Visualizzazione post con etichetta music. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta music. Mostra tutti i post

martedì, aprile 19, 2022

Canto laringeo mongolo


Alcuni anni fa, passeggiando per la zona pedonale di Monaco di Baviera, mi imbattei in un cantante Höömij. (Höömij = particolare tecnica di canto ipertonico.)
Si trattava forse di colui che in seguito sarebbe divenuto famoso con il nome di Hosoo? Non lo so; è probabile, ma non posso esserne certo, sebbene ci fosse una certa somiglianza fisica.



Accompagnato dal suonatore di uno strumento simile a un contrabbasso con sole due corde (appresi poi che si trattava in realtà di un violino mongolo, o "violino a testa di cavallo"), l'uomo, vestito nel costume tradizionale della sua terra, emetteva suoni di gola armonici capaci di incantare la casuale platea - me compreso.



L'Höömij (o "Khoomi") è una tecnica speciale nata nella provincia Chandman-Sum (sui Monti Altai, Mongolia Occidentale) che viene tramandata di generazione in generazione. Consiste nell'emettere corposi suoni laringei e più note in una stessa emissione. L'Höömij è un canto "di imitazione della natura": in esso sono comprese le voci degli animali (soprattutto cavalli, lupi, cammelli) e quella dei fiumi, l'eco delle montagne e il fischio del vento della steppa. I puri rumori del vero mondo. Le parole? Le parole non servono (quasi mai)...

(Interessanti anche le numerose variazioni regionali. La più celebre è il "canto tuvano", originario dell'area mongolo-siberiana, meglio nota appunto come Tuva.)

(Dello stesso Höömij esistono diverse varianti: "Zeedshnij" [di petto], "Isgeree" [simile al fischio] e "Chooloin" [di gola].)

Vedendo che i due mongoli esponevano cassette autoprodotte, ne presi una e chiesi loro quanto costava.
"Dài quello che vuoi" mi rispose l'anonimo Maestro.
Tirai fuori una banconota da venti marchi (tra gli "ooooh" degli astanti, stupiti da tanta generosità) e la posi sul palmo della mano dell'uomo venuto da lontano.
Ripresi quindi la mia passeggiata, sentendomi però diverso; più ricco interiormente, e molto più consapevole della mia posizione su questo nostro pianeta. Le profonde e misteriose frequenze vocali di Hosoo (o del suo sciamanico gemello) continuavano a vibrarmi dentro, e fu allora che sviluppai la convinzione che la Mongolia è la patria ancestrale di noi tutti.

Ancora oggi ritengo quella registrazione su nastro magnetico (la cui "copertina" consiste in una semplice foto dei due musici di strada, senza alcun nome né altre scritte) tra i migliori prodotti in assoluto della mia pur non indifferente collezione musicale.



HOSOO

Hosoo (propriamente: Dangaa Khosbayar, nato nel 1971) è cresciuto in una famiglia di cantanti Höömij della provincia Chandman-Sum, e più precisamente a Chovd, nella catena montuosa degli Altai (Mongolia Occidentale). E' lì che l'Höömij è nato e viene tramandato di generazione in generazione.
Hosoo iniziò la sua carriera subito dopo le elementari: in quel di Ulan Bator, dove fece parte di un'ensemble di musica e danze popolari.
Nel 1995 vinse - nella stessa capitale - un concorso che lo consacrò "miglior cantante mongolo". Con i gruppi Manduchai, Egschiglen e Uyanga andò in tournée: in Cina, in Russia e attraverso il Vecchio Continente. Nel 2000 uscì il suo primo disco solista: Altai, in cui l'artista si firma "Dangaa"; l'opera presenta arrangiamenti "moderni" - ovvero all'occidentale, per intenderci. Dalla sua collaborazione con gli Egschiglen nacque l'album Gobi, e da quella con gli Uyanga Uyanga-1. Hosoo è presente anche in alcuni lavori di musicisti jazz europei. Da ricordare la sua partecipazione come "guest" d'eccezione a un album dei tedeschi EmbryoIstanbul-Casablanca - Tour '89. Ha inoltre prestato la sua voce a quattro brani di autoloop, dell'eclettico trombettista Giorgio Li Calzi.

Hosoo riesce ad emettere tre toni contemporaneamente. E' un Maestro indiscusso della sua arte, come confermano le recensioni - tutte positive - dei suoi ormai numerosi concerti.

Hosoo - TransMongolia Hosoo e TransMongolia


*************************
Links di approfondimento:
_____________________


http://www.face-music.ch//artists/ens_khanbogd_en.html
http://mongolianmusic.blogspot.de/2008/04/hosoo-transmongolia-khoomii-and.html
http://www.art-base.be/index.php?view=details
http://www.riflessioni.it/enciclopedia/armonici.htm
http://www.face-music.ch//bi_bid/historyoftengerism.html
http://www.lastfm.it/tag/throat%20singing


*************************
SUONI TRADIZIONALI MONGOLI (.mp3-clips)
http://www.face-music.ch//sou nds/mongoliasound.html
*************************


Un grazie all'amico Massimo Baraldi che anni fa mi reindirizzò sull'antico sentiero etno-folkloristico. Massimo così mi parlava allora dell'ultimo album di Hosoo e del suo gruppo (i TransMongolia):
"Il loro ultimo CD è bellissimo! Hosoo dice che in Mongolia non sarebbe apprezzato: da quelle parti preferiscono le cose più tradizionali... Nonostante sia rigorosamente acustico (il Nostro sostiene che qualunque forma di amplificazione stravolgerebbe il suono), in alcuni momenti le contaminazioni con la musica occidentale (blues, jazz e anche heavy) sono evidenti. Un ottimo lavoro, sono sicuro che ti piacerà! [...] I musicisti sono tutti diplomati al conservatorio mongolo di non so dove, ma uno è un fanatico dell'hip hop, un altro del jazz, un altro ancora di gruppi come Metallica e Guns & Roses... Un bell'insieme!"



giovedì, luglio 30, 2020

Chiummento - 'Il Viaggio'. Album del mitico artista punk-sperimental, qui con qualche ballata prog più "accessibile"

Novità da uno dei cantautori italiani più sperimentali e "fuori di testa"!
musica #sperimentale #rock #progrock #punk #metal #hardrock




 È uscito Il Viaggio, di Francesco Chiummento. 


A breve, recensione su Prog Bar Italia


 #musica #Bandcamp produzioni indipendenti


Sto ascoltando e sono emozionato nonché contentissimo per questo mio amico. Finora mi trovo al quinto pezzo dell'album digitale, anzi al sesto ormai; sto usufruendo di questa musica direttamente da Bandcamp - dove 'Il Viaggio' si può ascoltare e acquisire direttamente dall'artista. Francesco Chiummento stavolta ha fatto non centro ma centrissimo. Il cantautore ed ex frontman dei Forza Maggiore si è servito di fior fiore di musicisti (provenienti dal mondo jazz, jazzrock, musica sperimentale ed elettronica...), tutti o quasi tutti residenti e attivi nel Torinese. Alcuni li avrete di certo già sentiti nominare...


Un piccolo sguardo all'equipe che ha lavorato con Chiummento:

francesco chiummento - voce e flauto
paolo ricca - computer programming. fonico, keyboards
riccardo moffa - guitars electric e acustic tracce 1,4,6,7,8,9,11,13
alex catania - guitars e keyboards tracce 3,5
stefano priola - guitar traccia 5
marco roagna - guitar traccia 12
valter valerio-  tromba traccia 2
 
"the supreme" e' un brano realizzato con ottone pesante
 "i fiori del mare" scritta con giorgio bonino
 
cover: cosimo malorgio
grafica: gaia chiummento
tracce realizzate tra il gennaio 2019 e il maggio 2o20 negli studi liquid air di torino

 
 




Sullo stesso artista: recensione di Segnali di Pace

sabato, giugno 20, 2020

Il Sogno Di Rubik - album con il botto!




Che suoni, ragazzi! Che intensità! Che forza!
È rivoluzione? È reazione? Forse è solo azione. Ci fa riflettere molto questo Tentacles and Miracles: sull'iperbole della rivolta, che era schietta negli Anni '60, si "militarizzò" nei '70, si autoannullò nell'estetica durante il terribile decennio degli Eighties, ebbe un ritorno - ma solo a forza di suoni e letteratura e cinema, e dunque a livello di slogans e atteggiamenti - negli Anni '90... e che oggi tende a chiudersi come un cerchio, sposando estetica e lotta vera.

L'album de Il Sogno di Rubik esce domani... o dopodomani... o era l'altroieri? Ma come dobbiamo misurare il tempo se siamo rinchiusi dentro un tesseratto (inglese: tesseract) sospeso nel nulla, pare, e che rotea e muta di forma a ogni momento? Se ci troviamo all'interno di un cubo snodabile?

I brani:

1. The well of miracles (5:27)
2. Silky bliss and black waters (6:48)
3. Tentacles (5:22)
4. In the back of the real (5:10)
5. The timekeeper (4:21)
6. The planet of supreme satisfaction (9:42)
7. A better nightmare (5:03)
8. The suite of miracles (9:53)

 
       "A better nightmare"



Iniziamo porgendo l'orecchio con fare distaccato, lontani dagli altoparlanti, magari mentre si fa altro. Peraltro, ci approcciamo all'album ignorando bellamente le note di presentazione mandate dalla casa discografica. Abbiamo il privilegio di poter scrivere di Tentacles and Miracles in anticipo su tutti, di ascoltarne i brani prima che essi vengano scagliati verso le grigie fila di uomini in marcia là fuori (il riferimento a Metropolis non è casuale).
L'empatia, l'Einfühlung cresce con l'ascolto e ci "accorgiamo" che le casse appartengono proprio al nostro apparecchio riproduttore di suoni e che siamo stati noi stessi ad aver inserito il disc nell'apposita fessura. Ci tocca avvicinarci e prestare più attenzione - al più tardi dalla terza, potente traccia, "Tentacles" - per accertarci che non si tratta dei Dead Cross. Semmai ci sono echi (quanto consci?) dei padri: i Faith No More. Ma eravamo completamente presi, a dir la verità, già dopo la straniante fanfara ad incipit (all'inizio di "The well of miracles"). Non è sangue ciò che sgocciola dai circuiti stampati, ma olio di macchina - misto a olio di gomito.



De Il Sogno di Rubik troviamo tracce, prima di questa novità, nel 2016: in una compilation dal titolo '17 Re'. È stata una delle 16 band italiane selezionate dai Litfiba allo scopo di incidere un album con le cover dei brani contenuti in un loro disco di trent'anni prima (17 Re, appunto). E poi c'è almeno una partecipazione al Taranto Rock Festival. Okay. E Tentacles and Miracles?

Belle "pieces"! Ed è il minimo che se ne può dire. Non si può non ammirare la convinzione di fondo, la propositività distopica. Insomma: la potenza. I nostri diffusori stanno fumando e i vicini di casa... beh, loro devono essere svezzati alla / dalla buona musica. 

Cosimo D'Elia - vocals and lyrics 
e
Francesco Festinante - guitars, bass and midi programming

hanno svolto un ottimo lavoro. Le loro sono songs didascaliche (ma in maniera crimsoniana, e con un canto in lingua inglese spesso baritonale che ci rammenta Mike Patton) di una realtà apocalittica. C'è una fanfara composita iniziale e una suite, sgangheratamente gloriosa, a chiusura dell'album, dove tutti i vertici delle figure vanno a raccogliersi. In mezzo: marce, entrate, cambi di scena come in un'opera teatrale o in un musical da "The Day After", e gioco chitarristico assai abile. In uno o due brani scopriamo che il punk è più bello quando si serve del jazz, e in un altro ("A better nightmare", vedi video) sperimentiamo la velocità di visioni forse cibernetiche.



È progressive? Certo! Lo è nel senso di uno sperimentalismo zappiano; solo che l'ironia qui lascia il posto a un sottotono tragico, disgraziatamente attuale (pregovi dare una scorsa ai testi). È punk progressivo, metal, doom. Ma a che servono i paragoni e le classificazioni? L'originalità del progetto è indubbio. E tanto poco "italiano"!

C'è il labirinto sociale che si rispecchia nella nostra anima per un'introspezione tormentata. C'è la routine sistematica cui "loro" ci hanno costretto. E c'è la prigione, comoda se non fosse per i colori innaturali e gli angoli tagliuzzanti. I suoni, apparentemente spiazzanti quando scivolano come metallo pesante sul ristretto palco di un teatro da vaudeville ("Silky bliss and black waters"), in realtà segnano il cammino di noi tutti, che si svolge non al di là delle pareti ma "dentro" di esse: nell'immensità del data world. Le melodie servono, al nostro essere in fuga, ad appigliarsi a qualche palo d'ormeggio, per non volare via come una mongolfiera.



Quoi d’autre?

Nostri brani preferiti: "The timekeeper" (traccia n. 5), "The planet of supreme satisfaction" (n. 6), "The suite of miracles" (n. 8).

              
      
 


Gli strumenti utilizzati:

Chitarre : Gibson Les Paul Custom del '97, Fender Stratocaster assemblata '73-'76, Fender Stratocaster Contemporary Japan dell' '84-'86 con Duncan JB Sunior e Sl59. Martin acustica.
Basso : Stinger.
Ampli : Tutti VST. Guitar Rig e Amplitube anche per il basso. Solo su "Tentacles" Festinante ha fatto un reamp con Mesa Express 50.
Batteria : Studio Drummer.
Orchestra : IK Multimedia Miroslav Philharmonik.
Mellotron : IK Multimedia SampleTron.
Organo e synth : VST della serie TAL ed altri.






Bene. E dopo aver ignorato finora, a bella posta, la scheda "editoriale", la leggiamo e non possiamo che ricopiarne qui alcune righe, perché essenziali. 

L'album esce il 21 giugno 2020, giorno del solstizio d'estate e quindi di rinascita nonché giornata dedicata alla protesta contro il Governo italiano che non ha messo in campo alcuna iniziativa a favore dei lavoratori della musica e nessuna indicazione per dare la possibilità agli stessi di LAVORARE nell'ambito culturale che più appartiene alla loro specificità. IL SOGNO DI RUBIK, insieme alla G.T. MUSIC DITRIBUTION (etichetta dell'album) e alla MICIO POLDO EDIZIONI MUSICALI (editore delle canzoni) si aggregano a questa protesta in maniera ancora più "aggressiva" ed indipendente, facendo idealmente uscire un album (di domenica!!!) quando viene, per protesta, proposta una giornata di silenzio musicale e totale.

Prodotto da Francesco Festinante e Cosimo D'Elia

In un meraviglioso digipack a tre ante con leporello a 8 facciate, artwork di Monica Cimolato

Album teaser: https://www.youtube.com/watch?v=pjgxwbI6nHE

  
 

lunedì, aprile 18, 2016

Hit Parade - 36 - Hitparade

The Verve - "Bitter Sweet Symphony"





'Cause it's a bittersweet symphony, this life
Try to make ends meet
You're a slave to money then you die
I'll take you down the only road I've ever been down
You know the one that takes you to the places 
where all the veins meet yeah, 

No change, I can change
I can change, I can change
But I'm here in my mold
I am here in my mold
But I'm a million different people 
from one day to the next
I can't change my mold
No, no, no, no, no

Well I never pray
But tonight I'm on my knees yeah
I need to hear some sounds that recognize the pain in me, yeah
I let the melody shine, let it cleanse my mind, I feel free now
But the airways are clean and there's nobody singing to me now

No change, I can change
I can change, I can change
But I'm here in my mold
I am here in my mold
And I'm a million different people
from one day to the next
I can't change my mold
No, no, no, no, no
I can't change
I can't change

'Cause it's a bittersweet symphony, this life
Try to make ends meet
Try to find some money then you die
I'll take you down the only road I've ever been down
You know the one that takes you to the places 
where all the things meet yeah 

You know I can change, I can change
I can change, I can change
But I'm here in my mold
I am here in my mold
And I'm a million different people
from one day to the next
I can't change my mold
No, no, no, no, no

I can't change my mold
no, no, no, no, no,
I can't change
Can't change my body,
no, no, no

I'll take you down the only road I've ever been down
I'll take you down the only road I've ever been down
Been down
Ever been down
Ever been down
Ever been down
Ever been down
Have you ever been down?
Have you've ever been down?


***

I TITOLI FINORA PUBBLICATI



35. Lou Reed - "A Walk On The Wild Side"
34. The Beatles - "Hey Jude"
33. Scatman John - "Scatman (Ski Ba Bop Ba Dop Bop)"
32. Snow - "Informer"
31. Coolio - "Gangsta's Paradise"
30. Pharrell Williams - "Happy"
29. Inner Circle - "Sweat (A La La Long)"
28. The Beatles - "Let It Be"
27. Rolling Stones - "Angie"
26. John Lennon - "Imagine"
25. The Drifters - "Save the Last Dance For Me"
24. Jimi Hendrix - "Hey Joe"
23. Inti Illimani - "El Pueblo Unido"
22. Harry Belafonte - "Try to Remember"
21. Cilla Black - "Anyone Who Had A Heart"
20. Natalie Imbruglia - "Torn"
19. Eagle Eye Cherry - "Save Tonight"
18. The Beatles - "Free As A Bird"
17. R.E.M. - "Losing My Religion"
16. Donovan - "Donna Donna"
15. Manu Chao - "Bongo Bong"
14. Iggy Pop & The Stooges - "The Passenger"
13. Elton John - "Rocket Man"
12. David Bowie - "Space Oddity"
11. Kid Creole & The Coconuts - "Stool Pigeon"
10. Dire Straits - "Money for Nothing"
9. Elton John - "Don't Let The Sun Go Down On Me"
8. Lou Reed - "A Perfect Day"
7. Shakespears Sisters - "Hello (Turn Your Radio On)"
6. Beach Boys - "Barbara Ann"
5. Tom Petty & The Heartbreakers - "Into the Great Wide Open"
4. Talking Heads - "Psycho Killer"
3. Amen Corner - "(If Paradise Is) Half So Nice"
2. Black - "Wonderful Life"
1. Kate Bush - "Wuthering Heights"


sabato, aprile 04, 2015

Hit Parade - 15 - Hitparade

Manu Chao - "Bongo Bong"



... Nobody'd like to be in my place instead of me
Cause nobody go crazy when I'm bangin' on my boogie
I'm a king without a crown hanging loose in a big town
But I'm the king of bongo baby I'm the king of bongo bong
(King of the bongo, king of the bongo bong)
Hear me when I come, baby,
(king of the bongo, king of the bongo bong)
....




I titoli finora pubblicati:

14. Iggy Pop & The Stooges - "The Passenger"
13. Elton John - "Rocket Man"
12. David Bowie - "Space Oddity"
11. Kid Creole & The Coconuts - "Stool Pigeon"
10. Dire Straits - "Money for Nothing"
9. Elton John - "Don't Let The Sun Go Down On Me"
8. Lou Reed - "A Perfect Day"
7. Shakespears Sisters - "Hello (Turn Your Radio On)"
6. Beach Boys - "Barbara Ann"
5. Tom Petty & The Heartbreakers - "Into the Great Wide Open"
4. Talking Heads - "Psycho Killer"
3. Amen Corner - "(If Paradise Is) Half So Nice"
2. Black - "Wonderful Life"
1. Kate Bush - "Wuthering Heights"