Tom Petty & The Heartbreakers - "Into the Great Wide Open"
Tom Petty - Into The Great Wide Open
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Tom Petty: formidabile cantautore di sangue indiano che, insieme ai suoi Heartbreakers, ha sfornato una caterva di album geniali (Into the Great Wide Open
rimane a tutt'oggi il mio preferito) e che è in gran parte
responsabile dell'idea di mettere insieme artisti del rango di Bob
Dylan, George Harrison, Jeff Lynne e Roy Orbison per formare insieme a
loro i Traveling Wilburys, formazione entrata nella leggenda del rock.
Il loro era un rock'n'roll a tratti gentile pur se di fattura garage
e con testi dai risvolti critici. Dapprima l'America fece orecchie da
mercante. In Inghilterra invece, dove il quintetto si era recato
per accompagnare in tournée Nils Lofgren, l'accoglienza fu ottima: il
loro debutto Tom Petty & the Heartbreakers si piazzò nella
U.K. Top 30. Incoraggiata da questo successo, la loro label fece
maggiore pubblicità all'LP negli U.S.A. e lanciò il single "Breakdown",
che raggiunse la Top 40, mentre un'altra song, "American Girl", divenne
un tormentone delle emittenti locali.
Poco dopo accadde che l'ABC, compagnia-madre della Shelter, venne
comprata dalla MCA Records. Petty cercò di rinegoziare il contratto ma
alla MCA le sue pretese sembrarono eccessive. La band si ritrovò allora a
lavorare sotto l'egida della Backstreet Records, che faceva
comunque capo allo stesso colosso MCA. L'album Damn the Torpedoes fu realizzato alla fine del 1979.
Il successo che seguì era in parte inatteso: due milioni di copie
vendute, con un paio di 45 giri ("Don't Do Me Like That" e "Refugee")
che scalarono vertiginosamente l'apposita classifica. Ma ecco sorgere
altri problemi con la casa discografica. Secondo la MCA, l'album
successivo, Hard Promises, doveva essere venduto al prezzo di
9,98 dollari (allora - correva l'anno 1981 - una cifra non
indifferente). Petty puntò i piedi, minacciò di ritirare il prodotto da
tutti i negozi e organizzò addirittura una protesta dei fans. La MCA
dovette arrendersi, mettendo in commercio Hard Promises per 8,98 dollari. L'album stravendette (fu disco di platino) e il single "The Waiting" divenne un hit.
Nello stesso anno Tom Petty produsse Drop Down and Get Me, che
sanciva il ritorno di Del Shannon, mai obliata icona del rock'n'roll.
Inoltre compose "Stop Draggin' My Heart Around", che cantò in duetto con
Stevie Nicks, ex cantante dei Fleetwood Mac. La canzone si trova
nell'album della Nicks Bella Donna, registrato con il supporto degli Heartbreakers.
Per il successivo Southern Accents,
Petty & Co. impiegarono ben tre anni, tre anni non solo di lavoro
ma anche di ripensamenti e rabbie assortite. Avevano ingaggiato come
produttore Dave Stewart degli Eurythmics allo scopo di esplorare nuovi
territori musicali o, meglio, per allargare i propri orizzonti sonori. Southern Accents
contiene brani soul, psichedelici e new wave, ma (o forse proprio per
questo) non riesce a risultare di facile ascolto. Nonostante ciò, grazie
anche al successo del single "Don't Come Around Here No More", fu
insignita del disco di platino. Con buona pace di Tom Petty che un
giorno, riascoltando i nastri con gli arrangiamenti, per la scontentezza
mollò un pugno a una parete fratturandosi la mano.
Ed ecco il 1986: l'anno della stretta collaborazione con il grande Bob
Dylan. Tom Petty & the Heartbreakers ebbero il privilegio di
accompagnare il menestrello di Duluth nel suo tour mondiale. Dylan
ricambiò scrivendo per loro "Jammin' Me", ballata inserita in Let Me Up (I've Had Enough).
Let Me Up (I've Had Enough) non ricevette umanimi consensi;
tutt'altro. Ma questo fu il minore dei mali nella vita di Tom Petty.
Infatti, poco dopo l'uscita dell'album un incendio distrusse
completamente la sua villa. Lui, sua moglie e le loro due figlie
riuscirono a salvarsi con parecchia fortuna. Ma nell'incendio il
cantante perse molti dei suoi ricordi più cari.
Nel
1988 Petty si ritrovò a far parte dei Traveling Wilburys insieme a Bob
Dylan, George Harrison, Roy Orbison e Jeff Lynne. Cinque musicisti di
bravura stellare che si riunivano - apparentemente in anonimato - per
suonare divertendosi... Il risultato non poteva che essere eccezionale.
Difatti, Traveling Wilburys - Vol. 1 è un capolavoro a sé stante del soft rock di tutti i tempi.
Poco dopo il cantante fece uscire il suo primo "album da solista" (in realtà vi parteciparono quasi tutti gli Heartbreakers): Full Moon Fever. Prodotto da Lynne, Full Moon Fever vinse ben tre dischi di platino e generò gli hits "I Won't Back Down", "Runnin' Down a Dream" e "Free Fallin'".
Nel 1990 fu la volta del secondo colpo di genio dei Traveling Wilburys (curiosamente chiamato Vol. 3),
i quali, sebbene ora purtroppo orfani della loro "voce d'angelo" Roy
Orbison, ottennero un altro successo interplanetario. Quindi, nella
primavera del 1991, uscì Into the Great Wide Open, capolavoro firmato Tom Petty & the Heartbreakers e prodotto - come Full Moon Fever - da Jeff Lynne. Nuovamente disco di platino!
Dopo Greatest Hits (1993), contenente due canzoni nuove
prodotte da Rick Rubin e di cui una, "Mary Jane's Last Dance", raggiunse
la Top 20, Petty decise di slegarsi dalla MCA per passare alla Warner
Bros. Si dice che il deal fosse già stato programmato nel 1989 e che il biondo rocker avesse incassato la cifra record di 20 milioni di dollari.
Nel 1982 Tom Petty & the Heartbreakers pubblicarono Long After Dark,
che si piazzò al terzo posto della Top Ten. Subito dopo, Ron Blair
decise di abbandonare il gruppo e venne rimpiazzato da Howie Epstein, ex
bassista di John Hiatt.
[Howie Epstein sarebbe morto nel 2003 per overdose. Aveva 47 anni.]
Nel
1994 anche il batterista Stan Lynch lasciò gli Heartbreakers, proprio
mentre Petty stava registrando il suo secondo "solo", sempre sotto la
supervisione di Rubin e sempre circondato da alcuni componenti della
band. Il titolo: Wildflowers. Oltre a vincere tre dischi di platino, Wildflowers "partorì" gli hits di successo "You Don't Know How It Feels", "You Wreck Me" e "It's Good to Be King".
Tom Petty & the Heartbreakers si "riunirono" nel 1996 per registrare la colonna sonora di She's the One (Il senso dell'amore), film del giovane regista Edward Burns. Tre anni dopo tornarono all'apice con Echo, seguito nel 2002 da The Last DJ, album infarcito di accuse all'indirizzo degli ingordi discografici (su ispirazione di Elvis Costello). Highway Companion è invece del 2006. Lo stile è sempre lo stesso: un rock naturalmente
blueseggiante, a tratti hard ma alla maniera degli Stones, a tratti
piacevolmente - e non baggianamente - poppeggiante.
Nella
sua ormai lunga carriera Tom Petty ha dimostrato di volersi sempre
muovere in determinati circoli e frequentare determinate persone (sempre
le stesse: quelle fidate). Ma nessuno - credo - poteva prevedere la
sorpresa che il cantautore ha voluto riservarci nel 2007. In
quell'anno Petty decide di ricucire insieme i vecchi Mudcrutch (ovvero
lui stesso, gli "Heartbreakers" Mike Campbell e Benmont Tench, e i
membri originali Tom Leadon e Randall Marsh) permettendo finalmente alla
vecchia band, dopo ben 30 anni (!), di debuttare con un proprio album. Mudcrutch
(questo anche il titolo del disco) è musica da ascoltare e da ballare,
un po' come quella degli Wilburys: "a little bit country, a little bit
folk, a little bit rock and roll". Un divertimento assicurato, insomma,
giacché i singoli musicisti, nel momento di registrare, non hanno
pensato tanto alle vendite, quanto più a suonare in nome dei "bei tempi
che furono" e della "meravigliosa amicizia che ancora è".