sabato, febbraio 09, 2019
Prova d'assaggio - lettura gratis. 'I dolori di Cyberius'
mercoledì, gennaio 01, 2014
Messaggio di fine anno di Beppe Grillo
Buon 2014! (sperem...)
domenica, marzo 24, 2013
Italia Paese di poveri... ma anche di furbetti
IRPEF: metà degli italiani sotto i 16.000 euro
Solo un contribuente su 10 dichiara più di 34.600 euro
L'80% dell'IRPEF arriva da dipendenti e pensionati
La metà dei contribuenti IRPEF dichiara al fisco un reddito inferiore ai 15.723 euro lordi, cioè meno di 1.300 euro al mese.
Mentre il reddito medio degli italiani è di un reddito medio di 19.655 euro.
È il quadro che emerge dalle dichiarazioni 2012 (redditi del 2011) nelle elaborazioni del Ministero dell'Economia. Ne esce l'immagine di un Paese dove cresce la distanza tra i più ricchi e il resto della gente, ma nel quale elusione ed evasione lasciano sempre dubbi sulla corrispondenza effettiva tra i dati e la realtà.
In Italia a dichiarare oltre 300.000 euro lordi all'anno sono infatti soltanto 28.000 soggetti su 41,3 milioni di contribuenti. Sono quei 28.000 che hanno pagato per questo un ulteriore contributo di solidarietà complessivo (aliquota 3%) di 260 milioni di euro (poco più di 9.000 euro a testa in media).
100.000 invece i contribuenti che hanno dichiarato case all'estero versando la nuova imposta IVIE(ha fruttato 21 miliardi di euro) e 71.000 quelli che hanno dichiarato attività finanziarie estere per un ammontare di 18,5 miliardi (anche questi tassati con una nuova specifica imposta IVAFE). D'altra parte, però, risulta che il 90% degli italiani dichiara un reddito lordo inferiore a 34.600 euro.
RICCHI E POVERI - Il divario appare evidente da un rapporto: il 5% dei contribuenti più ricchi possiede il 22,9% del reddito complessivo dichiarato, pari a quello del 55% dei contribuenti più poveri.
ZERO IRPEF PER 9,7 MLN - Gli italiani che pagano l'IRPEF sono il 76% del totale di coloro che inviano la propria dichiarazione all'Erario. Pagano in media 4.820 euro di IRPEF a testa. Ma ci sono anche 9,7 milioni di contribuenti italiani che - scritto nel linguaggio fiscale - «hanno imposta netta uguale a zero». In pratica non pagano l'IRPEF o perché hanno redditi troppo bassi, o perché abbattono l'imponibile con detrazioni e deduzioni.
AUTONOMI, IMPRENDITORI
e DIPENDENTI - I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato (42.280 euro) mentre il reddito medio dei lavoratori dipendenti è di 20.020 euro e quello dei pensionati di 15.520 euro. Il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è invece pari a 18.844 euro: 29.100 euro per le imprese in contabilità ordinaria e 17.480 per quelle a contabilità semplificata.
CIFRE ASSOLUTE - La maggior parte dell'ammontare IRPEF è versata dal lavoro dipendente (54,5%) e dalle pensioni (il 25,5%) per una percentuale complessiva dell'80%. Il lavoro autonomo contribuisce solo con il 6,7%.
TASSE LOCALI - Nel 2012 l'addizionale regionale sull'IRPEF ha fruttato 11 miliardi, con un aumento del 27% in un solo anno. L'IRPEF comunale 3,4 miliardi (+11%)
CEDOLARE SECCA - Sono stati circa 483.000 (pari al 2,3% di chi dichiara redditi da fabbricati) i contribuenti che hanno scelto la cedolare secca per dichiarare i redditi d'affitto. L'importo dichiarato - in pratica l'affitto - è stato in media di 8.370 euro: in testa la provincia di Bolzano (10.090 euro) seguita dalla Liguria (9.660 euro). Ai minimi Molise (4.060) e Basilicata (4.590 euro).(Fonte: Ansa)
Comincerei proprio da lui, dal caro Silvietto, e da tutti quegli altri che possono vantare possedimenti da Repubblica di Bananas. E via via scendere. Occorre colpire il patrimonio più che il reddito! Non tassare chi ha un'unica casa, ma mettere senz'altro le tasse sulla seconda, terza casa ecc., nonché su tutti gli altri immobili. Controllare inoltre cosa c'è dietro alle proprietà immobiliari: a immobili anche consistenti, corrisponde spesso un reddito basso insufficiente non solo a giustificare gli acquisti, ma anche la sola gestione di tali proprietà.
Incrociare i dati
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sabato, marzo 02, 2013
Eugenio Benetazzo: "Per favore, commissionate l'Italia!"
Fate presto
postato il 01/03/2013
Non aspettatevi da parte mia un commento sugli esiti delle recenti elezioni politiche, in rete e sui media nazionali non si parla d'altro, quindi basta che vi sbizzarite su chi, quando e cosa ascoltare. Dal mio punto di vista, come contribuente italiano, sono amareggiato che non abbia stravinto il partito di Antonio Ingroia, Rivoluzione Civile, in quanto sarebbe stato l'unico partito potenzialmente in grado di far fallire il paese nel giro di qualche settimana e quindi tutto sommato in grado di poter ricreare velocemente le condizioni per una salutare ricostruzione della nazione in stile operazione tabula rasa. Purtroppo questo mio desiderio non si è verificato, rispetto a quanto confidavo che accadesse con le elezioni greche nello scorso giugno. Ora in considerazione di quanto è emerso dalle urne, esorto chiunque riesca a governare tramite una qualsiasi sorta di coalizione (purtroppo con una vita molto limitata) a fare presto e copiare letteralmente quanto stanno facendo nel Regno Unito, abbandonando i campanilismi e gli stereotipi della politica italiana. David Cameron oggi è forse l'unico leader che dovremmo augurarci di avere come Primo Ministro anche in Italia, quell'uomo forte sopratutti e sopratutto che sta riuscendo a risanare il Regno di Sua Maestà.
Da questo punto di vista dovremmo solo imparare dagli inglesi e rimango al tempo stupito di come nessuna forza politica italiano non abbia ancora proposto quanto messo in essere oltre manica per riformare strutturalmente il panorama bancario italiano specie con lo scandalo MPS ancora in corso. Per farla breve, Cameron ha dato istruzioni a George Osborne, attuale Cancelliere dello Scacchiere (una sorta di Ministro delle Finanze e di Segretario del Tesoro al tempo stesso) di iniziare a redigere il disegno di legge che consentirà al Governo di poter obbligare le banche inglese a spacchettarsi qualora la loro attività o la loro situazione patrimoniale potesse compromettere la tutela e la serenità dei risparmiatori e correntisti inglesi. Sostanzialmente tra meno di un anno il Governo Britannico potrà disporre di un efficace strumento per esercitare pressioni e sanzioni alle banche che saranno considerate potenzialmente troppo rischiose, inducendole o meglio obbligandole a rompersi in una o più banche di modo che emergano e siano distinte le attività caratteristiche di banca (depositi e servizi di pagamento) e le attività di investimento bancario non convenzionale.
Ricordo per chi non lo sapesse che sempre Cameron ha voluto la creazione del Merlin Project ad inizio 2011 (volgarmente conosciuto come Progetto Merlino) che poneva un tetto agli stipendi ed ai bonus dei manager di quattro grandi gruppi bancari di servizi retail (HSBC, RBS, Barclays, Lyods) oltre a precisi livelli di esposizione al rischio ed al credito per le piccole e medie imprese (small business enterprise). Fate presto dunque, chi potrà governare tra qualche settimana, proponga ed insista affinchè Banca MPS venga acquisita da HSBC, in questo modo avremmo l'ingresso di una grande e potente banca straniera in Italia che produrrebbe solo salutari benefici al mercato della concorrenza dei servizi bancari erogati dagli operatori italiani. Fate presto, chiunque governi si strutturi sul piano giuridico e istituzionale per avviare una riforma che porti alla separazione delle attività bancarie ordinarie da quelle non convenzionali, meglio se attraverso il commissariamento delle fondazioni bancarie italiane (come ho avuto modo di esporre già in precedenza) in modo da creare una nuova Super Bank italiana, nata magari dalla fusione obbligata di Unicredit e IntesaSanPaolo.
Il secondo fate presto lo voglio indirizzare invece oltre confine, verso gli organismi sovranazionali come BCE, MES e Commissione Europea, per cortesia, fate presto a commissariarci tanto quanto ho esposto sopra rimane solamente un sogno: noi italiani non siamo in grado per ottusità e individualismo nel trovare una soluzione sensata allo stallo dell'attuale panorama politico italiano. Mi vergogno quando vedo la copertina dell'Economist di questa settimana, fate presto commissariateci: usate la paura sul piano finanziario tanto con noi funziona, fateci capire che cosa significherebbe per consumatori, banche italiane, fondi pensioni e piccoli risparmiatori ritrovarsi in poco tempo con il governativo italiano considerato troppo rischioso per essere detenuto a medio/lungo termine. Fate presto non lasciate che passino altri mesi, o che siano concessi altri mesi per lasciarci tergiversare o concertare sul fronte politico, fate presto intervenite subito e risanate finalmente la nazione dall'italian way. Non possiamo tutti noi giovani mettere in cantiere l'idea di abbandonare per sempre il vecchio stivale, qualcuno in trincea ci dovrà sempre stare, fate presto non lasciate che oltre dodici anni di lavoro e sacrificio per tenere in piedi qualcosa di insensato si possa smaterializzare nel giro di poche settimane. Questa volta irrimediabilmente.
sabato, ottobre 27, 2012
I 10 Paesi più felici del mondo (classifica aggiornata)
1. Danimarca
2. Norvegia
3. Olanda
4. Svizzera
5. Austria
6. Israele
7. Finlandia
8. Australia
9. Canada
10. Svezia
Studiando la classifica si nota però anche la "caduta" della Svezia, che occupa "appena" il decimo posto. Negli ultimi trent'anni circa, la Svezia si è "liberata" della socialdemocrazia che l'aveva resa una delle Nazioni più tranquille e sicure del mondo e, con la liberalizzazione spinta un po' troppo all'eccesso, si è per così dire dileguato anche lo Stato sociale. Logica conseguenza: precarietà a gogo ed accrescimento della disparità tra ricchi e poveri. Larghi strati della popolazione svedese vivono oggi in maniera disagiata. Non come da noi, ma certo materialmente molto più poveri di prima. Se continua così, la Svezia raggiungerà presto livelli non dico italiani, ma tedeschi (in Germania, un cittadino su cinque vive della carità dello Stato...).
Germania: 1.5 milioni di pasti gratuiti al giorno
Eppure, anche in Danimarca, c'è chi sostiene: "Non è vero che siamo felici!"...
sabato, agosto 11, 2012
Ci vuole un uomo forte - parola di Benetazzo
domenica, maggio 13, 2012
Lo sciopero degli studenti universitari americani
Si parla tanto di "American Dream"... si dice dell'America che sia "la terra delle mille possibilità".. Sì sì, ma soltanto un'infinitesimale parte della popolazione raggiunge il "success" - quello vero.
Colleges e università costano un'occhio della testa. Dopo la laurea, tantissimi studenti si ritrovano a dover saldare un debito di decine di migliaia di euro... e ciò in una società dove il lavoro scarseggia già per i padri! Ovviamente, molti americani si chiedono a che pro studiare, sbattersi.
sabato, maggio 12, 2012
Miss Bielorussia 2012
La Bielorussia ("Russia Bianca") è indipendente fin dal 1990. Il suo ordinamento è quello di una repubblica presidenziale, ma di fatto trattasi di dittatura bell'e buona. La censura sui media è assai rigida e nelle edicole (appartenenti allo Stato) arrivano quasi solo i giornali filogovernativi. Stampa e TV propagano una visione del mondo russocentrica, e non c'è da sorprendersi: la Bielorussia è l'alleato più fedele dell'odierna Russia. Il suo presidente-padrone, Alexander Lukashenko (un tizio che vaneggia sulla forza di Hitler e sul carisma di Stalin), viene spesso fotografato in compagnia di Dimitry Medvedev e Vladimir Putin.
La centrale nucleare di Chernobyl subito dopo l'esplosione (1986). La nuvola radioattiva procurò ingenti danni alla Bielorussia, che ancora oggi investe circa l'8% del suo PIL nel tentativo di risanarli
E' un Paese in cui sembra ancora di vivere nel comunismo: in tutte le città esiste una Via Karl Marx e, quasi sempre, la piazza principale reca la denominazione Oktyabrskaja. Un alone di paranoia, di folle paura, circonda ogni gesto e ogni parola; opporsi al volere del presidente è pericoloso per ognuno dei circa 9 milioni di cittadini (tendenza: calante; la natalità in Bielorussia è ai valori minimi...). Il Padre ("Bat’ka"), come si fa chiamare Lukashenko, sa come esercitare il controllo sulla Nazione. I suoi metodi forse non saranno raffinati, ma per alcuni versi essi sarebbero in grado di fare impallidire persino il Big Brother orwelliano. La polizia di Stato - K.G.B. ! - picchia brutalmente (e uccide) chi invoca una maggiore democrazia o si mostra eccessivamente filo-occidentale, ed è impensabile attendersi delle elezioni presidenziali libere.
D'altro canto, però... Disoccupazione? I bielorussi ignorano che cosa sia. E Minsk, la capitale, si presenta come una città moderna con grandi, austeri edifici e dove il costo della vita è relativamente basso. A Minsk i delitti sono praticamente sconosciuti e i trasporti pubblici funzionano infallibilmente. Inoltre, il centro-città è pieno di donne belle ed eleganti.
Dunque: il posto ideale dove trasferirsi... all'apparenza.
sabato, novembre 12, 2011
Si è dimesso

Nell'apprendere la notizia, la folla ha applaudito. La Repubblica parla anche di lancio di monetine insieme al grido "Buffone! Buffone!"
Fine di un'era che molti definiscono "del Bunga-Bunga". Forse c'è ancora speranza per una ripresa economica e culturale dell'Italia. Bisognerebbe però investire nelle scuole, nell'intelletto; puntare sul lavoro vero abrogando quello interinale (la Legge Biagi ha messo in ginocchio oltre metà della popolazione); occorrerebbe pensionare i lavoratori a 50-55 anni per dare impiego ai giovani, diminuire drasticamente le tasse ad artigiani e piccoli imprenditori, premiare quelle ditte che creano nuovi posti di lavoro; bisogna inoltre tornare a un'agricoltura di tipo tradizionale e promuovere il 'Made in Italy'...
Mi sa tanto però che loro vogliono andare nella direzione esattamente opposta.
giovedì, giugno 02, 2011
Un ennesimo dramma della fame in Europa
BIELORUSSIA
Come scrive The Telegraph, il governo di Minsk ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale un prestito di 8 miliardi di dollari. Ma di tali "aiutini" la Bielorussia ha già goduto in passato... e si intuisce che anche in futuro batterà a cassa.
Video (in inglese) sulla situazione nel Paese ex membro dell'URSS: http://youtu.be/Cn1mNSg__Kg
Come può accadere tutto ciò?
Gli aumenti dei prezzi del greggio imposti dalla Russia, oltre alle incredibili "spese di Stato" di cui si è fatto responsabile il governo bielorusso - soprattutto alle ultime elezioni presidenziali -, hanno portato al lastrico l'economia nazionale.
Il gabinetto del presidente Lukaschenko ha ordinato, tra ieri e oggi, uno stop ai rincari del cibo. Questa manovra segue quella del 24 maggio, ovvero il deprezzamento del rublo bielorusso (che intanto ha perduto quasi la metà del suo valore nei confronti del dollaro).
Tra i cittadini è esplosa la rabbia, accompagnata ovviamente da disordini e da tentativi (alcuni andati in porto) di derubare negozi e supermercati.
Le proteste non sono dovute soltanto alla carenza di cibo e ai prezzi alti
La Bielorussia è un esempio lampante di dittatura all'interno di un sistema pseudo-democratico. Ultimamente ci sono state sentenze spropositate contro i "nemici" di Lukashenko e in particolare contro i politici in concorrenza con il Presidente, i quali hanno urlato allo scandalo dopo le elezioni dello scorso dicembre, da loro definite "un unico imbroglio". Tutti quanti sono ora in prigione, insieme a molti attivisti del popolo. Il governo ha l'intenzione di usarli come ostaggi per spillare capitali alle nazioni occidentali e - ovviamente - per piegare le gambe al resto degli oppositori interni. Lo scopo finale: instaurare un clima di paura e di collaborazione coatta con il potere come nell'èra pre-1989.
Fascismo=povertà; e, infatti, un'ondata di povertà sta invadendo l'Europa
La Grecia, l'Irlanda e l'Islanda sono i casi più celebri, ma, pur se non se ne parla molto, un inizio di carestia ha già colpito diverse altre aree europee: dalla Moldavia e Romania, attraverso l'Ucraina e l'Ungheria, fino agli Stati Baltici e - appunto - alla Bielorussia. Insomma, regioni assai vaste dove la maggior parte delle banche europee e statunitensi fanno - fin dal 1989 - lucrosi affari. Da una parte, governi ladri e repressivi che si arricchiscono (marionette del capitale globale); dall'altra, la popolazione che muore di fame.
E tutto questo nella "moderna" ed "evoluta" Europa...!
Come sarà il futuro dell'Eurozona (e dell'intero continente)?
Le unioni monetarie possono sopravvivere solo se guidate da un gremium in cui vengono rappresentati tutti i Paesi membri, nonché se i Paesi più forti sono disposti a versare denaro nelle casse di quelli deboli - quasi secondo il principio dei vasi comunicatori. Ma, in primis, le unioni monetarie hanno ragione di essere se sono nate per plebiscito popolare. Che cos'è accaduto invece nel Vecchio Continente? Accaniti "eurocrati" di ogni nazionalità hanno imposto il loro volere ai cittadini europei; ubbidendo loro stessi a ordini dall'alto...
Come si vede, vincitori di questo stupido quanto crudele gioco sono, ancora una volta, le multinazionali.
Anche se Bielorussia, Ucraina e altre nazioni dell'Est non sono ancora entrate a far parte dell'Eurozona, ne subiscono l'influenza. Certo, la loro crisi è dovuta ai propri tiranni corrotti e all'arroganza imperialista del gigante Russia, ma altresì alla cinica avidità dei... Soliti Sospetti. Molti dei quali non possiedono necessariamente un passaporto est-europeo.
Tradotto da: The Italy Dispatch, The Crow Dispatch
giovedì, gennaio 21, 2010
L'America vista da Eugenio Benetazzo
<<I bianchi benestanti che fanno gli executive (dirigenti, funzionari o colletti bianchi ben pagati) si autoghettizzano da soli in quartieri residenziali che assomigliano a paradisi dentro a delle prigioni, con videosorveglianza e servizi di sicurezza privati degni del Pentagono. Di contrasto dai fast food, ai jet market, alle pompe di benzina, a qualsiasi altro retail service a buon mercato, trovate tutte le altre razze che ramazzano i pavimenti, servono ai tavoli, lavano le vostre auto, consegnano pizze a domicilio o guidano i taxi per uno stipendio discutibilmente decoroso. L'America per alcuni aspetti (opportunità di lavoro per i giovani che hanno indiscusse capacità) può sembrare superficialmente un buon paese, ma se ti soffermi ad osservarla con un occhio critico, sotto sotto è un paese marcio e primitivo da far schifo, a me si è rivelato per quello che è realmente ovvero un calderone multirazziale con la maggior parte delle persone (bianchi compresi) che hanno il senso di autocoscienza di uno scarafaggio. L'americano medio (che sia un bianco, cinese, messicano o afroamericano) se ne frega assolutamente dei problemi ambientali del pianeta, della sofferenza inaudita degli animali nei loro allevamenti intensivi, delle carestie in Africa o dei conflitti in Medio Oriente, si interessa solo che possa ingozzarsi di hotdog, bere fiumi di coca cola, guardarsi il superbowl e guidare il suo megatruck dai consumi spropositati. Pur tuttavia, nel lungo termine sono piuttosto dubbioso che si possa riprendere dal processo di imbarbarimento ed impoverimento sociale che lo sta caratterizzando, per quanto potenziale bellico possa vantare, questo non lo sottrarrà dalla sorte che lo attende, prima il collasso economico e dopo quello sociale, scenario confermato anche da molte fonti di informazione indipendente che non si mettono a scimmiottare a turno a seconda della corrente politica che vince le elezioni, tipo la CNN o la FOX.>>
Leggi tutto l'articolo ("Razza che ramazza") qui.
Leggi il seguito ("Gheto capio") qui.
mercoledì, dicembre 30, 2009
The Great Bankers' Swindle
la mistificazione della Storia e i cartelli della pasta, del caffè, ecc.
E' notizia freschissima: la Borsa di Londra ha azzerato il "minus" che si era verificato per colpa del crac della Lehman Brothers. Sono trascorsi 473 giorni da quel 12 settembre 2008 che segnò il fallimento dello storico istituto di credito e le perdite - comunica Il Sole 24 Ore - sono state pareggiate.
Sì, ma di fatto da allora sono avvenuti cambiamenti catastrofali per la già tanto disastrata economia globale. Sono stati bruciati tanti miliardi, sono spariti numerosi titoli azionari e i governi mondiali hanno varato delibere a favore di banche e multinazionali a discapito delle masse. Dal crac a oggi, un'infinità di esistenze sono state rovinate, e al summit londinese di quest'anno (2 aprile 2009; ricordate? c'eravate anche voi a protestare in piazza?) è stato reso chiaro - anche per bocca del ministro Tremonti - ciò che prima veniva tenuto occultato appena sotto la superficie. Grazie al fallimento della Lehman, si è potuto ufficializzare il N.W.O.; in italiano: Nuovo Ordine Mondiale.
... che poi sembra qualcosa di spaventosamente misterioso, addirittura di affascinante, a giudicare dal suono, ma trattasi in realtà della solita presa per i fondelli nei confronti delle masse. "Nuovo Ordine Mondiale" non è che l'enfatizzazione della falsità dei fondamenti del neoliberismo, e dunque del capitalismo selvaggio. "Nuovo Ordine Mondiale" non significa altro che i cittadini del "dorato" Occidente (i semplici contribuenti; noi) possono essere spennati a piacimento. Gli episodi di tale "rapina dall'alto" sono innumerevoli. Ed ecco che in Germania qualche mese fa salta fuori un ennessimo scandalo: quello della mafia del caffè. L'ente tedesco di vigilanza sui cartelli economici multa tre colossi di questa branca (complessivamente per 160 milioni di euro) perché, segretamente d'accordo, fin dal 2000 hanno progressivamente alzato i prezzi, sebbene il costo della materia prima sia andato sempre più crollando.
E' l'incoscienza di queste enormi ditte a rovinare non solo i già poveri contadini di tutto il mondo, ma anche l'ambiente. Riflettiamo sul seguente fatto: in Sudamerica, i campesinos hanno smesso di produrre caffè perché il lavoro non rende più, e sono tornati a coltivare coca con uno slancio che non si vedeva dai tempi di don Pablo Escobar...
Anche da noi la gente fa la fila - come in America in questa foto dal titolo "Black Friday" - davanti ai supermercati che offrono alimentari e altri generi di primo consumo a prezzi "stracciati"
Dunque: a Tchibo di Amburgo, Melitta Kaffee di Brema e Alois Dallmayr di Monaco di Baviera è arrivata una multa salata da parte dell'antitrust (che in Germania si chiama "Kartellamt"). Ma credete che per questo i prezzi al consumo siano diminuiti? Tutt'altro!
In Italia, lo sappiamo, abbiamo avuto l'equivalente del cartello della pasta. De Cecco, Di Vella, Barilla e altri pastifici si sono visti appioppare delle sanzioni amministrative. Malgrado ciò, per loro (così come per le aziende tedesche di caffè) non è cambiato nulla. In mancanza di un calmiere, fanno i prezzi che vogliono, alla faccia dei piccoli coltivatori!
Un altro paradosso che assomiglia a una "battuta a denti stretti" ci giunge (come già spesso) dalle banche. Veniamo a scoprire che le nuove commissioni bancarie, che hanno sostituito la "commissione di massimo scoperto", si stanno rilevando più costose per i consumatori. Da un'indagine è emerso che, per gli scoperti transitori di conto corrente, si è verificato un innalzamento dei costi per i correntisti. Il riferimento è ai correntisti in rosso. E per i clienti che possono contare sul fido, si legge nella nota dell'Antitrust, "la situazione ha subito un sostanziale peggioramento rispetto alla semplice applicazione della commissione di massimo scoperto fino all'entrata in vigore della legge 3 agosto 2009, n. 102, in base alla quale l'ammontare del corrispettivo omnicomprensivo per il servizio di messa a disposizione delle somme non può superare lo 0,50%, per trimestre dell'importo dell'affidamento, a pena di nullità del patto di remunerazione". Cioè: le nuove commissioni avevano una struttura regressiva, risultando mediamente più penalizzanti per i clienti che avevano un fido minore; con la legge dello scorso agosto, invece, esse sono diventate più vantaggiose, ma solo a partire da un ammontare di utilizzo del fido stesso superiore circa alla metà.
Riassumendo: gli istituti di credito, massimi responsabili della crisi, hanno ottenuto dovunque (dagli U.S.A. all'Italia) un supporto sostanzioso affinché l'economia si riavvii; avrebbero dovuto prestare soldi alle imprese e aiutare i singoli cittadini, il tutto grazie all'ennesimo sacrificio dei contribuenti, costretti a dissanguarsi ulteriormente per dare un "aiutino" a questi strozzini legalizzati. Ed ecco che invece suddetti strozzini continuano ad arricchirsi, sempre alle spalle degli esasperati cittadini...
Intanto, secondo le statistiche della FAO, nel Sud del mondo sono ormai ben 1,02 miliardi le persone che vivono in condizione di fame cronica. E che cosa fanno i Paesi industrializzati per risolvere questo problema, causato in gran parte da loro? Ben poco; anzi niente. Ormai anche le nazioni "ricche" hanno i propri morti di fame...
Ma... ssst! Queste cose non si possono né dire, né scrivere. Una delle conseguenze del liberismo arrembante è infatti la censura dell'informazione, oltre alla mistificazione pilotata sia della Storia, sia dei fatti attuali.
Ve ne siete accorti? Stanno già mettendo il bavaglio persino a Internet...
L'ipocrisia dell'informazione in Italia: la scollacciata e crocifissata, nonché berlusconiana, Monica Setta. Mostrare le tette con su il crocifisso non è affatto una contraddizione nel Belpaese!
martedì, giugno 16, 2009
Economia in ripresa? Non fatevi illusioni
Paul Krugman, l'economista che ha vinto il Premio Nobel, a differenza dei demagoghi del sistema bancario non parla ancora di ripresa. Anzi! Secondo lui, i tempi bui devono ancora cominciare...
Il suo pessimismo "poggia sull’ipotesi che ciò che non funziona è il modello economico, che insomma questa crisi sia epocale in quanto di sistema. Fino a quando non avremo riparato il funzionamento dell’economia occidentale, non ci riprenderemo. A tutt’oggi nessuna riforma è stata proposta o varata dai politici che ci inondano soltanto di belle parole. L’alta finanza continua a godere di un grado di libertà eccessivo, al punto che alcune pratiche e prodotti che hanno contribuito alla crisi del credito stanno rifacendo capolino sul mercato"(...)
Visitate Chiarelettere e leggete l'articolo di Loretta Napoleoni "L'Alfabeto della Recessione".
Su Paul Krugman, "l'incanto del benessere" e "il falso mito dell'economia globale", vedere questi interessanti appunti.
martedì, marzo 10, 2009
Spese 6000 sterline per il logo del G20
I ministri britannici sono stati aspramente criticati per le spese del summit londinese del 2 aprile. Il conto finale del G20 potrebbe ammontare a decine e decine di milioni di sterline.
E' troppo, assurdamente troppo: mentre le famiglie britanniche sono costrette a stringere la cinghia, il loro governo sciupa un mucchio di soldi per ospitare i leader mondiali che dovrebbero decidere di come risolvere la crisi economica.
Greg Hands, ministro del Tesoro del governo-ombra, ha dichiarato: "Chi ci governa dovrebbe dare il buon esempio. 6.000 sterline soltanto per il logo del summit sono decisamente una spesa eccessiva. E i costi totali crescono di giorno in giorno..."
Il centro di conferenze ExCel, nell'est di Londra, deve essere protetto contro terroristi e dimostranti (già preannunciate azioni del gruppo ambientalista Plane Stupid nella City londinese); sia dal basso (recinzioni, posti di blocco, spiegamenti di forze di polizia e dell'esercito) che dall'alto (elicotteri e aerei della Royal Air Force). Solo per le misure di sicurezza se ne andranno svariati milioni.
Centinaia di migliaia di sterline costerà l'"hospitality", comprendente un servizio navale per le troupe televisive da e attorno ai Royal Docks. 200.000 sterline guadagneranno un coordinatore di progetto e due "event managers" della PA Consulting - la ditta che l'anno scorso fu responsabile di uno scandalo cibernetico dopo aver smarrito i dati di migliaia di pregiudicati.
Più di £ 50.000 sono stati stanziati per pagare due editori della homepage del summit; £ 40.550 (netti) è il compenso per l'agenzia di webdesign Start Creative.
E, a voler credere al Daily Mail, ben 6 milioni di sterline se ne andranno nelle tasche dei soliti loschi "consulenti", chiamati ad aiutare il governo nell'organizzazione del G20.
Mark Wallace, uno dei direttori dell'associazione TaxPayers' Alliance,, che lotta per un fisco meno vorace, dice: "E' da irresponsabili spendere migliaia di sterline per semplici orpelli mentre il mondo - letteralmente - boccheggia a causa della recessione. Non dimentichiamo che questi soldi sono dei contribuenti..."
Il motto del summit del 2 aprile sarà: "stabilità, crescita, posti di lavoro". Nel nuovo gioco finanziario, lo Stato ricoprirà un ruolo più rilevante che in passato. Nicolas Sarkozy parla di un meeting per "ricostruire il capitalismo" e il nostro Giulio Tremonti vuole una nuova regolamentazione del mercato, cosicché nasca "un nuovo ordine mondiale".
Link attinente: The New World Order (NWO)