Aspera Tempora, parte 1
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Sono rimasti insieme!
È questa la prima, straordinaria notizia. Sono trascorsi ben sette anni dal loro ultimo album, Sola andata (Lizard Records), e tuttavia la formazione è la stessa. Solo alle percussioni è presente un rinforzo, Giulio Mondo, ad affiancare Marco Fazio.
... and then there were seven!
"Diciamo che non abbiamo cambiato formazione dal 2007... e che in generale siamo gli stessi dal 1994." Così ci dice Daniele Olia.
È un album dalle tinte fosche, questo, dark come il periodo che il mondo sta vivendo, con "Rumors", prima traccia di ben 17 minuti, a introdurre un viaggio orrifico ma ben noto a tutti noi, poiché quello dei Qirsh è un addentrarsi senza compromessi nella psiche e nei substrati mentali di io-tutti, fin nel profondo delle nostre sensazioni, nei bui recessi della quotidianità di ciascun essere umano.
Le accuse e le molestie, il sospetto, le voci false: "Rumors"
La loro musica si spinge in avanti ossessivamente, con cori che si rincorrono spesso modulati-demodulati elettronicamente, tra sibili e glissandi... come in "Aer Gravis", dove si coglie la frusta di venti sotterranei e fiamme impazzite, tra le risate di dannati.
La creatività dei Qirsh diviene meno pesante ad inizio del terzo brano, con arpeggi sui tasti in bianco-e-nero ad accompagnare una chitarra acustica nervosamente amichevole... finché non inizia un battito insistente, sempre meno regolare, simile a quello di un cuore malato, e si viene di nuovo introdotti a un livello claustrofobico di angoscia, con il risuonare del già noto canto cadenzato.
... Mi fai paura quando hai fretta,
quando mi preghi
di comunicare
Mi fai paura quando mi chiedi,
quando io penso
a quel momento
Dovrai aspettare, dovrai capire...
Al più tardi da adesso, per via dei ritmi insistenti e le ripetizioni bombardanti, ci viene da pensare ai CSI...
Sfogliamo indietro nel tempo - grazie a Internet - nella quasi trentennale carriera del gruppo di Savona e ci imbattiamo in una recensione a firma dello scrittore Donato Ruggiero (clicca qui) dove si parla di Sola andata, l'album numero due dei Qirsh, del 2013. E anche lì affiora il paragone con i CSI!
La quarta traccia, "Hurt", esprime (senza parole: è un instrumental) proprio quel che suggerisce il titolo, e lo fa senza espedienti secondari. Pure la melodia di archi che funge da coda (ma sono chitarre elettriche? oppure chitarre più strings? chiederemo!) è ombreggiata da un velo heavy e funesto...
Non c'è dubbio: stiamo ascoltando una moderna Sinfonia del Destino. Non c'è proprio perdono per essere al mondo? Che cosa ci resta per sentirci vivi e felici? Il viaggio?
Parte "Anansi", nome che richiama a una divinità dell'Africa Occidentale, e l'atmosfera non è diversa dagli altri brani. "Anansi" si attiene però più alla forma canzone, e noi apprezziamo sinceramente. C'è il viaggio, sì, ma anche il sesso... e l'inganno.
La traccia si interrompe al punto giusto: neppure una nota superflua vi viene aggiunta. E con l'epica "Oremus" rientriamo in un edificio dai muri spessi, in un tempio, naturalmente, con una cascata di note barocche e con intriganti atmosfere - come di complotti mormorocantati sotto il saio.
Questo è "l'ottimo rumore" di cui i membri della band parlano in una loro intervista (vi invito a leggerla: click!), dove, sintetizzando la propria storia, raccontano tra l'altro di essersi conosciuti sui banchi delle superiori in un inverno dei primi Anni Novanta (alcuni di loro erano compagni nei boy scouts e nel Savona Basket) e si sono messi a fare musica fino ad affinare il suono inventandone uno proprio: appunto, questa sorta di psichedelia progressive.
Quello dei Qirsh è anche un percorso di amicizia e vita, non solo di ricerca artistica. Bello, peraltro, il racconto di come Leonardo Digilio dovette abbandonare la band lasciando il posto di tastierista a Pasquale Aricò (che è anche cantante)... e poi, potendo Leonardo rientrare, i Qirsh non ebbero dubbi e si tennero entrambi.
Curiosità: più o meno contemporaneamente all'uscita di Sola andata, un loro amico scrittore - Gerolamo Pedemonte - pubblicò un libro biografico dal titolo emblematico 'Volevamo essere i Pink Floyd', a loro dedicato.
La settima traccia (niente titolo: puntini puntini. È la cosiddetta "traccia nascosta", alias "Oremus reprise") ci sorprende ancora in mezzo ai monaci in preghiera, ma c'è uno squarcio nello scenario ed ecco incombere scene di guerra, eserciti in marcia, edifici in rovina. Ben presto ci rendiamo conto che sono parti estratte, enucleate, ricavate, manipolate dalle precedenti tracce del CD.
Di "Rumors" è stato realizzato anche un "radio edit" di poco più di 6 minuti.
A voler restringere il pensiero critico e sintetizzare, potremmo dire che è un album tra Bluvertigo e Battiato, ma con una maggiore urgenza progressive (il gran lavoro delle tastiere, gli effetti speciali...). Sicuramente c'è qualcosa dei Crippled Black Phoenix.
Il tema del concept Aspera Tempora (i cui testi abbiamo inserito a fondo articolo) sembra essere fatto apposta per descrivere i nostri giorni difficili della pandemia (senza contare che il CD è uscito pure intorno a Halloween e i Morti!), ma in realtà il riferimento non è voluto: l'idea di un'opera incentrata sulle paure (al plurale) era nata dopo l'album precedente. Le canzoni per Aspera Tempora, parte 1 sono state scritte tra il 2016 e il 2019. E "parte 1" perché? Perché il materiale prodotto è tanto e un unico album non basta per raccoglierlo tutto.
A quando la seconda parte, dunque? Vista la discografia rarefatta della band, viene da chiederselo. "Chissà!" scherza Daniele Olia. "Tra 5 anni? Chi vivrà, vedrà!"
A Valloria di Savona, dove c'è la sala prove storica dei Qirsh, sono state realizzate diverse sessioni, ma il resto è nato con una concertazione virtuale, "da lontano" e non in gruppo, ciascuno registrando individualmente il proprio strumento. Cubase sia benedetto!
"The oldest and strongest emotion of mankind is fear": la paura è un'emozione primaria, ci accomuna tutti, è atavica, animalesca; violenta, spesso.
Il CD nasce nel formato digipack, proprio come l'album precedente, con libretto interno contenente foto e testi, accompagnando l'ascoltatore sul percorso sonoro tramite immagini. E ci sono didascalie in inglese a commento o spiegazione dei vari titoli. La scelta dei mosaici a vetro che caratterizzano l'artwork si presta bene all'atmosfera cupa del disco, e i volti nascosti tra i motivi geometrici richiamano e sottolineano le tonalità oscure e ancestrali.
I testi sono stati scritti non solo a Savona ma anche un po' in giro per l'Europa. "Quel Momento" è stato concepito in un bar di San Pietroburgo, un po' di "Rumors" porta con sé l'anima di Cracovia, "Oremus" respira l'aria del Trentino... E qualche verso dovrebbe essere nato a Novara.
Equipment (una selezione)
Chitarre Fender Stratocaster con effetti Pod 5500
Basso Rickenbacker 4003, Music Man StingRay 5, Fender Jazz Bass Fretless
Tastiere Nord Stage 2, Novation KS5, tastiera MIDI con software Kontakt, FM8, altri.
Ulteriore curiosità - L'ultima parte vocale di "Rumors" (cantata da Pasquale) è stata registrata nell'estate 2020 a casa di Daniele Olia. Era presente anche il pastore tedesco di Daniele... i cui respiri vennero immortalati nella traccia audio (il microfono Avantone è assai sensibile). Ebbene, quell'ansare non poté essere eliminato con nessun filtro e il giorno dopo i musicisti dovettero rivedersi per eseguire di nuovo quel segmento del brano...
La band
– Andrea Torello basso, voce
– Daniele Olia chitarre, tastiere, liuto, voce
– Leonardo Digilio tastiere, piano, sinth
– Marco Fazio batteria
– Michele Torello chitarre
– Pasquale Aricò voce, tastiere
– Giulio Mondo batteria, percussioni
Tracks
1. Rumors (17'50'')
2. Aer Gravis (6'45'')
3. Quel Momento (6'15'')
4. Hurt (2'55'')
5. Anansi (3'00'')
6. Oremus (12'20')
7. [traccia segreta]
Musica, testo e arrangiamenti:
"Rumors", "Aer Gravis", "Quel Momento", "Oremus": Daniele Olia
"Anansi": Andrea Torello, Pasquale Aricò, Michele Torello
"Hurt": Daniele Olia, Marco Fazio, Qirsh
Registrazione, mix, masterizzazione, progetto grafico: Qirsh
Tutti i brani sono registrati e depositati presso SOUNDREEF e PATAMU
Etichetta: Open Mind - Lizard
TESTI
"Rumors"
Ancora si andava a scuola,
ricordo che io già temevo
le voci.
Nascondersi nei bagni e a casa,
le lacrime quando spegnevo la luce.
Il sospetto ad ogni sguardo,
il mondo intorno sta ridendo,
parlando, attaccando,
e al mattino alla sveglia già scendeva
la notte.
La salvezza o la condanna, il giudizio della gente,
vivere in attesa sempre di una sola parola.
Ma crescono le false voci della propaganda nera,
corrono più forte della ragione e della pietà cristiana.
Non si deve mai fuggire, ma si rischia di impazzire.
La vergogna e la paura han piantato un seme di odio,
ora resta soltanto un po' di inutile odio.
Da piccoli si giocava al telefono senza fili,
le parole sussurrate cominciavano a girare, e cambiare.
L'immaginazione vola, dalle epoche contadine,
ai soldati in guerra.
Le favole son sempre accolte,
ci son le spie, i buoni, e chi porta sfortuna.
Anche i Santi della Storia hanno avuto quei nemici: le voci.
Ancora si andava a scuola,
ma vi ricordo uno ad uno, tremate.
Vi troverò anche dopo anni, e su di voi scenderà
la notte.
"Aer Gravis"
Oltre il punto di ritorno frena spinge e
preme il cuore inspiegabilmente vivo e forte
fino a poco prima, ma si ferma al cospetto
dell'immensità del vuoto, uno scalino
ancora e il passo trema trema trema e cede
a questa forza che è nell'aria e senz'aria
lascia il petto e il cuore vuole uscire alla
ricerca di un riparo, ma non c'è nessun
abbraccio che gli dia consolazione e quest'
eco risuonante avvolgente penetrante
entra e vibra nelle ossa e la testa vuol
scoppiare e il pensiero vuol fuggire ma non
si può respirare in questo spazio troppo
grande troppo vuoto troppo alto da cui
non si può scappare da cui
non si può tornare. Vibra nelle ossa
il muro d'aria frena il cuore e quest'eco
invadente troppo alto troppo grande,
il passo trema trema e cede a questa forza
travolgente a questo vuoto vuoto troppo
grande da cui non si può scappare
Il coraggio di saltare
Non ho paura di volare
"Quel Momento"
Non scrivo mai se sono in pace
Perché mi chiedi
di dedicarti una canzone
Io scrivo solo se c'è qualcosa
che fa parlare,
qualcosa da liberare
Mi fai paura quando hai fretta,
quando mi preghi
di comunicare
Mi fai paura quando mi chiedi,
quando io penso
a quel momento
Dovrai aspettare, dovrai capire
Non chiedermi di avere tempo
di scrivere, di liberare
Sarà un momento di cambiamento,
buono o cattivo, dovrò gridare
Non chiedermi
Chiedimi che quel momento
non venga mai
"Hurt" (instrumental)
La didascalia spiega:
We are more often
frightened than hurt.
It is not death or pain
that is to be dreaded,
but the fear of death
or pain
"Anansi"
Aggrappato ai tuoi fili
di luce ed ombre mi inganni il cuore
sai consumarmi lento come ti piace
Ovunque io mi giri
vedo me stesso in mille occhi
mille mani mi avvolgono l'anima
ed io non sono più qui
mi guardi e ridi offro me stesso
sarò la preda per i miei figli di Dio
Non risparmiarti
sono le scuse a consumare
più della tela che stringo
nel lungo addio
"Oremus"
Notte dello spirito,
malattia dell'anima,
la risposta che non c'è,
debolezza atavica
il senso di colpa,
la risposta che non c'è,
ansia e vergogna,
passivo stupore,
timore e tremore,
timore ancestrale,
timor reverenziale,
tormento e pentimento
ignoranza umana,
verso l'insondabile,
la paura del male,
la risposta che non c'è
non vogliam sapere se
quando ce ne andremo via
non sarem più nulla
la risposta che non c'è,
passiva devozione,
di degradata umanità
gli uomini si annullano
ai piedi dei potenti dei
la superstizione,
costante compulsione,
nervosa ossessione
della contaminazione
perpetua confessione,
pensieri immorali,
atto di contrizione,
pensieri sessuali
purificazione,
chiave del martirio,
in nome del divino
gli atti più infami
un tremendo essere,
il castigo più temibile,
loro tutto osservano,
si salderanno i conti
alla fine della storia
All'inizio della storia umana,
"Io sono Brahman"
Manava itihasako suruma,
"Má hum Brahmana"
Kali Rudra Shiva Indra Yama
Mextli Atlacamani
Chimata-No-Kami Izanami
Nai-No-Kami
Apu! Apu Illapu!
Inti! Mama Kilya!
Apu Illapu Kon Pachamama
Camazotz Kucumatz Balam
Yurlungur Galeru Bamapama
Surtur Jotunn Thor
Tinia Mania Februus
Tyrrhenus.
Mei fratres, oremus!
Kadosh Elohim,
Kadosh Adonai
Adonai Elohim,
Elohim Adonai
Elohim Adonai,
let there be light
Ora, ora
Ora, ora pro me
1 commento:
Poesie (parola antica), composizioni affilate, precise, senza impegni interpretativi che spengono il fuoco delle parole, pulite, forti. Ho letto casualmente, ma la lettura mi ha fermato. Sono tornato indietro. Ho riletto, ha avuto grande piacere. Chi ha scritto ha raggiunto il suo scopo, almeno con me. Ho sentito crearsi il rapporto che l’autore sperava. Sì, sono belle intuizioni, concrete nella loro genericità. Siamo vicini all’arte. Un autore assai apprezzabile. Coerente con il valore del blog.
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