Visualizzazione post con etichetta neoliberismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta neoliberismo. Mostra tutti i post

domenica, ottobre 02, 2011

Wall Street occupata. 700 arresti...

C'è una strana reticenza da parte dei media nostrani a raccontare ciò che sta avvenendo nel cuore di New York, in quella parte meridionale dell'Isola di Manhattan dove ha sede il più importante centro degli affari internazionali: Wall Street, a due passi da Ground Zero. Come mai non si racconta agli italiani che tantissimi uomini e donne stelle-e-strisce hanno acquisito coscienza, rivoltandosi contro i burattinai e i ricchi banchieri e business men che, per ingordigia, hanno cambiato in peggio il destino della cittadinanza americana, influenzando anche quello delle generazioni a venire?



A ritmo quotidiano si svolgono a New York marce di protesta e svariate altre manifestazioni (sono qui rappresentate diverse idee liberals, compresa quella che richiedeva la non-esecuzione di Troy Davis). Il malcontento è sfociato ieri nei "tumulti" sul Brooklyn Bridge...


Era in realtà un'ennesima protesta civile, una dimostrazione in chiave di pacifismo; evidentemente però anche l'America di Obama, per difendere i propri ricconi, non trova altri metodi che quello della repressione... La protesta di sabato sul Ponte di Brooklyn ha visto la polizia impegnata in una retata che ha "fruttato" 700 arresti.
Ma i partecipanti a Occupy Wall Street reagiscono con la rabbia placida di chi ormai ha poco da perdere e hanno già annunciato un "presidio fisso" del quartiere della Borsa. 200-300 persone sono accampate da un paio di settimane allo Zuccotti Park, dov'è stata organizzata una cucina d'emergenza insieme ad altri servizi di fortuna.

Queste sono notizie che dovrebbero stare in primissima pagina su tutti i quotidiani, e invece da noi le nascondono... probabilmente per paura che anche i cittadini italiani più "neutri" decidano di accodarsi al popolo viola, rosso, blu o a strisce iridate.


martedì, novembre 13, 2007

Ma vi sembra giusto lavorare...?

Per la serie: Voi chiedete, io rispondo

Your Question:

Ma vi sembra giusto lavorare come schiavi per 1000 euro al mese?

My Answer:

Guarda, sono appena tornato dalla fabbrica (turno mattutino: mi alzo alle 4:45 e mi ritrascino nella mia tana, come uno zombi, alle 14:30 circa, traffico permettendo). Sono operaio specializzato (fresatore CNC) e come tale fatico, ma mi danno una paga di operaio generico: prendere o lasciare.
In queste otto ore hanno cercato di spezzarmi, sono stato vilipeso, sverginato, preso a calci, deriso e... minacciato di licenziamento se non riesco a produrre di più (Nota Bene: sono il più produttivo del mio reparto). Ho corso, saltato, son diventato nero per la polvere di metallo (la stessa che ormai mi intasa le vie respiratorie), la mia pelle, i miei capelli e persino i mutandoni sono pieni di scaglie di alluminio, ho rinunciato a parte della mia cosiddetta "doppia pausa" (15 minuti per la colazione, 15 per il pranzo; tutto di corsa) perché dovevo pulire la mia fresa e il pavimento tutt'intorno. Mi fanno male le mani, braccia, schiena, piedi e didietro. E, ora che sono a casa, e a casa intendo rimanere come un recluso anche se fuori splende il sole dopo tanti giorni di brutto tempo, ho soltanto voglia di silenzio, silenzio, silenzio... e magari di surfare un po' su Internet (e difatti eccomi sul mio blog).

No, non mi sembra giusto lavorare come schiavo per 1000 euro al mese. E non è solo per la cifra esigua che ti danno, ma per come ti trattano.
Purtroppo però i 600 euro dell'affitto non me li regala nessuno. Me ne restano 400 o poco più per coprire le spese fisse (benzina, assicurazione auto, abbonamento tivù, riscaldamento, elettricità, ecc.) e il rimanente... il rimanente (quant'è? 60 euro? 70? forse un po' più da quando ho smesso di fumare)... posso investirlo (che sollazzo!) in cibarie assortite. Faccio la spesa al supermercato dei poveri, ovviamente: quasi di nascosto, come un ladro.
E' una specie di dieta coatta...
Se lo fai notare al tuo datore di lavoro (sempre che tu trovi il coraggio di interpellarlo in proposito), ti senti rispondere che lui quasi quasi ti invidia: "Sei così snello, così in forma... Io, invece..." E si batte sulla pancia ben rimpinzita. "Vado in palestra tre volte alla settimana, ma è dura perdere peso!"

Benvenuti nel Terzo Millennio, boys and girls! E... non dimenticate mai di portare con voi un vasetto di vasellina.

domenica, settembre 30, 2007

L'ultimo libro di Naomi Klein...

è un pugno in faccia al neoliberismo. E in particolare a Milton Freeman (Premio Nobel spentosi nel 2006) e ai suoi seguaci, i cosiddetti "Chicago Boys". Gli ex studenti di Freeman in una delle facoltà di Economie più rinomate del mondo hanno incominciato, a partire dagli Anni Cinquanta, a occupare posti importanti nelle organizzazioni governative e commerciali degli USA e di altri Paesi, attuando conseguentemente la dottrina "shock" del loro maestro.

The Shock Doctrine: The Rise of Disaster Capitalism è un volume di quasi settecento pagine in cui Naomi Klein, famosa attivista anti-globalizzazione (salita alla ribalta per il suo bestseller No Logo) dimostra le strategie dei neocapitalisti. Una di queste è quella di indebolire uno Stato o un'intera, vasta regione del mondo attraverso manovre d'urto sia politiche che ambientali. Il crollo del comunismo con la conseguente caduta della Cortina di Ferro, il conflitto iracheno e l'uragano "Katrina" sono solo tre dei numerosi esempi riportati nel tomo. Subito dopo lo "shock", l'elite politico-finanziaria approfitta del caos per favorire l'affermazione di leggi a discapito della volontà popolare.
The Shock Doctrine può considerarsi un vero e proprio di testo di Storia moderna. La Klein ha effettuato ricerche approfondite che ci mostrano il modo in cui Freeman e consorti hanno portato avanti la loro conquista del mondo. Dal golpe di Pinochet in Cile al massacro di Piazza Tienamen a Pechino, per passare inevitabilmente agli attacchi terroristici dell'11 settembre: ovunque i Chicago Boys hanno avuto un ruolo predominante. Molto dura la critica mossa dalla scrittrice sia alla CIA sia al sistema sanitario degli Stati Uniti (in apertura del libro viene descritto il trattamento a base di elettroshock e droghe di un cittadina americana caduta nelle grinfie di un psichiatra sadico; esempio che si offre come triste paradigna: come per abbassare le difese di un prigioniero si adottano tecniche di shock, così per abbassare quelle della comunità si possono sfruttare gli shock collettivi).
Contrariamente a quanto dichiarano i suoi sostenitori, il neoliberismo non ha affatto recato benessere a tutta l'umanità, bensì ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all'interno di uno stesso Paese e le sperequazioni tra nazioni ricche e il "sud" del mondo. Ovvero, è aumentata la ricchezza di alcune regioni mondiali e delle multinazionali a discapito della maggioranza dei poveri. Gli esiti per le popolazioni locali sono disastrosi (a parte i pochi individui che ne traggono un dubbio vantaggio) e gli stessi Stati Uniti, insieme ai Paesi dell'EU, stanno a testimoniarlo: l'indice di povertà e la perdita della libertà (quest'ultima espressa tra l'altro sotto forma del capestro di "riforme fiscali") crescono a dismisura anche all'Ovest.
E, sottolineamolo ancora, uno degli effetti collaterali maggiori di questo capitalismo d'assalto sono le catastrofi naturali. Dunque, la resistenza contro questo strapotere del capitale, contro l'arricchimento selvaggio e lo sfruttamento delle risorse umane e naturali, è d'uopo; altrimenti che mondo erediteranno da noi i nostri figli?



In un breve film realizzato insieme ad Alfonso Cuaron (il regista di Children of Men), Naomi Klein ci illustra per linee generali i contenuti della sua nuova, esplosiva opera.






Fonti d'approfondimento:

Truthout.org
ZNet
Le giornate a modo mio...
bernyblog
Metropoliautonomiapossibile