Grande è l'impressione di questo nuovo ascolto brano-dopo-brano dell'album di debutto del duo Festinante-D'Elia, artisti di classe, che ci sanno davvero fare, e vediamo i perché del nostro giudizio positivo. (Non "il" ma "i" perché, al plurale.)
Tentacles and Miracles è un album prog con tutti i crismi, energico ma mai scomposto, ricco di trucchi ed effetti; e che abbraccia diversi stili "avanguardistici", lontano da soluzioni banali, ponendosi in una dimensione di musica alternativa a prescindere, di sperimentazione gioiosa, con qualche punta addirittura kurt-weilliana e zappiana ("Silky Bliss and Black Waters", vera e propria mini-tragicommedia paragonabile a un'Opera da Tre Soldi da Terzo Millennio). (Molto suggestiva e teatrale è inoltre la traccia 6: "The planet of supreme satisfaction", che a noi, nella prima parte, ricorda i Gong.)
I due brani che devono fare da tirante, da trascinatori dell'album sono "Tentacles" e "The Timekeeper": trattasi di due tracce autenticamente hard/metal. Sulla stessa falsariga è "A better nightmare". Ma il lavoro è alquanto composito e vario. C'è, all'inizio, l'accenno a una fanfara rimembrante EL & P e, qua e là, ci imbattiamo in qualche prezioso giro di accordi chitarristico tipo folk prog. La narrazione si "rilassa" in un paio di suites altrettanto ben congegnate - e sfocia difatti, in dirittura d'arrivo, nella "Suite of miracles".
La differenza tra l'ascolto odierno e quello di quando uscì l'album (questa è la nostra recensione del giugno 2020, recensione che contiene tra l'altro una lista dell'instrumentarium) è che stavolta ci siamo immersi nelle finezze e nei trucchi usando alcuni diversi sistemi stereo. Così abbiamo "scoperto" o meglio riscoperto i raddoppi di voce e i cori capaci, abbiamo ammirato le pause strategiche, abbiamo meglio goduto dei cambi di tempo ingegnosi... oltre a (ri)cadere nell'orgasmo di una varietà di ottimi effetti speciali.
Ciò per sottolineare, ancora una volta, il talento del gruppo (un duo in realtà, come già rimarcato), dove spicca la professionale bravura di Cosimo d'Elia alla voce - istrionesco a volte, graffiante e "satanico" nei momenti "metallari". Sono suoi i testi, e qui abbiamo a che fare con l'inglese rocambolesco dei poeti distopici, dei profeti della dissoluzione totale: un linguaggio perfettamente comprensibile a chi ha orecchie per sentire (a proposito: complimenti per l'eccellente pronuncia!).
Lo scritto nel libretto allegato è piuttosto minuscolo, tuttavia riusciamo a decifrarlo... ed ecco dunque alcuni dei messaggi recepiti. (Ad ogni modo, il cantante riesce abilmente a renderceli in maniera attorale, tanto da farci intendere il senso di ciascun brano anche senza che noi dobbiamo schiantarci gli occhi sullo stampato.)
"The well of miracles":
Welcome to my kingdom. It will be your labyrinth and my pleasure
Meat of rabbit for the cowards...
"Silky Bliss and Black Waters":
I left out all my sensations
I've been here before and what comes is gone forever (...)
It will turn into a new obsession and it will be so real
"Tentacles":
A dream is blind into my fire, keep your karma's style
I'm trying to push you into my depths
You're just a poor man who is taking last trip to the end
"In the Back of the Real":
Astrology, psychology, duality are complexities in my memory
I sleep another night before I start to pray
Incapable to guess. I'm a mask inside a nightmare
Incapable to stop, I'm looking for the back of the real
"A better nightmare":
You never gave up on me, so you deserve a better nightmare
Giudizio positivo, dicevamo all'inizio (e come già espresso nel nostro primo articolo), dovuto anche all'originalità e alla spinta motivata e motivante dei due fautori. Davvero in gamba, se non addirittura geniali. Si sono certamente ritagliati una propria cifra stilistica partendo dall'insalata di stili già esistenti.
Il CD di Tentacles and Miracles lo abbiamo ascoltato fin quasi a consumarlo e occorre dire che il piacere non viene sminuito dalla reiterazione: anzi! E...
... e un uccellino ci ha sussurrato che Il Sogno Di Rubik sta lavorando all'opera seconda. Noi stiamo già in attesa, curiosi e speranzosi.
È questa la prima, straordinaria notizia. Sono trascorsi ben sette anni dal loro ultimo album, Sola andata (Lizard Records), e tuttavia la formazione è la stessa. Solo alle percussioni è presente un rinforzo, Giulio Mondo, ad affiancare Marco Fazio.
... and then there were seven!
Ennesimo gruppo ligure molto valido: i Qirsh
"Diciamo che non abbiamo cambiato formazione dal 2007... e che in generale siamo gli stessi dal 1994." Così ci diceDaniele Olia.
È un album dalle tinte fosche, questo, dark come il periodo che il mondo sta vivendo, con "Rumors", prima traccia di ben 17 minuti, a introdurre un viaggio orrifico ma ben noto a tutti noi, poiché quello dei Qirsh è un addentrarsi senza compromessi nella psiche e nei substrati mentali di io-tutti, fin nel profondo delle nostre sensazioni, nei bui recessi della quotidianità di ciascun essere umano.
Le accuse e le molestie, il sospetto, le voci false: "Rumors"
La loro musica si spinge in avanti ossessivamente, con cori che si rincorrono spesso modulati-demodulati elettronicamente, tra sibili e glissandi... come in "Aer Gravis", dove si coglie la frusta di venti sotterranei e fiamme impazzite, tra le risate di dannati.
La creatività dei Qirsh diviene meno pesante ad inizio del terzo brano, con arpeggi sui tasti in bianco-e-nero ad accompagnare una chitarra acustica nervosamente amichevole... finché non inizia un battito insistente, sempre meno regolare, simile a quello di un cuore malato, e si viene di nuovo introdotti a un livello claustrofobico di angoscia, con il risuonare del già noto canto cadenzato.
... Mi fai paura quando hai fretta,
quando mi preghi
di comunicare
Mi fai paura quando mi chiedi,
quando io penso
a quel momento
Dovrai aspettare, dovrai capire...
Al più tardi da adesso, per via dei ritmi insistenti e le ripetizioni bombardanti, ci viene da pensare ai CSI...
Sfogliamo indietro nel tempo - grazie a Internet - nella quasi trentennale carriera del gruppo di Savona e ci imbattiamo in una recensione a firma dello scrittore Donato Ruggiero (clicca qui) dove si parla di Sola andata, l'album numero due dei Qirsh, del 2013. E anche lì affiora il paragone con i CSI!
La quarta traccia, "Hurt", esprime (senza parole: è un instrumental) proprio quel che suggerisce il titolo, e lo fa senza espedienti secondari. Pure la melodia di archi che funge da coda (ma sono chitarre elettriche? oppure chitarre più strings? chiederemo!) è ombreggiata da un velo heavy e funesto...
Non c'è dubbio: stiamo ascoltando una moderna Sinfonia del Destino. Non c'è proprio perdono per essere al mondo? Che cosa ci resta per sentirci vivi e felici? Il viaggio?
Parte "Anansi", nome che richiama a una divinità dell'Africa Occidentale, e l'atmosfera non è diversa dagli altri brani. "Anansi" si attiene però più alla forma canzone, e noi apprezziamo sinceramente. C'è il viaggio, sì, ma anche il sesso... e l'inganno.
La traccia si interrompe al punto giusto: neppure una nota superflua vi viene aggiunta. E con l'epica "Oremus" rientriamo in un edificio dai muri spessi, in un tempio, naturalmente, con una cascata di note barocche e con intriganti atmosfere - come di complotti mormorocantati sotto il saio.
Questo è "l'ottimo rumore" di cui i membri della band parlano in una loro intervista (vi invito a leggerla: click!), dove, sintetizzando la propria storia, raccontano tra l'altro di essersi conosciuti sui banchi delle superiori in un inverno dei primi Anni Novanta (alcuni di loro erano compagni nei boy scouts e nel Savona Basket) e si sono messi a fare musica fino ad affinare il suono inventandone uno proprio: appunto, questa sorta di psichedelia progressive.
Quello dei Qirsh è anche un percorso di amicizia e vita, non solo di ricerca artistica. Bello, peraltro, il racconto di come Leonardo Digilio dovette abbandonare la band lasciando il posto di tastierista a Pasquale Aricò (che è anche cantante)... e poi, potendo Leonardo rientrare, i Qirsh non ebbero dubbi e si tennero entrambi.
Curiosità: più o meno contemporaneamente all'uscita di Sola andata, un loro amico scrittore - Gerolamo Pedemonte - pubblicò un libro biografico dal titolo emblematico 'Volevamo essere i Pink Floyd', a loro dedicato.
La settima traccia (niente titolo: puntini puntini. È la cosiddetta "traccia nascosta", alias "Oremus reprise") ci sorprende ancora in mezzo ai monaci in preghiera, ma c'è uno squarcio nello scenario ed ecco incombere scene di guerra, eserciti in marcia, edifici in rovina. Ben presto ci rendiamo conto che sono parti estratte, enucleate, ricavate, manipolate dalle precedenti tracce del CD.
Sul palco... in passato
Di "Rumors" è stato realizzato anche un "radio edit" di poco più di 6 minuti.
A voler restringere il pensiero critico e sintetizzare, potremmo dire che è un album tra Bluvertigo e Battiato, ma con una maggiore urgenza progressive (il gran lavoro delle tastiere, gli effetti speciali...). Sicuramente c'è qualcosa dei Crippled Black Phoenix.
Il tema del concept Aspera Tempora(i cui testi abbiamo inserito a fondo articolo)sembra essere fatto apposta per descrivere i nostri giorni difficili della pandemia (senza contare che il CD è uscito pure intorno a Halloween e i Morti!), ma in realtà il riferimento non è voluto: l'idea di un'opera incentrata sulle paure (al plurale) era nata dopo l'album precedente. Le canzoni per Aspera Tempora, parte 1 sono state scritte tra il 2016 e il 2019. E "parte 1" perché? Perché il materiale prodotto è tanto e un unico album non basta per raccoglierlo tutto.
A quando la seconda parte, dunque? Vista la discografia rarefatta della band, viene da chiederselo. "Chissà!" scherza Daniele Olia. "Tra 5 anni? Chi vivrà, vedrà!"
A Valloria di Savona, dove c'è la sala prove storica dei Qirsh, sono state realizzate diverse sessioni, ma il resto è nato con una concertazione virtuale, "da lontano" e non in gruppo, ciascuno registrando individualmente il proprio strumento. Cubase sia benedetto!
"The oldest and strongest emotion of mankind is fear": la paura è un'emozione primaria, ci accomuna tutti, è atavica, animalesca; violenta, spesso.
Il CD nasce nel formato digipack, proprio come l'album precedente, con libretto interno contenente foto e testi, accompagnando l'ascoltatore sul percorso sonoro tramite immagini. E ci sono didascalie in inglese a commento o spiegazione dei vari titoli. La scelta dei mosaici a vetro che caratterizzano l'artwork si presta bene all'atmosfera cupa del disco, e i volti nascosti tra i motivi geometrici richiamano e sottolineano le tonalità oscure e ancestrali.
I testi sono stati scritti non solo a Savona ma anche un po' in giro per l'Europa. "Quel Momento" è stato concepito in un bar di San Pietroburgo, un po' di "Rumors" porta con sé l'anima di Cracovia, "Oremus" respira l'aria del Trentino... E qualche verso dovrebbe essere nato a Novara.
Equipment (una selezione)
ChitarreFender Stratocaster con effetti Pod 5500
BassoRickenbacker 4003, Music Man StingRay 5, Fender Jazz Bass Fretless
Ulteriore curiosità - L'ultima parte vocale di "Rumors" (cantata da Pasquale) è stata registrata nell'estate 2020 a casa di Daniele Olia. Era presente anche il pastore tedesco di Daniele... i cui respiri vennero immortalati nella traccia audio (il microfono Avantone è assai sensibile). Ebbene, quell'ansare non poté essere eliminato con nessun filtro e il giorno dopo i musicisti dovettero rivedersi per eseguire di nuovo quel segmento del brano...
È rivoluzione? È reazione? Forse è solo azione. Ci fa riflettere molto questo Tentacles and Miracles: sull'iperbole della rivolta, che era schietta negli Anni '60, si "militarizzò" nei '70, si autoannullò nell'estetica durante il terribile decennio degli Eighties, ebbe un ritorno - ma solo a forza di suoni e letteratura e cinema, e dunque a livello di slogans e atteggiamenti - negli Anni '90... e che oggi tende a chiudersi come un cerchio, sposando estetica e lotta vera.
L'album de Il Sogno di Rubik esce domani... o dopodomani... o era l'altroieri? Ma come dobbiamo misurare il tempo se siamo rinchiusi dentro un tesseratto (inglese: tesseract) sospeso nel nulla, pare, e che rotea e muta di forma a ogni momento? Se ci troviamo all'interno di un cubo snodabile?
Iniziamo porgendo l'orecchio con fare distaccato, lontani dagli altoparlanti, magari mentre si fa altro. Peraltro, ci approcciamo all'album ignorando bellamente le note di presentazione mandate dalla casa discografica. Abbiamo il privilegio di poter scrivere di Tentacles and Miracles in anticipo su tutti, di ascoltarne i brani prima che essi vengano scagliati verso le grigie fila di uomini in marcia là fuori (il riferimento a Metropolis non è casuale).
L'empatia, l'Einfühlung cresce con l'ascolto e ci "accorgiamo" che le casse appartengono proprio al nostro apparecchio riproduttore di suoni e che siamo stati noi stessi ad aver inserito il disc nell'apposita fessura. Ci tocca avvicinarci e prestare più attenzione - al più tardi dalla terza, potente traccia, "Tentacles" - per accertarci che non si tratta dei Dead Cross. Semmai ci sono echi (quanto consci?) dei padri: i Faith No More. Ma eravamo completamente presi, a dir la verità, già dopo la straniante fanfara ad incipit (all'inizio di "The well of miracles"). Non è sangue ciò che sgocciola dai circuiti stampati, ma olio di macchina - misto a olio di gomito.
De Il Sogno di Rubik troviamo tracce, prima di questa novità, nel 2016: in una compilation dal titolo '17 Re'. È stata una delle 16 band italiane selezionate dai Litfiba allo scopo di incidere un album con le cover dei brani contenuti in un loro disco di trent'anni prima (17 Re, appunto). E poi c'è almeno una partecipazione al Taranto Rock Festival. Okay. E Tentacles and Miracles?
Belle "pieces"! Ed è il minimo che se ne può dire. Non si può non ammirare la convinzione di fondo, la propositività distopica. Insomma: la potenza. I nostri diffusori stanno fumando e i vicini di casa... beh, loro devono essere svezzati alla / dalla buona musica.
Cosimo D'Elia - vocals and lyrics
e
Francesco Festinante - guitars, bass and midi programming
hanno svolto un ottimo lavoro. Le loro sono songs didascaliche (ma in maniera crimsoniana, e con un canto in lingua inglese spesso baritonale che ci rammenta Mike Patton) di una realtà apocalittica. C'è una fanfara composita iniziale e una suite, sgangheratamente gloriosa, a chiusura dell'album, dove tutti i vertici delle figure vanno a raccogliersi. In mezzo: marce, entrate, cambi di scena come in un'opera teatrale o in un musical da "The Day After", e gioco chitarristico assai abile. In uno o due brani scopriamo che il punk è più bello quando si serve del jazz, e in un altro ("A better nightmare", vedi video) sperimentiamo la velocità di visioni forse cibernetiche.
È progressive? Certo! Lo è nel senso di uno sperimentalismo zappiano; solo che l'ironia qui lascia il posto a un sottotono tragico, disgraziatamente attuale (pregovi dare una scorsa ai testi). È punk progressivo, metal, doom. Ma a che servono i paragoni e le classificazioni? L'originalità del progetto è indubbio. E tanto poco "italiano"!
C'è il labirinto sociale che si rispecchia nella nostra anima per un'introspezione tormentata. C'è la routine sistematica cui "loro" ci hanno costretto. E c'è la prigione, comoda se non fosse per i colori innaturali e gli angoli tagliuzzanti. I suoni, apparentemente spiazzanti quando scivolano come metallo pesante sul ristretto palco di un teatro da vaudeville ("Silky bliss and black waters"), in realtà segnano il cammino di noi tutti, che si svolge non al di là delle pareti ma "dentro" di esse: nell'immensità del data world. Le melodie servono, al nostro essere in fuga, ad appigliarsi a qualche palo d'ormeggio, per non volare via come una mongolfiera.
Quoi d’autre?
Nostri brani preferiti: "The timekeeper" (traccia n. 5), "The planet of supreme satisfaction" (n. 6), "The suite of miracles" (n. 8).
Gli strumenti utilizzati:
Chitarre : Gibson Les Paul Custom del '97, Fender Stratocaster assemblata '73-'76, Fender Stratocaster Contemporary Japan dell' '84-'86 con Duncan JB Sunior e Sl59. Martin acustica.
Basso : Stinger.
Ampli : Tutti VST. Guitar Rig e Amplitube anche per il basso. Solo su "Tentacles" Festinante ha fatto un reamp con Mesa Express 50.
Batteria : Studio Drummer.
Orchestra : IK Multimedia Miroslav Philharmonik.
Mellotron : IK Multimedia SampleTron.
Organo e synth : VST della serie TAL ed altri.
Bene. E dopo aver ignorato finora, a bella posta, la scheda "editoriale", la leggiamo e non possiamo che ricopiarne qui alcune righe, perché essenziali.
L'album esce il 21 giugno 2020, giorno del solstizio d'estate e quindi di rinascita nonché giornata dedicata alla protesta contro il Governo italiano che non ha messo in campo alcuna iniziativa a favore dei lavoratori della musica e nessuna indicazione per dare la possibilità agli stessi di LAVORARE nell'ambito culturale che più appartiene alla loro specificità. IL SOGNO DI RUBIK, insieme alla G.T. MUSIC DITRIBUTION (etichetta dell'album) e alla MICIO POLDO EDIZIONI MUSICALI (editore delle canzoni) si aggregano a questa protesta in maniera ancora più "aggressiva" ed indipendente, facendo idealmente uscire un album (di domenica!!!) quando viene, per protesta, proposta una giornata di silenzio musicale e totale.
Prodotto da Francesco Festinante e Cosimo D'Elia
In un meraviglioso digipack a tre ante con leporello a 8 facciate, artwork di Monica Cimolato.
Album teaser: https://www.youtube.com/watch?v=pjgxwbI6nHE
Dove c'è Diego Banchero, lì si può stare tranquilli: la qualità è assicurata. Il Segno Del Comando sono un gruppo genovese il cui nome si rifà alla fortunata serie televisiva del 1971, tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe D’Agata. Ne parliamo perché sono attivi più che mai (il 5 febbraio hanno suonato insieme al Banco, al Politeama di Genova) e anche perché hanno un'identità ben precisa, una cifra stilistica riconoscibilissima. E i loro fan (lo sappiamo per certo) crescono di numero ogni giorno!
Live nel febbraio 2020
Il gruppo esordì negli Anni Novanta per volontà anche dell'allora cantante Mercy. Ed è subito chiaro quali sono i poli entro cui si muovono: tra Van Der Graaf Generator e Goblin, tra rock psichedelico e fusion, con quella persistente tendenza dark, doom, che li caratterizzerà sempre. Il tutto ovviamente a base anche di organo di chiesa, non solo di moderne tastiere. Giusto per aumentare l'effetto thrilling.
In pratica la loro è tutta una colonna sonora... e che colonna sonora!
Del 1997 è il debutto Il Segno Del Comando. Un vero gioiello. Prova difficilmente eguagliabile. Eppure, riusciranno poi a fare di meglio...
01. Tenebrose Presenze (1:15) 02. Il Segno Del Comando (10:05) 03. Salmo XVII Di Baldassarre Vitali O Della Doppia Morte(1:47) 04.Messaggero Di Pietra (9:04) 05. Ritratto Di Donna Velata (3:55) 06.Missa Nigra(7:30) 07.La Taverna Dell’Angelo (10:07) 08. Ghost Lovers In Villa Piuma (4:17)
Nel 2002 esce Der Golem (titolo che richiama a un altro mito "horror" per così dire, stavolta della mitologia ebraica: il Golem è il colosso d’argilla plasmato artificialmente dall’uomo tramite la magia; il romanzo di Gustav Meyrink è del 1915). La formazione de Il Segno Del Comando è mutata, con 4 dei 5 membri che provengono dai Malombra (in primis gli stessi Banchero e Mercy).
Cover, Artwork By – Danilo Capua Vocals, Lyrics By – Mercy Voice – Laconya (tracks: 4) Bass – Diego Banchero Drums – Francesco La Rosa Guitar – Gabriele Grixoni, Livio Carusio, Regen Graves(tracks: 3, 6) Piano, Strings, Keyboards –Franz Ekurn Synthesizer [Moog] –Stefano Agnini(tracks: 8) Accordion –Ennio Lagomarsino(tracks: 9)
01.Di Sogno In Sogno 02.Dal Diario Di Un Tagliatore Di Pietre (Canzone Dell'Amnesia) 03.Komplott Charousek (Canzone Dell'Etisia) 04.Funerale A Praga 05.Salon Loisitscheck 06.Golem 07.Giorni Di Neve 08.Myriam 09.Io Il Bagatto, Io L’Appeso 10.Il Segno Del Comando (Reprise)
Ugualmente criptico e vagamente cabalisticoIl Volto Verde, del 2012. Anche questo ispirato a un romanzo esoterico di Gustav Meyrink. Ospiti eccezionali, in quest'album: Claudio Simonetti(Goblin, Daemonia), Gianni Leone(Il Balletto di Bronzo), Martin Grice (Delirium), Sophya Baccini(Presence), Vinz Aquarian (Ballo delle Castagne) e Freddy Delirio (Death SS).
Non c'è più Mercy alla voce, rimpiazzato principalmente da Maethelyah (Danse Society, Bloody Mask) e anche da David Kriegg e Sophya Baccini.
Il fantasma del Balletto di Bronzo aleggia in più occasioni – come in “Chidher il verde” e in “Il manoscritto” - ma il disco presenta anche diverse soluzioni sonore. È un bel rock comunque, di livello alto-altissimo (!).
Diego Banchero - basso, tastiere, theremin Maethelyiah - voce Giorgio Cesare Neri - chitarra Fernando Cherchi- batteria Maurizio Pustianaz- tastiere Roberto Lucanato- chitarra Davide Bruzzi- chitarra
01. Echi Dall'Ignoto 02. La Bottega Delle Meraviglie 03. Chidher Il Verde 04. Trenodia Delle Dolci Parole 05.Il Rituale 06.La Congrega Dello Zee Dyk 07. Il Manoscritto 08. L'Evocazione Di Eva 09.Retrospettiva Di Un Amore 10. Usibepu 11.L'Apocalisse 12. Epilogo
Per L'Incanto Dello Zero(2018) Banchero rimescola le carte: si affida al cantante Riccardo Morello, ai chitarristi Roberto Lucanato e Davide Bruzzi, a Beppi Menozzi alle tastiere e Fernando Cherchi alla batteria.
Il concept è basato su un romanzo di Cristian Raimondi, da considerare un vero e proprio nuovo membro del gruppo. (Così come Peter Sinfield, nella stagione d'oro del prog, fu paroliere e ispiratore dei King Crimson, degli E,L & P, della PFM...) Quelli di Raimondi sono deliri che gli vengono dettati da una voce interiore che lui definisce “la voce di Dio”. Cosa c'è di meglio di tale arcana, trascendentale ispirazione, per poter spingere in avanti e ravvivare la musica di una band come Il Segno Del Comando?
01. Intro - Il Senza Ombra 02. Il Calice Dell'Oblio 03. La Grande Quercia 04. Sulla Via Della Veglia 05. Al Cospetto Dell'Inatteso 06. Lo Scontro 07.Nel Labirinto Spirituale 08. Le 4 A 09.Il Mio Nome E' Menzogna 10.Metamorfosi 11. Outro - Aseità
Sempre nel 2018 esce un live in studio intitolato...Al passato, al presente, al futuro... in un’edizione limitata e numerata di 100 copie. È una sorta di Best Of che abbraccia l’intera produzione del gruppo, con brani dal primo, leggendario disco e anche da Der Golem e Il Volto Verde.
Tracce:
01.Komplott Charousek 02.Golem 03.Usibepu 04.Retrospettiva Di Un Amore 05.La Taverna Dell'Angelo 06.Il Segno Del Comando