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martedì, luglio 17, 2007

Mediocrità dei giornalisti di provincia

Il titolo di questo post si riferisce ai giornalisti tedeschi, ma ovviamente ce ne serviamo come paradigma di certa stampa in generale.
Che cosa è successo? La sera del 10 luglio arriva a Mühldorf am Inn, piccolo centro sperduto a cavallo tra Oberbayern (Baviera Alta) e Niederbayern (Baviera Bassa), la grande Gianna Nannini. Raramente si era vista da queste parti una star di tale calibro, a meno che non si voglia considerare un divo internazionale anche Papa Ratzinger (che è nato nei paraggi, in un villaggio sullo stesso fiume Inn).
La Nannini sta girando l'Europa nel quadro del suo "Grazie Tour 2007", che serve appunto a ringraziare i fans che l'hanno seguita nei suoi trent'anni di carriera. La cantante è giunta a Mühldorf in gran forma, appena reduce da un concerto allo stadio Wembley di Londra davanti a 60.000 spettatori. Qui, nel buco del culo del mondo, si esibisce davanti a 1.000 o 2.000 anime perse, ma lo fa con la passione che sempre la contraddistingue, accompagnata tra l'altro da una band (che comprende anche una sezione di archi) veramente formidabile. "La Gianna" dà un concerto con i fiocchi, rendendo felici i presenti. (Per la recensione leggi qui.)
Il giorno dopo però l'inviata del Mühldorfer Anzeiger (il quotidianuccio locale) intitola il suo articolo: "La diva italiana ci ha presi a calci". Noi ci stropicciamo gli occhi e torniamo a leggere: sì, il titolo dice proprio così. Ma perché? Scorrendo le righe sottostanti, scopriamo che la giornalista si riferisce a un episodio sfuggito a quasi tutti gli spettatori: Gianna Nannini, dopo aver pregato invano i fotografi di smetterla di tempestarla di flash, avrebbe fatto volare con la punta di un suo stivale la macchina fotografica di uno di loro, "frantumandola".
Nel resto dell'articolo si sottolinea la bravura e l'impegno della diva, ma lo scritto è costellato di altri richiami al "fattaccio" della sera prima. "Ha bevuto o ha preso droghe?" si chiede scandalizzata la giornalistucola. E non smette di fare l'imbronciata: "Che bisogno c'era di comportarsi come Marilyn Manson?" Ecc. ecc.
E' incredibile. A parte che sanno a malapena scrivere, a parte che ottengono il posto grazie a qualche favore da "Oval Office" reso a un caporedattore più asino di loro, a parte che il rock non è propriamente il circolo dell'Azione Cattolica, dovrebbero farsi un esame di coscienza e domandarsi se non hanno contravvenuto al contratto, dove chiaramente si diceva: "Niente filmati, niente foto, niente azioni disturbanti sotto il palcoscenico".
Inoltre, quasi nessuno dei presenti - lo ribadiamo - si è accorto di nulla: erano (eravamo) troppo impegnati a suggere con lo sguardo, con tutti i sensi, la musica e i movimenti, ora sensuali e ora arrabbiati, della diva (antidiva) senese. Nel cortile interno del centro culturale 'Haberkasten', Gianna Nannini ha regalato a un migliaio o poco più di poveri provinciali delle sensazioni fortissime e durature.
Ma l'episodio che ha scosso Andrea Sch., l'intrepida reporter del glorioso Mühldorfer Anzeiger, eccolo qui: ce l'ho sotto gli occhi, nero su bianco; una pagina assai importante di giornalismo mondiale.
Mi rimetto ora a leggerlo: una ridicolaggine tira l'altra. E del concerto vero e proprio si parla poco e con scarsa cognizione di causa.
"Uàaa-ah! Uàaa-ah!" piange Andrea Sch., in rappresentanza anche degli altri colleghi della stampa alta/bassa-bavarese. "La cattivona ci ha fatto la bua!"
Impettiti sono entrati nel luogo dello show, andando a occupare i posti migliori, e impettiti se ne sono usciti meno di due ore dopo. E in mezzo c'è stato il "fattaccio". L'aria di supponenza, l'espressione infastidita, ce l'avevano fin dall'inizio. Viene da chiedersi se non lo abbiano fatto apposta a provocare la star. In fondo, si sa, questi italiani sono tutti così, facili da infiammare... "E noi siamo noi. Dobbiamo difendere il nostro status di individui superiori..."



Leggi la recensione reale.

mercoledì, aprile 20, 2005

Il nuovo Papa

Molte le imperfezioni di carattere "topografico" nei media italiani all'annuncio dell'elezione del cardinale Ratzinger come nuovo papa Benedetto XVI. E' stato comunicato: "E' nato in un paesino della Bassa Baviera, Marktl, nei pressi di Passau." In realtà Marktl è in Alta Baviera, nei pressi di Ratisbona. La differenza tra Bassa e Alta Baviera è grande, e non solo perché la prima costituisce la parte nord e la seconda quella sud di questo Bundesland. E, ancora: "Ha studiato a 'Traunstìn'..." Ratzinger compì i suoi studi a Traunstein (sempre in Alta Baviera), che si pronuncia 'Traunstain'.

Marktl am Inn (ovvero sull'Inn) è un paesino di poco più di 2.000 anime. Tipico centro contadino, ha ben poco da offrire ai turisti, oltre al solito caratteristico scorcio paesaggistico (che è però ancora più caratteristico in altri angoli della Baviera). In un'intervista a caldo per la televisione tedesca, il sindaco di Marktl am Inn ha detto, con lo spiccato accento della sua regione, di essere "fiducioso che molti visitatori giungano qui da noi per ritemprarsi non solo spiritualmente, che alloggino per più di un giorno e che... consumino". Marktl, di cui Ratzinger è l'unico figlio celebre, registra i problemi tipici di tutti gli altri luoghi di Germania, dove l'economia ristagna, la disoccupazione cresce e, di conseguenza, anche il turismo interno è in crisi. Similmente a tutti gli altri piccoli centri tedeschi, non è assolutamente preparato ad accogliere visitatori dall'estero (spesso, negli alberghi e pensioni di questi paesini nessuno sa mettere insieme più di due parole in inglese), ma è possibile che, adesso che i "Marktler" possono vantare un papa, le finora rudimentali case di accoglienza (tutte a conduzione familiare) si attrezzino un po' meglio.

[Non distante da Marktl si trova Altötting (13.000 abitanti), sede di un "Santuario della Madonna Nera" e, quindi, meta di molti pellegrini cattolici. Ma anche nel caso di questa cittadina il non-tedesco (e persino il tedesco-ma-non-bavarese) trova difficoltà a trascorrere un soggiorno veramente rilassante e a sentirsi accettato. Prerogativa della Baviera rurale - profondamente cattolica - è quella di essere "chiusa" nei confronti dello "Zugroaster" ("Zugereister", cioè "uno venuto da fuori").]