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lunedì, dicembre 30, 2019

'Transits' - secondo assaggio di lettura


Una company o un laboratorio di sperimentazione sociale?
                         Un ulteriore assaggio del romanzo distopico Transits
                                            di Peter Patti



Nell'androne, in mezzo a mucchi di immondizia, alcuni bambini giocavano con i loro miniesemplari di equus. Erano tra i più fortunati: di solito questi giocattoli (imitazioni ben riuscite degli ippoandroidi in dotazione all'esercito) potevano permetterseli in pochi, dato che costavano un occhio della testa.
Uno dei ragazzini aveva con sé un piccolo cane che, nel vedermi, abbaiò selvaggiamente.
Mi chinai sul pulcioso dicendo: «Sai solo abbaiare, cagnolino? Non mordi mai?»
«Attento che morde pure!» esclamò il moccioso, che era affetto da strabismo.
Lo osservai inarcando le sopracciglia. Conoscevo suo padre: nel suo appartamento allevava cani, e anche gatti, che faceva ingrassare prima di spacciarli come prelibatezze. Erano prelibatezze. Io stesso avevo mangiato di quella carne sotto gli occhi inorriditi di Allen, che era un vegetariano della prima ora, e potevo dunque testimoniarne la bontà.
«Non puoi giocare come gli altri, eh?» dissi al piccolo strabico.
«Si chiama Bello», si limitò a dire lui, trattenendo il cane che, ora ringhiando, avrebbe voluto avventarmisi contro, attentando alla salute dei miei calzoni.
«O-oh», feci, sgusciando via. «Scommetto che non ha nemmeno un pedigree.»
Guercino mi guardò senza capire.
«Un albero genealogico. Una famiglia. Non ce l'ha.»
«Oh sì, invece», mi contraddisse, mentre io ero già sul portone. «La mamma di Bello si chiama Momo, i fratelli Ingo e Immo. Il papà, Dracula, è morto lo scorso dicembre.»
«Morto cucinato», lanciai da dietro le mie spalle.
La strada pullulava di gente: l'armata dei senzalavoro. Non si può dire però che fossero sfaccendati. Da quando il governo non elargiva più il sussidio di sopravvivenza, i cittadini si dedicavano a molteplici traffici. Chi non si ingegnava, chi non aveva nulla da vendere, nemmeno i propri organi, finiva indigente, a morire sotto un ponte o un cavalcavia.
A me serviva urgentemente un lavoro. Non che temessi di trapassare in uno degli ormai numerosi "cimiteri dei morti di fame", come li chiamavano: finché Allen godeva di ottima salute, sarei potuto rimanere al sicuro con lui. Era soprattutto per ricaricare la mia Moneycard. Senza crediti a sufficienza, ci si sente più vulnerabili, a parte che la vita non è vita.
Era una bella mattina primaverile e fu perciò un piacere attraversare a piedi l'intera città. Era ancora troppo presto per imbattersi in qualche criminale prezzolato o in desperados armati di clava o coltello: la feccia più spietata sarebbe uscita solo con il calare delle tenebre, come gli scarafaggi.
Dopo aver ammirato per un po' il frontespizio del palazzo su cui capeggiavano le lettere "K.E.", spinsi la porta ad aria compressa e puntai sulla ragazza al desk. Lei mi indicò l'ascensore dicendomi a che piano dovevo salire. Intanto un guardiano in uniforme, con il distintivo della corporazione e il revolver bene in vista, stava a scrutarmi da rispettosa distanza.
Sbucai dall'ascensore in un corridoio pieno di lampade fluorescenti che diffondevano una luce biancastra. L'ufficio del researcher era a sinistra. Picchiai sulla porta ed entrai.
L'uomo aveva una testa a forma di proiettile e la voce rauca, come se un acido gli avesse corroso le corde vocali. Dopo i preliminari, mi pose alcune domande all'apparenza innocue ma che in realtà - come ben sapevo - erano parte integrante della prova attitudinale. Poiché non avevo nulla da perdere, risposi inalberando una buona dose di affabilità. A un dato punto lui scattò in avanti (parve quasi che la sua testa-proiettile fosse stata sparata da un cannone) e si alzò. Vidi che teneva qualcosa in mano: un mini-recorder. Notando la mia espressione irretita, mi spiegò: «È per i nostri archivi, sa». Poi mi mostrò alcuni grafici, parlando a ruota libera. Io guardai quelle proiezioni di disegni euclidei dicendo di sì senza capire un accidente. Infine venni mandato al controllo medico, dove non fecero altro che prelevarmi un po' di sangue.


Quando mi riconvocarono, un'ora dopo, mi stupii di sentire il researcher esclamare: «Congratulazioni, signor Ferroni! Il posto è suo». A conferma di quelle parole premette un bottone, e nel mio cranio le campane di una chiesa si misero a suonare a festa.
Fece il suo ingresso una venere bionda. «Questa è Marilinda», annunciò l'uomo. «Da oggi sarà la sua segretaria personale.»
Ero stordito, titubante. In fondo si trattava del primo colloquio di selezione che superavo... e già mi assegnavano la segretaria! La mia perplessità era dunque giustificabile. Nondimeno, fu con delizia che mi posi sulla scia di quella sventola di ragazza. Prendemmo l'ascensore, che già odorava di essenze ma che subito si impregnò del profumo - certamente costoso - di Marilinda, poi percorremmo lunghi corridoi rivestiti di coni fonoassorbenti, finché lei non si arrestò davanti a una porta.
Si chinò sul display e digitò la chiave d'accesso. Quindi mi lasciò il passo.
Era un ufficio ampio, dai vetri fumé e con una scrivania nuova fiammante. "Però!" pensai. "Niente male." Già: niente male per uno del mio stampo, per uno come Pat Ferroni, che per anni aveva mendicato un posto di lavoro qualsiasi e che non poteva certo vantare referenze attendibili.
La segretaria poggiò sulla scrivania due cartelle, dicendomi che vi avrei trovato tutte le informazioni che mi occorrevano. Dopo mi dedicò un sorriso smagliante e concluse: «Per qualsiasi cosa, mi chiami all'interfono».
«Senz'altro. Grazie, Marilinda.»
Aprii la prima cartella, su cui spiccava la scritta "Business Portfolio". Era piena di cifre e istogrammi che io non comprendevo e che forse mai avrei compreso. Passai alla successiva, quella dei "First steps per i nuovi impiegati - Fase Uno". Lessi:
"For any organization, large or small, communicating is important to being effective. Frequent communications with customers, employees, investors, or partners is a key driver to success".
Il testo parlava inoltre di "partecipazioni della Kosmos Enterprise a vari settori pubblici", di "proventi autoriproducentisi", di "Corporate Identity" e roba del genere. Scoppiai a ridere. Era tutto fumo, aria calda: non mi aiutava a capire nulla sulla natura dell'azienda, né quel che pretendevano da me.
Per gioco, e anche per fare una specie di prova tecnica, chiamai la bionda all'interfono.
«Sì?»
Non sapendo che cosa dirle, le domandai: «Di regola a che ora è fissata la fine della giornata lavorativa?»
«Alle quindici, signor Ferroni.»
La ringraziai e chiusi la comunicazione. Mi misi a occhieggiare in giro. L'ufficio era provvisto di tivù via cavo, computer e (eureka!) frigobar. A quest'ultimo sottrassi una bottiglia di Southern Comfort e, dopo essermene versato una generosa porzione, andai a sbirciare dentro un armadietto dall'aria misteriosa. Conteneva fruste, vibromassaggiatori e una bambola trisessuale di silicone. Annuii compiaciuto: in quella prigione di lusso c'era tutto l'occorrente per ammazzare il tempo senza annoiarsi. Dentro un cassettone scoprii un assortimento di giochi per PC recanti il marchio della Macrohard (una delle ditte che facevano capo alla K.E.). Ne testai alcuni con una mano sul mouseStick e l'altra stretta intorno al collo della bottiglia. I giochi strategici erano naturalmente per gli impiegati raziocinanti, mentre quelli d'azione erano destinati ai tipi come me, agli impulsivi, agli impazienti. Guidai un carro armato, poi un'astronave, e in ultimo mi lasciai catturare dal fascino di Doom XII, dove ero un soldato dentro un labirinto pieno di mostri e ragni cibernetici che dovevo abbattere prima che loro mi trasformassero in un guscio umano grondante sangue. Riuscii a raggiungere il terzo livello, dove deflagrai con un lugubre botto che colorò di rosso il monitor. Sempre abbracciato alla bottiglia, mi staccai dal computer e sprofondai in una poltrona di pelle. Accesi la tele e scanalai per un'ora o due. L'apparecchio era programmato per ricevere unicamente film - film per ragazzi, d'avventura, d'animazione, commedie, thriller, hard porn, ecc. Mi dissi: "Logico. Hollywood è un enorme mercato allucinogeno. Proprio quel che occorre al manager stressato".
Tornai a perlustrare l'armadio. C'era, in fondo a uno scaffale, una videocassetta. Si trattava di un supporto ormai antiquato, la cui vista mi spinse al sorriso ma anche a inarcare interrogativamente le sopracciglia. Era senza copertina né etichetta. Tentennante, la rigirai tra le mani. Nell'ufficio non era presente nessun videoplayer (ne esistevano ancora? L'ultima volta che ne avevo visto uno era stato nell'èra giurassica...). Mi strinsi nelle spalle e riposi la videocassetta sullo scaffale, dicendomi che forse era stata dimenticata lì dal mio predecessore.
Guardai ancora un po' di tivù, prendendo definitivamente confidenza con il telecomando, e infine me ne stetti del tutto inoperoso a osservare dalla finestra il traffico sottostante come attraverso un cannocchiale capovolto. Il Southern Comfort si esaurì e, quando girai il polso per leggere l'orologio, scoprii che mancavano cinque minuti alle tre. Il mio primo giorno di lavoro si era concluso brillantemente. Uscii barcollante dalla mia gabbia dorata e salutai Marilinda. Lei mi rivolse un sorriso a trentadue denti, flautando: «A domani, capo».

                                                                                          (CONTINUA)








sabato, gennaio 06, 2018

Romanzo sull'emigrazione italiana in Germania

La versione cartacea de I Canachi: Un romanzo storico è online nell'Amazon Store. 
È disponibile per l'acquisto qui.



Copertina flessibile, 248 pagg, 15 euro


L'Autore:



 Peter Patti scrive anche sotto gli pseudonimi franc'O'brain, Peter Parisius... e altri ancora.
Ama il progressive rock, il cinema (soprattutto giapponese) e la letteratura tedesca e angloamericana.
Si guadagna da vivere come operaio metalmeccanico.


domenica, marzo 24, 2013

Italia Paese di poveri... ma anche di furbetti

Il Ministero dell'Economia ha reso noti i dati IRPEF del 2012 (per l'anno fiscale 2011). Prima considerazione: l’evasione è endemica e incancrenita: fa parte dell'esperienza quotidiana di molti concittadini



Chiamatemi fascista, chiamatemi comunista... ma ci vuole uno Stato più forte, e una maggiore centralizzazione del potere! Occorre andare controcorrente, re-instaurare il controllo e il monopolio statale (poste, acque, telefoni, ferrovie... anche affinché finalmente funzionino) e togliere le ditte esterne, le consulenze d'oro & magna-magna associati. E occorre in primo luogo... uno Stato fiscale.


Meno tasse, più guerra all'evasione... e regolarizzazione del mercato

È evidente che solo metà degli italiani paga le tasse, anche per l'altra metà. Intanto però arriva la Pasqua e si scopre che, nonostante il calo palese della domanda, uova di cioccolato e colombe pasquali sono rincarati: segno che è il mercato, in primis, a essere malato. Anche nel turismo è così: si segnala il crollo delle prenotazioni alberghiere, ma avete visto quanto costa una camera??? Tutti i mali del liberalismo economico prima o poi vengono al pettine...



IRPEF: metà degli italiani sotto i 16.000 euro


Solo un contribuente su 10 dichiara più di 34.600 euro

L'80% dell'IRPEF arriva da dipendenti e pensionati


La metà dei contribuenti IRPEF dichiara al fisco un reddito inferiore ai 15.723 euro lordi, cioè meno di 1.300 euro al mese.

Mentre il reddito medio degli italiani è di un reddito medio di 19.655 euro.

È il quadro che emerge dalle dichiarazioni 2012 (redditi del 2011) nelle elaborazioni del Ministero dell'Economia. Ne esce l'immagine di un Paese dove cresce la distanza tra i più ricchi e il resto della gente, ma nel quale elusione ed evasione lasciano sempre dubbi sulla corrispondenza effettiva tra i dati e la realtà.

In Italia a dichiarare oltre 300.000 euro lordi all'anno sono infatti soltanto 28.000 soggetti su 41,3 milioni di contribuenti. Sono quei 28.000 che hanno pagato per questo un ulteriore contributo di solidarietà complessivo (aliquota 3%) di 260 milioni di euro (poco più di 9.000 euro a testa in media).

100.000 invece i contribuenti che hanno dichiarato case all'estero versando la nuova imposta IVIE(ha fruttato 21 miliardi di euro) e 71.000 quelli che hanno dichiarato attività finanziarie estere per un ammontare di 18,5 miliardi (anche questi tassati con una nuova specifica imposta IVAFE). D'altra parte, però, risulta che il 90% degli italiani dichiara un reddito lordo inferiore a 34.600 euro.

RICCHI E POVERI - Il divario appare evidente da un rapporto: il 5% dei contribuenti più ricchi possiede il 22,9% del reddito complessivo dichiarato, pari a quello del 55% dei contribuenti più poveri.

ZERO IRPEF PER 9,7 MLN - Gli italiani che pagano l'IRPEF sono il 76% del totale di coloro che inviano la propria dichiarazione all'Erario. Pagano in media 4.820 euro di IRPEF a testa. Ma ci sono anche 9,7 milioni di contribuenti italiani che - scritto nel linguaggio fiscale - «hanno imposta netta uguale a zero». In pratica non pagano l'IRPEF o perché hanno redditi troppo bassi, o perché abbattono l'imponibile con detrazioni e deduzioni.

AUTONOMI, IMPRENDITORI
e DIPENDENTI - I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato (42.280 euro) mentre il reddito medio dei lavoratori dipendenti è di 20.020 euro e quello dei pensionati di 15.520 euro. Il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è invece pari a 18.844 euro: 29.100 euro per le imprese in contabilità ordinaria e 17.480 per quelle a contabilità semplificata.

CIFRE ASSOLUTE - La maggior parte dell'ammontare IRPEF è versata dal lavoro dipendente (54,5%) e dalle pensioni (il 25,5%) per una percentuale complessiva dell'80%. Il lavoro autonomo contribuisce solo con il 6,7%.

TASSE LOCALI - Nel 2012 l'addizionale regionale sull'IRPEF ha fruttato 11 miliardi, con un aumento del 27% in un solo anno. L'IRPEF comunale 3,4 miliardi (+11%)

CEDOLARE SECCA - Sono stati circa 483.000 (pari al 2,3% di chi dichiara redditi da fabbricati) i contribuenti che hanno scelto la cedolare secca per dichiarare i redditi d'affitto. L'importo dichiarato - in pratica l'affitto - è stato in media di 8.370 euro: in testa la provincia di Bolzano (10.090 euro) seguita dalla Liguria (9.660 euro). Ai minimi Molise (4.060) e Basilicata (4.590 euro).
(Fonte: Ansa)


Berlusconi scende in piazza (una volta prerogativa del proletariato e del sottoproletariato) e annuncia lotta; annuncia una seconda campagna elettorale, o meglio il proseguimento di quella già fatta. Proprio lui. Proprio lui che ha rovinato il Paese semplicemente ignorando i problemi della gente (usava dire: "Ristoranti, teatri, voli aerei, crociere... dappertutto c'è il pienone!") preferendo occuparsi degli affari propri, dentro e fuori Villa Bunga-Bunga. Grazie, Cavaliere! Ora occorre rimboccarsi veramente le maniche e vedere chi e dove ruba.
Comincerei proprio da lui, dal caro Silvietto, e da tutti quegli altri che possono vantare possedimenti da Repubblica di Bananas. E via via scendere. Occorre colpire il patrimonio più che il reddito! Non tassare chi ha un'unica casa, ma mettere senz'altro le tasse sulla seconda, terza casa ecc., nonché su tutti gli altri immobili. Controllare inoltre cosa c'è dietro alle proprietà immobiliari: a immobili anche consistenti,  corrisponde spesso un reddito basso insufficiente non solo a giustificare gli acquisti, ma anche la sola gestione di tali proprietà.
Nel caso di proprietà superiori a quanto il reddito dichiarato possa far supporre, dovrebbe essere il tanto criticato redditometro a scovare i "furbetti".
E contemporaneamente: effettuare finalmente i tanti sospirati tagli radicali alla politica divora-soldi.




Incrociare i dati

Per chi non se ne fosse ancora accorto, viviamo nell'epoca del computer, dei calcolatori elettronici: che ci vuole a incrociare la dichiarazione dei redditi con il pubblico registro automobilistico, incrociando anche le auto di lusso intestate a società? Chi è veramente povero (o ha una società che va male) non può certo permettersi di comprare o solo di mantenere una costosa autovettura! Se la possiede, si vede che è un evasore. Stesso discorso con le proprietà terriere e immobiliari.



E poi: ovunque c'è un immobile (una casa) con un'utenza attiva, dovrebbe essere ipotizzato un reddito, o comunque il minimo che serve ad una famiglia per sopravvivere. E questo reddito dovrebbe essere giustificato: cosa fa il titolare del reddito (che invece ha dichiarato zero euro o giù di lì)? Come si guadagna da vivere? Forse commercia, ma allora evade anche l'IVA; oppure è lavoratore dipendente, allora ci sono contributi non versati... Attraverso un semplice controllo delle utenze associate agli immobili, si può individuare un reddito presunto. E fare emergere una gran quantità di sommerso: incassando più IVA per abbassare l'imposta sui consumi e più contributi INPS per abbassare l'età pensionabile.
Solo dipendenti e pensionati devono pagare le tasse? Si controllino più efficacemente commercianti, artigiani, salumieri, tabaccai...!
Recuperare evasione non è aumentare la tassazione! E le pensioni, checché ne dicano i "neoliberisti", non sono spesa improduttiva, ma un diritto dei lavoratori e degli anziani in generale!


Link correlati:
                      Campagna educativa contro l'evasione fiscale
                      Immigrazione e lavoro: evasione fiscale del 60% (Kairos)
                      GdF di Ancona scopre maxi frode fiscale e 3.700 lavoratori irregolari
                      Como - Evasione fiscale, un pozzo senza fondo

giovedì, maggio 24, 2012

Lavoro o schiavitù?

La legge Biagi, Co.Co.Co. e Co.Co.Pro hanno portato insicurezza e stipendi da fame. L'Italia si è trasformata in una nazione di precari, di sotto-occupati e di senza lavoro. Di universitari che rispondono nei call center a 5 euro all'ora...

Leggi tutti gli articoli sul tema "Schiavi moderni" nel blog di Beppe Grillo.

domenica, aprile 22, 2012

Ora su Amazon - 'Giona'



Sottotitolo: "Un romanzo della Prima Repubblica".

E' la storia di un angelo-poeta rinchiuso in una città opprimente. Insieme a un simpatico cane randagio, il Nostro (disoccupato, praticamente straccione) riesce a recidere il cordone ombelicale; ha inizio così un viaggio picaresco che lo condurrà in Germania, "la patria del lavoro".


......E-book


domenica, dicembre 04, 2011

La verità sulle pensioni e il partito delle Pantere Grigie

Se i nostri vecchietti vogliono, a Roma, davanti ai palazzi del potere, scoppia il finimondo. Gli "over -anta", infatti, sanno essere ben agguerriti, quando occorre

I tagli alle pensioni dei lavoratori sono frutto di un clamoroso malinteso: si basano su semplici calcoli matematici. Ma in questo caso non è vero che 1 + 1 = 2. Difatti, se i lavoratori lo avessero saputo per tempo - ovvero all'inizio della loro vita lavorativa - che un giorno sarebbero stati decurtati delle loro pensioni, avrebbero di certo intrapreso ben altre strade; o avrebbero chiesto allo Stato di NON pagare i contributi nelle casse dell'INPS mese dopo mese, preferendo piuttosto tenere per sé quei soldi (ovvio: una legge in questo senso non è mai nemmeno esistita...); più probabilmente, avrebbero cercato di diventare loro stessi - nel loro piccolo - imprenditori.

Tutti ora gli vengono a dire che 40 anni di contributi non bastano più, che uno deve essere vecchio decrepito e dunque già con un piede nella tomba prima di poter incassare la sua sudatissima pensione... Eh no, troppo comodo! 1 + 1 non fa 2, bensì 3! La pensione è sempre stata vista, da operai e impiegati, come il giusto premio dopo una vita di sacrifici, umiliazioni e rinunce assortite; una vera e propria ricompensa per l'accettazione della schiavitù, senza quale schiavitù le ruote del sistema non potevano girare.
E oggi li vogliono privare persino di questa misera indennità di sopravvivenza?!?
Nisba!

Attenti, Monti e consorti: se non prendete provvedimenti giusti ed equi, presto davanti a Montecitorio vi troverete l'esercito delle Pantere Grigie!




martedì, giugno 16, 2009

Economia in ripresa? Non fatevi illusioni

Paul Krugman, l'economista che ha vinto il Premio Nobel, a differenza dei demagoghi del sistema bancario non parla ancora di ripresa. Anzi! Secondo lui, i tempi bui devono ancora cominciare...
Il suo pessimismo "poggia sull’ipotesi che ciò che non funziona è il modello economico, che insomma questa crisi sia epocale in quanto di sistema. Fino a quando non avremo riparato il funzionamento dell’economia occidentale, non ci riprenderemo. A tutt’oggi nessuna riforma è stata proposta o varata dai politici che ci inondano soltanto di belle parole. L’alta finanza continua a godere di un grado di libertà eccessivo, al punto che alcune pratiche e prodotti che hanno contribuito alla crisi del credito stanno rifacendo capolino sul mercato"(...)



Visitate Chiarelettere e leggete l'articolo di Loretta Napoleoni "L'Alfabeto della Recessione".



Su Paul Krugman, "l'incanto del benessere" e "il falso mito dell'economia globale", vedere questi interessanti appunti.

giovedì, aprile 02, 2009

Sacramento, USA - Tent-City


A Sacramento, capitale della California, è sorta una tendopoli con circa 200 "residenti". Il governatore Arnold Schwarzenegger vuole prendere tutta questa gente e portarla in vari ospizi per poveri. Loro, i senzatetto, non ci stanno. "Vogliono solo farci sparire nascondendoci dietro solide mura."
L'altra soluzione - dicono Schwarzenegger e i suoi consulenti - sarebbe quella di sceglierne a casaccio 150 e di dislocarli in vari spazi aperti intorno alla città (così ovviamente darebbero meno nel'occhio).
Un'associazione di avvocati attivisti fa notare che per le strade di Sacramento si aggirano almeno 1.200 altri senzatetto...


I media stanno facendo molti servizi su "Tent-City", ma i losangelini e gli abitanti di altre metropoli - californiane e no - si chiedono perplessi: "Noi il problema dei senzatetto lo abbiamo da decenni, i marciapiedi sono pieni di questi disgraziati. Come mai evitano sempre di parlarne e di mostrarli in TV?"






domenica, ottobre 14, 2007

La catastrofe sociale in Germania

Nella Paulskirche di Francoforte sul Meno si è tenuta oggi la tradizionale manifestazione del Friedenspreis, riconoscimento che viene assegnato a scrittori contraddistintisi per il loro impegno per la pace. Alla fine della cerimonia, un tedesco 44enne di origine romena si è staccato dalla folla assiepatasi all'esterno e si è gettato contro il Presidente della Repubblica Federale  Horst Köhler, stringendolo al collo. L'intervento delle guardie del corpo è stato provvidenziale per Köhler. Sembra che il motivo dell'aggressione non sia di natura politica (il premio è andato allo storico israeliano Saul Friedländer). Con il suo gesto, l'uomo voleva attirare su di sé l'attenzione generale. Il suo è un caso disperato: non ha lavoro e non riesce a pagare l'affitto di casa.


Da quando è iniziato lo smantellamento dello Stato sociale, in Germania la povertà è drasticamente cresciuta. Nelle strade delle grandi città si aggirano senzatetto e bambini vestiti di stracci: un fenomeno mai registrato prima nella storia della Bundesrepublik.  



 


Le bugie della 'Bild', Lidl, no fumo, Ich arbeite..., Günter Grass, Günter Grass 2, Chomsky, Hirschman, Naziskin, Angela Merkel 3, Italiastan, Bild Zeitung, Angela Merkel 2, Angela Merkel 1, lavoratore interinale, Arbeit macht frei?, "cerco lavoro", stanno bruciando pizzerie, Berluska Superstar, USA-URSS, Le reginette del gossip tedesco, Carnevale nell'Est Germania, Caos organizzato (I)