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giovedì, giugno 03, 2010

Missione Mars - si parte!

Si trovano in un centro aerospaziale alla periferia di Mosca. Trattasi di sei astronauti che stanno simulando il più lungo volo spaziale con uomini a bordo della storia, fino all'atterraggio su Marte. Tra gli effetti sperimentati: le possibili conseguenze psicologiche di una simile odissea.

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Tra i sei c'è anche l'italiano Diego Urbina.

Dopo 240 giorni di "vagabondaggio tra le stelle", tre di loro faranno finta di esplorare il Pianeta Rosso per un mese. Quindi, la "navicella" (una saletta di 180 metri quadri con servizi minimi ma essenziali) ripartirà - sempre per finta - verso la Terra. In tutto, 520 giorni senza la possibilità di vedere parenti e amici, con una comunicazione via sms (gestita dal centro di controllo) che si farà sempre più rarefatta, fino a dover sopportare un intervallo fra le parti di 40 minuti.

Oltre a Urbina fanno parte del gruppo un francese, un cinese e tre russi. Per loro, il tempo verrà diviso fra lavoro, ricreazione e riposo, ognuno di otto ore al giorno. I viveri verranno razionati. La simulazione non potrà fare accelerare i tempi del vero viaggio su Marte che è previsto fra una trentina di anni. Quando scoccherà l'ora fatidica, non si potrà prescindere dalla distanza fra le orbite del Pianera Rosso e della Terra, che variano dai 55 agli oltre 400 milioni di chilometri.

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Attenti ai marziani!

Nell'attuale missione, comunque, l'Istituto Russo per i Problemi Biomedici (Ibmp) e l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) sono interessati a scoprire principalmente gli effetti sulla mente del lungo, duro, futuro viaggio.

Possono vederli anche gli utenti di Internet tramite il sito
http://mars500main.appspot.com.

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L'intervista de La Stampa a Diego Urbina del 23/03/2010


Il candidato italo-colombiano: mi porto un pc carico di musica e film



di ROBERTO GIOVANNINI


Diego Urbina è nato a Bogotà 26 anni fa, da padre colombiano e madre italiana: nel 2002 è arrivato a Torino, dove (simulazioni e training permettendo) da allora vive. Al Politecnico si è laureato in Ingegneria Elettronica, poi è arrivato un master in Studi Spaziali a Strasburgo. Parla italiano con un pochino di accento, il suo inglese è impeccabile; sa anche il francese e lo spagnolo e sta imparando il russo.

Diego, perché vorrebbe partecipare a «Mars 500?»
«Beh, è qualche anno che lavoro ad esperimenti nello spazio, e questo è il massimo degli esperimenti che si possono fare da Terra. E poi voglio fare la mia parte: quando arriveremo su Marte, mi piacerebbe poter dire che io ho dato il mio contributo».

Perché è importante andare su Marte?
«Perché l'esplorare è nella natura umana e dobbiamo cercare un'altra frontiera. E poi ci sono anche ragioni di sopravvivenza della civiltà umana: se ci fosse un problema per il nostro pianeta, per la Terra. Avendo una base su Marte sarebbe tutto diverso».

Che cosa si porterà a «bordo», se partirà?

«Il mio pc carico di musica, video, film, e tanti romanzi».

Qual è stato il momento più difficile nel training?
«L'esercitazione di sopravvivenza nei boschi, in Russia. Non c'è stato rischio vero, ma il comandante ha simulato di essersi rotto la gamba. Abbiamo dovuto trascinarlo con un metro di neve per un km. Durissima, e faceva meno 5».

E l'esperienza più bella?
«Indossare la tuta spaziale per simulare la discesa sul suolo di Marte. Sono tute vere: all'inizio non si riesce a respirare ed è difficile muoversi, ma poi sei così emozionato che non ci fai più caso. E' stato eccitante».

E che premio si aspetti per tutti i suoi sacrifici?
«La ricompensa è avere fatto un'esperienza simile. Vorrei lavorare in aziende del settore spaziale, certamente. Ma intanto il premio c'è già: impariamo tante cose durante il training, facciamo tanta scienza, e abbiamo la possibilità di guardare da vicino come funziona il programma spaziale russo. Certo non lo facciamo per i soldi: sicuramente non diventiamo ricchi con quello che guadagniamo qui».

La fidanzata come l'ha presa?
«Non c'è la fidanzata, in questo momento, per fortuna».

Però potrebbe stringere con i colleghi russi una forte amicizia, no?

«Magari un'amicizia non tanto stretta» (e ride di cuore).

lunedì, aprile 05, 2010

L'Inter è a Mosca, domani il ritorno dei quarti

Contro il CSKA c'è Supermario!


Sarà dura nell'inferno di ghiaccio moscovita, ma d'altronde i Neroazzurri, grazie a Mou, hanno imparato ad affrontare ogni esame con grande convinzione. Non mi sorprenderebbe se l'Inter giocasse addirittura con 3 o 4 punte! L'Inter è diventato l'equivalente di ciò che per noi italiani rappresentava il Milan dei tempi gloriosi di Rijkard, van Basten e Gullit... Perciò: supportiamola!

La probabile formazione (4-4-2) :


Julio Cesar

Maicon, Lucio, Samuel, Zanetti

Stankovic, Cambiasso, Motta
Sneijder


Pandev, Milito.


Tra gli uomini in panchina: Eto’o e Balotelli.


Mario Balotelli Barwuah


Supportiamo l'Inter! E' importante farlo soprattutto ora che si è riaperta una campagna diffamatoria nei confronti della Beneamata. Ma, si sa: l'Italia è il Paese del revisionismo. E mi spiego.

Nella scorsa legislatura del Centrodestra, la TV è stata sommersa da programmi "storici" in cui eminenti professori (anche e soprattutto sulla RAI) di fatto perdonavano Mussolini e la dittatura fascista, sbugiardando i libri di testo. Ora - e torniamo a petardo al calcio -, sedicenti giornalisti sportivi vogliono addirittura beatificare il truffaldino Luciano Moggi... Così, il club che per anni è stato danneggiato più di tutti dalle tresche di Calciopoli, ovvero appunto l'Inter, viene nuovamente messo in croce!

Ecco che cos'è l'Italia: una bolgia di ipocriti, di venduti! Una massa di pseudotifosi che si inchinano al cospetto delle volgarità e dei complotti forgiati dai vari Moggi, Giraudo, Galliani e compagnia bella.

Sul Corriere, Piero Ostellino rivede e ribalta i fatti attinenti a Moggiopoli/Calciopoli, scrivendo un mucchio di baggianate che risulterebbero ignobili per qualsiasi blogger di serie B, figuriamoci dunque per un giornalista iscritto al famigerato Albo! Su tutti i forum, la provocazione ostelliniana viene ripresa dai tifosi bianconeri, i quali da diverse stagioni sono alla ricerca di uno scampolo di orgoglio; ed ecco che, in migliaia di commenti a calce di articoli sugli scandali del calcio nostrano, costoro osannano il pennarolo (= "editorialista") del Corriere della Sera. Nel farlo, "ricordano" che Guido Rossi è stato manager di Telecom... Peccato che "dimentichino" che Rossi è anche stato nel CdA della FIAT!



Ripeto quanto sopra: l'Italia è il Paese dei falsi (e non necessariamente "falsi d'autore"). Abbiamo una marea di persuasori non-più-tanto-occulti che, mentre vanno predicando l'amore e l'unità della nazione, fanno di tutto per scaldare gli animi, aizzando le folle che, tanto, sono ormai completamente prive di self control (come nel prologo di ogni bravo ventennio dittatoriale). Anche per questo, anche per contrastare l'astio dilagante, anche per contenere tali sguazzi di bile nera che rischia di sommergerci, domani bisogna che tutti... tutti!... facciamo il tifo per l'Inter. E' giunta l'ora di dimostrare che siamo un popolo unito, dai sentimenti patriottici e, soprattutto, in grado di ragionare previo uso dei nostri stessi neuroni.



F O R Z A ......... I N T E R ..... !




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