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giovedì, novembre 28, 2024

Eggers ci ha già raccontato dei pericoli dei "social": in 'The Circle' e 'The Every'

"Secrets are lies", "Sharing is caring", "Privacy is theft". Questi sono tre dei motti che escono fuori da quell'enorme think tank di The Circle, la nuova corporation che, viaggiando su Internet, sta per entrare nella vita di tutti - influenzando anche la politica. "I segreti sono bugie", "Condividere equivale a prendersi cura" e "La privacy è un furto".

Di The Circle, il romanzo di Dave Eggers pubblicato ormai oltre dieci anni fa, esiste un film interpretato da Tom Hanks con una giovane Emma Watson.

Ora, il rischio di produrre una pellicola su tecnologie attuali è quello di avere insita la possibilità (possibilissima!) che essa venga superata dalle sempre rotolanti innovazioni proprio durante la lavorazione dello stesso film o poco dopo la sua proiezione nelle sale cinematografiche (o la pubblicazione su DVD e nei canali streaming).

Quando The Circle - il film diretto da James Ponsoldt - uscì, nel 2017, era già quasi troppo tardi: Internet si era trasformato in Internet 2.0 e i social networks avevano aspirato, risucchiandoli, milioni di utenti, li avevano inglobati, offrendo loro piattaforme per esprimere opinioni su qualsiasi argomento, fosse pure un giudizio espresso in stelline (da 1 a 5, ma c'è anche il sistema a 10 stelline), sottoforma di un commento rappresentato da un semplice pollice in su o in giù, da una faccina che ride oppure da un "frown" (da un emoticon che vuol significare disappunto oppure lieve delusione o, ancora, rabbia feroce).

The Circle venne inserito nella categoria "Science Fiction" ma... ciò che narrava era già la realtà. Almeno, nelle sue premesse. Tutte le companies online condividevano già allora (e da ben prima!) lo stesso percorso, avendosi prefissata una meta ben precisa: rendersi indispensabili in ogni ambito della vita, venire considerate uno strumento essenziale della comunità tutta e, in definitiva, sostituirsi alla politica e allo Stato medesimo. Non tanto per altruismo, certo: si mira ai guadagni!

Nell'ambito de Il Cerchio / The Circle, nessun cittadino deve poter dire di non avere un account. Tutti - non solo i parlamentari - vengono costretti a una trasparenza assoluta tramite centinaia, migliaia di telecamere installate dovunque, atte a seguire ogni loro gesto, tutti i loro spostamenti. La "trasparenza assoluta" diviene comandamento numero uno.

 Dave Eggers

Il romanzo è del 2013 (il film uscì dunque solo quattro anni dopo la pubblicazione del libro, ma in ambito tecnologico quattro anni sono un'eternità), e nel 2013 ancora forse si poteva parlare di "futuro prossimo" per quel che riguarda il potere di chi controlla le connessioni globali nonché i pericoli che celano i progetti e gli esperimenti sociali delle società di high-tech e di social media. Lo sviluppo rapidissimo dei dispositivi telematici e, soprattutto, l'inchinarsi del potere al cospetto della cibernetica, con l'adozione da parte di Nazioni e singoli governi dei network internettiani allo scopo - vero o presunto - di una facilitazione per i cittadini dello svolgimento di pratiche varie (e per le campagne propagandistiche ed elettorali portate avanti dai diversi partiti, in maniera più feroce quanto più sono estremisti), hanno reso quanto narrato da Dave Eggers se non proprio obsoleto perlomeno didascalico, semplice specchio di una realtà già in corso.

Una cronaca in forma di narrazione fantasiosa, quindi. Ma, in effetti, Eggers è un romanziere della vita quotidiana, delle esperienze umane di qui e di ora: prima di The Circle aveva scritto opere come 


L'opera struggente di un formidabile genio (A Heartbreaking Work of Staggering Genius, 2000), Mondadori, 2001. 

 

Conoscerete la nostra velocità (You Shall Know Our Velocity, 2002), Mondadori, 2003.

Se non è vietato è obbligatorio, o Dell'ottimismo (The Unforbidden is Compulsory; or, Optimism, 2004), Minimum fax, 2004.

Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng (What Is the What: The Autobiography of Valentino Achak Deng, 2006), Mondadori, 2007.

Le creature selvagge (The Wild Things, 2009), Mondadori, 2009.

Zeitoun (2009), Mondadori, 2009.

Libro interessantissimo, questo Zeitoun. Nella cornice dell'Uragano Katrina che nel 2005 si abbatté sulla costa sud-est degli USA, Eggers rivela quant'è sottile il legame che permette agli statunitensi di convivere. Quant'è facile che il filo si spezzi e che, al posto della coesione sociale e della solidarietà, si faccia largo la diffidenza. E poi vi si parla anche della corruzione di certi enti statali... della polizia stessa. Della Guardia Nazionale.

Ologramma per il re (A Hologram for the King, 2012), Mondadori, 2013.

È in Ologramma che l'autore si cala per la prima volta in una narrazione fantastica, dove centrale è la tecnologia della "realtà aumentata". C'è un uomo, Alan Clay. È americano, divorziato, con una figlia da mantenere. L'ex moglie, che vive in California, non intende contribuire in alcun modo alle spese e non fa che ripetergli di comportarsi da uomo. Ma che uomo è Alan Clay? Ha 54 anni ed è disoccupato. Per l'America delle aziende dinamiche, lui è un soggetto inutilizzabile, bizzarro e fuori posto: l'immagine simbolica usata è quella di "un aereoplano costruito con il fango". La crisi dei mercati e quella sua privata lo hanno stremato. È tendenzialmente un alcolizzato, con il conto in banca costantemente in rosso. Non ha dunque scelta: se vuole riuscire a pagare le tasse del college di sua figlia, deve trovarsi un'occupazione; ma non una qualsiasi, bensì una ben retribuita. L'unica chance che gli si presenta è impersonata da re Abdullah, il miliardario che detiene la corona di sovrano di Economic City, immensa oasi in mezzo al nulla destinata a diventare la città del futuro. Il compito di Alan, in qualità di rappresentante di una ditta di tecnologie avanzate, è di convincere il re arabo ad acquistare una mirabolante invenzione, ossia un ologramma in grado di far apparire chiunque in 3D, come dal nulla. Dunque ecco che lo stressato Alan Clay si trova ad Economic City- Peccato che del re non ci sia traccia alcuna! Nell'attesa, Clay sbatte di qua e di là nell'ostico Paese straniero; e arriva a conoscerne la bellezza, insieme alle contraddizioni.


Altri suoi libri in ambito narrativo e non solo:

Il Cerchio (The Circle, 2013), Mondadori, 2014.

I vostri padri, dove sono? E i profeti, vivono forse per sempre? (Your Fathers, Where Are They? And the Prophets, Do They Live Forever?, 2014), Mondadori, 2015.

Eroi della frontiera (Heroes of the Frontier, 2016), Mondadori, 2017.

Il Monaco di Mokha, Mondadori, 2018.

La Parata (The Parade, 2019), Feltrinelli, 2019.

The Every, 2021 (Il sequel de Il Cerchio, un mix di assurdità e terrore, satira e suspense).




   Chi è David Eggers. Fatti fondamentali:

Eggers è sposato con la scrittrice statunitense Vendela Vida. È il fondatore della rivista letteraria McSweeney's (divenuta poi anche casa editrice) e della scuola di scrittura non-profit di San Francisco denominata 826 Valencia (Link: https://www.826valencia.org/).

È stato il principale curatore ed editore del Futuro dizionario d'America.

Con Vendela, ha scritto la sceneggiatura del film di Sam Mendes American Life.


 Qui con Vendela Vida


   Curriculum letterario:

Eggers è nato a Boston, città-simbolo dell'America bianca, quella Boston giustamente considerata il fulcro del Newengland, la vasta zona ad Est degli USA che si vanta del proprio passato coloniale. 

Si è laureato in giornalismo alla University of Illinois, dunque nel Midwest. Infine si è trasferito a San Francisco. La California è più congeniale alla sua inventiva e alle sue prerogative liberalist... quelle del Modern liberalism, il liberalismo di sinistra, per intenderci. Inutile dire che lo scrittore è un fervente anti-trumpiano e ha scritto diversi articoli e anche un volume o due contro l'antico e nuovo Presidente degli Stati Uniti.

 The Captain and the Glory, una satira. In italiano il libro è stato pubblicato da Feltrinelli nel 2020

Da Erano solo ragazzi in cammino, che parla di Valentino Achak Deng, sopravvissuto alla guerra civile nel Sudan meridionale, è nata la "Valentino Achak Deng Foundation", che si dedica a costruire scuole medie nel Sudan meridionale. 

McSweeney's è la casa editrice indipendente di San Francisco fondata da Eggers e che fin dagli inizi è stata in odore di 'cult'. La McSweeney's pubblica un'omonima rivista trimestrale (per la quale hanno scritto David Foster Wallace, Rick Moody, Jonathan Lethem, Zadie Smith, William Vollmann...) oltre al mensile The Believer e a Wholphin (DVD trimestrale di film brevi e documentari). 

             Link alla McSweeney's: https://www.mcsweeneys.net/


826 Valencia è stato fondato da Dave Eggers insieme all'insegnante Nínive Calegari. Questo centro non-profit di scrittura e tutoring per ragazzi è sito nel Mission District, uno dei quartieri più storici di San Francisco, zona vivace con radici latine e uno dei centri della scena "alternative". 

  

   Perché è un autore particolare e amato?

Tutto ha inizio con A Heartbreaking Work of Staggering Genius (2001; L'opera struggente di un formidabile genio). Un romanzo sulla... fratellanza, che sprizza di esuberanza giovanile ma in cui nel contempo viene usato un linguaggio abbastanza "pulito" e dai toni classicheggianti. Il senso, come quello delle riviste McSweeney's e The Believer, era soprattutto dare voce all'America giovane che era anche l'America alia, anticonformista, che prendeva a farsi largo negli ultimi decenni del XX secolo sui modelli di scrittori ribelli e di correnti letterarie precedenti (la Beat Generation su tutte). Giochi serissimi; non sovversivi, non rivoluzionari, ma capaci ugualmente di lasciare il segno. 

   Eggers è prolisso?

Ebbene sì. È un anti-Carver. Ma prolisso lo era anche uno degli eroi e dei "fari" di molti grandi romanzieri americani moderni, ossia Thomas Wolfe (1900-1938). La classicità in fondo "è" prolissa e, in tal senso, David Eggers è uno scrittore classico. Uno di quelli che però tentano di ancorarsi all'attualità, producendo appunto romanzi come The Circle.

I protagonisti dei suoi libri? Antieroi della piccola borghesia o del proletariato, ma che si fanno rispettare perché sono dotati del dono della resilienza. A volte è una megacorp che li costringe a provare quanto siano resistenti e se hanno la ferma volontà di stare con la testa fuori dell'acqua (e così sopravvivere); ma più spesso ci si mette il destino. Ne L'opera struggente, due fratelli vedono morire, a cinque settimane di distanza l'uno dall'altro, i propri genitori, divorati dal cancro. La reazione a tale tragedia è poco americana: il ventenne Dave si ribella in prospettiva del futuro certo che con ogni probabilità aspetta l'amato fratellino Cristopher ("Toph"), 8 anni. Futuro che si prospetta così: parole e gesti di indulgenza da parte di tutti, domande strane (e inutili, se non addirittura dannose) di assistenti sociali, una commiserazione che tira giù anziché essere di aiuto, la diffidenza di padroni di casa e agenti immobiliari, proposte terapeutiche che sicuramente nientificano un individuo invece di dargli una vita nuova... Il mondo degli adulti non ama gli orfani e ne ingigantisce la catastrofe. E cerca di uniformare tutto ciò che è un po' bizzarro e colorato, cerca di piallare e possibilmente inglobare ciò che inizialmente appariva inservibile al sistema. 

 Col tempo, Toph Eggers (foto) si è distaccato da quel gran fenomeno letterario del fratello Dave

L'infanzia e l'adolescenza non sono affatto facili (il tema ritorna ricorrente dei romanzi di Eggers) e a salvare gli "outsiders" è soprattutto la fantasia; il raccontare e farsi raccontare storie. 

   Il Cerchio + The Every: trama in breve dei due romanzi, qui sintetizzati in uno solo

The Circle, il più grande motore di ricerca/società di social media del mondo (paragonabile a Google), si fonde con "La giungla", il sito di e-commerce che domina il pianeta (e a noi viene da pensare ad Amazon). Viene creato così un nuovo ricchissimo monopolio: The Every. 

Delaney Wells è stata assunta da poco a The Every. Ex guardia forestale e parecchio scettica riguardo ai trionfi della tecnologia, ha un unico obiettivo in mente: sconfiggere l'azienda dall'interno. Perché The Every, con varie apps e anche con i suoi dispositivi, sta entrando in pratica nella vita di ciascuno e, con i "like" ed emoji che offre, semplifica un po' troppo la realtà degli uomini. 

Con il sodale Wes (figlio di una madre "alternativa" e fuori dagli schemi lui medesimo), Delaney cerca i punti deboli di The Every, sperando di liberare l'umanità dalla sorveglianza onnicomprensiva e dall'infantilizzazione della specie umana. 

Ma... l'umanità vuole davvero essere libera? 

Un libro non eccezionale, The Every, ma che, oggi che così tanto si parla di IA (in inglese: AI; in tedesco: KI, Künstliche Intelligenz), proietta sulla nostra coscienza alcuni questiti fondamentali. Dobbiamo riflettere fin da ora su come potremmo ben utilizzare l'Intelligenza Artificiale. Forse è meglio lasciare a lei il compito di guidare il Pianeta Terra? Se sì, occorre innanzitutto farla girare intorno a un algorimo basato su "Love & Peace" (e in più giustizia sociale e in più principi ecologici)!

venerdì, aprile 05, 2024

Thriller in eBook: 'L'Agonia convulsa ovvero: L'Esodato'

e-Book Amazon

Su Amazon:
 'L'agonia convulsa (L'esodato)'
di franc'O'brain

(Amazon Kindle)

             Alcuni stralci del romanzo

La crisi. C'è stato chi non capiva e chi capiva a metà. Ci hanno costretti a indossare non solo una mascherina ma pure i guanti, nella speranza di poter arginare il diffondersi del flagello.

E ora io sono costretto a indossare non soltanto i guanti ma, occasionalmente, persino una maschera. Poiché per me è tuttora recessione, dissesto. Défaillance.

 

 

Wolf mi ha dato alcune lezioncine sul da farsi. Lo so, lo so: anch'io ho guardato e letto thriller a volontà. Mai lasciare DNA in giro e quindi: stare attenti a non perdere neanche un capello! Ricordarsi inoltre che una singola gocciolina di saliva potrebbe far risalire a noi. Normalmente.

"Nei casi di vecchi che crepano" mi ha assicurato Wolf tramite Telegram (o è WhatsApp?), "nessun inquirente si disturberà a ficcanasare sulla scena del crimine se le cause sono state abilmente simulate."

Durante le nostre conversazioni (che effettuo grazie al telefonino ritoccato riservato a questa mia "seconda occupazione"), per lui io sono, in ogni caso, "Orso". "Orso" e non "Bear". La forma inglese la preferirei di più...

Lui rimane "Wolf" per me. Pronunciato alla tedesca, non all'inglese. "Wolf" e non "Lupo", anche se, singolarmente, io ho la tendenza a usare la versione italiana.

Ci sarebbero domande a sufficienza che Orso vorrebbe rivolgere a lui, Lupo o meglio Wolf. Oltre ad avanzare pesanti obiezioni. Ma mi servono i soldi. E allora: "Garde ton souffle, Ours!" (Tieni la bocca chiusa! Risparmia il fiato, Orso!)

In un messaggio, il capo mi ha scritto: "Gli obiettivi da noi prescelti appositamente per voi sono una barzelletta". E così, quelle che ci riservano sono facili prede? "Li si può spingere per la rampa delle scale od oltre il davanzale: sembrerà un suicidio oppure una disgrazia."

Ho cercato di figurarmi le scene cruenti e, parola mia, mi è risultato difficoltoso vedermi nei panni di esecutore materiale.

"Se c'è del sangue dove non dovrebbe esserci" ha continuato il subdolo maestro, "sarà indispensabile servirsi del tauene, una sostanza usata dai meccanici."

"È utile per ripulire il sangue?" ho digitato, sbagliando due volte a pigiare i tasti.

"Lo è. Sia come sia, i da-noi-prescelti li si può eliminare con una metodologia multivaria. Avrai già sentito parlare delle fughe di gas. Sono frequenti, eh?"

"Sì..." Ho distolto gli occhi dal display e mi sono scrollato da capo a piedi, mentre fotogrammi di fiamme e carne bruciata mi si stagliavano sulle pupille. "Però" ho evidenziato "una fuga di gas solitamente causa una carneficina. Tanti che non c'entrano per nulla, gli innocenti, possono rimetterci le penne."

"D'accordo, c'è la variante dell'eliminazione pulita. A medio o breve termine. Ad esempio, causando forti allergie. Dei nostri soggetti abbiamo le cartelle cliniche. Logico, no? Non è fondamentale che la Fine sopraggiunga subito. Si può aspettare anche un paio di settimane o qualche mesetto. Cosa posso aggiungere? Ah, sì. Non meno importante: per nessun motivo servirsi di un'arma da fuoco, di un coltello o, che so io, di uno sparachiodi! Deve apparire - lo ripeto - un incidente o un exitus medico-biologico. Occorre essere creativi, inventivi."

Nelle ore successive a questa specie di briefing online, mi sono documentato di mia sponte. Apprendendo, da curiosi manuali reperibili su vari server non solo italiani, trucchi e stratagemmi a iosa. Si può inserire, attraverso una siringa, dell'aria in una certa vena del collo. O soffocare il malcapitato con un cuscino, che poi in ogni caso bisognerà portare con sé e gettare via. Con il veleno per topi si fa fuori una persona in una manciata di minuti... Giusto sulle sostanze tossiche, sui veleni, mi sono applicato con zelo: sono decisamente efficaci. In molti casi di avvelenamento - sempre che arrivi il rapporto di un patologo forense a certificarli -, gli eventuali ficcanaso crederanno a una morte volontaria, a un colpo di pazzia. In mancanza di moventi plausibili.

"È scontato che vi manderemo in posti diversi. Non agirete mai nella vostra città o, ad ogni modo, non troppo vicino a casa vostra" ha spiegato Lupo / Wolf. "Prerogativa essenziale è che rimaniate invisibili o non identificabili. È meglio che nessuno vi noti sostare troppo a lungo in un angolo o entrare e uscire da un edificio."

Sicuro. Improbabile che nel caso di facce nuove apparse improvvisamente si possa trattare di parenti lontani, amici o conoscenze dei vecchi. I vecchi sono esseri solitari e debbono restare indisturbati nel loro isolamento, nella loro mesta disperazione. Se ricevono visite, i vicini si allarmano. Pensano: "Un po' troppa socialità alla loro età!" Ai vecchi tocca rimanere appartati e dimenticati. La follia è sempre una risposta plausibile a tante domande. Ci sono pillole che uccidono entro un quarto d'ora. Ma si può anche strangolare la vittima e, successivamente, inscenare il suicidio: ad esempio, impiccandone il cadavere. Provocare una fuga di gas... No, questo metodo lo abbiamo già valutato e: meglio di no, troppo devastante.

Le lezioni del Lupo si svolgono, come detto, su svariate piattaforme di messaggistica e mio compito è cancellare i dispacci subito dopo averli letti o dopo aver ascoltato le registrazioni vocali.

"L'insulina. Mettila semplicemente nel loro caffè. Nell'eventualità che se ne somministri una dose massiccia, gli effetti sono potenzialmente letali. Non in tutti, ma in un congruo numero di soggetti."


***


A ogni momento di partire, Max si sfrega le mani: «Andiamo a fare sciambola!»

A far baldoria, vuol significare.

Lui si applica così bene da darmi i bruioli. Oh, pardon: i brividi, intendo. A qualche povera donna senile dedica attenzioni indecorose mentre altre le lascia all'asciutto («L'è minga semper festa!»), pur non lesinando neanche a loro osservazioni e gesti volgari, lascivi.

Alcune e alcuni li vedo afflosciarsi e spegnersi davanti a Talpa senza emettere più di un "Ah!" soffocato. E intuisco - senza dover controllare - quale arma usa in tali casi: me l'ha già sfoggiata a sufficienza durante uno dei nostri tragitti.

«Si chiama misericordia.»

Ho osservato l'oggetto tra le sue mani: un pugnale finemente lavorato, dal manico intagliato e con una lama sottilissima.

«Uno stiletto» ho detto.

«Ma bravo! Allora ne capisci. Sai perché si chiama misericordia?»

«Perché la vittima se ne va presto, immagino. Non soffrendo tanto.»

«È così. Noi usiamo ancora un altro nome: saccàgn. Allora: infili la saccàgn tra la seconda e la terza costola. Esce poco sangue. Pochissimo. Così eviti questa seccatura. Avrai meno spruzzi e tutto l'ambaradan. La pozza si formerà poi. Pian piano. Soltanto dopo che te la sarai svignata.»

Inutile aggiungere che lui ha cercato di appiopparmi - a prezzo di favore, dice - un coltello uguale o simile. Ma io nisba.

Io nisba nonostante che il concetto di misericordia, di compassione, calzi a pennello con il mio modo di essere. Se è il sottoscritto a esercitare il comando (cosa che purtroppo accade sempre più di rado), c'è spesso un tocco di classe nel modo in cui lascio trapassare i nostri clienti. Una delle vecchie, che difficilmente dimenticherò perché era una gran dama, si è spenta bevendo champagne. Dentro il calice le ho messo le gocce KO.

Una sostanza che per me rappresenta una scoperta non da poco. Altresì nota come droga da stupro. Me ne sono valso in un paio di casi. Riguardo alla lady di cui sopra, ho aspettato finché lei non ha perso i sensi e poi l'ho soffocata con il cuscino. Converrete che questo è un atto misericordioso. Probabile che potevo anche sparagnarmi il cuscino: la dose che le ho rifilata era alta. A una certa età, non si respira più quando l'organismo assume troppe gocce di knockout. Persino le più scafate girls, in discoteca, possono lasciarci le penne se alla loro bevanda viene mischiata una quantità eccessiva di GHB. E per "eccessiva" si intende da uno ai due grammi.

Gamma-idrossibutirrato: così gli esperti chiamano la droga. Astenetevi però dall'andare a cercarla in farmacia.

 

 


A casa mi adagio nel sarcofago a sognare carreggiate color cenere ai fianchi delle quali confusamente crescono alberi. Anch'io sono un rudere cadente come loro, come le case e gli alberi, e spesso, quando lavoro nel mio "studio" (sì sì, la stanza del terzo figlio che io ed Elena non riuscimmo mai ad avere; ma, tanto, due bastano e avanzano), vesto in pigiama, alla maniera di molti di quei pezzi da museo. Non posso fare a meno di rivederli, seduti sul ciglio del talamo, con il cuore in tumulto a origliare il ticchettio di una sveglia la cui suoneria loro non useranno più, a breve. O non usano già più. Hanno qualche guizzo di vivacità mentre discutono di scempiaggini con la propria moglie o con i coinquilini e poi tacciono, pieni di punti interrogativi, quando si rimettono sotto il lume elettrico della cucina.

I volti sfatti, le gocce succhiate da vespe e da formiche. Soggetti un tantino meno giovani di me (una piccola parte di costoro precede di cinque o sette anni; in buona percentuale, però, di quindici o diciassette: un'enormità) e alcuni mi guardano dritto nel passamontagna o attraverso il mio casco da motociclista con drammatica gratitudine, alcuni altri invece hanno remore a sollevare gli occhi (quasi temendo che sotto il travestimento non ci sia il diavolo bensì qualcuno di loro conoscenza) e si fissano sulle mie mani guantate, illudendosi che siano quelle di un operatore sanitario.

Ho imparato a domare pacatamente l'estremo sforzo di ribellione scansando le braccia di chi si dibatte cercando di colpirmi. Fin dall'inizio, per loro dev'essere esplicito che io sono il messaggero di Thanatos e, in ciò, il passamontagna nero (con una piccola alce bianca ricamata su) mi è utile. Non lascio loro mai abbastanza tempo per riflettere, fuorché quei minuti o secondi residui concessi loro dal veleno o richiesti dalla tecnica di soffocamento. A parte qualche eccezione, non desidero conoscerli troppo a fondo, tra l'altro perché intuisco che mi deluderebbero. Qualcuno cerca di confessarsi per così dire sul letto di morte, nientemeno, di liberarsi dal peso di qualche colpa grave, ma io gli tappo la bocca. "Non venite a lordare me con le vostre meschinità."

Sono convinto, ormai, o mezzo convinto, di compiere un'opera pietosa.

Gli italiani tra i miei clienti, nello stesso modo dei giovani connazionali bacchettoni, si palesano assai sospettosi nei confronti degli immigrati. E apostrofano il sottoscritto come si fa con uno straniero. «Tu che fare? Come essere entrato? Cosa volere?»

«Non sono straniero» ho spiegato un paio di volte e, quando mi hanno snervato battendo sul medesimo tasto, ho voluto indagare: «Perché mai credete che lo sia?» A dire di questi rincitrulliti rugosi, sono gli immigrati a fare cose simili, cioè scassare serrature, svaligiare, rapinare la brava gente. Annuisco, comprensivo. Si stanno riparando dietro il muro della xenofobia per non dover credere che sia giunta la loro ora. Vedono in me il romeno o l'albanese o vattelappesca che li deprederà, magari strapazzandoli e menandoli prima di andare via. Mi spiegano che sono gli stranieri a "rubare il pane". «Ma insomma, si sa!» Mentre in realtà sono ben consci di essere loro i primi furfanti, loro vecchi, loro pensionati: giacché stanno a pesare, e tanto, sulle tasche dei contribuenti.

Io, in fondo, li sollevo dal noioso andazzo della terza o quarta età. Immaginarsi: ogni giorno uguale. Aprire un occhio con la cataratta sullo stesso cuscino, raschiarsi la gola mentre si cerca dolorosamente di scendere dal letto, con ossa che scricchiolano, pantofole dentro cui si è formata una colonia di scarafaggi... Tranquilli: ora qui c'è Azrael!


BUY


Esodati: una realtà italiana  


  

lunedì, gennaio 16, 2023

Una poesia di Philip Larkin: '1914'

 Traduzione di Peter Patti.

Con note esplicative del traduttore.


[Philip Larkin: poeta piccolo-borghese e con idee di estrema destra.]




MCMXIV 

(pubblicata la prima volta nel 1964)


Quelle lunghe linee irregolari
Che stanno in piedi impazienti 
Come allungate esternamente
The Oval oppure Villa Park [1],
Le corone di cappelli, il sole
Sui volti arcaici baffuti
Sorridenti come se tutto ciò fosse
Un'escursione di Ferragosto;

E i negozi chiusi, e i nomi sbiaditi
Di premiate ditte sulle tende parasole,
I quattrini e i sovereigns,
E bambini che giocano scurovestiti 
E hanno nomi di re e regine,
Le pubblicità su latta
Per il cacao e le torsade, e i pub
Aperti tutto il giorno;

E la campagna ignora il tutto:
I nomi dei luoghi sono ombreggiati
Da erbe fiorite e da prati
Che confondono le righe del Domesday Book [2]
Sotto il silenzio inquieto del grano;
I servitori in tenute differenti
Con camere minuscole dentro enormi magioni,
Nuvole di polvere dietro le limousine;

Mai tale innocenza,
Mai prima né dopo,
Come è stato mutato il passato
Senza una parola: gli uomini
lasciavano i loro giardini in ordine,
Le migliaia di matrimoni
duravano un po' più a lungo:
Mai più tanta innocenza.

 


[1] Impianti sportivi rispettivamente di Londra (The Oval è dove si gioca a cricket) e di Birmingham (Villa Park è uno stadio di calcio).

[2] Con 'Domesday lines' Larkin si riferisce al 'Domesday Book' che risale alla conquista normanna del 1066. I Normanni, guidati da Guglielmo il Conquistatore, fecero un accurato censimento di città, cittadine e villaggi inglesi.

*************************

MCMXIV 
Philip Larkin, first published in 1964



Those long uneven lines
Standing as patiently
As if they were stretched outside
The Oval or Villa Park,
The crowns of hats, the sun
On moustached archaic faces
Grinning as if it were all
An August Bank Holiday lark;

And the shut shops, the bleached
Established names on the sunblinds,
The farthings and sovereigns,
And dark-clothed children at play
Called after kings and queens,
The tin advertisements
For cocoa and twist, and the pubs
Wide open all day;

And the countryside not caring:
The place-names all hazed over
With flowering grasses, and fields
Shadowing Domesday lines
Under wheat’s restless silence;
The differently-dressed servants
With tiny rooms in huge houses,
The dust behind limousines;

Never such innocence,
Never before or since,
As changed itself to past
Without a word – the men
Leaving the gardens tidy,
The thousands of marriages,
Lasting a little while longer:
Never such innocence again.


(from Philip Larkin: Collected Poems)



  NOTE ESPLICATIVE

"MCMXIV", dunque 1914. I numeri in caratteri romani suggeriscono le lapidi e i monumenti cimiteriali.
Philip Larkin, che era appassionato di fotografia, apre questo suo componimento osservando una foto d'epoca. È l'anno dell'inizio della Prima Guerra Mondiale (per gli inglesi, la guerra iniziò nell'agosto 1914) e il gruppo di uomini ritratto (le cui figure hanno orli sbiaditi, sono come allungate, a causa della tecnica poco sviluppata del tempo) ha qualcosa di arcaico in sé: portano i baffoni e le loro facce sono attraversate da un ghigno, come se si accingessero ad andare a una festa ("lark" in questo caso è il gioco, con riferimento al cricket - "The Oval" -, seguito dal calcio - "Villa Park").
Nella seconda stanza, il poeta allarga la visuale. Lo sguardo - suo e nostro - si sposta oltre le figure allineate. Ecco la campagna, e le proprietà signorili ove regna una rigida gerarchia di ruoli (i servi sono vestiti diversamente l'uno dall'altro, a seconda del ruolo che ricoprono nella casa): è il momento di transizione dal periodo pre-bellico al confronto armato e Larkin esprime una forte nostalgia per gli anni che furono. L'accenno al Domesday Book, al libro del censo dei Normanni, ha a che fare con l'idea che quasi 1000 anni di immutata storia inglese e struttura sociale inalterata sono stati cancellati dall'evento furioso, fatale: dal primo conflitto mondiale, appunto. 
Nella stanza finale, il poeta ribadisce il senso di perdita dell'innocenza: non ci saranno più gli uomini a tenere in ordine e ben curati i giardini (segno di un legame stretto con la natura); inoltre, i matrimoni dureranno di meno, attraverso anche l'assenza degli stessi uomini dovuta alla chiamata alle armi... e, spesso, a una morte straziante al fronte.

 Larkin e una delle "sue donne"


Non è una poesia di guerra. In questi versi, la riflessione è incentrata sulle conseguenze sociali ed esistenziali di un vasto conflitto. Larkin era un civile, non un militare. Mentre era studente a Oxford fu chiamato a combattere nella Seconda Guerra Mondiale ma lo riformarono per problemi alla vista.
Ora, mezzo secolo dopo l'inizio della Grande Guerra, scrive con ponderatezza, nell'intimità della sua dimora di Hull, nel Nord dell'Inghilterra, circa i mali di uno scontro bellico di cotali dimensioni. Il Regno Unito (anche quello di oggi) non è più quello precedente al 1914: così ragiona Larkin, che sente l'urgenza di idealizzare l'ieri. Come in Yeats e in Thomas Hardy, i temi affrontati nei suoi versi sono quelli elementari ma fondamentali della poesia di tutte le epoche: il trascorrere del tempo, i cambiamenti radicali, la perdita di valori e - assai evidente in lui - la perdita di certezze quotidiane, di sicurezza domestica, 
Le sue posizioni sono quelle di un cittadino dalle idee nostalgiche; alquanto conservative; anzi: proprio reazionarie (aveva forti simpatie per l'estrema destra). L'ieri è sempre migliore dell'oggi, il passato ha da essere presentato come mitico, nobile...


 Furono tre le sprovvedute che cadettero nelle sue grinfie: la bibliotecaria, la segretaria, la lettrice



Nei suoi componimenti, Philip Larkin (1922-1985) ha documentato e sezionato con infallibile precisione l'Inghilterra provinciale in cui era immerso pienamente, comodo biotopo, appropriato per enucleare l'essenza dell'umanità. L'amore gli procurava comunque qualche problema, sconvolgendogli - arricchendolo - il Tutti-I-Giorni. Philip Larkin era un amatore - più che un amante - in eterno conflitto, incapace di risolvere le sue intricate relazioni (non sempre sessuali). Soltanto diversi anni dopo la sua morte (avvenuta su un letto di ospedale di Hull) è emerso che, prima di espirare l'ultimo respiro, Larkin rivelò a una delle sue tre amanti (o comunque donne amate) chi fosse stata effettivamente la preferita.
Ma chi erano "le tre donne" di questo poeta che era ed è considerato, almeno in ambito artistico, un antiromantico? E che privatamente non nascondeva di essere terrorizzato dall'idea di sposarsi?
Erano Monica Jones, lettrice d'inglese, Maeve Brennan, una collega nella biblioteca in cui lui lavorava e Betty Mackereth, la segretaria. Ebbe relazioni con loro durante gli Anni '70 e le considerava (fecendosi tanti film mentali) in concorrenza reciproca. 
Prima di loro c'erano state Ruth, Winifred, Patsy (quest'ultima era rimasta incinta di lui, ma perse il bambino)... Era un uomo retrogrado che scriveva versi importanti e... possedeva una collezione di immagini pornografiche niente male.
Suo padre aveva tenuto in casa una statua di Hitler e lo stesso Philip crebbe non soltanto misogino, ma anche piuttosto razzista. 

Io mi sono imbattutto in Larkin leggendo Anthony Burgess; più precisamente, una recensione scritta dal grande romanziere di Manchester in cui veniva messo a nudo e sottilmente ridicolizzato l'estremismo delle opinioni politiche di Philip. Inutile dirlo: i due rimasero nemici per la pelle vita natural durante.

 Anthony Burgess

 

Insomma: Philip Larkin, la sua poetica e la sua esistenza da piccolo impiegato pieno di bizzarre convinzioni sono argomenti da approfondire! Interessante anche il fatto che un'altra sua passione fosse il jazz: Philip Larkin scrisse numerosi articoli sull'argomento. Reputo che sia uno spasso andare a cercare quegli articoli e paragonare le sue opinioni musicali con le nostre.




venerdì, gennaio 06, 2023

'Cronache del dopobomba', di Philip K. Dick

 Forse il romanzo più bello di Dick, anche se è arduo stilare una vera e propria classifica delle sue opere. È comunque sicuramente il romanzo che più di tutti è stato saccheggiato dal cinema (The Day After è solo un esempio).

Titolo originale: Dr. Bloodmoney, or How We Got Along After the Bomb. Data di pubblicazione: 1965.

Un chiaro richiamo al film di Stanley Kubrick Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb, uscito nel 1964, con Peter Sellers mattatore assoluto.

        


Vita sul Pianeta Terra dopo il lancio dell'ordigno che ha cancellato la civiltà


Siamo nella Contea di West Marin, in cui lo scrittore abitò all'epoca in cui scrisse questo libro; un'"isola nel tempo" perché in qualche modo diversa dal resto delle cittadine californiane, con la sua piccola comunità che sembrava ancorata agli Anni Cinquanta.

Hoppy non ha né braccia né gambe; è una vittima del Contergan, farmaco tedesco a base di talidomide responsabile della nascita di feti con gravi malformazioni degli arti (focomelia; dal greco phoke = pinna e melos = arto). Trova tuttavia un impiego nel negozio di elettrodomestici Modern TV, dove riesce a eseguire riparazioni che hanno dell'incredibile. Non c'è da sorprendersi: Hoppy è uno psi...
Un altro carettere centrale del romanzo è Stuart McConchie, un giovanotto di colore che lavora come commesso al Modern TV e che sviluppa nei confronti di Hoppy un senso di ripugnanza. Hoppy e Stuart: l'uno un "mostro", l'altro un nero...
Facciamo la conoscenza di altri personaggi che fanno parte del microcosmo di West Marin... Poi, con il Quarto Capitolo, si apre uno scenario completamente differente. Qualcosa di grave è accaduto nel mondo. Una tragedia. Causata dalla "bomba".




Negli Anni '60 gli americani erano veramente convinti che una guerra atomica fosse prossima, e con essa la fine del mondo civile. Dick li avverte che il vero pericolo non arriva dalla Cina o dalla Russia, ma dagli stessi U.S.A. Le bombe che stravolgono la vita dei protagonisti di Dr. Bloodmoney: or, how we got along after the bomb sono bombe americane... Un difetto nello scudo difensivo ha scatenato l'inferno - o Terza Guerra Mondiale che dir si voglia.
Qualcuno indica il colpevole della catastrofe in Bruno Bluthgeld (= "Bloodmoney"), fisico atomico di origine ungherese che nel 1972 fu già responsabile di un "incidente" atomico a seguito del quale smarrì completamente il bene della ragione.

 Una scena da Dr. Strangelove


Ma... forse non dovremmo parlare di catastrofe. Dick descrive infatti il "dopobomba" come una sorta di palingenesi. Il futuro non è nero, il futuro è bello... almeno per i sopravvissuti. Finalmente gli esseri umani trovano una propria dimensione. Ognuno di loro deve rendersi utile nella situazione d'emergenza permanente.
Raccolta in piccole comunità che ricordano le città-stato degli Elleni, l'umanità si riorganizza. Come lettori partecipiamo a una sorta di corso di sopravvivenza. Stuart McConchie è nel frattempo maturato ed è diventato un abile agente di rappresentanza per trappole elettroniche. Le trappole servono a catturare topi, cani e gatti. In seguito alla mutazione, gli animali si sono evoluti, hanno sviluppato un proprio linguaggio e hanno capacità mai immaginate prima. (Mentre il cavallo è tornato a riacquistare la sua funzione di bestia da trasporto.)
Un astronauta che doveva raggiungere Marte insieme alla moglie si ritrova a gravitare dentro la sua navicella intorno all'orbita terrestre. La sua consorte si è suicidata, e l'uomo trasmette verso il nostro pianeta un programma radiofonico che è di fatto l'unico svago per i superstiti. Questo solitario DJ spaziale è un rivoluzionario, nel senso che odia i militari, ma è anche un esteta: le sue trasmissioni sono un miscuglio di diario personale, musica colta e riproposte di celebri romanzi.
Belve intelligenti, cani che parlano... la mutazione ha prodotto risultati davvero curiosi. Una bambina di Marin County, nata nel "giorno della bomba", reca nel proprio grembo il fratellino gemello, una creatura senziente e - come si scoprirà - con l'anima capace di trasmigrare in altri corpi.
In quanto a Hoppy, lui ora è un freak tra tanti. E' riuscito a sviluppare prodigiosamente le sue facoltà psichiche e tecnologiche. Tra le altre cose, si è costruito una carrozzella con un'autonomia giornaliera di 50 chilometri. E' rispettato da tutti, anche se ancora incute un po' di paura. Ufficialmente, è il tecnico di Marin County. Purtroppo, però, sviluppa anche una pericolosa mania di grandezza...



Nei suoi romanzi, Philip K. Dick cita compositori di musica classica, filosofi, moderne teorie psichiatriche... Il colto astronauta di Dr. Bloodmoney, prigioniero nell'orbita terrestre, è un po' l'alter ego dello scrittore.
Vittima della tossicodipendenza e di violenti attacchi di panico, Dick era dotato di una possente visionarietà. Indimenticabili i suoi personaggi sospesi in stato di "semi-vita" (Ubik), gli androidi "dal volto umano" (Cacciatore di androidi, ovvero Do Androids Dream of Electric Sheep?), e i suoi paesaggi apocalittici che gli amanti del cinema di fantascienza ritroveranno in Blade Runner.
"Le sue armi preferite non sono la logica dimostrativa, la speculazione erudita e sottile" scrive Fabrizio Chiappetti in Visioni dal futuro, "ma l'aneddoto oscuro e fulminante, la visione che scardina l'immagine consueta del mondo e che si imbatte nella verità."


La religione, le droghe e la cibernetica applicata fino all'estremo: questi tra i temi più ricorrenti in Philip K. Dick. Ne Le tre stimmate di Palmer Eldritch (quasi un paradigma degli Anni Sessanta a San Francisco), incontriamo i "contaminati", ossia coloro che hanno assunto la sostanza Chew-Z. Immersi in una realtà totalmente virtuale, dov'è impresa disperata poter stabilire cosa sia reale e cosa no, i "contaminati" scoprono di avere occhi a telecamera panoramica, bocca di metallo e braccia meccaniche, a immagine e somiglianza di Eldritch, spacciatore della droga in questione. In un'altra sua opera, lo scrittore immagina uno strumento collegabile alla corteccia cerebrale: l'"organo Penfield", in grado di programmare l'umore desiderato per il tempo che si vuole; basta digitare il codice corrispondente e si può essere, a comando, "depresso", "apatico", "professionale nel lavoro", ecc. E in Scorrete lacrime ci presenta edifici che galleggiano a qualche metro da terra grazie a un sistema di aria compressa.
Accanto a queste geniali trovate "futuristiche", riscontriamo nelle sue opere i chiari segni del tempo. La memoria del computer, ad esempio, è contenuta non in circuiti stampati ma su nastri magnetici. Tali "incongruenze" non rendono tuttavia meno originali e interessanti i suoi romanzi; anzi... Questo sovrapporsi di vecchio-nuovo è perfettamente in sintonia con il time-slipping di tante sue storie.
Cronache del dopobomba fa ancora parte del periodo in cui lo scrittore affidava le speranze per un futuro migliore a un'esistenza da trascorrere in piccole comunità (abbozzata tra l'altro in Noi marziani). All'inizio degli Anni Settanta però cambia rotta e dichiara l'esistenza di un'entità superiore. La divinità che gli si è rivelata viene da lui celebrata nella trilogia di Valis, vera e propria opera di "fantagnosi".
Il paradosso, da lui celebrato nei lavori letterari, lo accompagnò fin nell'ora della morte: Dick si spense in un complesso residenziale situato a poca distanza dal luogo di nascita di Richard Nixon, il suo nemico per la pelle.

 Alcuni dei film tratti dai romanzi e dai racconti di PKD o a essi ispirati      


 Un oscuro scrutare







Philip K. Dick, temponauta. Indice:

COVER

   Noi marziani

   Ubik

   Scorrete lacrime

   Un oscuro scrutare

   Guaritore galattico

   Illusione di potere

   Testi vari e links

    Bibliografia ITA-ENG