domenica, novembre 03, 2013
La ruota più grande del mondo? A New York
sabato, aprile 20, 2013
Germania - Il caso Mollath
Mantenere la "democrazia" in Germania costa troppe vite, troppi destini umani. Ecco il punto della situazione
- L'utopia di una Nazione libera distrutta dalla sete di potere delle lobby bancarie, burocratiche e politiche.
- L'"Agenda 2010" e il cammino verso gli inferi di larghi strati della popolazione: fin dallo smantellamento dello Stato sociale, in Germania cresce il baratro tra ricchi e poveri. C'è tanto lavoro ma il lavoro non basta per campare e - curiosamente - c'è anche fin troppa manodopera in cerca di sistemazione. Ma la sistemazione vera, definitiva, non arriva mai. E' il trionfo delle famigerate agenzie interinali...
- Quanto, o quanto poco è cambiato dai tempi della Repubblica di Weimar?
- Spicca la mentalità piccolo-borghese, bacchettona, largamente diffusa - una particolarità comunque non di oggi ma di sempre, "typisch Deutsch" (tipicamente tedesca).
- Invidia e cattiveria: i motori della Germania "moderna"...
Ma... anche segno di democrazia?
No di certo. Le agenzie di rating si occupano primariamente dei fattori economici, e il corso attuale della Germania è pienamente compatibile con gli standard di "globalizzazione" voluta dall'alto, dai Potenti della Terra. Dunque: ricchezza sì, ma ricchezza dello Stato, delle banche tedesche; ricchezza dei ricchi, e non certo della cittadinanza!
Democrazia? Solo un pezzo di carta straccia. "Siamo alle solite": così si dovrebbe dire ricordando i tempi della Repubblica di Weimar. Da Berlino a Monaco di Baviera, da Amburgo a Stoccarda, nelle lande tedesche chi esce fuori dal coro, chi dimostra un quantum di coraggio civile, viene isolato, ucciso o - forse peggio - recluso in una prigione o casa di cura. I casi "sospetti" sono tanti; i deceduti in ospedale, in cella, nei manicomi... non si contano più. A parte gli "ordinari" casi di razzismo (che avvengono quotidianamente, per strada, nelle caserme del lavoro...), e di povertà più o meno indotta (vedi il famigerato Hartz IV, la legge massimamente responsabile della perdita della dignità del lavoro e dell'impoverimento dei lavoratori), e di indubbie ingiustizie politiche e ideologiche (in Germania il comunismo è vietato mentre non lo sono i partiti nazisti!), e di rincretinimento popolare tramite i soliti mass media (RTL, SAT 1 e via televisionando; la Bild Zeitung e via giornalando)... si registrano episodi semplicemente sconcertanti che troverebbero benissimo posto in un'edizione rinnovata dell'orwelliano 1984.
Gustl Mollath ha 56 anni e dal 2006 è rinchiuso in un manicomio. A torto, come dice lui - e come ormai è accertato. L'ex marito metalmeccanico di una funzionaria di banca, sette anni fa venne giudicato "pazzo" dopo che denunciò casi di riciclaggio di denaro sporco da parte dell'Hypo-Vereinsbank di Norimberga, datrice di lavoro della sua dolce metà.
Della sua "ex" dolce metà occorre dire. Infatti, è stata lei ad accusarlo. Dapprima di violenza nei suoi confronti, poi anche di pazzia... Ma ci sono le prove che questa donna (non troppo stabile di carattere) abbia una volta affermato: "Se Gustl denuncia me e la mia banca, io lo distruggo!"
C'è riuscita, sembra.
Presto ci sarà l'annuale udienza per decidere della pazzia o meno del "paziente" Gustl Mollath. Ma non è un esame di routine: nel frattempo le accuse di Mollath contro l'Hypo-Vereinsbank si sono rivelate veritiere, e da più parti si sollevano voci di protesta contro il Ministero della Giustizia bavarese. Il giudice Otto Brixner, in particolare, è nel mirino degli accusatori. Brixner è colui che ha giudicato Mollath un folle e che ha più volte respinto la sua richiesta di revisione del processo. Si sa oggi che Brixner è un "buon conoscente" del nuovo coniuge dell'ex Frau Mollath... Già: l'individuo che ha risposato la consulente finanziaria dell'Hypo-Vereinsbank era, attorno al 1980, un giocatore della squadra di pallamano FC Norimberga; di cui il giudice Otto Brixner era allenatore...
Settarismo, nepotismo, attaccamento al clan, cinismo reazionario, bacchettonismo e... pallamano. Willkommen in Deutschland!
L'accusa di Mollath e dei suoi avvocati è che nel 2006, quando vi fu il processo per decidere del suo destino, il giudice in questione non lo lasciò neppure parlare. Anzi: lo minacciò di farlo allontanare dall'aula se non avesse smesso di accusare l'ex moglie di stipulare affari dubbi.
Mollath aveva tentato di spiegare il motivo per cui lei lo accusava: si trattava di soldi "a nero", soldi fatti passare attraverso le maglie del controllo fiscale e probabilmente anche di quello della giustizia penale... ma inutilmente. Il giudice affermò in seguito di aver trattato l'imputato in maniera corretta... Certo è che oggidì la procura di Regensburg ritiene alquanto sospetto il comportamento del cadì, e inconcludenti le accuse dell'ex Frau Mollath nei confronti di Gustl.
Gustl Mollath e sua moglie si conobbero nel 1978; lui aveva 22 anni, lei 18. I due andarono a convivere, lui intraprese gli studi tecnici per iniziare poi a lavorare presso la MAN... finché non si rese autosufficiente in qualità di "Oldtimer-Restaurator" (meccanico di automobili d'epoca). Sua moglie intanto era entrata nell'Hypo-Vereinsbank. Una coppia che sembrava andare d'amore e d'accordo...
Il dramma inizia nell'agosto 2001. Secondo lei, nel loro nido d'amore scoppia una forte lite. Una lite durante cui Gustl avrebbe addirittura cercato di strangolarla. L'uomo giura che non è vero; e del resto non ci sono testimoni. Lui dice, al contrario, che le loro liti - sempre più frequenti - erano meramente verbali e causate dal fatto che lui la criticava. La criticava perché lei, la consorte, gestiva affari con denaro sporco, e li gestiva usando spesso, come base operativa, il loro appartamento.
Maggio 2002: la moglie lo abbandona e va ad abitare per conto proprio. Apparentemente, un mese più tardi Gustl Mollath l'avrebbe rinchiusa per circa 90 minuti, contro il suo volere, in quella che era stata la loro comune abitazione. Segregazione di persona: un reato non da poco in qualsiasi nazione che si reputa civile; anche se questa segregazione sarebbe durata solo per un'ora e mezzo.
In quel periodo Gustl Mollath si impegna nei movimenti pacifisti, è spesso nei cortei, e parla nelle chiese, ai fedeli presenti per la messa, circa l'importanza di mostrare coraggio civile, impegno, umanità, amore per il prossimo.
(Nella fatidica udienza del 2006 al tribunale regionale, è presente la dottoressa che è titolare dell'ambulatorio in questione; ma l'attestato reca la firma dal figlio di costei, allora suo assistente...)
Tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003 Mollath scrive diverse lettere di protesta al datore di lavoro della moglie, l'Hypo-Vereinsbank appunto, lamentandosi in esse del riciclaggio di denaro sporco. La sua è, a un tempo, l'indignazione di un cittadino onesto e la preoccupazione di chi vede la propria consorte traviarsi... o venire traviata. La banca non ignora quelle lettere: mette in azione i revisori interni, i quali nello stesso anno 2003 rilasciano un documento tramite cui confermano la veridicità delle accuse di Mollath.
Maggio 2003: Frau Mollath denuncia Gustl per violenza e percosse. Lui l'avrebbe colpita almeno venti volte con i pugni e avrebbe tentato di strangolarla fino a renderla incosciente.
Settembre 2003: processo al tribunale civile di Norimberga. Poco dopo, Mollath spedisce alcune lettere a vari rappresentanti della Giustizia di Norimberga dicendo che gli vogliono chiudere la bocca per via delle sue rivelazioni sugli affari illegali condotti dall'Hypo-Vereinsbank.
(Otto anni più tardi, un conoscente di entrambi i coniugi rafforzerà questo teorema. Durante una conversazione, la signora Mollath gli avrebbe detto: "Se Gustl denuncia me e la mia banca, io lo distruggo!" Questo testimone - dentista di professione -, mai convocato in aula, farà le sue dichiarazioni per via epistolare, indirizzandole alla procura di Norimberga e al ministro della Giustizia di Baviera, signora Beate Merk.)
25 settembre 2003: Gustl Mollath consegna al tribunale civile di Norimberga un bizzarro faldone. Sono carte alla rinfusa, una sorta di diario - anzi: zibaldone - che reca il titolo "Ciò che ha influenzato le mie scelte". Il materiale viene attentamente esaminato, ma non sempre si capisce che cosa voglia esprimere il soggetto. Su quei fogli Mollath racconta della morte per cancro del proprio genitore, del massacro di My Lai (durante la guerra in Vietnam, dove numerosi civili inermi persero la vita ad opera di soldati americani), l'uccisione di Martin Luther King, il momento in cui il primo uomo posò piede sulla Luna, il putsch di Idi Amin, la manifestazione di protesta di 200 indiani Sioux... fino alla misera fine del proprio matrimonio. Ma racconta anche degli affari più che dubbi che la moglie concludeva per conto dell'istituto bancario; e queste sono informazioni importanti (corredate da fotocopie di lettere, e con tanto di date e di nomi), che tuttavia vengono ritenute "insufficienti" per aprire un fascicolo contro l'Hypo-Vereinsbank.
Settembre 2004: Mollath viene mandato in un ospedale psichiatrico. "Ma solo per cinque mesi", in modo tale da farlo esaminare da esperti scrutatori della psiche umana. Insomma: occorre decidere se sia pazzo o meno.
Gennaio 2005: apparentemente, Gustl Mollath si è messo a "tagliare pneumatici" come un qualsiasi ragazzaccio di strada, come un qualsiasi teppista. Pneumatici di automobili appartenenti a persone coinvolte col suo caso. Non ci sono prove, ma lui è il sospettato numero uno. Chi altri dovrebbe fare una cosa del genere, sennò? L'uomo nega, ma gli inquirenti ignorano tutti i minimi indizi che potrebbero discolparlo...
Agosto 2006: Mollath viene scagionato dall'accusa di danneggiamento di proprietà altrui, però un'"expertise" (preparata senza nemmeno avere esaminato il soggetto direttamente!) attesta che "l'accusato soffre di manie di persecuzioni paranoidi" incentrate su un "complesso di denaro sporco". Così, viene internato.
A giudicarlo paranoico è stato il primario del reparto forensico dell'ospedale di Bayreuth (lo stesso in cui il malcapitato viene rinchiuso); e due esaminatori esterni lo giudicheranno altresì pazzo: nel 2008 (senza però esaminarlo di persona! E c'è da aggiungere che appena un anno prima, nel 2007, un altro esperto, dopo ore di colloquio, aveva affermato che il paziente era perfettamente sano...) e nel 2011, dopo che Mollath aveva insistito ad accusare l'Hypo-Vereinsbank di ricavare profitto con soldi di provenienza illegale.
Per tutto questo tempo dunque è dentro il manicomio e semi-impossibilitato a difendersi... questo, nonostante ci siano ormai dozzine di dichiarazioni di psichiatri, psicologi e medici di varie discipline che ritengono ingiusto il trattamento cui è sottoposto Gustl Mollath. Esiste peraltro il documento di un docente di Psichiatria di Bonn che critica l'operato degli esaminatori incaricati dalla Giustizia, degli esperti, dei periti: i loro metodi contraddirebbero i più elementari criteri scientifici...
Il 13 novembre 2012, la Süddeutsche Zeitung e la trasmissione televisiva "Report Mainz" rendono noti i risultati del lavoro di revisione interna (risalenti al 2003) della Hypo-Vereinsbank: le accuse di Mollath sono fondate! Solo che la banca aveva segregato quelle carte... Non vi si parla soltanto di riciclaggio di denaro sporco: l'esimio istituto bancario aveva operato anche compravendita illegale di azioni e si rendeva colpevole di aiutare certi suoi clienti straricchi ad aggirare le "trappole" fiscali... Il rapporto rivela che le filiali di Norimberga formavano una vera e propria rete per giri loschi di denaro: affari clandestini portati avanti da anni, anche a rischio di danneggiare lo stesso istituto bancario.
Tali rivelazioni giornalistiche risvegliarono l'interesse generale per la vicenda di Gustl Mollath. Si scopre che alcuni testimoni che potevano scagionarlo non sono nemmeno stati convocati in tribunale; si scopre che il giudice è "inciuciato" con l'ex moglie dell'imputato - tramite il suo di lei nuovo coniuge -; un impiegato del tribunale rivela che nel processo del 2006 il giudice (Otto Brixner il suo nome, non dimentichiamolo!), non permise all'imputato di difendersi veramente, né gli permise di fare accenni al denaro sporco... Si fece sentire anche un docente di Giurisprudenza - esperto di processi civili - che elencò i vari errori e le varie mancanze contenuti nei verbali di quell'udienza. Ad esempio, i presunti maltrattamenti a Frau Mollath vennero datati 2004 anziché 2001; e, nella sua presunta pazzia, Mollath avrebbe incluso anche "persone qualunque", "persone terze"... insomma, persone che non c'entravano nulla e che lui coinvolgeva nella sua mania di persecuzione... ma il nome dei "terzi" indicato negli atti era uno solo: quello di un perito del tribunale che, interpellato a posteriori, disse che non era vero di essere mai stato tirato in ballo dall'imputato.
Vennero fuori anche le denunce fatte da Gustl Mollath nei confronti della banca e bellamente ignorate dai responsabili della Giustizia. Beate Merk, ministro della Giustizia, viene oggi confrontata con queste critiche, ma tenta ogni volta di svicolare, sentendosi le spalle abbastanza ben coperte dal suo partito (il CSU - i Cristiano-Sociali).
In tutto questo caos, sono "stranamente" andati persi i beni e gli oggetti personali di Gustl Mollath: le sue carte private, i ricordi di tutta una vita, e persino la sua casa (ereditata dai genitori e messa all'asta - senza il suo beneplacit - dall'ex moglie). La casa, che sorge in uno dei quartieri più eleganti di Norimberga, è stata venduta, insieme al terreno circostante, per 226.000 euro: somma decisamente ridicola per quel che è il valore reale della proprietà. Possibilmente, la fu Frau Mollath, in concomitanza con l'Hypo-Vereinsbank, ha concluso un ennesimo affare per fregare il Fisco e guadagnare soldi "a nero"...
Gustl Mollath si lamenta che in clinica non ha neppure una foto-ricordo di sua madre per potersi consolare nei momenti di sconforto. E ormai non lo si può più accontentare: ogni cosa è andata "misteriosamente" perduta insieme alla casa: le foto, i diplomi, tutto ciò che lo legava col proprio passato e che aveva gelosemente custodito entro le proprie quattro mura.
Inoltre: il paziente si lamenta di non poter dormire in manicomio. Il personale lo sveglia, nottetempo, ogni due ore! Gli dicono che è "per la sua sicurezza"... Ma è davvero così? Questa non risulta essere una procedura normalmente consentita! Neppure in quell'unico, enorme manicomio chiamato Germania, dove di normale - ormai - c'è veramente ben poco.
La clinica conferma la veridicità dei frequenti controlli notturni; "ma la regola è quella di disturbare il paziente il minimo possibile"...
Mmmm.
E che cosa dicono a proposito delle radicali restrizioni di usare il telefono?
"Fino a quattro volte al giorno è permesso", affermano candidamente.
Strano. Secondo Gustl Mollath, per lui telefonare era - e rimane - pressoché impossibile...
Il processo si rifarà
Anche a causa dell'immensa pressione mediatica, il ministro Beate Merk ha concesso una ripetizione del processo nei confronti di Gustl Mollath. Tra le tante cose saltate fuori nel frattempo, c'è quel nuovo, credibilissimo testimone del quale abbiamo già detto: Edward Braun, dentista. Il signor Braun riferisce di una telefonata ricevuta dalla già signora Mollath, durante la quale la donna (con tono quasi isterico) gli disse che avrebbe distrutto suo marito, grazie "alle mie conoscenze molto in alto", e gli avrebbe inoltre riferito che aveva promesso al coniuge 500.000 euro se avesse tenuto "chiuso il becco" sui rapporti che la banca intratteneva con i suoi ricchi clienti (clienti domiciliati perlopiù in Svizzera).
Probabile che ingenuità e onestà siano gli ingredienti principali di quel dono (raro, purtroppo) conosciuto come
domenica, maggio 13, 2012
Lo sciopero degli studenti universitari americani
Si parla tanto di "American Dream"... si dice dell'America che sia "la terra delle mille possibilità".. Sì sì, ma soltanto un'infinitesimale parte della popolazione raggiunge il "success" - quello vero.
Colleges e università costano un'occhio della testa. Dopo la laurea, tantissimi studenti si ritrovano a dover saldare un debito di decine di migliaia di euro... e ciò in una società dove il lavoro scarseggia già per i padri! Ovviamente, molti americani si chiedono a che pro studiare, sbattersi.
domenica, ottobre 02, 2011
Wall Street occupata. 700 arresti...
C'è una strana reticenza da parte dei media nostrani a raccontare ciò che sta avvenendo nel cuore di New York, in quella parte meridionale dell'Isola di Manhattan dove ha sede il più importante centro degli affari internazionali: Wall Street, a due passi da Ground Zero. Come mai non si racconta agli italiani che tantissimi uomini e donne stelle-e-strisce hanno acquisito coscienza, rivoltandosi contro i burattinai e i ricchi banchieri e business men che, per ingordigia, hanno cambiato in peggio il destino della cittadinanza americana, influenzando anche quello delle generazioni a venire?

A ritmo quotidiano si svolgono a New York marce di protesta e svariate altre manifestazioni (sono qui rappresentate diverse idee liberals, compresa quella che richiedeva la non-esecuzione di Troy Davis). Il malcontento è sfociato ieri nei "tumulti" sul Brooklyn Bridge...
Era in realtà un'ennesima protesta civile, una dimostrazione in chiave di pacifismo; evidentemente però anche l'America di Obama, per difendere i propri ricconi, non trova altri metodi che quello della repressione... La protesta di sabato sul Ponte di Brooklyn ha visto la polizia impegnata in una retata che ha "fruttato" 700 arresti.
Ma i partecipanti a Occupy Wall Street reagiscono con la rabbia placida di chi ormai ha poco da perdere e hanno già annunciato un "presidio fisso" del quartiere della Borsa. 200-300 persone sono accampate da un paio di settimane allo Zuccotti Park, dov'è stata organizzata una cucina d'emergenza insieme ad altri servizi di fortuna.
Queste sono notizie che dovrebbero stare in primissima pagina su tutti i quotidiani, e invece da noi le nascondono... probabilmente per paura che anche i cittadini italiani più "neutri" decidano di accodarsi al popolo viola, rosso, blu o a strisce iridate.
giovedì, giugno 02, 2011
Un ennesimo dramma della fame in Europa
BIELORUSSIA
Come scrive The Telegraph, il governo di Minsk ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale un prestito di 8 miliardi di dollari. Ma di tali "aiutini" la Bielorussia ha già goduto in passato... e si intuisce che anche in futuro batterà a cassa.
Video (in inglese) sulla situazione nel Paese ex membro dell'URSS: http://youtu.be/Cn1mNSg__Kg
Come può accadere tutto ciò?
Gli aumenti dei prezzi del greggio imposti dalla Russia, oltre alle incredibili "spese di Stato" di cui si è fatto responsabile il governo bielorusso - soprattutto alle ultime elezioni presidenziali -, hanno portato al lastrico l'economia nazionale.
Il gabinetto del presidente Lukaschenko ha ordinato, tra ieri e oggi, uno stop ai rincari del cibo. Questa manovra segue quella del 24 maggio, ovvero il deprezzamento del rublo bielorusso (che intanto ha perduto quasi la metà del suo valore nei confronti del dollaro).
Tra i cittadini è esplosa la rabbia, accompagnata ovviamente da disordini e da tentativi (alcuni andati in porto) di derubare negozi e supermercati.
Le proteste non sono dovute soltanto alla carenza di cibo e ai prezzi alti
La Bielorussia è un esempio lampante di dittatura all'interno di un sistema pseudo-democratico. Ultimamente ci sono state sentenze spropositate contro i "nemici" di Lukashenko e in particolare contro i politici in concorrenza con il Presidente, i quali hanno urlato allo scandalo dopo le elezioni dello scorso dicembre, da loro definite "un unico imbroglio". Tutti quanti sono ora in prigione, insieme a molti attivisti del popolo. Il governo ha l'intenzione di usarli come ostaggi per spillare capitali alle nazioni occidentali e - ovviamente - per piegare le gambe al resto degli oppositori interni. Lo scopo finale: instaurare un clima di paura e di collaborazione coatta con il potere come nell'èra pre-1989.
Fascismo=povertà; e, infatti, un'ondata di povertà sta invadendo l'Europa
La Grecia, l'Irlanda e l'Islanda sono i casi più celebri, ma, pur se non se ne parla molto, un inizio di carestia ha già colpito diverse altre aree europee: dalla Moldavia e Romania, attraverso l'Ucraina e l'Ungheria, fino agli Stati Baltici e - appunto - alla Bielorussia. Insomma, regioni assai vaste dove la maggior parte delle banche europee e statunitensi fanno - fin dal 1989 - lucrosi affari. Da una parte, governi ladri e repressivi che si arricchiscono (marionette del capitale globale); dall'altra, la popolazione che muore di fame.
E tutto questo nella "moderna" ed "evoluta" Europa...!
Come sarà il futuro dell'Eurozona (e dell'intero continente)?
Le unioni monetarie possono sopravvivere solo se guidate da un gremium in cui vengono rappresentati tutti i Paesi membri, nonché se i Paesi più forti sono disposti a versare denaro nelle casse di quelli deboli - quasi secondo il principio dei vasi comunicatori. Ma, in primis, le unioni monetarie hanno ragione di essere se sono nate per plebiscito popolare. Che cos'è accaduto invece nel Vecchio Continente? Accaniti "eurocrati" di ogni nazionalità hanno imposto il loro volere ai cittadini europei; ubbidendo loro stessi a ordini dall'alto...
Come si vede, vincitori di questo stupido quanto crudele gioco sono, ancora una volta, le multinazionali.
Anche se Bielorussia, Ucraina e altre nazioni dell'Est non sono ancora entrate a far parte dell'Eurozona, ne subiscono l'influenza. Certo, la loro crisi è dovuta ai propri tiranni corrotti e all'arroganza imperialista del gigante Russia, ma altresì alla cinica avidità dei... Soliti Sospetti. Molti dei quali non possiedono necessariamente un passaporto est-europeo.
Tradotto da: The Italy Dispatch, The Crow Dispatch
venerdì, gennaio 08, 2010
Altro raptus mortale nel mondo del lavoro
Ennesimo tragico caso di violenza nell'ambiente lavorativo. E' accaduto ieri in una fabbrica del Missouri, quando un uomo, poco prima dell'inizio del turno di mattina (6:30), ha iniziato a sparare all'impazzata.
Timothy Herndon, 51 anni, armato di fucile e pistola, è entrato nell'edificio della ABB Power e ha aperto il fuoco. Immediatamente si è scatenato il caos: alcuni operai hanno cercato rifugio sul tetto, altri dentro i bagni e nelle stanze degli impianti di riscaldamento.
A causa della neve caduta su tutto il Missouri, le auto della polizia e le ambulanze non hanno potuto raggiungere la fabbrica celermente. L'Interstate 70 e tutte le strade per un raggio di circa due miglia dal luogo della sparatoria sono state chiuse.
Dopo aver ucciso tre ex colleghi e feriti altri cinque, Timothy Herndon si è tolto la vita.L'ABB Group ha base in Svizzera e produce motori, turbine, generatori di corrente e altre apparecchiature industriali. Impiega in tutto il mondo circa 120.000 persone.
Un portavoce della compagnia ha spiegato che l'uomo era stato licenziato da poco, dopo aver lavorato per l'ABB per 23 anni. La notifica di licenziamento indicava quale motivo: "ristrutturazione dell'organico".
domenica, marzo 29, 2009
G20 - L'Europa in rivolta
E' in corso una serie di manifestazioni su tutto il continente europeo alla vigilia del G20 che inizierà a Londra giovedì prossimo.
Nella capitale britannica, i dimostranti hanno respinto gli avvertimenti della polizia, che prevede una "manipolazione da parte di gruppi anarchici vogliosi di creare disordini".
Un professore universitario è stato sospeso dal lavoro dopo aver annunciato che "i banchieri verranno impiccati ai lampioni". Ai dipendenti di banche e altri istituti finanziari le autorità hanno suggerito di non vestirsi "in maniera vistosa" per evitare di attirare troppo l'attenzione della folla.
Non solo nel Regno Unito: grandi proteste hanno preso piede pure in Germania. 15.000 persone hanno sfilato a Berlino. Anche Francoforte sul Meno, capitale europea delle banche, ha visto le sue strade riempirsi di gente che ha urlato slogan del tipo: "Non vogliamo essere noi a pagare per la vostra crisi".
Biden: "Dateci una possibilità"
Nella giornata di sabato, Joe Biden, Vicepresidente degli Stati Uniti, ha lanciato un appello agli anti-global che hanno già iniziato a segnalare il loro disagio ai rappresentanti di Stato che il 2 aprile si riuniranno a Londra. "Date ai vostri governi la possibilità di combattere la crisi" ha detto Biden, che si trova in Cile per una conferenza di politici del Centro-Sinistra. E ha aggiunto ai giornalisti: "Spero che la gente ascolti ciò che noi a Londra avremo da dire. Di certo non abbandoneremo il tavolo delle trattative senza aver prima lanciato delle proposte concrete". Soltanto a Londra, sono stati decine di migliaia i dimostranti che hanno protestato contro la peggiore crisi che si ricorda fin dal 1929. Altre migliaia di persone hanno marciato nel centro di Parigi, Vienna, Ginevra, Berlino e Francoforte.
Il Premier britannico Gordon Brown ha affermato: "Capisco il senso della manifestazione qui a Londra, ma le risposte potrò darle solo al G20".
E, da Oltreoceano, Biden ha insistito: "Vorrei dire a questi cittadini che una soluzione a tutti i problemi ci potrà essere unicamente se noi politici potremo discuterne, confrontandoci sulle nuove circostanze che sono sorte. In caso contrario, la situazione non farà che peggiorare".
A Berlino viene già celebrato il funerale del capitalismo.
martedì, marzo 17, 2009
Ayn Rand: l'intenzione e il suo contrario
Una ragazzina, con la scusa di fare visita ai parenti emigrati, abbandona per sempre la Russia sovietica e va a rifugiarsi in quell'America che a lei deve apparire come la Terra Promessa. Non sa fare niente, non ha talenti particolari, ma le piace scrivere, e così qualcuno le dice di provare a Hollywood (era l'epoca in cui il cinema stava smettendo di essere muto). Giunta nella Mecca dei sogni, Alissa Zinovievna Rosenbaum, in arte Ayn Rand, riesce in effetti a piazzare qualche copione. In fondo non è propriamente una dilettante: nell'esecrata Madre Patria aveva studiato sceneggiatura... Il suo inglese è ottimo, anche se la parlata risulta storpiata da un accento che si potrebbe tagliare con il coltello.
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sabato, marzo 01, 2008
Jacopo Fo: "Va beh… ecche’ sara’ mai un altro governo Berlusconi?!?"
<< Va bene, e’ stata una batosta questo crollo di Prodi, prima ancora che riuscisse a compiere qualche piccolo o grande passo verso il rinnovamento dell’Italia.
Devo dire che anch’io sono crollato psicologicamente, telefono ai miei amici e piangiamo insieme singhiozzando.
Ma ci meritiamo veramente questa situazione di merda? Dopo tutti gli sforzi di questi anni, finalmente si intravedeva un filo di luce… E adesso che succede?
Comunque, a questo punto, tocca farsene una ragione, elaborare il lutto e cercare di capire quale lezione positiva possiamo ricavare.
Ovviamente, prima, hai l’autorizzazione a urlare per quindici minuti che i leader del centro sinistra sono persone con le quali non vorresti mai, in nessun caso, fare sesso. E puoi anche scendere in dettagli vigorosi esprimendo i tuoi giudizi sul loro buon senso, coerenza, fantasia e dedizione alla causa del progresso.
Ma poi ti tocca anche cercare i lati positivi delle questione! Se no cadi in depressione e Silvio ci gode. Vuoi dargliela vinta?
Non ci credo!
Quindi tiriamo su i pezzi della nostra anima e cerchiamo di cambiare prospettiva.
Innanzitutto possiamo dire che la nostra delusione nasce dal fatto che siamo persone ottimiste, desiderose del bene comune, amanti della vita e del piacere.
In ogni caso viviamo molto meglio di quel branco di dannati senza Dio che grufolano nei tunnel del potere assetati di presenze a Porta a Porta.
Hai mai seriamente pensato come vive un D’Alema, un Casini, un Fini?
Un incubo senza tregua di telefonate, complotti da scoprire e da ordire, voci sussurrate, sospetti, con tutti sempre pronti a tagliarti una mano per fregarti l’orologio.
Certo, questo non ci consola del fatto che speravamo fosse giunto l’inizio del cambiamento e invece ci tocca di aspettare ancora.
Ma pensa se nascevi nel 1700 ed eri un progressista che sentiva il cambiamento arrivare. Pensa che tristezza: tutti i progressisti del 1700 sono morti senza vedere un grande cambiamento.
E anche quelli del 1800 hanno sofferto. Hanno visto le macchine arrivare, certo, ma hanno visto anche il mondo incrudelirsi e avanzare i germi folli del militarismo e del fascismo.
Cavolo, a noi e’ andata decisamente meglio. Innanzitutto abbiamo scopato in modo tale che non succedeva da millenni in Europa.
Bisogna risalire al matriarcato, 15000 anni fa, per ritrovare una simile celebrazione felice del piacere, condiviso da maschi e femmine, alla pari.
Ed e’ ovvio che far l’amore alla pari e’ impareggiabile: c’e’ il piacere della complicita’, del gioco, della tenerezza.
Quindi dobbiamo dire che c’e’ andata di culo gia’ solo per la fortuna sessuale che abbiamo goduto.
Sesso sfrenato in un’epoca in cui ci si lava e si fanno i gargarismi!
Il meglio!
E poi c’e’ stato il rock & roll, i festival pop, la marijuana! Cazzo se ci siamo divertiti: tutti nudi al parco Lambro!
L’altra sera hanno mandato un documentario in tv e mi sono rivisto nudo che ballavo insieme a mille persone sotto il palco del Festival di Re Nudo. Sono apparso per un attimo. Ho gridato a mia figlia:”Guarda il tuo papa’ in televisione!” E lei ha detto: “Ma papa’, fai schifo!”
Va beh, non si puo’ avere tutto dalla vita…
E ti ricordi la rivoluzione studentesca? Le scuole occupate dentro cui facevamo sesso in modo esagerato?
(Anzi perche’ non torniamo a occupare le nostre vecchie scuole? Magari anche solo il sabato e la domenica. Non sarebbe divertente? Tirerebbe su il morale!)
Cavolo! E abbiamo anche visto la rivoluzione dei computer. Ma vi ricordate che casino erano gli appuntamenti prima dei cellulari?
Ho perso decine di occasioni di fare sesso perche’ non ci si ritrovava agli appuntamenti! Adesso con il cellulare basta telefonarsi: “Dove sei?”
“Sono qui?”
“Ma qui dove?”
“Nella stazione.”
“Va bene, allora tu stai ferma li che io faccio tutto il giro della stazione fino a che ti trovo che se ci cerchiamo in due non ci troviamo mai!”
Abbiamo vissuto grandi svolte della storia: la fine della segregazione razziale negli Usa e in Sud Africa ad esempio. Vi ricordate Martin Luther King? “Io ho un sogno”. Beh, quel sogno si e’ realizzato e addirittura un nero e’ in corsa per la carica di Presidente degli Stati Uniti.
Stiamo guardando un mondo incredibile!
Un mondo pieno di ecologisti, gente che fa volontariato, gente che lavora al di fuori del sistema. E ognuno di noi possiede mezzi di comunicazione straordinari. Vi ricordate quando stampavamo quei volantini schifosi col ciclostile?
Cazzo, mia figlia non sa neanche cos’e’ un ciclostile!
E vogliamo parlare delle dittature in Sud America che non ci sono piu’?
Della caduta del muro di Berlino?
Nella nostra vita abbiamo visto un mutamento globale incredibile.
E ci siamo illusi che la storia corresse con la velocita’ dei nostri sogni.
Invece adesso e’ un momento di merda.
Ma in fondo abbiamo visto di peggio.
Chi ha la mia eta’ si ricorda quando il pericolo era il colpo di stato e si doveva dormire fuori la notte.
Veramente l’Italia rischio’ la guerra civile. E la storia che i democristiani di allora fossero meglio di Berlusconi e’ una favola!
C’erano meno scandali ma solo perche’ i giornali avevano un bavaglio totale. Anche oggi ce l’hanno ma esistono Report e Santoro. I giovani forse non sanno neppure che negli anni sessanta c’era anche la censura. Mio padre e mia madre si beccavano decine di denunce perche’ non recitavano esattamente il testo che era stato approvato dalla commissione censura.
C’erano proprio funzionari che giravano per i teatri con il testo omologato e una pila e controllavano che gli attori durante la rappresentazione non aggiungessero una sola parola!
E vogliamo parlare della mafia?
Scusate se ricorro a un altro piccolo esempio personale ma credo che sia estremamente illuminante.
Nel 1962 i miei genitori furono costretti dal livello insopportabile di censura ad abbandonare Canzonissima, trasmessa su Rai 2, alla settima puntata. Fu uno scandalo enorme. I motivi scatenanti dello scontro furono due scenette: una riguardava gli incidenti su lavoro. Argomento del quale non si era mai parlato in tv.
L’altro pezzo parlava di mafia. Una madre piangeva il figlio ucciso. Non si accusava nessun pezzo grosso della politica di essere colluso con la mafia. Si osava solo dire che in Sicilia la mafia uccideva contadini, sindacalisti, giornalisti.
Malagodi, allora segretario del partito liberale, fece un’interpellanza alla commissione parlamentare di controllo dicendo:”due guitti insultano l’onore del popolo siciliano sostenendo l’esistenza di un’organizzazione criminale chiamata MAFIA.”
E i giornali di destra in coro lanciavano insulti ai miei…
Oggi neanche Cuffaro ha il coraggio di dire che la mafia non esiste.
Ne abbiamo fatta di strada da allora. Chilometri.
Cinquant’anni fa nessun boss mafioso veniva mai arrestato e interi reparti dello stato a partire dal governo erano direttamente alleati dei mafiosi.
Gli affari sporchi, le raccomandazioni e le tangenti erano la legge e MAI che la magistratura indagasse.
Abbiamo resistito a 50 anni democristiani, potremo sopravvivere ad altri 5 di Berlusconi.
E, comunque, secondo me anche se vince non e’ detto che duri cosi’ tanto.
L’Italia sta cambiando. Pare che ormai il 50% dei nostri connazionali sia collegato a Internet.
Spero che tutti questi scandali, che nessuno puo’ piu’ coprire, stiano creando un effetto valanga nelle coscienze.
L’altro giorno Beppe Grillo passava di fronte al Senato con alcuni amici. Un soldato di guardia, di quelli sull’attenti che non possono muoversi pena la fucilazione ha abbandonato la garitta e gli e’ corso dietro. Lo ha raggiunto e gli ha detto: “Grillo faccia qualche cosa lei! Non se ne puo’ piu’!”
Sono solo piccoli segnali e ancora all’orizzonte non si vede come tutta questa voglia di cambiare possa trovare uno sbocco costruttivo.
Ma vuoi che alla fine non ci riusciamo?
Sono decenni che rompiamo i coglioni. E’ divertente, si conosce gente fantastica e si fa molto sesso.
Non smetteremo certo di farlo solo perche’ un signore fanatico del lifting puo’ dettare leggi che lo assolvono da tutte le sue colpe.>>
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http://www.jacopofo.com/node/4222
domenica, febbraio 24, 2008
La classe operaia va in paradiso
In questo film di Elio Petri su sceneggiatura scritta insieme a Ugo Pirro, Gian Maria Volontè interpreta Ludovico "Lulù" Massa, operaio metalmeccanico orgoglioso del macchinario a cui è stato assegnato e dei frenetici ritmi di produzione che riesce a raggiungere e a cui i suoi compagni sono costretti ad adeguarsi. Lulù è ovviamente encomiato dal padrone mentre i colleghi gli sputano addosso schiume di rabbia; e la sua vita privata, resa più aspra dall'ulcera che lo tormenta, è un esempio di vacuità consumistica nonché umana, inclusi gli incontri con l'amante, che da lui desidera principalmente una pelliccia di visone. Alle agitazioni operaie Lulù non partecipa... finché, a causa di un incidente sul lavoro, non perde un dito. Sconvolto dalla mutilazione, inizia a cercare conferme fuori e dentro la fabbrica, schierandosi con un gruppo extraparlamentare (anziché con il meno oltranzista movimento sindacale). Dopo alcuni tafferugli con la polizia, viene licenziato. Un brutto colpo per un animale di produzione e ultracottomista come lui, soprattutto perché grazie alle otto ore quotidiane nella catena di montaggio era riuscito finora a mantenere due famiglie (strepitosa come al solito Mariangela Melato). In un parossismo di paranoia sociale, si rivede l'ormai folle stakanovista ritornare alla sua amata macchina grazie all'intervento dei sindacati, da lui prima snobbati.
Emblematica la scena finale, quella in cui gli operai parlano fra rumori assordanti, travisando ogni parola e rallegrandosi senza motivo mentre partecipano al sogno "paradisiaco" del confortato Lulù Massa: il manicomio di una fabbrica è l'unica dimensione per i tipi come lui.
La classe operaia va in paradiso è una fotografia perfetta non solo del passato recente d'Italia, ma anche del caos nelle attuali prigioni del lavoro. Ai suoi tempi suscitò molte polemiche negli ambienti della Sinistra perché si tendeva a mitizzare la figura dell'operaio e a sottacere le discordanze tra le varie forze impegnate nella lotta di classe. Questa e altre opere (Omicron di Ugo Gregoretti, film di "fantascienza" del 1963 con Renato Salvatori) contribuirono a gettare una luce di verità sulla natura nevrotica della classe lavoratrice, sulla bassezza, sulla falsità (anche politica e ideologica) e sulla stupidità dei sisifi dell'industria, produttori a stipendio ridottissimo di inquinanti iniquità.
Bella la colonna sonora di Ennio Morricone.
La classe operaia va in paradiso
Regia: Elio Petri
Interpreti: Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Flavio Bucci, Luigi Diberti, Salvo Randone, Gino Pernice, Donato Castellaneta, Ezio Marano, Carla Mancini, Renata Zamengo, Guerrino Crivello.
Italia, 1972. 125 minuti.
- Palma d’Oro al Festival di Cannes 1972 ex aequo con Il caso Mattei, altra pellicola interpretata da Volontè.
- David di Donatello 1972 per il miglior film.
martedì, novembre 13, 2007
Ma vi sembra giusto lavorare...?
Per la serie: Voi chiedete, io rispondo
Your Question:
Ma vi sembra giusto lavorare come schiavi per 1000 euro al mese?
My Answer:
Guarda, sono appena tornato dalla fabbrica (turno mattutino: mi alzo alle 4:45 e mi ritrascino nella mia tana, come uno zombi, alle 14:30 circa, traffico permettendo). Sono operaio specializzato (fresatore CNC) e come tale fatico, ma mi danno una paga di operaio generico: prendere o lasciare.
In queste otto ore hanno cercato di spezzarmi, sono stato vilipeso, sverginato, preso a calci, deriso e... minacciato di licenziamento se non riesco a produrre di più (Nota Bene: sono il più produttivo del mio reparto). Ho corso, saltato, son diventato nero per la polvere di metallo (la stessa che ormai mi intasa le vie respiratorie), la mia pelle, i miei capelli e persino i mutandoni sono pieni di scaglie di alluminio, ho rinunciato a parte della mia cosiddetta "doppia pausa" (15 minuti per la colazione, 15 per il pranzo; tutto di corsa) perché dovevo pulire la mia fresa e il pavimento tutt'intorno. Mi fanno male le mani, braccia, schiena, piedi e didietro. E, ora che sono a casa, e a casa intendo rimanere come un recluso anche se fuori splende il sole dopo tanti giorni di brutto tempo, ho soltanto voglia di silenzio, silenzio, silenzio... e magari di surfare un po' su Internet (e difatti eccomi sul mio blog).
No, non mi sembra giusto lavorare come schiavo per 1000 euro al mese. E non è solo per la cifra esigua che ti danno, ma per come ti trattano.
Purtroppo però i 600 euro dell'affitto non me li regala nessuno. Me ne restano 400 o poco più per coprire le spese fisse (benzina, assicurazione auto, abbonamento tivù, riscaldamento, elettricità, ecc.) e il rimanente... il rimanente (quant'è? 60 euro? 70? forse un po' più da quando ho smesso di fumare)... posso investirlo (che sollazzo!) in cibarie assortite. Faccio la spesa al supermercato dei poveri, ovviamente: quasi di nascosto, come un ladro.
E' una specie di dieta coatta...
Se lo fai notare al tuo datore di lavoro (sempre che tu trovi il coraggio di interpellarlo in proposito), ti senti rispondere che lui quasi quasi ti invidia: "Sei così snello, così in forma... Io, invece..." E si batte sulla pancia ben rimpinzita. "Vado in palestra tre volte alla settimana, ma è dura perdere peso!"
Benvenuti nel Terzo Millennio, boys and girls! E... non dimenticate mai di portare con voi un vasetto di vasellina.
domenica, settembre 30, 2007
L'ultimo libro di Naomi Klein...
è un pugno in faccia al neoliberismo. E in particolare a Milton Freeman (Premio Nobel spentosi nel 2006) e ai suoi seguaci, i cosiddetti "Chicago Boys". Gli ex studenti di Freeman in una delle facoltà di Economie più rinomate del mondo hanno incominciato, a partire dagli Anni Cinquanta, a occupare posti importanti nelle organizzazioni governative e commerciali degli USA e di altri Paesi, attuando conseguentemente la dottrina "shock" del loro maestro.
The Shock Doctrine: The Rise of Disaster Capitalism è un volume di quasi settecento pagine in cui Naomi Klein, famosa attivista anti-globalizzazione (salita alla ribalta per il suo bestseller No Logo) dimostra le strategie dei neocapitalisti. Una di queste è quella di indebolire uno Stato o un'intera, vasta regione del mondo attraverso manovre d'urto sia politiche che ambientali. Il crollo del comunismo con la conseguente caduta della Cortina di Ferro, il conflitto iracheno e l'uragano "Katrina" sono solo tre dei numerosi esempi riportati nel tomo. Subito dopo lo "shock", l'elite politico-finanziaria approfitta del caos per favorire l'affermazione di leggi a discapito della volontà popolare.
The Shock Doctrine può considerarsi un vero e proprio di testo di Storia moderna. La Klein ha effettuato ricerche approfondite che ci mostrano il modo in cui Freeman e consorti hanno portato avanti la loro conquista del mondo. Dal golpe di Pinochet in Cile al massacro di Piazza Tienamen a Pechino, per passare inevitabilmente agli attacchi terroristici dell'11 settembre: ovunque i Chicago Boys hanno avuto un ruolo predominante. Molto dura la critica mossa dalla scrittrice sia alla CIA sia al sistema sanitario degli Stati Uniti (in apertura del libro viene descritto il trattamento a base di elettroshock e droghe di un cittadina americana caduta nelle grinfie di un psichiatra sadico; esempio che si offre come triste paradigna: come per abbassare le difese di un prigioniero si adottano tecniche di shock, così per abbassare quelle della comunità si possono sfruttare gli shock collettivi).
Contrariamente a quanto dichiarano i suoi sostenitori, il neoliberismo non ha affatto recato benessere a tutta l'umanità, bensì ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all'interno di uno stesso Paese e le sperequazioni tra nazioni ricche e il "sud" del mondo. Ovvero, è aumentata la ricchezza di alcune regioni mondiali e delle multinazionali a discapito della maggioranza dei poveri. Gli esiti per le popolazioni locali sono disastrosi (a parte i pochi individui che ne traggono un dubbio vantaggio) e gli stessi Stati Uniti, insieme ai Paesi dell'EU, stanno a testimoniarlo: l'indice di povertà e la perdita della libertà (quest'ultima espressa tra l'altro sotto forma del capestro di "riforme fiscali") crescono a dismisura anche all'Ovest.
E, sottolineamolo ancora, uno degli effetti collaterali maggiori di questo capitalismo d'assalto sono le catastrofi naturali. Dunque, la resistenza contro questo strapotere del capitale, contro l'arricchimento selvaggio e lo sfruttamento delle risorse umane e naturali, è d'uopo; altrimenti che mondo erediteranno da noi i nostri figli?
In un breve film realizzato insieme ad Alfonso Cuaron (il regista di Children of Men), Naomi Klein ci illustra per linee generali i contenuti della sua nuova, esplosiva opera.
Fonti d'approfondimento:
Truthout.org
ZNet
Le giornate a modo mio...
bernyblog
Metropoliautonomiapossibile
martedì, giugno 12, 2007
Il vostro sito è oscurato in Cina?
http://greatfirewallofchina.org/test/
La Cina si è sconciamente aperta al dollaro americano, ma altrettanto sconciamente frena i fermenti internazionalisti del suo miliardo e passa di cittadini esercitando una censura su Internet senza precedenti nella storia di questo media.
Il più grande Firewall del mondo.
Con l'eccezione di pochi url-base appartenenti a importanti partner commerciali, è praticamente impossibile per un cinese informarsi su quello che realmente pensano della vita e del mondo gli individui "comuni" che commentano, sui loro blog e siti personali, le notizie emanate dalle agenzie di stampa ufficiali.
"The Great Chinese Wall", la Muraglia Cinese, è ora diventata "The Great Chinese Firewall"...
Avvertenza: su questa pagina-test, alcuni siti importanti risultano bloccati "a singhiozzo". Non è detto però che lo siano. La loro periodica "unavailability" spesso è dovuta alla difficoltà del collegamento.