(e non 129 come erroneamente mostrato a inizio del video!)
[London Symphony Orchestra conducted by Josef Krips]
L'ultimo movimento include parte dell'ode An die Freude ("Inno alla Gioia") di Friedrich Schiller, cantata da solisti e coro. Qui: "Festival Choir", con Jennifer Vyvyan (soprano), Shirley Verret (mezzo soprano), Rudolph Petrak (tenore), Donaldson Bell (basso).
Opera invero stupenda. È la composizione musicale da me preferita in assoluto; contiene davvero tutto: la gioia e il dolore, la ricchezza di una quotidianità che non sempre riusciamo a sfruttare, la malattia, la catarsi, il serpeggiare nostro instabile verso la Morte...
È un'opera a suo modo anche "politica" (l'inno "An die Freude" ha un certo significato anche in tal senso) e non è un caso che esiste un link strettissimo tra la Nona beethoveniana e Arancia meccanica, il romanzo di Burgess poi filmato da Stanley Kubrick con il gentile apporto di Walter/Wendy Carlos al moog!). Vi consiglio anche (soprattutto se conoscete il tedesco) l'album della rockband Die Toten HosenEin kleines bisschen Horrorschau.
Un gruppo di musicologi e programmatori ha usato l’intelligenza artificiale per immaginare come avrebbe potuto essere la sinfonia che il compositore tedesco lasciò incompiuta
Quando Ludwig van Beethoven morì nel 1827, erano trascorsi tre anni dal completamento della sua Nona Sinfonia, per molti indiscutibilmente la sua opera magna. Beethoven aveva già iniziato a lavorare alla decima sinfonia ma, a causa del deterioramento della sua salute, non era stato in grado di fare molti progressi: tutto ciò che lasciò ai posteri furono alcuni schizzi musicali.
Da allora, i suoi fans così come i musicologi si sono chiesti che cosa avrebbe potuto essere l'ultima sinfonia del Maestro. Oggi, la visione del grande compositore ha preso vita.
Il tutto è avvenuto grazie alla startup Playform AI ("AI" = "Artificial Intelligence"). Un team di storici della musica e altri esperti (tra di loro ovviamente anche diversi esperti di informatica) ha insegnato a una macchina computatrice, a un calcolatore elettronico... sì, a un computer, sia l'intero lavoro di Beethoven che la sua metodologia creativa.
È stato un lavoro di oltre due anni; e per il 9 ottobre 2021 è fissata l'uscita ufficiale (su CD e non solo) dell'opera. Nella stesso giorno in cui è prevista la prima mondiale, a Bonn, città natia di Ludwig van.
Ovviamente non è la prima volta che si tenta di "ricostruire" la Decima: nel 1988, il musicologo Barry Cooper provò a completare il primo e il secondo movimento (sui quattro complessivi), cercando di restare fedele a quella che pensava fosse stato il progetto di Beethoven. La composizione di Cooper è in realtà "la" composizione di Beethoven: Cooper ha messo insieme i frammenti, unendoli... Un'operazione che ha convinto non pochi ascoltatori, i quali davvero credono di sentire "la mano" di Beethoven in questo spartito. Ma che - ed era inevitabile - ha sollevato anche dubbi e polemiche.
... Ed ecco qui, invece, la Decima "composta" dall'IA, dall'intelligenza artificiale. Questo è solo una breve clip.
Carlos Kleiber, nato Karl Ludwig Kleiber (Berlino 1930 – Konjšica [Slovenia] 2004), è stato un direttore d'orchestra tedesco naturalizzato austriaco.
In base a un sondaggio pubblicato in Italia dalla rivista Classic Voicenel dicembre 2011 è risultato, nel voto dei colleghi, il più grande direttore d'orchestra di tutti i tempi. (Vedi articolo "Vincono Kleiber e Abbado", su Repubblica.) Sono numerosi gli attestati di ammirazione da parte di autorevoli personalità del mondo musicale, come ad esempio Claudio Abbado in diverse interviste, Franco Zeffirelli nell'autobiografia, Svjatoslav Richter nei diari.
Figura schiva, riservata e lontanissima dallo star system, fu interprete caratterizzato da un perfezionismo maniacale con un repertorio assai limitato soprattutto negli ultimi anni di attività. Tendeva ad approfondire continuamente l'indagine degli stessi brani.
Nato in Germania, all'età di dieci anni, dopo vari spostamenti, si trasferì in Argentina con la famiglia. In tale occasione cambiò nome da Karl Ludwig a Carlos. Il padre era il famoso direttore d'orchestra austriaco Erich Kleiber, emigrante dalla Germania per protesta contro il Partito Nazista. Nel 1980 Carlos acquisì la cittadinanza austriaca.
Ebbe un rapporto molto difficile con il genitore, che inizialmente non sostenne la sua carriera di musicista. Dapprima lavorò in piccoli teatri tedeschi di provincia, esordendo nel 1954 come direttore di operette con lo pseudonimo di Karl Keller nell'operetta Gasparone, uno dei capolavori del compositore austriaco Karl Millöcker, e in alcuni lavori poco conosciuti di Jacques Offenbach, ma l'esordio a Monaco (1968) e le stagioni a Vienna e Bayreuth negli Anni Settanta gli diedero grande fama. Nel 1976 esordì alla Scala di Milano con un'interpretazione del Der Rosenkavalier di Richard Strauss, a cui segurono l'Otello del 1977 e La Bohème del 1979; successivamente diresse repliche memorabili di Otello, Tristan und Isolde, La Bohème, Carmen, Wozzeck, La Traviata, Falstaff, Elektra, Die Fledermaus, Der Freischütz, e del citato Der Rosenkavalier.
Soprattutto nella seconda parte della carriera Kleiber ha sempre più centellinato le sue apparizioni sul podio. Innumerevoli le volte che ha annunciato - più o meno ufficialmente - l'intenzione di voler smettere di dirigere, salvo poi tornare a impugnare nuovamente la bacchetta, in occasione di sporadiche quanto memorabili esibizioni, che spesso avvenivano in sostituzione, all'ultimo momento, di direttori indisponibili.
L'ultimo concerto lo diresse a Cagliari, il 24 e il 26 febbraio 1999; l'orchestra era la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e il programma comprendeva la IV e la VII sinfonia di Beethoven.
Scomparve il 13 luglio del 2004. Per sua espressa volontà la notizia fu resa nota due giorni dopo la sepoltura e colse di sorpresa il mondo della musica classica. È sepolto in Slovenia, a Konjšica, accanto alla moglie, la ballerina slovena Stanislava Brezovar, morta sette mesi prima.
Discografia
Il suo perfezionismo lo portò a limitare anche il numero delle incisioni discografiche che restano tutte di grandissima importanza. Da ricordare in particolare le sinfonie di Ludwig van Beethoven da lui affrontate (la quarta, la quinta, la sesta e la settima), le registrazioni della Seconda e della Quarta sinfonia di Johannes Brahms, della Terza e Ottava di Schubert, delle opere teatrali già citate e dei due splendidi Concerti di Capodanno a Vienna del 1989 e del 1992, che restano tra i migliori mai realizzati. Per quanto concerne il Tristan und Isolde di Wagner va fatto riferimento non solo a quello "ufficiale" pubblicato dalla Deutsche Grammophon con la Staatskapelle Dresden, ma anche a quelli di Bayreuth (Golden Melodram) e di Milano (Myto Records). Esiste del Fledermaus di Strauss una doppia edizione, DVD o solo audio, che varia leggermente nel cast. Altre importanti registrazioni: il Freischütz di Weber e La Traviata di Verdi sempre con etichetta Deutsche Grammophon.
Beethoven, Sinf. n. 5, 7 - Kleiber/WPO - 1974/1976 Deutsche Grammophon
Brahms, Sinf. n. 4 - Kleiber/WPO - 1980 Deutsche Grammophon
Schubert, Sinf. n. 3, 8 - Kleiber/WPO - 1978 Deutsche Grammophon
Strauss, J. - Pipistrello - Kleiber/Varady/Prey - 1975 Deutsche Grammophon
Verdi, Traviata - Kleiber/Cotrubas/Domingo - 1976 Deutsche Grammophon
Wagner, Tristano e Isotta - Kleiber/Price/Kollo/Moll/Götz - 1981 Deutsche Grammophon
Weber, Franco cacciatore - Kleiber/Janowitz/Mathis/Crass - 1973 Deutsche Grammophon
Carlos Kleiber Conducts Johann Strauss, 1989 SONY BMG
Kleiber, Registrazioni orchestrali + Documentario 'A Memory' - Kleiber/WPO, 1974/1980 Deutsche Grammophon
1992 New Year's Concert In the 150th Jubilee Year of the Wiener Philharmoniker, Sony
Dopo Herbert von Karajan, solo lui. Ma era forse più grande di Karajan. Solo, assai schivo: mai accettò una poltrona qualunque, mai concedeva interviste... e spesso occorreva corrispondere con lui tramite cartolina postale