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domenica, aprile 02, 2023

Il 'Dante' di Nicola Alesini

 

 

L'immagine "in copertina" dell'Inferno di Pieter Huys (seguace di Hieronymus Bosch) introduce Dante: disco uscito non in formato fisico ma solo in quello digitale per la MP & Records. Qui Alesini è con un nuovo collaboratore: Fabrizio Cicero (ai drums).

I brani rispecchiano i “quadri” danteschi più noti. L'album è un estratto dalla registrazione live (su due tracce) di cinque concerti settimanali, dal titolo “Viaggi Immaginari tra Inferno e Paradiso”, tenutisi nel luglio 2009 in Piazza dei Ravennati a Roma.

Dante è uscito il 25 marzo 2023... dunque, per Dantedì! (Ascoltalo su Spotify.)



  Nicola Alesini: saxes, loops, loop machines, voce 
  Fabrizio Cicero: batteria


Tracklist
  1 "Nel mezzo del cammin" (4:09)
  2 "Nella città dolente" (6:15)
  3 "Caron Dimonio" (8:09)
  4 "L’Ora che volge" (6:39)
  5 "La bocca sollevò dal fiero pasto" (5:10)
  6 "Amor che…" (4:35)
  7 "Come sa di sale" (7:48)
  8 "La miseria" (4:14)
  9 "Diverse lingue" (7:00)
  10 "Quali colombe (3:14)
  11 "Ombre portate" (5:49)
  12 "Come d’autunno" (2:59)
  13 "A chi più sa più spiace" (5:43)
  14 "Vergine Madre" (3:23)


M.P. & Records
is a branch of G.T. Music Distribution di Antonino Destra
Via Municipio, 5
35019 TOMBOLO (Padova) ITALY Ph. +39 49 9470749
   email:
   mprecords@mprecords.it

                                                Link: Nicola Alesini su Spotify

 Un viaggio molto lungo quello di Nicola Alesini nel mondo della musica. E a un certo punto ecco l'incontro con l'autore della Divina Commedia, opera somma che, risaputamente, tratta proprio di un viaggio: un viaggio a tappe nei Tre Regni Ultraterreni. La musica spesso è come una nebbia blu, è evanescenza. Ma i brani - in questo come negli altri album del sassofonista romano -, avendo un titolo ben preciso, ci fanno collegare le note a un luogo o personaggio definito e, pur navigando nel sogno, l'ascoltatore si rende conto di avere a che fare con un messaggio netto e diretto. 

Qualitativamente, non c'è il minimo dubbio: il sax di Nicola Alesini è una garanzia; e alla qualità si abbina la forza narrativa. Ogni suo album ha un tema, un argomento, un concept centrale. Questo lavoro su Dante assomiglia, nelle risonanze, a Cities (uno degli output più noti di Alesini, registrato insieme a Saro Cosentino). Lì si trattava di passare di città in città; qui il viaggio ci porta da girone a girone. Ciò che maggiormente deve aver affascinato il musicista è il significato di certi canti danteschi, nonché il loro riscontro con la realtà odierna. Nella Commedia, abbiamo inoltre il topos della selva. E l'incanto dell'amore puro...

 Breve bio

Nicola Alesini è nato a Sanremo nel 1947. È ancora un bambino quando la sua famiglia si trasferisce a Roma. E, nella caput mundi, Nicola prenderà la laurea in Fisica.

Ancora adolescente, si appassiona per la musica: a tredici anni acquista un Melodica Honer e inizia lo studio del pianoforte. Sempre in età adolescenziale, si mette ad ascoltare dischi dei Soft Machine, Ornette Coleman, Gunter Shuller, Modern Jazz Quartet, i Nucleus di Ian Carr, Traffic, Weather Report. Proprio in questi ultimi, scopre l’amore verso il sassofono grazie a Wayne Shorter.



Le sue prime apparizioni pubbliche sono nel 1979 con il contrabbassista Gianluca Taddei. Parte poi una lunghissima discografia dove ogni contaminazione globale si fonde al jazz e alla musica elettronica: tale connubio (jazz + elettronica) diventa la cifra stilistica di Alesini ed è alla base della sua concezione di far musica.

Il musicista si muove sia nelle tradizioni, usufruendo delle atmosfere del Mediterranean Sound, sia nelle sperimentazioni, con riferimenti alla scuola jazzistica nord europea. Esordisce discograficamente nel 1988 con Mediterranea, insieme al pianista Andrea Alberti e al già citato Taddei. Suggestioni oniriche, introspezione, recupero della cantabilità e delle armonie del passato, oltre alla ricerca tecnica, sono gli ingredienti fondamentali delle sue composizioni, in una discografia già vasta e che si estende fino a oggi.

Nicola Alesini è stato anche sassofonista e storico collaboratore di fiducia di Claudio Lolli, nell'ultimo decennio di vita del cantautore bolognese. La cooperazione tra lui e Lolli ebbe inizio con l'album La scoperta dell'America, 2006, dove Alesini è presente nell'ultima traccia; dopodiché Lolli lo chiama a divenire suo arrangiatore e musicista anche per il futuro. 

In quello che risulterà essere il disco finale del rimpianto poeta-cantante, ossia Il Grande Freddo (2017), nella title track e poi nella riproposizione a chiusura del disco (la traccia n. 9: "Raggio di Sole [Il Grande Freddo Reprise]"), Nicola Alesini lascia la sua doppia firma, suonando magistralmente il tema e chiudendo l'album con una malinconica coda. Saranno anche le ultime note registrate da Claudio Lolli...

"Poesia senza parole": come tutti i brani del sassofonista. E come in Dante.



Ci sentiamo obbligati ad associare questo suo album sul celebre Vate a un altro suo prodotto, un prodotto recente: l'EP Un amore partigiano. E ciò perché siamo vicini al 25 aprile, in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo, e non ancora lontani dallo scorso 25 marzo, che è appunto Dantedì.

Dante, già. In Dante stesso, il senso di giustizia e l'impegno civile sono ideali continuamente presenti, condizionandone le scelte di vita. L'Alighieri combatté persino in battaglie violente e sanguinose, rinunciando - sia pur involontariamente - alla libertà, dovendo subire la condanna dell'esilio...

Per Alesini la dedizione al bene comune è decisivo, come del resto testimoniato dalla sua partecipazione e presenza in manifestazioni e concerti di lotta; eppure, la sua musica risulta essere magia sonora, i suoi motivi, le arie, gli intercalari, non sono raffiche di mitra! L'impegno di Nicola Alesini si traduce nel sortilegio dei suoni.






            


Nicola Alesini usa i sassofoni attraverso gli effetti elettronici e, come detto, cerca di portare questi suoni anche alle ricorrenze e agli happenings di rilevanza sociale. (Per e con Articolo 21 per il giornalismo, Ossigeno per l'informazione, o l'ANPI.) Alesini è figlio di un partigiano (i suoi genitori si conobbero in Liguria durante la Resistenza: c'erano i rastrellamenti nazisti e sua madre, con l'aiuto delle suore, nascose il combattente Alesini nel "Castillo" di Sanremo). Proprio in ricordo dei suoi, nel 2022 il sassofonista ha pubblicato il suddetto Un amore partigiano: curiosamente, è lo stesso titolo del libro di memorie di Iole Mancini ("staffetta" delle Brigate Garibaldi), uscito nel medesimo anno; ma in realtà questo EP del musicista romano è nato come commento sonoro per il libro (e audiolibro) La ragazza nella foto - un amore partigiano, di Donatella Alfonso e Nerella Sommariva. Poi il lavoro di Alesini ha assunto una dimensione autonoma, divenendo un disco tutto suo sul tema della Resistenza. In Un amore partigiano, il sassofonista evoca, in maniera a tratti onirica, le gesta del padre in lotta contro fascisti e tedeschi. La fluida narrazione (che ricorda il flusso di coscienza nelle opere letterarie) riepiloga i racconti del genitore.

Nell'album Dante, la coscienza civile è ancora più arricchita di suggestioni e visioni. Anzi tale coscienza - com'è di fatto nella Divina Commedia - serve a traslare le visioni profetiche fino ai nostri giorni.
Letteratura, teatro, danza: Nicola Alesini spesso integra la sua musica con altre forme d'arte. Parola, gestualità e immagine si incontrano e si fondono nelle sue creazioni pentagrammate. Che, non per caso, sarebbero e sono ideali soundtrack cinematografici.


Dante, album in digitale, MP & Records. Su tutti gli stores digitali. Maggiori infos: qui

Alesini ha lavorato con musicisti del calibro di Glen Velez, Hans Joachim Roedelius, David Sylvian, Roger Eno, David Thorn, Harold Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri. Sylvian ha inserito due brani di Alesini nel suo doppio album antologico Anything and Nothing.




     Recenti collaborazioni

  Tim Bowness - Butterfly Mind  (Inside Out Music, Sony Music 2022)
   Nicola Alesini e Saro Cosentino - The Road To Now (Cat Sounds, 2022)
  Nicola Alesini e Theo Allegretti - In Search Of Light (Dodicilune Dischi, 2022)  

E poi c'è F.D.A., del 2006, dedicato a Fabrizio De André ed edito da il manifesto.  
Accolto con entusiasmo dalla critica, F.D.A. è un incontro con le musiche del grande artista genovese... senza voler per forza essere un disco di rielaborazioni di canzoni di De André. F.D.A. è un lavoro personalissimo di Nicola Alesini, in cui emerge il suo tipico stile a base di melodie e fraseggi che trasudano vita, passioni, sentimenti. In F.D.A., Alesini ha preso, di Faber, la nostalgia, l’ironia, l’amore e l’impegno, inserendovi  elementi della propria visionarietà compositiva. 12 pezzi, di cui 8 appartenenti al repertorio più conosciuto del primo De André: "Bocca di Rosa", "Amore che vieni amore che vai", "Il Testamento di Tito"... 4 sono i brani originali. Uno di questi, "Per F. & L.", ispirato all’incontro tra Fabrizio De André e Luigi Tenco, riesce particolarmente romantico e struggente, grazie anche alla straordinaria complicità dei Radiodervish, che con Alesini firmano il pezzo.

Dante, album in digitale, MP & Records. Su tutti gli stores digitali. Maggiori infos: qui


Recensione di Cities (con Saro Cosentino)






venerdì, gennaio 27, 2023

Collapsing World

È uscito il nuovo album

del Mirkojymimusicalproject

 




Dopo le prove con The Trys e da solista  (soprattutto con i primi veniva fuori la sua sensibilità per il rapporto uomo-natura e uomo-cosmo), Mirko Jymi si ripropone con la fusion e il jazz-rock, non fini a se stessi ma in grado di fornirci una narrazione visuale alquanto forte. Le piastre continentali cigolano pericolosamente e noi slittiamo verso un vortice di temperature impazzite, con flora e fauna che frullano e stridono tutt'intorno. 
Le atmosfere di questo nuovo prodotto musicale sono a tratti noise e post-rock: occorre attraversare strettoie oscure, in un pentagramma non raramente misantropico, prima di scorgere un po' di luce... sempre che anche questa fioca speranza non sia illusoria.

Con Collapsing World, che si può considerare un sequel di Abyssal DepthsMirko Jymi si conferma in grado di plasmare il sound della realtà. 

    "Global Warming"

Line-up:

Mirko Jymi - Keyboards Korg Kronos, Pa4x, Yamaha Genos, Modx7, Motif xf7, Fender Rodhes, Autoharp Prophet 5,Behringer Deepmind 12, Arp Odyssey, Electric Piano, Poly Moog, Ibanez Electric Guitars, Loops, Effects, Sequencers Computer Programmings 


Carlos Sanchez - Bass Guitar, stick, war guitar, Effects, keyboard

Fernando Dos Santos - Drums and Percussion, congas, Gong, tabla

    





   "Nature Wins Over Man"



È un doppio album, nato durante le improvvisazioni della band, tra il ripassare le scalette e i vari sound check in studio e live. Il trio di musicisti registra spesso in diretta anche per non allungare i tempi. Il vantaggio di improvvisare è che tale metodo porta a nuove idee; e così si affina inoltre l'armonia tra i componenti del gruppo.
Collapsing World è nato a questo modo. Il successivo step è stato quello di vagliare il materiale realizzato e dargli un ordine. Una volta ritenuto il tutto idoneo per la realizzazione di un album, occorreva ancora catalogarlo.


   "Atomic Radiation"

Mirko Jymi: "Io ho ascoltato una per una le musiche e queste nostre creazioni mi hanno portato direttamente a un contesto attuale. Ho 'visto' letteralmente quello che sta succedendo al nostro pianeta, sulla nostra Terra. Riscaldamento globale, cambiamenti climatici, alluvioni, terremoti, maremoti... Tutta l'azione deleteria dell'uomo. Ossia: la distruzione caotica del Pianeta Blu. Da qui è nato il titolo Collapsing World. Per me è un messaggio rivolto a tutti noi che siamo interessati alla salvaguardia del mondo, della natura."

Collapsing World è uscito in CD Digipack. Ci sarà anche la stampa in vinile. Seguirà il tour in molti Paesi, tra i quali: Brasile, Argentina, Uruguay, Messico, Cuba, Giappone, California. Europa. Nella scaletta dei concerti saranno inclusi i nuovi brani sia di Collapsing World che di Abyssal Depths (dunque, degli ultimi due lavori del 2022).







Mirko sta lavorando a ulteriori progetti con altri artisti. La collaborazione con musicisti brasiliani e internazionali di bossa nova e jazz-rock fusion porterà a un nuovo disco che vedrà la luce a fine anno (2023). C'è poi in cantiere un progetto insieme ad Alessandro Seravalle: un lavoro tra sperimentazione, ambient e jazz-rock.

   "Melting Glaciers"

"Inizierò a breve una collaborazione con Gianni Venturi, che ha partecipato all'album Collapsing World con una sua poesia introduttiva proprio all'inizio: 'Terra madre'".

Mirko ha inoltre iniziato un'importante cooperazione con Richard Sinclair in quel di Martina Franca, Puglia. Richard Sinclair non ha bisogno di presentazioni (vedi scena di Canterbury) e le sessions di registrazione sono già cominciate. Ci sarà dunque un nuovo album, un album a due. Questo è un progetto le cui basi sono nate... in videochiamata!


Clicca qui per ascoltare un frammento che farà parte del nuovo album con R. Sinclair

"Richard è un artista che conoscevo da tempo anche grazie ai miei viaggi in Inghilterra, soprattutto a Canterbury, dove ho suonato con vari altri nomi celebri - Keith Tippett e Allan Holdsworth per citarne appena un paio."

   "Desertification"

Per concludere, la novità maggiore, quella forse più sensazionale. Da fine anno, il Mirkojymimusicalproject diverrà un etichetta discografica!

L'idea che c'è dietro a questa iniziativa è non tanto la voglia di non farsi incatenare dalle case discografiche tradizionali, la voglia dunque di slegarsi dal mercato e dalle varie imposizioni, quanto più quella di formare una piattaforma libera e affidabile per appassionati seri. Ergo, Mirko Jymi lo fa non soltanto per sé, ma anche per altri musicisti. Possibilmente, per musicisti discograficamente inesperti, che abbiano voglia di debuttare dopo aver iniziato ad approcciarsi alla musica. Oppure non-debuttanti che desiderano volare più liberi. Si sa quanto è difficile sentirsi a proprio agio dentro uno studio di registrazione, soprattutto se non si è assistiti a dovere. Mirko Jymi vuol rendere loro possibile il sogno di un proprio album, mettendo a disposizione gli impianti e tutto quello che ha a che fare con la realizzazione di un prodotto musicale.

   "The Song of the Seasons"



Contatti e ordini:


    Su Bandcamp 


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Articoli correlati: 










sabato, maggio 28, 2022

'Nostalgia Progressiva' (un sentimento forte di chi ama la musica... praticamente un modo di essere; e anche il titolo di un album)

 Brunod, Li Calzi, Savoldelli - Nostalgia Progressiva



Su Bandcamp: vai! 

Oppure su Songswave

 

Nostalgia Progressiva (2018) è un'interessante, piacevole e intelligente rilettura di brani noti a tutti gli amici del prog-rock (dunque: brani "progressive") da parte di Boris Savoldelli (voce), Maurizio Brunod (chitarra) e Giorgio Li Calzi (tromba / tastiere). Vengono qui eseguiti, dentro un'avvolgente bolla di jazz ed elettronica, canzoni di: King Crimson, Soft Machine, Robert Wyatt, Nucleus, Kraftwerk, Le Orme, Beatles. 




       Tracce:

1. "Formentera Lady"

2. "Matte Kudasai"

3. "Tomorow Never Knows"

4. "Shipbuilding"

5. "Radio Activity"

6. "I Talk To The Wind"

7. "Starless"

8. "Taranaki"

9. "Moonchild"

10. "Gioco Di Bimba"

 

Maurizio BRUNOD - electric & acoustic guitar, samples

Giorgio LI CALZI - trumpet, fluegelhorn, keyboards, electronics

Boris SAVOLDELLI - vocals, electronics, vocal synth 3D prototype

Recorded on July 11, 2017 at Il Pollaio studio, in Ronco Biellese (Italy) by Piergiorgio Miotto. Mixed and mastered by Giorgio Li Calzi.
Reelased in Italy in 2018.
International sub-distribution by MoonJune Records.


lunedì, aprile 04, 2022

In Italia non mancano i talenti e neppure la genialità. Anzi!

 Coraggioso e originale: doppio album dell'ex frontman dei Forza Maggiore, tra sperimentazione, cantautorato e jazz-rock


Doppio album stavolta per Francesco Chiummento: The Story Of Daniel sposato a Resilience ("Dedicated to Greta Thunberg"). Il cantante-metalmeccanico - ma ha lasciato la fabbrica ormai da anni - raggiunge sicuramente così il clou della sua carriera artistica. Testi molto interessanti (c'è una forte componente ambientalista), e una bella confezione con grafica di ottima qualità a racchiudere / a testimoniare / l'originalità di questo singer-songwriter e del suo flauto.



Per ordini: www.facebook.com/francesco.chiummento



The Story Of Daniel 


Daniel (forse l'alter ego dell'autore) è un operaio che usa esprimersi in modo aristocratico, uno che esce fuori dai ranghi anche se ha un carattere riservato. Lascia l'industria, diventa autista... il curriculum di tanti di noi, costretti sempre a reinventarci, a riciclarci. Anche nell'ambito delle relazioni amorose, quest'uomo non ha una biografia straordinaria: lui e la moglie - con la quale ha tre figli - vivono separati. Come spesso accade, arriva una seconda donna, una creatura molto bella ("Francy") ad allievare la solitudine di Daniel, ma anche tale relazione si svolge tra troppi alti e bassi. In un momento di crisi esistenziale, una luce abbaglia il protagonista, tuttavia il presunto prodigio sembra non aiutare come dovrebbe: Daniel si smarrisce ugualmente in una "selva oscura". Vorrebbe avere ali per volare... E, finalmente, ritrova se stesso, in qualche modo, in "I look for my becoming".


In questo che possiamo definire un concept, ci si presenta un Chiummento quale tipico esempio di espressionismo musicale tradotto in canzoni. Il nostro amico lotta a favore dell'ambiente e contro gli "esperimenti insensati". È un cantante, un poeta al fronte, sostenuto dalla passione e... che sa circondarsi di musicisti più che buoni.



Responsabili per la parte sonora sono, in questo caso, oltre allo stesso Francesco Chiummento, Mirko Jymi (tastiere, chitarre e arrangiamenti in cinque dei nove brani) e Alex Catania (tastiere, chitarre e arrangiamenti nei restanti quattro). 


Scorriamo  The Story of Daniel  brano per brano.


La cacofonia colta dell'incipit ("Introduction into the Chamber One") ci traghetta nella storia vera e propria. Parte "Daniel": il flauto discorde di Chiummento copre un buon groovy, il quale a sua volta accompagna un testo cinico e che va come un bisturi dentro il corpo di un'esistenza scombinata. Quando il jazz attacca veramente, ogni cosa sale anche di livello... La traccia è dotata di una bella coda, breve ma efficace.

03: "Bersaglio mobile". Come nella canzone precedente, qui è l'impetuosa chitarra di Alex Catania a impreziosire la composizione, su un testo che tra l'altro recita:


La vita mi sta presentando il conto

a volte è come la tela di un ragno

se potessi cancellare tutti i miei

problemi con anatemi 

eppur sento che devo agire 

mi sembra di morire 

dove dove ritrovar l'ardire.


"Francy" chiude questa piccola trilogia di canzoni che vedono Alex Catania al timone insieme a Chiummento.

"La luce", "Selva oscura" e "Voglio le ali per volare" (rispettivamente quinto, sesto e settimo pezzo del disco) vedono invece Mirko Jymi sulla tolda del comando, e dunque ora sono le atmosfere tastieristiche del maestro italo-brasiliano a contraddistinguere questa frazione del viaggio di Daniel. In "I look for my becoming" ritorna l'energia rock di Alex Catania.  

L'album ha una degna e davvero eccellente chiusura: "Oblio", un "instrumental" che riesce a donarci un trip tra il mistico e il colorato/etnico.





Resilience


Resilience ha diverse chicche. Cominciamo da "Poiana" (traccia numero 9), brano che dovrebbe essere suonato da tutte le radio. Molto bello, con Marco Bruno al flauto, Riccardo Moffa alla chitarra e Paolo Ricca alle tastiere. Sorprende che questo disco sia considerato un "allegato" a The Story of Daniel, poiché è come minimo dello stesso livello. Il lungo "Resilienza" che apre l'album offre, nei suoi 10 minuti, un'atmosfera variamente bucolica. Poi veniamo proiettati in una grande città, dentro qualche club di jazz... 10 minuti trasognati con buone tastiere e una tromba fantastica (Paolo Raineri).



"Vidi l'uomo": un brano in sostenuto, tragico. Con l'ottimo tappeto sonoro e i riusciti arrangiamenti di Mirko Jymi (tastiere, chitarra) e di Paolo Ricca.

"Kaos", terzo brano, vede ancora Paolo Ricca e Paolo Rainieri protagonisti musicali per uno spartito tra jazz e ambient. Testi di Michele Macoratti.

"Progresso": canzone che esalta le qualità canore di Francesco Chiummento, su testo ancora di Macoratti, con la splendida chitarra di Riccardo Moffa a creare le parentesi musicali giuste.

Con "A questo punto" il ritmo viene accelerato. C'è di nuovo Moffa alla guitar a far risaltare e sottolineare la protesta del cantante contro la dissoluzione della natura e della società. 

"Scherzo" è un bell'intermezzo senza parole, anche se vi è presente la voce di Chiummento, e introduce un grande brano: "Alla ricerca della luna", il nostro preferito insieme a "Poiana". Strepitosa qui la voce di Stefania Lapertosa; e anche Chiummento sembra vocalmente superarsi. Un pezzo assolutamente preponderante, e da trasmettere ovunque.

Da questo momento, inizia tutta una serie di titoli e composizioni di peso, molto significativi: "Viaggio a Giakarta", deliziosamente orientaleggiante (Paolo Ricca, Riccardo Moffa); il sunnominato "Poiana", bellissimo brano. Il leggermente fuori di sesto "Guarda", con lo straordinario violino di Lautaro Acosta a mantenere gli equilibri. Molto riuscito "Clark and Joy", un bel rock che è sostenuto dalla chitarra di José Perfetto. Si ritorna ad atmosfere magicamente esotiche, meno occidentali insomma, con "Song of Tatanka Lyolanka", una delle narrazioni più poetiche e piacevoli dell'album. L'elettrica di Marco Roagna è qui co-protagonista. La relativamente breve "Ashantarantarantan" è un'altra delle immersioni meditative nell'Asia più estrema di Chiummento, e fa da apripista a "New Reasons" e "Costruire", sicuramente tra le migliori canzoni mai prodotte da questo artista (si passa dall'inquieta e tormentosa "malattia" dell'uomo moderno ["New Reasons"] a un inno di speranza ["Costruire"]).


 Francesco Chiummento


L'output di Chiummento, pur rifacendosi alla tradizione del rock / del rock d'avanguardia,  rompe con tutti gli elementi convenzionali della convenzionalità. Non tanto nella forma (che comunque nel suo caso non risulta irrigidita) quanto più nell'atto esecutivo.











Francesco Chiummento. Brevi cenni biografici.


                       I soldi sono pochi e l'arte è tanta...


Francesco Chiummento (classe 1954) è un operaio - o, meglio, ex operaio - con la passione per la musica. Ha lavorato per oltre 40 anni in fabbrica come elettromeccanico; l’ultima sua esperienza è stata la Thyssen Krupp di Torino, dove nel 2007 morirono sette operai.

Il suo grande amore per l'universo dei suoni e il suo incontenibile impulso creativo lo ha portato a suonare in diverse band torinesi fin dal 1975, nonché a incidere alcuni dischi autoprodotti. Nel 2001 ha vinto il premio della critica al “Premio Ciampi” di Livorno. Alcuni suoi dischi solisti: Segnali di pace, Delirio, Il Viaggio, Resilience/The Story of Daniel.


    Alcuni nostri altri articoli rapportabili all'artista:

                               L'album Segnali di pace 


Francesco Chiummento - "Il vuoto dentro" (brano sull'alienazione e la solitudine)


                          L'album Il Viaggio



      Link fondamentale:

Francesco Chiummento su Bandcamp




Resilience / The Story of Daniel

PROGETTO GRAFICO: Gaia Chiummento e Gabriele Pellistri

COPERTINA THE STORY OF DANIEL: Cosimo Malorgio

COPERTINA RESILENCE: Gaia Chiummento

FOTO: Alex Catania, Roberta Rustico

STAMPA DISCO: CD Click, Formello, Roma

SUPERVISIONE DISCHI: Mirko Jymi e Paolo Ricca


                                    Ordina a: www.facebook.com/francesco.chiummento




venerdì, dicembre 25, 2020

Neil Ardley, jazz ed elettronica

 Cosa doveva essere la scena jazzistica inglese negli Anni Sessanta e Settanta! Un interscambio di esperienze, amicizie che esistevano per la durata di un concerto e altre che duravano per tutta la vita, "ospitate" nei dischi dei colleghi, il portare a spasso il proprio talento anche in generi musicali diversi e poter arricchire così di continuo le proprie conoscenze e il proprio repertorio... 

Un amalgama interessante - a Londra e dintorni - fu quello tra il jazz e il rock, con il vento che soffiava da Canterbury. Musica immaginifica, piena di colori, a volte meditativa, quasi sempre capace di sorprendere.



Neil Ardley (1937-2004) fu una figura singolare, nel senso di interessantissima, della musica jazz inglese. Suonava il piano (partì dalla tradizione, amava Duke Ellington e Gil Evans) ma era anche uno scrittore che compilò diversi manuali e guide divulgative per ragazzi: di tecnica e scienza. Persino libri di ornitologia, e ovviamente di musica. Si contano oltre 100 volumi scritti da lui! 

 Illustrazione di World of Tomorrow, dove Neil Ardley prospettava un futuro del mondo alquanto... glaciale


Era laureato in chimica ma fin da bambino aveva questo interesse per la musica che lo avrebbe portato dapprima a dirigere la New Jazz Orchestra (celebre ensemble nato nel sud di Londra) e poi a pubblicare album che tendevano verso la sperimentazione. Il suo era un misto di jazz e classica con l'impiego dell'elettronica. 

Nei dischi di Ardley suonarono gli amici che aveva conosciuto nella New Jazz Orchestra: il trombettista scozzese Ian Carr (Nucleus), il batterista Jon Hiseman (John Mayall's Bluesbreakers, Colosseum, Barbara Thompson's Paraphernalia...), la moglie di Hiseman, ovvero la sassofonista Barbara Thompson (Colosseum, Keef Hartley Band, i propri Paraphernalia ecc.), Dave Gelly (critico musicale e presentatore radiofonico, nonché sassofonista), il trombonista e tastierista Michael Gibbs, il sassofonista, flautista, clarinettista Don Rendell e il batterista Trevor Tomkins (ex membro dei Gilgamesh, poi anche lui Nucleus).


Prendiamo uno di questi album: Kaleidoscope Of Rainbows, del  1976. L'elenco dei musicisti che hanno partecipato alla sua realizzazione si legge come il Who's Who della fusion britannica e del prog canterburiano.



- Synthesizer: Neil Ardley * (Nucleus, Jon Hiseman, John Martyn)
- Tromba, flicorno: Ian Carr (Nucleus)
- Piano elettrico, synth – Dave MacRae (Matching Mole, Nucleus, Soft Machine)
- Basso: Roger Sutton (Nucleus,B rian Auger)
- Percussioni, vibrafono: Trevor Tomkins (Gilgamesh, Nucleus)
- Chitarra: Ken Shaw
- Batteria: Roger Sellers (Nucleus)
- Sax, flauto: Barbara Thompson 
- Sax: Bob Bertles (Nucleus)
- Violoncello: Paul Buckmaster (3rd Ear Band)
- Tastiere: Geoff Castle (Nucleus)
- Sax, clarinetto: Tony Coe (Nucleus)
- Sax, flauto, flauto alto (soprano): Brian Smith (Nucleus)


Armonia delle sfere

La musica di Ardley ha in sé un quantum di ingenuità voluta, con i tempi e il ritmo mantenuti abbastanza semplici ma con la libertà di improvvisare. Ardley cerca l'approccio etereo a questa variante moderna del jazz, con l'aggiunta di synth polifonici. È una musica che "bazzica" nell'universo di note tradizionale ma che presenta dissonanze ed effetti spaziali. Conseguenza: i suoi dischi sono "aldilà" dell'ascolto normale. Non possono accontentare i puristi del jazz né gli amanti del rock progressivo sinfonico, ma solo coloro che sono aperti a nuovi suoni (in quegli anni, sì, erano abbastanza nuovi) e che sono pronti a lasciarsi trascinare in una dimensione dove il tempo e lo spazio sono distorti.



Don Rendell, Ian Carr, Neil Ardley
Greek Variations & Other Aegean Exercises





sabato, ottobre 24, 2020

Quando il lockdown costringe i musicisti ad arrangiarsi

Adesso andiamo a sentirci, dei Métronhomme, "Arkè".


È un brano dal loro "lockdown"-EP dal titolo Tutto il tempo del mondo - 1.òikos. Vedi un articolo dedicato, con recensione, su Prog Bar Italia (clicca qui!).

Il video è opera della videomaker Giorgia Tranquilli, moglie del pianista della band (Tommaso Lambertucci).


Curiosità; nel video si vede anche una mano, o meglio la radiografia di una mano... Beh, non è una finzione! Il chitarrista, Marco Poloni, si era fratturato un dito. In suo onore, è stato immortalato nel video di "Arkè", appunto, il suo arto attraversato dai raggi X...


Significato del brano

 "Arkè" è un brano sulla paura, sul terrore. Le sonorità oscure lo evidenziano, ma, per rendere maggiormente l'effetto, in coda è stato inserito l'ultimo discorso pubblico del presidente romeno Nicolae Ceaușescu (Bucarest, 21 dicembre 1989). Un audio terribile che - i ragazzi di Métronhomme ne sono ben consci- amplifica l'effetto "disturbante".






Tutto il tempo del mondo, quinto disco in studio del gruppo di Macerata, è nato in condizioni di difficoltà quasi estreme. L'idea di dare la stura a un "esperimento compositivo" per superare lo iato costrittivo è stata di Mirco (o Mirko) Galli, il bassista. I Métronhomme hanno iniziato nel secondo giorno del "lockdown", per essere precisi. Il problema era: non potevano usare la sala prove né andare a recuperare eventuali strumenti, trovandosi questi al di fuori dei confini comunali. (Conosciamo tutti le restrizioni imposte a causa del propagarsi del virus.)

Con l'eccezione di Lambertucci, che ha il pianoforte in casa e lo studio di registrazione nella sua cantina insieme all'intera strumentazione (una fortuna: così è stato possibile il mixaggio immediato del lavoro), gli altri si sono dovuti riorganizzare.

Marco, sprovvisto di chitarra elettrica rimasta in sala prove, ha utilizzato il pianoforte verticale che ha in casa (leggermente scordato, come si può sentire in "Quarantine", ma la band ha deciso di non scartare quel contributo proprio per l'effetto non artefatto); ha utilizzato inoltre il Maschine, strumento elettronico che si era comprato poco prima e dal quale è rimasto affascinato per via delle numerose possibilità sonore che esso offre; e ha usato altresì una chitarra acustica 12 corde di cui una rotta (!). Tutta l'effettistica in "Di una Moneta che Cade" (terza traccia) è partita da un suo esperimento: collegare la vecchia 12 corde al Maschine!




Mirko (il bassista) ha impiegato il periodo in casa costruendo il suo secondo basso (è bravo in falegnameria e in altri ambiti da homo faber!) e con quello ha registrato quasi tutti i nuovi pezzi. Ha usato anche un synth-bass. 

Andrea Lazzaro Ghezzi, il batterista, che non può suonare la batteria acustica nel suo appartamento (e la tiene in sala prove), si è sbizzarrito a trasformare diversi oggetti in strumenti percussivi (vedi nostro articolo).

Lo stesso Andrea ci racconta:

"Ho utilizzato un oggetto alla volta, cercando di ricostruire le ritmiche che avevo in mente, sincronizzando, alla fine, le varie tracce. È stato un lavoro tanto divertente quanto impegnativo! Spesso mi son ritrovato a ricominciare da zero perchè magari, la mattina dopo, non mi piacevano più le cose registrate il giorno precedente! Ma è stato fantastico sentire, di giorno in giorno, come crescevano i pezzi con gli arrivi via mail dei mix contenenti le aggiunte degli altri. Sorprendente soprattutto il fatto che le varie parti suonate senza comunicare direttamente tra noi fossero coerenti..."

Stupiamo nell'apprendere che una bacinella da bucato, usata come base ritmica, suona meglio di una cassa DW da 1000 €!

L'esito finale di questa vera e propria ricerca sperimentale... "coatta", in gruppo ma nel contempo separati, è davvero stupendo. I membri dei Métronhomme si sono divertiti a provare nuovi materiali e nuove tecniche. Ciò ha accresciuto la loro voglia di superare i limiti del fattibile. E, dopo aver terminato un paio di brani, hanno scoperto che erano sulla strada di potere e volere fare un album. Hanno perciò comunicato la loro idea a Vannuccio Zanella (il loro editore con la Micio Poldo) e a Loris Furlan, i quali li hanno sostenuti sulla fiducia.

Altro brano: "Supermarket"





Facit: un risultato geniale sul serio. Eccolo: