L'immagine "in copertina" dell'Inferno di Pieter Huys (seguace di Hieronymus Bosch) introduce Dante: disco uscito non in formato fisico ma solo in quello digitale per la MP & Records. Qui Alesini è con un nuovo collaboratore: Fabrizio Cicero (ai drums).
I brani rispecchiano i “quadri” danteschi più noti. L'album è un estratto dalla registrazione live (su due tracce) di cinque concerti settimanali, dal titolo “Viaggi Immaginari tra Inferno e Paradiso”, tenutisi nel luglio 2009 in Piazza dei Ravennati a Roma.
Un viaggio molto lungo quello di Nicola Alesini nel mondo della musica. E a un certo punto ecco l'incontro con l'autore della Divina Commedia, opera somma che, risaputamente, tratta proprio di un viaggio: un viaggio a tappe nei Tre Regni Ultraterreni. La musica spesso è come una nebbia blu, è evanescenza. Ma i brani - in questo come negli altri album del sassofonista romano -, avendo un titolo ben preciso, ci fanno collegare le note a un luogo o personaggio definito e, pur navigando nel sogno, l'ascoltatore si rende conto di avere a che fare con un messaggio netto e diretto.
Qualitativamente, non c'è il minimo dubbio: il sax di Nicola Alesini è una garanzia; e alla qualità si abbina la forza narrativa. Ogni suo album ha un tema, un argomento, un concept centrale. Questo lavoro su Dante assomiglia, nelle risonanze, a Cities (uno degli output più noti di Alesini, registrato insieme a Saro Cosentino). Lì si trattava di passare di città in città; qui il viaggio ci porta da girone a girone. Ciò che maggiormente deve aver affascinato il musicista è il significato di certi canti danteschi, nonché il loro riscontro con la realtà odierna. Nella Commedia, abbiamo inoltre il topos della selva. E l'incanto dell'amore puro...
Breve bio
Nicola Alesini è nato a Sanremo nel 1947. È ancora un bambino quando la sua famiglia si trasferisce a Roma. E, nella caput mundi, Nicola prenderà la laurea in Fisica.
Ancora adolescente, si appassiona per la musica: a tredici anni acquista un Melodica Honer e inizia lo studio del pianoforte. Sempre in età adolescenziale, si mette ad ascoltare dischi dei Soft Machine, Ornette Coleman, Gunter Shuller, Modern Jazz Quartet, i Nucleus di Ian Carr, Traffic, Weather Report. Proprio in questi ultimi, scopre l’amore verso il sassofono grazie a Wayne Shorter.
Le sue prime apparizioni pubbliche sono nel 1979 con il contrabbassista Gianluca Taddei. Parte poi una lunghissima discografia dove ogni contaminazione globale si fonde al jazz e alla musica elettronica: tale connubio (jazz + elettronica) diventa la cifra stilistica di Alesini ed è alla base della sua concezione di far musica.
Il musicista si muove sia nelle tradizioni, usufruendo delle atmosfere del Mediterranean Sound, sia nelle sperimentazioni, con riferimenti alla scuola jazzistica nord europea. Esordisce discograficamente nel 1988 con Mediterranea, insieme al pianista Andrea Alberti e al già citato Taddei. Suggestioni oniriche, introspezione, recupero della cantabilità e delle armonie del passato, oltre alla ricerca tecnica, sono gli ingredienti fondamentali delle sue composizioni, in una discografia già vasta e che si estende fino a oggi.
Nicola Alesini è stato anche sassofonista e storico collaboratore di fiducia di Claudio Lolli, nell'ultimo decennio di vita del cantautore bolognese. La cooperazione tra lui e Lolli ebbe inizio con l'album La scoperta dell'America, 2006, dove Alesini è presente nell'ultima traccia; dopodiché Lolli lo chiama a divenire suo arrangiatore e musicista anche per il futuro.
In quello che risulterà essere il disco finale del rimpianto poeta-cantante, ossia Il Grande Freddo (2017), nella title track e poi nella riproposizione a chiusura del disco (la traccia n. 9: "Raggio di Sole [Il Grande Freddo Reprise]"), Nicola Alesini lascia la sua doppia firma, suonando magistralmente il tema e chiudendo l'album con una malinconica coda. Saranno anche le ultime note registrate da Claudio Lolli...
"Poesia senza parole": come tutti i brani del sassofonista. E come in Dante.
Ci sentiamo obbligati ad associare questo suo album sul celebre Vate a un altro suo prodotto, un prodotto recente: l'EP Un amore partigiano. E ciò perché siamo vicini al 25 aprile, in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo, e non ancora lontani dallo scorso 25 marzo, che è appunto Dantedì.
Dante, già. In Dante stesso, il senso di giustizia e l'impegno civile sono ideali continuamente presenti, condizionandone le scelte di vita. L'Alighieri combatté persino in battaglie violente e sanguinose, rinunciando - sia pur involontariamente - alla libertà, dovendo subire la condanna dell'esilio...
Per Alesini la dedizione al bene comune è decisivo, come del resto testimoniato dalla sua partecipazione e presenza in manifestazioni e concerti di lotta; eppure, la sua musica risulta essere magia sonora, i suoi motivi, le arie, gli intercalari, non sono raffiche di mitra! L'impegno di Nicola Alesini si traduce nel sortilegio dei suoni.
Nicola Alesini usa i sassofoni attraverso gli effetti elettronici e, come detto, cerca di portare questi suoni anche alle ricorrenze e agli happenings di rilevanza sociale. (Per e con Articolo 21 per il giornalismo, Ossigenoper l'informazione, o l'ANPI.) Alesini è figlio di un partigiano (i suoi genitori si conobbero in Liguria durante la Resistenza: c'erano i rastrellamenti nazisti e sua madre, con l'aiuto delle suore, nascose il combattente Alesini nel "Castillo" di Sanremo). Proprio in ricordo dei suoi, nel 2022 il sassofonista ha pubblicato il suddetto Un amore partigiano: curiosamente, è lo stesso titolo del libro di memorie di Iole Mancini ("staffetta" delle Brigate Garibaldi), uscito nel medesimo anno; ma in realtà questo EPdel musicista romano è nato come commento sonoro per il libro (e audiolibro) La ragazza nella foto - un amore partigiano,di Donatella Alfonso e Nerella Sommariva. Poi il lavoro di Alesini ha assunto una dimensione autonoma, divenendo un disco tutto suo sul tema della Resistenza. In Un amore partigiano, il sassofonista evoca, in maniera a tratti onirica, le gesta del padre in lotta contro fascisti e tedeschi. La fluida narrazione (che ricorda il flusso di coscienza nelle opere letterarie) riepiloga i racconti del genitore.
Nell'album Dante, la coscienza civile è ancora più arricchita di suggestioni e visioni. Anzi tale coscienza - com'è di fatto nella Divina Commedia - serve a traslare le visioni profetiche fino ai nostri giorni.
Letteratura, teatro, danza: Nicola Alesini spesso integra la sua musica con altre forme d'arte. Parola, gestualità e immagine si incontrano e si fondono nelle sue creazioni pentagrammate. Che, non per caso, sarebbero e sono ideali soundtrack cinematografici.
Dante, album in digitale, MP & Records. Su tutti gli stores digitali. Maggiori infos: qui
Alesini ha lavorato con musicisti del calibro di Glen Velez, Hans Joachim Roedelius, David Sylvian, Roger Eno, David Thorn, Harold Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri. Sylvian ha inserito due brani di Alesini nel suo doppio album antologico Anything and Nothing.
Recenti collaborazioni
Tim Bowness - Butterfly Mind (Inside Out Music, Sony Music2022)
Nicola Alesini e Saro Cosentino - The Road To Now (Cat Sounds,2022)
Nicola Alesini e Theo Allegretti - In Search Of Light(Dodicilune Dischi, 2022)
E poi c'è F.D.A., del 2006, dedicato a Fabrizio De André ed edito da il manifesto.
Accolto con entusiasmo dalla critica, F.D.A. è un incontro con le musiche del grande artista genovese... senza voler per forza essere un disco di rielaborazioni di canzoni di De André. F.D.A. è un lavoro personalissimo di Nicola Alesini, in cui emerge il suo tipico stile a base di melodie e fraseggi che trasudano vita, passioni, sentimenti. In F.D.A., Alesini ha preso, di Faber, la nostalgia, l’ironia, l’amore e l’impegno, inserendovi elementi della propria visionarietà compositiva. 12 pezzi, di cui 8 appartenenti al repertorio più conosciuto del primo De André: "Bocca di Rosa", "Amore che vieni amore che vai", "Il Testamento di Tito"... 4 sono i brani originali. Uno di questi, "Per F. & L.", ispirato all’incontro tra Fabrizio De André e Luigi Tenco, riesce particolarmente romantico e struggente, grazie anche alla straordinaria complicità dei Radiodervish, che con Alesini firmano il pezzo.
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Blues-rock eccellente. Simon Luca (al secolo Alberto Favata) ha un timbro di voce graffiante (e non per l'età: ha cantato sempre così) che riesce ad abbinare a un tono melodioso, e con quest'ugola joe-cockeriana gli riesce di sviscerare tematiche moderne in chiave di blues, inseribili anche in ambiente pop.
Mastico Asfalto arriva come una ventata di freschezza in un tunnel afoso. E almeno tre dei brani sono fantasticamente radio-friendly, pur se, in quanto a tecnica, ci manteniamo ai vertici. L'ensemble fa un lavoro perfetto, i cori femminili sono impeccabili. Si tratta di sette canzoni plasmate dalle sonorità della musica nata nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti d'America. Canzoni dove anche i testi (attuali e dai temi universali, com'è tipico di questo musicista) hanno la loro importanza nel volere accompagnare l'ascoltatore nelle camminate dentro e fuori del tunnel.
Simon Luca non è il primo pseudonimo di questo artista piacentino impiantato a Milano. Ai suoi esordi infatti (negli Anni '60) si faceva chiamare Alberto Oro. Dopo i facili romanticismi dei primi 45 giri in stile beat, pubblica nel 1972 un album fenomenale: Per Proteggere L'Enorme Maria. Dove suonano tra l'altro Alberto Camerini (chitarra) e Lucio Fabbri (violino). Con Marco Ferradini ed Eugenio Finardi ai cori. Ma la canzone di Simon Luca che entrò nelle camerette di tantissimi ragazzi, rendendolo veramente popolare, risale all'album successivo, E La Mia Mente?, del 1973, ed è quella che fa: "Apri gli occhi e poi / finalmente vedrai / com'è fatto il viso di una donna".
L'Enorme Maria era un supergruppo: comprendeva alcuni dei migliori musicisti milanesi. Oltre ai succitati, c'erano Fabio Treves all'armonica alias blues harp, i fratelli Ricky e Gigi Belloni (poi nei Nuova Idea e nei New Trolls), Donatella Bardi.
E La Mia Mente?, che, come il lavoro precedente del 1972, venne realizzato insieme all'Enorme Maria (stavolta con Claudio Bazzari alla chitarra, Gigi Belloni al basso, Flaviano Cuffari alla batteria, Ronnie Jackson e Claudio Ciampini alle chitarre acustiche e la cantante Flavia Baldassarri), precedette alcuni singoli pubblicati nella seconda metà degli anni '70. Poi Simon Luca smise la carriera solista per scrivere canzoni per altri (Mina, Ornella Vanoni, Milva, Iva Zanicchi, Bruno Lauzi, Astor Piazzolla, Marco Ferradini, Dik Dik, Rosanna Fratello, Paolo Mengoli, Anna Identici, Mal...), componendo anche colonne sonore per televisione e cinema.
Discografia (esclusi i singles)
Da Tremila Anni (Musica Della Parola)1971Victory
Per Proteggere l'Enorme Maria1972Ariston
E La Mia Mente? 1973 Ariston
Mastico Asfalto 2022 M.P. & Records
L'esordio del 1971 Da Tremila Anni era un album orchestrato che ebbe poco successo nonostante la presenza di collaboratori di rango, come alcuni membri degli Stormy Six e, alla batteria, Tullio De Piscopo. L'interessante ed eclettico Per Proteggere L'Enorme Maria vendette bene, invece, e permise a Simon Luca di esibirsi dal vivo in varie manifestazioni. E La Mia Mente?, del 1973, è da considerarsi probabilmente il suo lavoro meglio riuscito... prima di questo Mastico Asfalto.
A 50 di distanza, dunque, Simon Luca fa atterrare L'Enorme Maria nel Terzo Millennio. E la copertina del disco di oggi richiama da vicinissimo quella dell'LP del '72.
1972...
FORMAZIONE album del 1972:
Simon Luca - chitarra, voce solista
Ricky Belloni - chitarra
Alberto Camerini - chitarra
Gigi Belloni - basso
Pepe Gagliardi - piano
Franco Orlandini - Hammond organ
Lucio Fabbri - violino
Fabio Treves - armonica
Ezio Malgrati - batteria
Donatella Bardi, Marco Ferradini, Eugenio Finardi, Massimo Villa - cori
#Sanremo2021Sappiamo ormai quasi tutto su come sarà il prox #FestivalDiSanremo. I media ufficiali ci bombardano già di informazioni sulla celebre manifestazione...
Di ospiti non ne avremmo bisogno. Costano tanto, c'è il lockdown eccetera. Sarebbe bello puntare tutto sulla musica... sulla MUSICA... almeno una volta tanto adottando una soluzione nuova e rivoluzionaria: cioè, dando visibilità a gruppi e artisti davvero bravi ma sconosciuti al grande pubblico.
Tipo: gruppi e artisti dediti al rock progressivo e giù di lì.
#Progrock.
Ma rimane ovviamente un sogno.
Appello ad Amadeus:
Amadeus, prova ad ascoltare anche questi "Magistri musicae"!
Quanah Parker, Sintonia Distorta, Eris Pluvia, Moongarden, Quel che Disse il Tuono, Eliesmere, Phoenix Again, Finisterre, Sezione Frenante, Aliante, Il Sogno Di Rubik, Silver Key, Qirsh, Cage... e tanti altri.
È questa la prima, straordinaria notizia. Sono trascorsi ben sette anni dal loro ultimo album, Sola andata (Lizard Records), e tuttavia la formazione è la stessa. Solo alle percussioni è presente un rinforzo, Giulio Mondo, ad affiancare Marco Fazio.
... and then there were seven!
Ennesimo gruppo ligure molto valido: i Qirsh
"Diciamo che non abbiamo cambiato formazione dal 2007... e che in generale siamo gli stessi dal 1994." Così ci diceDaniele Olia.
È un album dalle tinte fosche, questo, dark come il periodo che il mondo sta vivendo, con "Rumors", prima traccia di ben 17 minuti, a introdurre un viaggio orrifico ma ben noto a tutti noi, poiché quello dei Qirsh è un addentrarsi senza compromessi nella psiche e nei substrati mentali di io-tutti, fin nel profondo delle nostre sensazioni, nei bui recessi della quotidianità di ciascun essere umano.
Le accuse e le molestie, il sospetto, le voci false: "Rumors"
La loro musica si spinge in avanti ossessivamente, con cori che si rincorrono spesso modulati-demodulati elettronicamente, tra sibili e glissandi... come in "Aer Gravis", dove si coglie la frusta di venti sotterranei e fiamme impazzite, tra le risate di dannati.
La creatività dei Qirsh diviene meno pesante ad inizio del terzo brano, con arpeggi sui tasti in bianco-e-nero ad accompagnare una chitarra acustica nervosamente amichevole... finché non inizia un battito insistente, sempre meno regolare, simile a quello di un cuore malato, e si viene di nuovo introdotti a un livello claustrofobico di angoscia, con il risuonare del già noto canto cadenzato.
... Mi fai paura quando hai fretta,
quando mi preghi
di comunicare
Mi fai paura quando mi chiedi,
quando io penso
a quel momento
Dovrai aspettare, dovrai capire...
Al più tardi da adesso, per via dei ritmi insistenti e le ripetizioni bombardanti, ci viene da pensare ai CSI...
Sfogliamo indietro nel tempo - grazie a Internet - nella quasi trentennale carriera del gruppo di Savona e ci imbattiamo in una recensione a firma dello scrittore Donato Ruggiero (clicca qui) dove si parla di Sola andata, l'album numero due dei Qirsh, del 2013. E anche lì affiora il paragone con i CSI!
La quarta traccia, "Hurt", esprime (senza parole: è un instrumental) proprio quel che suggerisce il titolo, e lo fa senza espedienti secondari. Pure la melodia di archi che funge da coda (ma sono chitarre elettriche? oppure chitarre più strings? chiederemo!) è ombreggiata da un velo heavy e funesto...
Non c'è dubbio: stiamo ascoltando una moderna Sinfonia del Destino. Non c'è proprio perdono per essere al mondo? Che cosa ci resta per sentirci vivi e felici? Il viaggio?
Parte "Anansi", nome che richiama a una divinità dell'Africa Occidentale, e l'atmosfera non è diversa dagli altri brani. "Anansi" si attiene però più alla forma canzone, e noi apprezziamo sinceramente. C'è il viaggio, sì, ma anche il sesso... e l'inganno.
La traccia si interrompe al punto giusto: neppure una nota superflua vi viene aggiunta. E con l'epica "Oremus" rientriamo in un edificio dai muri spessi, in un tempio, naturalmente, con una cascata di note barocche e con intriganti atmosfere - come di complotti mormorocantati sotto il saio.
Questo è "l'ottimo rumore" di cui i membri della band parlano in una loro intervista (vi invito a leggerla: click!), dove, sintetizzando la propria storia, raccontano tra l'altro di essersi conosciuti sui banchi delle superiori in un inverno dei primi Anni Novanta (alcuni di loro erano compagni nei boy scouts e nel Savona Basket) e si sono messi a fare musica fino ad affinare il suono inventandone uno proprio: appunto, questa sorta di psichedelia progressive.
Quello dei Qirsh è anche un percorso di amicizia e vita, non solo di ricerca artistica. Bello, peraltro, il racconto di come Leonardo Digilio dovette abbandonare la band lasciando il posto di tastierista a Pasquale Aricò (che è anche cantante)... e poi, potendo Leonardo rientrare, i Qirsh non ebbero dubbi e si tennero entrambi.
Curiosità: più o meno contemporaneamente all'uscita di Sola andata, un loro amico scrittore - Gerolamo Pedemonte - pubblicò un libro biografico dal titolo emblematico 'Volevamo essere i Pink Floyd', a loro dedicato.
La settima traccia (niente titolo: puntini puntini. È la cosiddetta "traccia nascosta", alias "Oremus reprise") ci sorprende ancora in mezzo ai monaci in preghiera, ma c'è uno squarcio nello scenario ed ecco incombere scene di guerra, eserciti in marcia, edifici in rovina. Ben presto ci rendiamo conto che sono parti estratte, enucleate, ricavate, manipolate dalle precedenti tracce del CD.
Sul palco... in passato
Di "Rumors" è stato realizzato anche un "radio edit" di poco più di 6 minuti.
A voler restringere il pensiero critico e sintetizzare, potremmo dire che è un album tra Bluvertigo e Battiato, ma con una maggiore urgenza progressive (il gran lavoro delle tastiere, gli effetti speciali...). Sicuramente c'è qualcosa dei Crippled Black Phoenix.
Il tema del concept Aspera Tempora(i cui testi abbiamo inserito a fondo articolo)sembra essere fatto apposta per descrivere i nostri giorni difficili della pandemia (senza contare che il CD è uscito pure intorno a Halloween e i Morti!), ma in realtà il riferimento non è voluto: l'idea di un'opera incentrata sulle paure (al plurale) era nata dopo l'album precedente. Le canzoni per Aspera Tempora, parte 1 sono state scritte tra il 2016 e il 2019. E "parte 1" perché? Perché il materiale prodotto è tanto e un unico album non basta per raccoglierlo tutto.
A quando la seconda parte, dunque? Vista la discografia rarefatta della band, viene da chiederselo. "Chissà!" scherza Daniele Olia. "Tra 5 anni? Chi vivrà, vedrà!"
A Valloria di Savona, dove c'è la sala prove storica dei Qirsh, sono state realizzate diverse sessioni, ma il resto è nato con una concertazione virtuale, "da lontano" e non in gruppo, ciascuno registrando individualmente il proprio strumento. Cubase sia benedetto!
"The oldest and strongest emotion of mankind is fear": la paura è un'emozione primaria, ci accomuna tutti, è atavica, animalesca; violenta, spesso.
Il CD nasce nel formato digipack, proprio come l'album precedente, con libretto interno contenente foto e testi, accompagnando l'ascoltatore sul percorso sonoro tramite immagini. E ci sono didascalie in inglese a commento o spiegazione dei vari titoli. La scelta dei mosaici a vetro che caratterizzano l'artwork si presta bene all'atmosfera cupa del disco, e i volti nascosti tra i motivi geometrici richiamano e sottolineano le tonalità oscure e ancestrali.
I testi sono stati scritti non solo a Savona ma anche un po' in giro per l'Europa. "Quel Momento" è stato concepito in un bar di San Pietroburgo, un po' di "Rumors" porta con sé l'anima di Cracovia, "Oremus" respira l'aria del Trentino... E qualche verso dovrebbe essere nato a Novara.
Equipment (una selezione)
ChitarreFender Stratocaster con effetti Pod 5500
BassoRickenbacker 4003, Music Man StingRay 5, Fender Jazz Bass Fretless
Ulteriore curiosità - L'ultima parte vocale di "Rumors" (cantata da Pasquale) è stata registrata nell'estate 2020 a casa di Daniele Olia. Era presente anche il pastore tedesco di Daniele... i cui respiri vennero immortalati nella traccia audio (il microfono Avantone è assai sensibile). Ebbene, quell'ansare non poté essere eliminato con nessun filtro e il giorno dopo i musicisti dovettero rivedersi per eseguire di nuovo quel segmento del brano...