Zerovirgolaniente

Il blog di Peter Patti

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giovedì, gennaio 16, 2014

Un thriller con risvolti spionistici - il primo caso della reporter di colore Miriam Mayer



Un omicidio a Monaco di Baviera. Miriam Mayer, che è alla ricerca del suo primo scoop di cronaca nera, si butta sul caso senza sospettare che, dietro alla "banale" uccisione di un macró russo, si aprono scenari ben più ampi e... pericolosi.

Le ricerche la porteranno nella San Pietroburgo fresca di Glasnost, con l'inflazione alle stelle e molti cittadini certi che le cose andavano meglio prima, al tempo del comunismo. Occorre trovare a tutti i costi la piccola Katrinka: la "matrioska" formato mignon sa, o potrebbe sapere, tante cose su certi affari sporchi tra ex burocrati sovietici e un misterioso personaggio dell'alta politica tedesca...


Oltre dieci anni fa, Mario Biondi (lo scrittore, non il cantante!) mi chiese di mandargli un romanzo giallo per conto dell'editore per cui lavorava. Scrissi in fretta Matrioska. Per un motivo o per l'altro, la pubblicazione non avvenne e io mi disinnamorai del progetto (prendendo decisamente distanza dal mondo dell'editoria ufficiale).

Pochi mesi fa, scartabellando tra vecchi files, ritrovai quel famoso giallo semi-incompiuto. Ho iniziato a rilavorarlo e vi ho aggiunto le scene finali. Et voila! Eccolo bello pronto per chiunque possieda un Kindle.
Devo dire che Miriam e la piccola Matrioska (questo il nuovo e definitivo titolo!) sa molto di Mario Biondi, della sua straordinaria sapienza come editor e della sua conoscenza della letteratura angloamericana (ha tradotto nella nostra lingua molti best seller). Ma io ci ho messo molto del mio, modestamente. Prima cosa, ho cambiato l'ambientazione: da Milano a Monaco di Baviera...

Dopo le storie di Smoke - cyberdetective privato e i racconti horror-noir firmati con lo pseudonimo franc'O'brain, Miriam e la piccola Matrioska è il primo vero tentativo che faccio di sfornare un thriller di ampio respiro.
Tentativo meravigliosamente riuscito, come io stesso devo ammettere. Ma quanti anni sono passati da quando esposi al grande Biondi la trama originale! Spesso i libri hanno una gestazione lunga e travagliata.


****

Miriam e la piccola matrioska
Krimiromanzo

Miriam Mayer è una giornalista di colore con passaporto tedesco. Finora ha scritto di moda, ma lei spera di potersi guadagnare i galloni come cronista di nera. Per farlo le occorre convincere il direttore del 'Kompakt', giornale per cui lavora.
Il primo caso in cui si imbatte la conduce nel giro della prostituzione. E poi anche più in là.

In che modo la sparizione della giovanissima Katrinka è collegata alla morte di Ivan Filippovic, notorio macrò? E quale ruolo ha nella vicenda Johnny, lo sfigato bullo di periferia? ...


Pubblicato da peter patti alle 7:09 PM Nessun commento:
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venerdì, febbraio 15, 2013

Asteroidi e meteoridi


Una piccola lezione 'cosmologica'

Ogni giorno numerosi meteoridi entrano nella nostra atmosfera. Se raggiungono la superficie terrestre, li chiamiamo meteoriti.
Un asteroide invece è ben diverso... O no?



         Simulazione della NASA: l'asteroide "2012 DA14" sfiora il nostro pianeta  


Un meteorite si disintegra al di sopra delle montagne dell'Ural e i suoi spermii feriscono e spaventano gli abitanti di sei luoghi abitati. Qualche ora dopo, l'asteroide 2012 DA14 manca di poco la Terra... Due eventi troppo vicini per non causarci un'ansia da apocalisse fantascientifica. 
Ma tra i due fenomeni non c'è collegamento. 


Gli asteoridi
sono perlopiù corpi celesti innocui. Hanno un diametro che va dai 10 metri ad alcune migliaia di chilometri. Risalgono alla "preistoria" del nostro sistema solare e sono fatti della stessa materia primigenia dei pianeti.
La maggior parte degli asteroidi si muovono su un'orbita stabile tra Marte e Giove. Alcuni seguono tuttavia un percorso ellittico (l'ellisse, come si sa, è un circolo imperfetto), posseggono una sigla ben precisa giacché sono tutti catalogati e vengono continuamente "sorvegliati". Secondo la NASA, esistono al momento circa 500.000 asteroidi la cui orbita è "prossima alla Terra".
L'asteroide 2012 DA14 è in parte sfuggito a tale controllo assiduo; è stato infatti scoperto solo nel febbraio 2012. Ha un diametro di 45 metri e transiterà a 27.500 chilometri da noi e a una velocità di 8 chilometri all'ora.



Quando gli asteroidi si scontrano nello spazio, si creano "schegge" che si fiondano in diverse direzioni: i meteoridi (= le meteore). Lo stesso nome viene dato dagli scienziati ai "pezzetti" di pianeti (che si staccano per via della gravitazione) e ai - chiamiamoli così - "sassi ribelli" che si separano dalle code delle comete.
I meteoridi, o le meteori, penetrano quotidianamente nella nostra atmosfera, ma da essi non scaturisce nessun pericolo; quasi mai. Poiché sono velocissimi (fino a 100 km. al secondo), di regola si disintegrano ad alta quota. Ma i più grossi di questi bolidi possono arrivare a sopravvivere all'impatto con l'atmosfera terrestre e a creare danni seri... vedi i meteoriti di stamani nella regione di Cheljabinsk (Russia).

Accade raramente, ma accade.




Pubblicato da peter patti alle 6:52 PM Nessun commento:
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sabato, maggio 12, 2012

Miss Bielorussia 2012

Queste sì che sono splendide ragazze!

Yulia Skalkovich, vincitrice a Minsk del titolo di Miss Belarus per l'anno 2012.

La Bielorussia ("Russia Bianca") è indipendente fin dal 1990. Il suo ordinamento è quello di una repubblica presidenziale, ma di fatto trattasi di dittatura bell'e buona. La censura sui media è assai rigida e nelle edicole (appartenenti allo Stato) arrivano quasi solo i giornali filogovernativi. Stampa e TV propagano una visione del mondo russocentrica, e non c'è da sorprendersi: la Bielorussia è l'alleato più fedele dell'odierna Russia. Il suo presidente-padrone, Alexander Lukashenko (un tizio che vaneggia sulla forza di Hitler e sul carisma di Stalin), viene spesso fotografato in compagnia di Dimitry Medvedev e Vladimir Putin.


La centrale nucleare di Chernobyl subito dopo l'esplosione (1986). La nuvola radioattiva procurò ingenti danni alla Bielorussia, che ancora oggi investe circa l'8% del suo PIL nel tentativo di risanarli

E' un Paese in cui sembra ancora di vivere nel comunismo: in tutte le città esiste una Via Karl Marx e, quasi sempre, la piazza principale reca la denominazione Oktyabrskaja. Un alone di paranoia, di folle paura, circonda ogni gesto e ogni parola; opporsi al volere del presidente è pericoloso per ognuno dei circa 9 milioni di cittadini (tendenza: calante; la natalità in Bielorussia è ai valori minimi...). Il Padre ("Bat’ka"), come si fa chiamare Lukashenko, sa come esercitare il controllo sulla Nazione. I suoi metodi forse non saranno raffinati, ma per alcuni versi essi sarebbero in grado di fare impallidire persino il Big Brother orwelliano. La polizia di Stato - K.G.B. ! - picchia brutalmente (e uccide) chi invoca una maggiore democrazia o si mostra eccessivamente filo-occidentale, ed è impensabile attendersi delle elezioni presidenziali libere.
D'altro canto, però... Disoccupazione? I bielorussi ignorano che cosa sia. E Minsk, la capitale, si presenta come una città moderna con grandi, austeri edifici e dove il costo della vita è relativamente basso. A Minsk i delitti sono praticamente sconosciuti e i trasporti pubblici funzionano infallibilmente. Inoltre, il centro-città è pieno di donne belle ed eleganti.
Dunque: il posto ideale dove trasferirsi... all'apparenza.


Peccato, fanciulle! Forse non ci incontreremo mai: troppi muri tra di noi

Pubblicato da peter patti alle 6:52 AM Nessun commento:
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giovedì, giugno 02, 2011

Un ennesimo dramma della fame in Europa

BIELORUSSIA



Come scrive The Telegraph, il governo di Minsk ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale un prestito di 8 miliardi di dollari. Ma di tali "aiutini" la Bielorussia ha già goduto in passato... e si intuisce che anche in futuro batterà a cassa.

Video (in inglese) sulla situazione nel Paese ex membro dell'URSS: http://youtu.be/Cn1mNSg__Kg


Come può accadere tutto ciò?

Gli aumenti dei prezzi del greggio imposti dalla Russia, oltre alle incredibili "spese di Stato" di cui si è fatto responsabile il governo bielorusso - soprattutto alle ultime elezioni presidenziali -, hanno portato al lastrico l'economia nazionale. 

Il gabinetto del presidente
Lukaschenko ha ordinato, tra ieri e oggi, uno stop ai rincari del cibo. Questa manovra segue quella del 24 maggio, ovvero il deprezzamento del rublo bielorusso (che intanto ha perduto quasi la metà del suo valore nei confronti del dollaro).

Tra i cittadini è esplosa la rabbia, accompagnata ovviamente da disordini e da tentativi (alcuni andati in porto) di derubare negozi e supermercati.



Le proteste non sono dovute soltanto alla carenza di cibo e ai prezzi alti

La Bielorussia è un esempio lampante di dittatura all'interno di un sistema pseudo-democratico. Ultimamente ci sono state sentenze spropositate contro i "nemici" di Lukashenko e in particolare contro i politici in concorrenza con il Presidente, i quali hanno urlato allo scandalo dopo le elezioni dello scorso dicembre, da loro definite "un unico imbroglio". Tutti quanti sono ora in prigione, insieme a molti attivisti del popolo. Il governo ha l'intenzione di usarli come ostaggi per spillare capitali alle nazioni occidentali e - ovviamente - per piegare le gambe al resto degli oppositori interni. Lo scopo finale: instaurare un clima di paura e di collaborazione coatta con il potere come nell'èra pre-1989.


Fascismo=povertà; e, infatti, un'ondata di povertà sta invadendo l'Europa

La Grecia, l'Irlanda e l'Islanda sono i casi più celebri, ma, pur se non se ne parla molto, un inizio di carestia ha già colpito diverse altre aree europee: dalla Moldavia e Romania, attraverso l'Ucraina e l'Ungheria, fino agli Stati Baltici e - appunto - alla Bielorussia. Insomma, regioni assai vaste dove la maggior parte delle banche europee e statunitensi fanno - fin dal 1989 - lucrosi affari. Da una parte, governi ladri e repressivi che si arricchiscono (marionette del capitale globale); dall'altra, la popolazione che muore di fame.

E tutto questo nella "moderna" ed "evoluta" Europa...!


Come sarà il futuro dell'Eurozona (e dell'intero continente)?

Le unioni monetarie possono sopravvivere solo se guidate da un gremium in cui vengono rappresentati tutti i Paesi membri, nonché se i Paesi più forti sono disposti a versare denaro nelle casse di quelli deboli - quasi secondo il principio dei vasi comunicatori. Ma, in primis, le unioni monetarie hanno ragione di essere se sono nate per plebiscito popolare. Che cos'è accaduto invece nel Vecchio Continente? Accaniti "eurocrati" di ogni nazionalità hanno imposto il loro volere ai cittadini europei; ubbidendo loro stessi a ordini dall'alto...

Come si vede, vincitori di questo stupido quanto crudele gioco sono, ancora una volta, le multinazionali.

Anche se Bielorussia, Ucraina e altre nazioni dell'Est non sono ancora entrate a far parte dell'Eurozona, ne subiscono l'influenza. Certo, la loro crisi è dovuta ai propri tiranni corrotti e all'arroganza imperialista del gigante Russia, ma altresì alla cinica avidità dei... Soliti Sospetti. Molti dei quali non possiedono necessariamente un passaporto est-europeo.


                       Tradotto da: The Italy Dispatch, The Crow Dispatch



Pubblicato da peter patti alle 2:50 PM Nessun commento:
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giovedì, giugno 24, 2010

Russia e Bielorussia ai ferri corti a causa del gas

La guerra del gas tra Mosca e Minsk ha fatto una prima vittima europea: la Lituania che dipende al 100% dalla forniture russe. La piccola repubblica baltica ha registrato oggi il 40% in meno di gas russo in transito dalla Bielorussia. Dunque, la minaccia bielorussa di "chiudere le condotte" ha cominciato a essere attuata.


La reazione del commissario UE all'energia, il tedesco Ottinger, è stata immediata e durissima: "Non è un problema per un solo Paese, è un attacco contro tutta l'Unione Europea", ha detto dopo l'incontro col ministro ucraino per l'Energia.




Leggi questo approfondimento datato due giorni fa sugli attriti tra Gazprom e governo di Minsk: "L'UE rischia di rimanere senza gas".




Pubblicato da peter patti alle 4:49 AM Nessun commento:
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lunedì, aprile 05, 2010

L'Inter è a Mosca, domani il ritorno dei quarti

Contro il CSKA c'è Supermario!


Sarà dura nell'inferno di ghiaccio moscovita, ma d'altronde i Neroazzurri, grazie a Mou, hanno imparato ad affrontare ogni esame con grande convinzione. Non mi sorprenderebbe se l'Inter giocasse addirittura con 3 o 4 punte! L'Inter è diventato l'equivalente di ciò che per noi italiani rappresentava il Milan dei tempi gloriosi di Rijkard, van Basten e Gullit... Perciò: supportiamola!

La probabile formazione (4-4-2) :


Julio Cesar

Maicon, Lucio, Samuel, Zanetti

Stankovic, Cambiasso, Motta
Sneijder


Pandev, Milito.


Tra gli uomini in panchina: Eto’o e Balotelli.


Mario Balotelli Barwuah


Supportiamo l'Inter! E' importante farlo soprattutto ora che si è riaperta una campagna diffamatoria nei confronti della Beneamata. Ma, si sa: l'Italia è il Paese del revisionismo. E mi spiego.

Nella scorsa legislatura del Centrodestra, la TV è stata sommersa da programmi "storici" in cui eminenti professori (anche e soprattutto sulla RAI) di fatto perdonavano Mussolini e la dittatura fascista, sbugiardando i libri di testo. Ora - e torniamo a petardo al calcio -, sedicenti giornalisti sportivi vogliono addirittura beatificare il truffaldino Luciano Moggi... Così, il club che per anni è stato danneggiato più di tutti dalle tresche di Calciopoli, ovvero appunto l'Inter, viene nuovamente messo in croce!

Ecco che cos'è l'Italia: una bolgia di ipocriti, di venduti! Una massa di pseudotifosi che si inchinano al cospetto delle volgarità e dei complotti forgiati dai vari Moggi, Giraudo, Galliani e compagnia bella.

Sul Corriere, Piero Ostellino rivede e ribalta i fatti attinenti a Moggiopoli/Calciopoli, scrivendo un mucchio di baggianate che risulterebbero ignobili per qualsiasi blogger di serie B, figuriamoci dunque per un giornalista iscritto al famigerato Albo! Su tutti i forum, la provocazione ostelliniana viene ripresa dai tifosi bianconeri, i quali da diverse stagioni sono alla ricerca di uno scampolo di orgoglio; ed ecco che, in migliaia di commenti a calce di articoli sugli scandali del calcio nostrano, costoro osannano il pennarolo (= "editorialista") del Corriere della Sera. Nel farlo, "ricordano" che Guido Rossi è stato manager di Telecom... Peccato che "dimentichino" che Rossi è anche stato nel CdA della FIAT!



Ripeto quanto sopra: l'Italia è il Paese dei falsi (e non necessariamente "falsi d'autore"). Abbiamo una marea di persuasori non-più-tanto-occulti che, mentre vanno predicando l'amore e l'unità della nazione, fanno di tutto per scaldare gli animi, aizzando le folle che, tanto, sono ormai completamente prive di self control (come nel prologo di ogni bravo ventennio dittatoriale). Anche per questo, anche per contrastare l'astio dilagante, anche per contenere tali sguazzi di bile nera che rischia di sommergerci, domani bisogna che tutti... tutti!... facciamo il tifo per l'Inter. E' giunta l'ora di dimostrare che siamo un popolo unito, dai sentimenti patriottici e, soprattutto, in grado di ragionare previo uso dei nostri stessi neuroni.



F O R Z A ......... I N T E R ..... !




Leggi su Goal.com tutte le news su Calciopoli

Pubblicato da peter patti alle 10:34 AM 2 commenti:
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lunedì, febbraio 02, 2009

Ennesimi omicidi politici in Russia

Il 19 gennaio è stata uccisa in pieno centro di Mosca Anastasia ("Nastyia") Baburova, giornalista della Novaya gazeta. Insieme a lei era il 34enne avvocato Stanislav Markelov. Lui è caduto per primo. Il sicario ha mirato alla sua nuca. La Baburova ha cercato di inseguirlo, ma è stata colpita a sua volta da una pallottola alla testa.
anastasia baburova
stanislav markelov
Stanislav Markelow rappresentava gli interessi delle vittime torturate e giustiziate in Cecenia. Si occupava inoltre di casi in cui sono stati coinvolti gruppi neofascisti appoggiati dal governo di Putin. Dopo la morte di Anna Politkovskaya, Markelow fu parte civile nei processi ai giornalisti che di quell'omicidio scrissero con toni poco graditi al governo.
Un altro fra i suoi clienti di rilievo era il giornalista Mikhail Beketov, aggredito e picchiato selvaggiamente nel novembre 2008.
Markelow era anche l'avvocato della famiglia di Igor Domnikov, un redattore della Novaya gazeta che venne ucciso nel 2000, e stava tentando di convincere le autorità a trascinare davanti al giudice gli assassini di Domnikov, che si trovano ancora a piede libero.


Anastasia Baburova aveva soltanto 25 anni e lavorava come freelance per la Novaya gazeta da pochissimi mesi: aveva infatti iniziato nell'ottobre 2008, decisa a investigare sulle organizzazioni neonaziste e a svelare la verità che si cela dietro ai loro efferati crimini.


I sospetti sul doppio omicidio sono subito caduti sull'ex colonnello Igor Budanov, che in Cecenia ha torturato e seviziato a morte la 18enne Elza Kungayeva. Budanov, condannato a 10 anni di carcere per crimini di guerra (uno dei pochissimi casi di ufficiali costretti a essere processati), è stato rilasciato 18 mesi prima della scadenza della prigionia. Motivo: "buona condotta". Stanislav Markelow era uno degli avvocati della famiglia Kungaev e aveva protestato vanamente contro la liberazione del colonnello.




Putin, il nuovo zar

Putin è diventato Presidente russo il 26 marzo 2000 e, strano ma forse no, l'omicidio a Elza Kungaeva nel villaggio ceceno di Tangi fu perpetrato la stessa sera della sua elezione. Il colonnello Budanov dovette affrontare il processo quasi a rappresentanza di tutti gli altri ufficiali colpevoli di torture e omicidi in Cecenia e che, com'è tipico della Russia, l'hanno fatta franca. Ora è libero anche Budanov ed è logico pensare che il killer che ha eliminato Markelow e la Baburova abbia agito dietro sua richiesta. Ma non ci sarà, ovviamente, nessuna vera inchiesta, così come è accaduto dopo l'omicidio ad Anna Politkovskaya.
L'8 maggio 2008, Vladimir Putin divenne il nuovo Premier e come Presidente subentrò al suo posto Dmitri Medvedev, comunemente ritenuto una marionetta dell'ex capo del KGB.


E' ormai lunghissima la lista dei giornalisti che hanno trovato la morte perché si sono rivoltati contro la corruzione e le ingiustizie del governo di Mosca. Lo scorso agosto, nella Inguscezia (un'altra repubblica nord-caucasica), è stata la volta di Magomed Yevloyev, responsabile di un sito Internet di opposizione. (Maggiori informazioni qui: http://ingushetiya.wordpress.com/) I suoi fans hanno immediatamente puntato il dito contro l'allora presidente e ministro degli interni dell'Inguscezia e ci fu un plauso generale quando il Cremlino depose l'uomo da entrambe le cariche. Ma lui nel frattempo ha trovato una nuova sistemazione come ispettore generale a Mosca...
L'impunità, a quanto pare, prevale sempre.





Altri giornalisti russi recentemente uccisi o tolti dalla circolazione

Luglio 2008 - Larissa Arap, oppositrice di Putin, viene rinchiusa in manicomio a causa degli articoli in cui denunciava che in centri per la cura di malattie mentali veniva praticato l'elettrochoc su bambini. A denunciarlo è il Fronte Civile Unito, l'organizzazione politica che fa capo all'ex campione di scacchi Kasparov.

Settembre 2008 - Nel Daghestan, regione russa nel nord del Caucaso, Abdulla Alishayev è stato attaccato da un gruppo di uomini non identificati, che lo hanno ferito alla spalla e alla testa. L'uomo è stato operato, ma i medici - riferisce la polizia - non sarebbero riusciti a salvarlo.

Novembre 2008 - Mikhail Beketov, direttore del quotidiano Khimkinskaia Pravdà, viene trovato svenuto in un lago di sangue sotto casa propria. I medici gli amputano una gamba e fanno altri interventi che gli salvano la vita ma lo lasciano come un rudere d'uomo. Un pezzo del cranio gli ha perforato il cervello.

Dal 1992, sono più di 100 i giornalisti uccisi. Solo in Irak e in Algeria ne sono morti di più. (Una lista esauriente si trova qui, oppure qui. Tra di loro anche un italiano: Antonio Russo, un freelance che lavorava per Radio Radicale, ucciso in Georgia attraverso lo schiacciamento del torace, metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull’atrocità della guerra in Cecenia.


Secondo il rapporto di Transparency International del 2008, la Russia occupa, tra i Paesi "trasparenti", il 147simo posto insieme a Kenya, Bangladesh e Siria: ciò significa che è tra i più corrotti. L'Italia di Berlusconi la troviamo al 55simo posto, addirittura dopo il Sud Africa. In cima alla classifica sono Danimarca, Nuova Zelanda e Svezia.

Pubblicato da peter patti alle 3:08 PM 1 commento:
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sabato, giugno 28, 2008

100 anni fa la terribile esplosione sui cieli della Siberia

Tra le ipotesi la disintegrazione di un asteroide, ma anche lo «scontro» con un blocco di antimateria cosmica

 

Un'immagine della foresta carbonizzata (da www.americandigest.org)
Un'immagine della foresta carbonizzata (da www.americandigest.org)

Un secolo fa, esattamente il 30 giugno 2008, in piena Siberia (e per fortuna che non accadde in una regione della Terra abitata dall'uomo!), si verificò un'esplosione equivalente a mille bombe nucleari di tipo Hiroshima. Molte le ipotesi su quel terribile fenomeno o "incidente". Alcuni sostengono addirittura che si sia trattato di un esperimento dell'inventore Nikola Tesla, il quale avrebbe voluto testare il suo "raggio della morte"...
Tante le supposizioni, tanti i tenui indizi, e ancora nessuna ipotesi definitivamente provata. Caduta di una cometa o di un asteroide? Esplosione di una bolla naturale di gas metano? Oppure, per tornare a scivolare sul fantascientifico, collisione fra il nostro pianeta e un grumo di antimateria? Oppure lo schianto di un’astronave aliena?

You Tube: A visit to the site of the Tunguska explosion ('New Scientist')

You Tube: Tunguska Explosion 30 Juny 1908 (contiene riprese filmate dell'epoca)

ACCECANTE COME UN SOLE - Il 30 giugno 1908 alle 7,14 del mattino, quando sull'altopiano siberiano è già giorno, appare un oggetto simile a un disco solare, con una luminosità ancora più accecante del Sole. Sfreccia da Sud-Est a Nord-Ovest, riempiendo il cielo di bagliori intermittenti blu e bianchi e lasciandosi dietro una scia di fuoco e fumo. Fende l'aria con un sibilo, poi piega verso il suolo e inonda l'orizzonte di un rosso cupo, prima di scomparire con un sordo boato. Questa è almeno una delle versioni, riferita da veri o presunti testimoni oculari. Costoro affermarono di aver visto distintamente il disco luminoso, contornato da tutti i suoi fenomeni accessori; altri lo percepirono "soltanto indirettamente", come un lampo, una colonna di fumo, un tremendo tuono che fa vibrare l'aria e il terreno. L’oggetto sembra cadere in una zona disabitata, immediatamente a Nord della Tunguska, uno di quei grandi fiumi che dalle alture orientali si tuffano nel bassopiano siberiano a ingrossare le acque dello Jenisej. Il paesaggio è quello tipico dell'altopiano siberiano: catene montuose e vallate che si succedono monotone, ricoperte dalla taiga, la fitta foresta di conifere secolari. Tutto attorno, una complessa rete fluviale, punteggiata da paludi malsane. La zona, d’inverno, è il regno delle nevi e dei ghiacci, con temperature che scendono oltre i 50°C sotto lo zero. Ancora nel 1908 era poco esplorata, e difatti le carte geografiche erano assai vaghe nel riportarla. Vi vivevano, disseminati in migliaia di chilometri quadrati, popolazioni di cacciatori nomadi. L'oggetto non identificato scelse una depressione naturale per scatenare tutta la forza del suo impatto: una conca circondata da colline e montagne e ricoperta da alte conifere. Le esatte coordinate geografiche, determinate soltanto 19 anni dopo il fatto, sono 60° 53’ 09” di latitudine Nord; 101° 53’ 40” di longitudine Est.

LA FORESTA CARBONIZZATA - Il disastro è di vastissime proporzioni: circa 2mila km quadrati di foresta bruciata e devastata, migliaia di animali abbattuti e, stando alle testimonianze locali, molti cacciatori e abitanti di povere capanne feriti e ustionati; ma, curiosamente, nessun morto tra gli umani. Ancora oggi, a testimonianza di quel cataclisma, resistono centinaia di tronchi di alberi abbattuti e carbonizzati, a indicare con il loro orientamento gli effetti dell’onda d’urto. Al centro dell'esplosione, però, gli alberi rimasero in piedi. Ed è questo uno dei fenomeni più misteriosi, che che dà ragioni agli scienziati che tendono a credere alla teoria dell'esplosione atomica. I bagliori vennero visti fino a una distanza di 600-700 km; il rumore udito fino a ben 1000 km. Per dare un'idea della portata di tali cifre, se l'esplosione si fosse verificata a Roma, sarebbe stato vista da un capo all'altro della penisola e udita da Francoforte a Tripoli, da Barcellona a Belgrado. Il mondo rimase per parecchio tempo più o meno inconsapevole dell'evento, ma i sensibili pennini dei sismografi e dei barografi dell'Europa intera registrarono l'accaduto, che venne interpretato come uno dei tanti terremoti lontani (forse in seguito a qualche eruzione vulcanica). Molti anni più tardi, saranno gli studi comparativi delle registrazioni sismiche e barometriche a permettere di calcolare la potenza scatenata dall'esplosione della Tunguska che fu di circa 13 mila kilotoni, equivalente cioè a un migliaio di bombe come quella sganciata su Hiroshima. Le notti successive all'evento, un altro e più appariscente fenomeno s’impose alle popolazioni europee e asiatiche delle alte latitudini: molte ore dopo il tramonto del Sole, infatti, persistette una luminosità crepuscolare di straordinaria intensità. I giornali parlarono di «fantasmagorici bagliori notturni» e gli astronomi spiegarono che, probabilmente, si trattava di aurore boreali connesse all'attività del Sole.

IL CRATERE CHE NON C'E' - Trascorso il turbine della prima guerra mondiale e della rivoluzione bolscevica, bisognerà aspettare il 1921 perché un ricercatore del Museo di Mineralogia di Petrograd, Leonid A. Kulik, incuriosito dai ritagli ormai ingialliti dei giornali del 1908, decida di compiere il primo sopralluogo nella zona del disastro. Si reca, innanzitutto, nei centri più popolosi ai margini dell'area colpita, alla ricerca di testimoni oculari, e raccoglie una grande quantità di prove. Riesce a ricostruire la traiettoria del corpo, pensa che si tratti di un grosso meteorite che cadendo a terra ha scavato un cratere e ritiene di poterlo scoprire, recuperando anche i frammenti del presunto corpo celeste. Per aver successo nell'impresa occorre una spedizione ben organizzata, in grado di penetrare tra le foreste e le montagne che circondano il luogo dell'impatto. Kulik impiegherà sei anni per convincere i membri dell'Accademia Sovietica delle Scienze a finanziare l'impresa. Ma la ricognizione non dà i risultati sperati: dopo mille fatiche e difficoltà, lo studioso non trova ne’ il cratere, ne’ i frammenti del meteorite.

COMETA O ASTEROIDE? - Per superare queste contraddizioni, comincia a farsi strada un'idea, avanzata nel 1930 dall'inglese J. W. Whipple, che identifica l'oggetto con il nucleo di una piccola cometa avente circa 40 m di diametro, una stima che sarà poi rivalutata da alcuni astronomi favorevoli a tale ipotesi. Un nucleo cometario, ragiona Whipple, penetrando ad alta velocità nell'atmosfera, può dare luogo a un'onda d'urto e a un'esplosione distruttive e, nello stesso tempo, a causa della sua bassa densità e della sua struttura a conglomerato di ghiacci e polveri, può disintegrarsi completamente, disperdendo una grande quantità di piccoli grani solidi. Si spiegherebbero in questo modo il fenomeno delle notti lucenti, il mancato ritrovamento di grossi frammenti meteoritici e l'assenza di crateri da impatto. Questa, ancora oggi, è l’ipotesi sostenuta da molti scienziati russi. Quelli occidentali, invece, propendono per un piccolo asteroide, anche questo esploso e vaporizzato in aria, tra 5 e 10 km d’altezza, che avrebbe lasciato al suolo soltanto tracce microscopiche. La domanda ancora da chiarire è: come mai gli alberi presenti nel fulcro dell'impatto sono rimasti intatti? Possibile che la cometa (o asteroide, o meteorite) sia esploso al di sopra della superficie terrestre?  

L'ALTRO MISTERO: QUELLO IN FONDO AL LAGO - La Tunguska ha attratto l’attenzione anche di un gruppo di studiosi italiani coordinato dal professor Giuseppe Longo, un fisico dell’Università di Bologna. Essi, dopo sopralluoghi e analisi, pensano di avere individuato in un piccolo laghetto denominato Cheko il cratere scavato da uno dei frammenti del presunto asteroide. L’ipotesi, avanzata in un articolo sulla rivista scientifica Terra Nova (agosto 2007), non è condivisa da altri esperti e richiederà ulteriori esplorazioni sul fondo del piccolo lago, alla ricerca di eventuali frammenti del corpo celeste. Fra le ipotesi più stravaganti ne esistono due che tuttavia si basano su studi scientifici qualificati. La prima, elaborata da Willard Libby, lo scopritore della tecnica di datazione col carbonio 14, si basa proprio sull’abbondanza di questo isotopo riscontrata negli anelli di accrescimento degli alberi subito dopo il fenomeno: fatto che viene attribuito alle conseguenze di una possibile annichilazione fra la materia terrestre e un blocco di antimateria spaziale venuto a contatto con l’alta atmosfera. La seconda ipotesi, avanzata da un gruppo di fisici dell’Università del Texas, riconduce i fenomeni descritti in Siberia nel 1908 allo scontro fra il nostro pianeta e un mini buco nero, come quelli la cui esistenza è stata postulata dall’astrofisico Stephen Hawking.

Pubblicato da peter patti alle 6:36 PM 1 commento:
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domenica, giugno 22, 2008

Spagna-Italia: rischiamo le chiappe

Tra poche ore "partirà" il match contro la Spagna. Le statistiche, come spesso accade, mentono: in una competizione ufficiale contro le Furie Rosse - ci informano - non perdiamo dal 1920. Non dimentichiamo però che nell'ultima manciata di amichevoli gli iberici ce le hanno sempre suonate, e ciò vorrà pur dire qualcosa. E' d'uopo dunque andarci cauti con gli entusiasmi: vedi quello che è successo con la Romania, che molti, prima della partita (fu l'esordio degli Azzurri in questo Europeo), davano per "già battuti".
 C'è un'evidente tendenza, nella stampa e nei tifosi d'Italia, a minimizzare, se non a ignorare bellamente, la forza degli avversari. Perciò mi preoccupa questo nuovo entusiasmo "a priori e a prescindere" che sta percorrendo l'intero Stivale prima dell'incontro con i talentuosi spagnoli. Ripeto: non facciamoci troppe illusioni. L'Italia vista finora denota le solite, direi storiche incapacità a costruire azioni d'attacco. E, conoscendo Donadoni, anche stasera si prospetta una battaglia basata sul gioco difensivo e sulle ripartenze alla disperata.
Va bene, c'è la possibilità che le nostre punte si risveglino e sappino sfruttare l'arma del contropiede (che, insieme ai calci da fermo, è l'unica che finora abbiamo dimostrato di possedere), ma non ci si può affidare unicamente a vaghe fantasticherie. Sarebbe bello se la nostra Nazionale imparasse finalmente ad imporre il proprio gioco... Ma è cosa che ripetiamo da anni e non è mai - o quasi mai - accaduta.

 Se ci rimettiamo a statistiche "alternative", ovvero a quelle che calcolano la percentuale di kulo di tutti i teams, allora siamo gli incontrastati Numero Uno (tallonati da vicino solo dai panzer germanici, ancora una volta finiti in un girone alquanto comodo e ai quali ora basterà battere la Turchia per accedere alla finale). Ma finanche un sedere immenso ha i suoi confini; eppoi, eliminata la Spagna, ecco che già attende la Russia, questa Russia "olandese" di Hiddink composta da giovani arrembanti assai affamati. All'apparenza il nostro cammino a Euro 2008 sta per giungere al termine e, se non sarà davvero così, non è che nel mondo raccoglieremo maggiori simpatie arroccandoci nella nostra metà campo e cercando di colpire di rapina! Proporrei perciò al nostro C.T. di stupire tutti, persino i propri connazionali, operando una sorta di rivoluzione tecnica e tattica, con uno schieramento 3-5-3 di quelli infidi e bastardi:

.............................................. Buffon
...................... Panucci - Chiellini - Zambrotta
. Perrotta - De Rossi - Cassano - Aquilani - Camoranesi
.............. Quagliarella (o Di Natale) - Toni - Del Piero

Chissà, magari per una volta non ci nuocerebbe mostrare, insieme al posteriore, anche una bella dose di coraggio e spregiudicatezza.
 

Pubblicato da peter patti alle 2:18 PM Nessun commento:
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domenica, ottobre 29, 2006

Anna Politovskaja, giornalista siciliana

di Riccardo Orioles

(Apparso su La Catena di Sanlibero, n. 342)

Anna Politovskaja, giornalista siciliana. Anche stamattina, al giornale, i colleghi hanno dato un'occhiata alla scrivania vuota e si sono messi al computer a lavorare. Il potere e' mafioso, lo si sa: pero' loro lo scrivono, fanno i nomi e i cognomi, e sono soli. Di chi e' la scrivania vuota? Chi e' il collega, assassinato dagli imprenditori mafiosi, che fino all'altro giorno scriveva? In che lingua scriveva? In russo, in italiano, in castigliano? Russia, Sicilia, Colombia? E che importanza ha. Siamo in un paese dove l'informazione non e' libera, dove i politici al massimo livello fanno accordi coi mafiosi (si chiamino Cuffaro o Putin, gioviali notabili o cupi apparatniki), dove l'imprenditoria e' collusa, dove il popolo fiaccato da rassegnazione e miseria non osa alzare la testa eppure (essi sanno benissimo) un giorno, grazie a loro che resistono, la rialzera'. E in quale chiesa si sono svolti stavolta - sempre piu' soli e inutili - i funerali? Pochi compagni attorno, dichiarazioni sprezzanti ("La mafia qua non esiste", "Nessuno stava a leggere il suo giornale") delle Autorita'. E quell'applauso commosso, di quelle poche centinaia di impauriti ma consapevoli cittadini. E loro che si allontanano, a spalle chine, per ritornare alla redazione, a scrivere tutto cio' che e' successo, anche in questa giornata. Manderanno ai giornali esteri ("I servizi hanno sequestrato il suo computer", "stava facendo un'inchiesta sui massacri") note redazionali. Aggiorneranno il palinsesto di questo numero, sperando che gli edicolanti - almeno per un altro po', almeno qualcuno - acconsentano a esporre ancora il giornale. Non parleranno, fra di loro, di lei, salvo che per ragioni di lavoro. Ma a lei penseranno ogni attimo, firmando le nuove inchieste, guardando la rotativa che le stampano, seguendo con lo sguardo le macchine che si allontanano portando dovunque possibile le copie del giornale.



* * *

Nessuno scrive piu' di te, Anna, ed e' passato appena un paio di settimane. Ci sono altre cose da scrivere, guerre, re, star system, presidenti, cantanti: altri eventi del vasto mondo ingombrano la grande stampa internazionale. Hanno scritto che eri una giornalista, una brava giornalista, e che sei morta: cosa potevi chiedergli di piu', a questi illustri e - per quasi due giorni - partecipi colleghi? E' nelle povere stanze e fra i computer rabberciati, con gli altri redattori dei tuoi stenti giornali, che ancora vive il Giornalismo. Lui non ti ha dimenticata, ne' tutti gli altri come te.



____________

Giornalismo. Convegno della stampa libera siciliana, il 4 e 5
novembre a Catania. Come spezzare il monopolio, come dare tecnologie
alla liberta'. Come organizzarsi - insieme. Come trasformare.

Info: riccardoorioles[AT]sanlibero[DOT]it, lucio[AT]sanlibero[DOT]it
Pubblicato da peter patti alle 11:30 AM Nessun commento:
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Etichette: giornalismo, giornalista, giornalisti, lavoro, mafia, russia, sicilia

martedì, novembre 01, 2005

Ricordi della Cortina di Ferro

Rivedendo mio fratello dopo tanti anni, torno ad ammirare un mio regalo che gli feci nel 1990, all'indomani della Caduta del Muro: uno stemma sovietico, che comprai nell'allora "Zona della Morte" tra Berlino Ovest e Berlino Est. Mein Gott, quanto tempo è passato! L'intera Europa Orientale si è nel frattempo trasfigurata a colpi di glasnost e di globalizzazione, l'Impero Sovietico si è vieppiù sfaldato, e del fascino dei film di spionaggio nessuna traccia più. Ora abbiamo le colf estoni e lettoni a casa nostra e minorenni rumene, moldave e ucraine al servizio dell'amore appena dietro l'angolo di casa. Per un viaggio a Praga, Budapest o San Pietroburgo non abbiamo più bisogno di chissà quali pratiche burocratiche e a Napoli (come mi raccontano) ci sono le polacche che lavano i vetri ai semafori.
Ancora quindici anni fa, passavo, insieme ad Andreas, attraverso una breccia nel Muro e guardavo negli occhi i Grenzpolizisten della DDR sulle loro macabre torri di guardia. Oggi passeggio sull'Alexander Platz come se fossi a Monaco di Baviera o a Milano: sorseggiando Coca-cola e ascoltando annoiato l'ultimo hit sfornato dal Dorato Occidente.
Indubbiamente, con la Riunificazione ci abbiamo rimesso tutti quanti.
Pubblicato da peter patti alle 4:49 PM Nessun commento:
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