Scrittore ebreo e commentatore della vita sociale e politica della Germania, si è spento giovedì a Colonia, all'età di 91 anni, dopo una caduta in casa e un inutile trasporto in ospedale. Ne ha dato annuncio la casa editrice Kiepenheuer & Witsch.
Giordano era nato ad Amburgo da padre siciliano e madre ebrea. Da giovane venne perseguitato appunto per l'origine semita della madre. La Gestapo lo torchiò a più riprese. Se riuscì a sopravvivere al periodo nazista fu perché, insieme ai genitori e a un fratello, rimase nascosto nella cantina dell'abitazione di un amico di famiglia.
Dopo la guerra entrò nel partito comunista, ma lo abbandonò nel 1957 disilluso dal regime stalinista. Continuò comunque a lottare sempre contro l'estrema destra e le intemperanze razziali. Scrisse 23 libri, molti dei quali sono divenuti bestseller sia in Germania sia all'estero.
Nel 1964 era entrato come giornalista nella WDR (terzo programma della Germania Occidentale), lavorandovi fino al 1988. Dopodiché divenne libero scrittore, componendo la cronaca delle sue esperienze sotto la croce uncinata.
Tra i suoi libri più celebri, la saga dei Bertini, che racconta le vicende di una famiglia italo-tedesca dal tardo XIX secolo fino alla Seconda Guerra Mondiale; e Sizilien, Sizilien! Eine Heimkehr ("Sicilia, Sicilia! Ritorno a casa").
Quest'anno c'è stata una vera e propria morìa di prominenti intellettuali tedeschi. Tra di loro: Stefanie Zweig, Walter Jens, Wolfgang Leonhard.
Nessun commento:
Posta un commento