone) prima di trovare "casa" a fine Anni 90 presso la Telarc, con la quale realizzò album del rango di Jazz Roots: McCoy Tyner Honors Jazz Piano Legends of the 20th Century (2000) e Illuminations (2004). Nel 2007 fu la volta di un album in studio del McCoy Tyner Quartet, intitolato Quartet, con Joe Lovane al sax soprano, Christian McBride al contrabasso e il batterista Jeff “Tain” Watts.






I like to go on an adventure when I play” dichiarò Tyner nel 2000 al sito musicale Innerviews, a proposito dell'improvvisare. “I also like to have the freedom to do that for more than just the sake of doing something ‘out there’ or different. I like to experiment and take people along the way and bring them back. It’s like a voyage.”

Appunto per queste qualità, fu il pianista ideale per Coltrane, un collaboratore preziosissimo. Lo stesso sassofonista dichiarò, nel 1961: “He’s sort of the one who gives me wings and lets me take off from the ground from time to time”.







Come cambiò con gli anni il suo modo di suonare? Stilisticamente, la leggerezza e l'eleganza degli inizi vennero sostituite da uno stile più heavy. Qua e là, echeggiano sfumature R&B (suo amore di gioventù). La grazia comunque rimase sempre, e la parola d'ordine sarebbe sempre rimasta la stessa: "freedom". 




Chiudiamo questo richiamo al grande pianista con un ricordo di Wynton Marsalis:

McCoy Tyner è stato uno dei nostri grandi originals americani. Il sound del suo pianoforte e il suo stile erano unici. Virtuosismo e purezza, anima (= soul) e raffinatezza, dolcezza e fragore: il tutto eseguito con accuratezza e precisione, e con intensa concentrazione. È stato un compositore, leader ed esecutore autorevole, al di là di ogni dubbio, dotato com'era di competenza e moralità. Tutti i grandi pianisti di oggi tentano di inserire un certo che di "McCoy" nel loro suono, quando necessario. Con la sua morte, abbiamo smarrito tutto un mondo di conoscenza ed esperienza... "But with the passage of time, that universe will certainly enrich and redefine the foundation of our jazz DNA." Già adesso ci manca. 








Cofanetto di 4 CD (Impulse!)





Fotografia di Michael Sherer (2017)



sabato, marzo 07, 2020

Tra poco ci sarà l'Eurovision...

... Song Contest. Ovvero l' #ESC.

 Di poco fa la notizia che San Marino manderà a Rotterdam Senhit. All'anagrafe Senhit Zadik, bolognese di 40 anni che già rappresentò San Marino nel 2011.

 Qui tutti i partecipanti e le canzoni di quest'anno!


Diodato, che rappresenterà l'Italia a Rotterdam, viene considerato da molti fan stranieri dell'ESC uno dei favoriti alla vittoria!
La competizione avrà luogo dal 12 al 16 maggio ma il nostro cantante, in quanto facente parte di una delle "Big 5" tra le nazioni partecipanti, si dovrà esibire solo nella finale, e dunque il 16 maggio.


Tuttavia non mancano i concorrenti temibili: la Francia e il Belgio quest'anno in gran spolvero (con due canzoni molto romantiche), e l'Islanda e la Lituania con canzoni assai divertenti.


Gli Hooverphonic rappresentano il Belgio


  Ecco la canzone vincitrice del 70. Festival di Sanremo e su cui sono riposte le speranze dell'Italia




Alquanto comici... e critici. Daði Freyr e i suoi amici, Islanda


  Tom Leeb, da Parigi, rappresenterà la Francia con "The Best In Me"


  Il trio The Roop (Lituania) ci riporta agli Anni 80. O sono i 90?



Secondo votazioni fatte su YouTube da vari fan e amanti dell'ESC, le chances maggiori di trionfare dovrebbero comunque averle la Germania con Ben Dolic (una sorta di Justin Biber immaturo; ma la sua canzone sembra piacere davvero) e la Norvegia con una cantante alquanto brava (ma non sono brave tutte?), Ulrikke, la quale richiede maggiore "Attention".


Germany

Norway


 --- #ESC Eurovision Song Contest 2020, Rotterdam (Paesi Bassi), 12-16 maggio ---

 Informazioni dettagliate sull'evento: presso il sito dell'OGAE, "the largest Eurovision fan network in the world".

domenica, marzo 01, 2020

Una poesia da 'Templi Moderni'





Un miraggio tremola all'orizzonte:
il miraggio di due amici.
Vagolano tra questi canyon
come animali del pleistocene.


Chi sono? Siamo noi.
E A regge la clava
e B già sa di essere
vittima designata. Ma ride.





Ride e piange e guarda l'amico
e guarda la clava
e gioca con l'eco: "Hey there!"
Gli risponde un supersonico.


Il carnefice assesta l'arma.
Chi è? È B. Sei tu, 
e hai il fiato caldo
come un abbraccio,


come la scia del jet
che passa sul cranio,
subsannando vent'anni
di giochi sorridenti.



     (Peter Patti, da Templi moderni)





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