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domenica, dicembre 31, 2017

Salutate l'Anno Nuovo con...

Dance yourself to the New Year with




La radio web degli hit Anni 50/60 !!     


Esempio delle canzoni in scaletta:


(Playlist)

The Who - "My Generation"
Hermans Hermits - "I'm Into Something Good"
Neil Sedaka - "Next Door To An Angel"
Troggs - "Wild Thing"
The Four Tops - "Walk Away Renee"
Lloyd Price - "Personality"
Connie Francis - "Who's Sorry Now"
Gladys Knight & The Pips - "If I Were Your Woman"
The Supremes - "Nothing But Heartaches"
The Drifters - "Save The Last Dance For Me"
The Beatles - "Day Tripper"
Elvis Presley - "That's All Right"


Divertitevi con i successi degli Anni Cinquanta e Sessanta stasera
 (e ogni altro giorno!) con la webradio



Evergreens!


Auguri!


domenica, dicembre 30, 2012

Italiani brutta gente: ora siamo anche campioni di 'spam'

Evidentemente è vero che il nostro popolo è destinato a essere ritenuto in sæcula sæculorum una massa di malandrini: per colpa di qualche cretino (o soltanto ignorante... ma spesso le due cose combaciano), tutti quanti noi dobbiamo soffrire e piegare il capo sotto la ghigliottina dell'antico, instancabile cliché sui "mangiamaccheroni" ipocriti e ladri.
Sì, anche nell'èra dell'informatica gli italiani sono ritenuti briganti...

E' uscita di recente la seguente lista dei top spammer mondiali:


*Top spammer*


1) India 16,1 %
2) Italia 9,4 %
3) USA 6,5 %
4) Arabia Saudita 5,1 %
5) Brasile 4,0 %

(Fonte: rivista tedesca Chip [www.chip.de], numero 01/2013)


Ci sono molte aziende italiane che non hanno ancora capito come funziona la legge sulla privacy e credono di potervi spedire i loro messaggi pubblicitari senza il nostro consenso preventivo. Scrive Paolo Attivissimo: "Quasi sempre, non l'hanno capito per semplice, schietta ignoranza, non per malizia." 
Sarà.

Contro questa gente, in parte serve scrivere un'energica diffida. Tuttavia, molti di questi individui (soprattutto nostri connazionali, lo sottolineo) non sono veri spammer, ovvero molestatori il cui scopo è guadagnare soldi con annunci pubblicitari a gogò; sono semplici "intrusi per passione", gente che usa Internet come prolungamento della mania ciminale e/o del vuoto psicologico che contraddistingue le loro giornate nella vita presuntemente vera.
Il web pullula ormai di questi invadenti idioti, avanguardisti dello sfascismo più becero. Li incontriamo su Youtube, su Facebook e altri social network, in qualsiasi forum anche ad argomento culturale, nella rubrica delle lettere dei quotidiani online... Sono schiere ormai folte di persone dalla tendenza psicopatica; anche potenziali stalker...

Ecco alcuni link che ci aiutano a capire come possiamo difenderci da costoro:



*Contro gli intrusi del web*



Pagina Antispam in italiano
(Piccola guida all'autodifesa dai più comuni abusi di rete)

Come denunciare uno spammer

 Tecniche per difendersi dallo spam

 Casa Spam: trucchi e consigli antispam
(I messaggi sporchi si lavano in famiglia)

 Combattere lo spam con il garante della privacy


sabato, ottobre 20, 2012

Dell'entusiasmo che manca

Un fantasma si aggira per l'Europa: il fantasma dell'apatia organizzata.
Molti dei nostri conoscenti, soprattutto i giovani, errano con sguardi estasiati, assenti. Hanno evidentemente i loro paradisi privati. Ci salutano con grande cordialità, felici; o, meglio, salutano i nostri simulacri, il nostro scheletro: di noi infatti non vedono altro, e possibilmente anche ciò solo attraverso una griglia cibernetica. Non si interessano a quel che facciamo, se siamo felici noi, se abbiamo un lavoro o meno, o se anche a noi è piaciuto l'ultimo film con Johnny Depp o Angelina Jolie.



Quando tentiamo di instaurare una parvenza di comunicazione, ci chiedono se abbiamo Microsoft Messenger; oppure: "Mi trovi su ICQ. Come? Tu non lo usi? Apriti subito un account!"

[Inutile ricordare a costoro che sono un pioniere di Internet. Nel 1990, tramite un modem da 14.400 bit/s, mi collegavo con un "nodo" austriaco di Compuserve per chattare e dialogare, in inglese e tedesco, con sconosciuti che vivevano in America, usando una piattaforma abbastanza primitiva che "girava" sul sistema Windows 3.1. Il computer allora dovevamo assemblarcelo da solo e le bollette telefoniche - più la retta per Internet (dovevo versare i soldi a Columbus, Ohio, dove Compuserve aveva la propria centrale) - erano somme a dir poco orrende. Per un "nonno" della mia risma, cari ragazzi, Usenet rappresenta tuttora uno sballo, mentre Skype, Facebook e quant'altro sono solo scopiazzature di sistemi, programmi e tecniche pre-esistenti, ben più funzionanti di quelli odierni e, last but not least, privi di pubblicità! Eh già, perché ai suoi inizi Internet era un campo libero e anticommerciale. La pubblicità, col web e con le sue funzioni primarie, stona clamorosamente!]

  

Troppa letteratura e poca vita. Minchia però...!

Un mio amico ha scritto un romanzo (un altro!) che, come sempre, ha dato da leggere ad amici e conoscenti. Dopo qualche tempo, incominciando a preoccuparsi perché non riceveva risposte, li ha sollecitati (via e-mail o voice fax) ad esprimere un giudizio. Finalmente hanno risposto tutti, o quasi: in maniera positiva. Cioè: hanno detto "Bello!" e "Bravo!".
Al che, il mio amico si è fatto coraggio e ha chiesto al sottoscritto di scrivergli una lettera di presentazione per gli editori.
Sarebbe la seconda in pochi mesi: una gliela avevo già scritta, per un altro suo libro, alla fine della scorsa estate. 
"Ma non conosci nessun altro? Uno che sappia fare una recensione decente e che abbia magari un piede dentro l'ambiente editoriale?"
La sua risposta:
"Tra i miei conoscenti ci sono persone con ben più di un piede dentro qualche casa editrice. Il fratello di un mio intimo amico, ad esempio, ha uno studio fotografico che serve la Rizzoli. E un mio cugino ha scritto per tre anni sulla rivista PC Professionale (edita dalla Mondadori) ed è in ottimi rapporti con il direttore responsabile. Ma... C'è sempre un 'ma'. Non si impegnano..."

Già. Ognuno è immerso in un bel bagno caldo di egocentrismo. Fin qui niente di strano: viviamo nell'Antropocene, dunque è giusto che l'uomo (inteso come io-soggetto) sia al centro dell'universo. Lo sono del resto anche gli schizofrenici e i paranoici: pensano di essere il fulcro di tutto, e che ogni minimo evento avvenga in virtù loro, o per danneggiarli tremendamente...

Ammesso e non concesso che un autore non possa scriversi una lettera di presentazione da sé (soprattutto quando è troppo impegnato a sfornare romanzi), perché dovrebbe prendersi la briga di farlo, quando, tra tanta indifferenza, tra tanto impassibile disinteresse ("Bello!", "Bravo!": nessuno sciupio di parole; oggidì non abbiamo solo un problema di incompetenza a tutti i livelli, ma anche di trasporto dello spirito e di sincerità mancanti), c'è ancora chi, come me, si mostra altruista, disponibile, forse caritatevole?



Ho ricordato all'amico di essere un fresatore CNC, e dunque occupato anche sul versante del "volgare" lavoro; ma ho paura che alla fine pure quest'altra lettera dovrò produrgliela io.
Un ennesimo week end aggrappato all'orlo di un dirupo di noia.


lunedì, marzo 26, 2012

Da 'Il Prato Nero', 21-12-2004

I blog in T.V.


Eh!eh!eh!eh! Su Rai Uno hanno appena trasmesso un programma molto lungo e accurato sui blog: che cosa sono, chi li usa e perché. Mi è toccato ridere tristemente nell'udire frasi quali "io sono un'appassionata della trasformazione della scrittura" e "a me, in qualità di giornalista, il blog serve per aggirare la censura". Sentenze interessanti, vere e sacrosante. Ma, per la maggior parte dei blogghisti, il motore principale di questa passione è... l'invalicabile solitudine.
Inutile girarci intorno. Internet accomuna (virtualmente, certo) anime straziate e insoddisfatte, e il blog si offre come strumento principe per farci sentire un po' narcisi - protagonisti da due o tre soldi! - mentre il vacuum esistenziale non accinge a riempirsi: tutt'altro. Ogni giorno che passa, il canyon si allarga un po' di più, e noi sempre qui davanti al monitor a vergare pagine su pagine di questo nostro "diario pubblico".  Pur tuttavia, l'autentica tragedia, il dramma più profondo, consiste nella consapevolezza (mia, almeno) che solo pochi, pochissimi delle migliaia e migliaia di blog vengono veramente letti con regolarità...
Propongo un ritorno al dialogo téte à téte. Salviamoci!  

domenica, giugno 26, 2011

L'Email compie 40 anni

Nel 1971 Ray Tomlinson riesce a fare passare un testo da un computer all’altro sfruttando Arpanet, la rete di computer del Dipartimento della Difesa americano. Aveva appena inventato la posta elettronica o Email. Ci vorranno ancora vent'anni circa - nel 1991 - per vedere nascere Internet.

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All'inizio si scriveva "e-mail", poi "Email" o "email" o "E-mail"... e c'era confusione anche per quel che riguarda il suo genere: "Ti scrivo una email o un email?" Comunque sia, ora la posta elettronica la posseggono anche cani e gatti e il suo simbolo caratteristico, @ ("snail", "chiocciola"), viene preso per qualcosa di dato, qualcosa di... naturale, anche se fino a poco tempo fa si stava a rimirarlo affascinati, come se si trattasse di una traccia grafica lasciata da alieni.

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L'Email ovviamente sarebbe noiosa senza il WWW (il "World Wide Web", "la rete che copre il mondo intero"). Nel 1990, Tim Berners-Lee, insieme al suo tutore Robert Caillau, ideò per una specializzazione post-laurea quello che lui stesso battezzò - appunto - World Wide Web. Lo ideò allo scopo di far nascere uno spazio assolutamente democratico, condivisibile da tutti, privo di un luogo centralizzato o di autorizzazioni. L’obiettivo era talmente l’universalità e la liberalità che il giovane ideatore non brevettò nemmeno la sua invenzione; se l’avesse fatto, ora sarebbe l’uomo più ricco di tutte le galassie.

Ma Berners-Lee aveva allora 35 anni e tanta voglia di vedere il mondo evolversi verso la comunicazione, o forse non si era nemmeno accorto di essere l’artefice della più incredibile rivoluzione del millennio. Attualmente, l'informatico londinese, inventore anche dell'HTML (Hypertext Markup Language), scaglia tuoni e fulmini contro i giganti della Rete: proprio giorni fa ha rimproverato alla Apple di dividere Internet in molti segmenti incompatibili tra di essi... 

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"Incompatibilità" è un termine usatissimo da quando il PC, ovvero Personal Computer, è entrato nelle case dei "normali" cittadini. All'inizio, ai tempi dei calcolatori delle serie 386 e 486 (dal nome e dalla capacità del rispettivo processore Intel), quando ancora bisognava assemblarsi la macchina da sé e/o aggiungere schede e lettori, potenziare la memoria del sistema ecc., si usava spesso l'aggettivo "incompatibile": "No, questa scheda video non va bene: è incompatibile con la motherboard..." oppure: "Non posso installare questo programma perché incompatibile con Windows 3.0...".

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Negli ultimi anni, nonostante il proliferare di ditte di hardware e software, si è andati via via convergendo - per fortuna - verso un'uniformità (e interscambiabilità) di pezzi d'elettronica e di informazioni. D'altro canto, però, tra commercializzazione selvaggia, invasione pubblicitaria su -praticamente - tutte le homepages, su tutti i siti (anche i più banali) e il proliferare di mondi apparentemente paralleli (telefonini, televisori intermediali, ecc.), si è assistito a una nuova e più potente balcanizzazione del media telematico; e il cosiddetto Web 2.0, o "New Web" (quello dei blog, ma anche dei tanto discutibili "social networks"), attenta non solo alla privacy dell'individuo ma lo deruba decisamente del suo potenziale creativo, della necessità di sforzarsi a costruirsi una website da sé, togliendogli persino la fatica di cercare o inventare contenuti...

Tim Berners-Lee, inizialmente soddisfatto del suo figlioccio, dopo anni di pacato silenzio si è messo ad alzare la voce. Il "New Web" offre da una parte facili e comodi strumenti, ma dall'altra vende ai singoli navigatori determinati prodotti e, giacché è la massa che arreca ricchezza, ogni social network costringe i navigatori a un appiattimento verso il basso, imponendo scelte e addirittura uno stile di vita assolutamente banali. 

Ancora nel dicembre 2000 fa un articolo di giornale online recitava:

"Berners-Lee vede sviluppi incredibili nell’avvicinamento e nella comprensione di persone che smettono di identificarsi con un luogo geografico e diventano concittadini. Vede la possibilità di scambiare le conoscenze, di acquisirle più velocemente. Vede la possibilità di fare della terra un pianeta unico e non staterelli e interessi svariati. Forse ha ragione, forse il suo Web potrà tutto questo. Un solo problema resta irrisolto: se il Web è il regno del tutto per tutti e da tutti i mezzi per accedervi sono per tutti ma di pochi. E’ un po’ come se in un determinato posto tante persone stessero creando il Paradiso ma una sola persona possedesse il pullman per arrivarci. Ma Berner-Lee è ottimista, lui ha cambiato il mondo, al massimo starà ad altri farlo tornare come è sempre stato."

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L'autore dell'articolo paventava dunque il pericolo dell'esclusività del media (e del suo obbligatorio ammennicolo, cioè Internet), non avendo previsto che il PC (insieme al suo ideale embryo, ovvero il telefonino, oggi diffusissimo; il telefonino che è tra i massimi responsabili dello sviluppo della tecnologia WiFi, ovvero della possibilità di connettersi alla rete senza più il fastidio di cavi telefonici) si sarebbe moltiplicato a macchia d'olio anche nel Terzo Mondo.

Questo è davvero il massimo della democratizzazione tecnologica... pur se lo stesso Berners-Lee non aveva calcolato l'altissima percentuale di antiumanesimo e, peggio, disumanità presente nelle masse: così, disgraziatamente, ci imbattiamo, nei vari forum (forums? forii?), nei vari siti, nelle varie piattaforme "sociali", in una caterva di fomentatori d'odio, di adescatori di minorenni, di ladri e imbroglioni.

Una puntualizzazione: siamo ovviamente contenti lo stesso che il mondo si sia computerizzato, e che Internet si offra (tuttora) come una piattaforma alternativa all'agorà, alla piazza. Progress oblige! Solo che non ne possiamo più delle tresche, della posta elettronica indesiderata (spam! Di sicuro Ray Tmnlinson non l'aveva prevista) e degli annunci pubblicitari piazzati persino nei blog dei ragazzini di 12 anni. Truffe su truffe, raggiri su raggiri... commercio su commercio! Il commercio: questa inarrestabile malattia pustolosa. Accendi il computer e ti ritrovi 100.000 menzogne farneticanti...

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Tutti oggi si ritrovano arenati sulla spiaggia paludosa del Web 2.0; accendono il PC e sono contenti di vedere la propria pagina personale su Facebook; aprono il programma di Email e si leggono ogni sciocchezza, dall'offerta di pseudodonnine russe alla pubblicità del Viagra cinese. Noi, individui di ben più ampie ambizioni (almeno si spera!), dobbiamo rimuoverci da lì (da qui) e teletrasportarci in un ennesimo mondo parallelo: o allestiamo il Web 10.0 oppure creiamo una sorta di Arpanet potenziato; senza nessuna possibilità di accesso ai mercanti e ai balordi assortiti.

Gesù entrò nel tempio e schiacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe...

Alla faccia della cosiddetta democrazia, è questo l'esempio da seguire!

 

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domenica, febbraio 28, 2010

Sentenza assurda contro Google e YouTube

Una delle preoccupazioni principali del governo Berlusconi sembra essere quella di frenare o, se possibile, sopprimere la libertà di/su Internet. Con la condanna a sei mesi di tre dirigenti di Google, abbiamo una prova della grave manipolazione della Giustizia italiana. Tra l'altro, la sentenza di condanna contro Google ha preceduto di poco quella dell'assoluzione "per prescrizione" di David Mills, l'avvocato del diav... ehm... del premier.


Il fatto: nel 2006, in un istituto tecnico di Torino, un bambino autistico viene seviziato da alcuni compagni; il resto della classe non interviene e osserva con indifferenza. Il pestaggio viene filmato e messo su YouTube. E' visto 5.500 volte e poi rimosso in seguito a una segnalazione. YouTube è di proprietà di Google, ed è a quest'ultima che viene imputata la violazione della privacy.
Il Tribunale di Milano condanna a sei mesi tre dirigenti di Google con l'accusa di non aver impedito la pubblicazione del video (!). La condanna è avvenuta nonostante fosse stata ritirata la querela dai legali del ragazzo.


Consideriamo una cosa importante: Internet consente la pubblicazione di contenuti su diverse piattaforme. YouTube è una di queste, come Vimeo, Facebook, Flickr e molte altre. La responsabilità del contenuto è di chi pubblica, non del gestore della piattaforma. Se ogni contenuto dovesse essere controllato dal punto di vista legale prima di essere messo on line, Internet dovrebbe essere chiuso.


Senza il video, il bambino sarebbe ancora vittima dei suoi seviziatori; lo scandalo è scoppiato solo grazie alla visibilità data da YouTube. I colpevoli sono nell'ordine: gli insegnanti e il preside, i compagni che lo picchiavano abitualmente, i compagni che assistevano senza muovere un dito, coloro che sapevano e non hanno sporto denuncia.
YouTube ha solo reso pubblico un reato. Qualcuno è stato punito per quel reato?


Sì: le persone sbagliate!

mercoledì, marzo 04, 2009

Armati di clava vinceremo...

Se si va sul canale di Youtube del "Governo Berlusconi", si scoprirà che sono disattivate le opzioni per inserire commenti e per aggiudicare un voto. Ciò non può stupire, pensando a quanti "vaffa", "incompetenti!" e "andate a zappare!" si beccherebbero questi video...

Lo stesso sito Governoberlusconi.it offre ben scarsa interattività. In Mediaset peraltro ridono quando sentono che il Web sta prevalendo sul broadcasting tradizionale, e investono pochissimo su Internet (il contrario di quello che hanno fatto all'estero la BBC e tutti i grandi editori, Rupert Murdoch in primis). Per sua stessa ammissione, Berlusconi è "un vecchio signore che scrive ancora con la penna" e non conosce Internet, rimanendo affezionato alla vecchia tivù; e il suo entourage si comporta di conseguenza. Tutti i siti di e attorno al cosiddetto Popolo delle Libertà sono lontanissimi dai modelli più avanzati di Web 2.0 e, contro la valanga di denigrazioni di uomini politici e programmi governativi, questo partito sembra affidarsi ad alcuni maldestri "controllori della rete" che, sui vari blog e aggregatori di blog (oknotizie.alice.it, http://www.wikio.it/, ecc.), ribattono alle critiche con frasi intelligenti come "state zitti sporchi comunisti!" e "perchè non volete capire voi del pd (Partiti Definitivamente) e sinistra radicale giustizialista che le elezioni non si vincono insultando continuativamente Berlusconi!". Senza un minimo accenno di logica e fondatezza. Dunque: alla Ragione oppongono lo spam.

Intanto ha fatto flop "Ovopedia", progetto voluto dal premier in persona e che doveva diventare un sito in cui "riscrivere la Storia" (ovviamente secondo i parametri propri della più becera reazione; volevano persino revisionare - in meglio - le figure di Hitler e di Mussolini...). La chiusura di "Ovopedia" ha significato il licenziamento di quasi 700 persone che erano state chiamate a realizzarla. E dire che lo stesso Mago di Arcore ha sempre spergiurato: "Io non licenzio mai nessuno!" 

E, mentre da una parte si registrano fallimenti, dall'altra i siti di Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, grazie alle loro scomode verità e alla loro fisiologia - che permette a ciascuno di esprimere la propria opinione -, diventano vere e proprie tavole rotonde dell'Italia intera, non soltanto dell'Italia di sinistra.

domenica, novembre 16, 2008

Stigma

[Una volta tanto, mi va di citare da un altro blog. La fonte in questione è questa: psichiatria e cybertherapy]





" ...difficile da spiegare, facile da avvertire sulla pelle...
Lo Stigma è il pregiudizio della società verso chi soffre di patologie mentali e di conseguenza verso la patologia mentale stessa, dunque verso la Psichiatria...
Lo Stigma provoca DISCRIMINAZIONE...EMARGINAZIONE...DISPERAZIONE...
Vedere un braccio ingessato non provoca alcuna reazione, se non "poverino, è caduto e si è fatto male!".
Vedere una persona che magari sta chiusa in casa per 1 mese di fila provoca EVITAMENTO.
Perchè?
Cosa è che si evita e si discrimina?
...ciò che non si conosce probabilmente...
Allora perchè non conoscere? Perchè continuare ad ignorare?
L'INFORMAZIONE è la risposta... come obbligo morale sociale, tutti siamo chiamati alla scienza, al sapere...perchè l'ignoranza uccide... gli ALTRI. "

...........(by cybermaster)


Mi pare molto significativa anche l'immagine del lucchetto, soprattutto perché su tutti noi incombe ancora (o di nuovo) la minaccia del... decreto Levi.


Cus'è chiss?

Tutto ebbe inizio circa un anno fa (molti di voi sicuramente lo ricordano), quando il cosiddetto decreto “Prodi-Levi” (o soltanto "Levi"), noto anche come “ammazzablog”, aveva suscitato l’indignazione generale: si trattava di un decreto governativo che imponeva ai blog l’obbligo di iscrizione al ROC (il Registro degli Operatori di Comunicazione), travisando del tutto le dinamiche della Rete e obbligando i titolari dei blog a oneri e burocrazie sproporzionate rispetto alla natura del loro "prodotto". Questi blog sono quasi tutti amatoriali, ma ci sono anche quelli con contenuti "giornalistici", eccellenti fonti d'informazione libera dove ognuno può esprimere la propria opinione. Lo scopo del decreto, più che di natura fiscale, sembra essere quello di imbavagliare il libero pensiero...


La mobilitazione e il fatto che il Governo presieduto da Romano Prodi di lì a poco sarebbe caduto, fecero sì che la faccenda giungesse a uno stop.

Ma il fottuto decreto, purtroppo, non è scomparso del tutto dai corridoi del Parlamento e c’è il pericolo che venga riesumato...





Articoli correlati: http://www.beppegrillo.it/2008/11/free_blogger.html

http://www.antoniodipietro.com/2008/11/no_allammazza_blog.html

                      Free Blogger


Il caso Ruta


La cosa peggiore è che il bavaglio all'informazione lo hanno già messo. Carlo Ruta, giornalista e blogger siciliano, che col suo blog conduceva inchieste su mafia politica e collusioni tra potere mafioso e grande business, è stato condannato nel mese di maggio per il reato di "stampa clandestina"! Prima gli hanno chiuso il blog (http://www.accadeinsicilia.net) e poi lo hanno condannato!

Per fortuna Ruta è lungi dal tacere e i suoi interventi possono essere letti sul suo nuovo sito



...........Le inchieste


Riportiamo uno dei suoi ultimi articoli, dal titolo

"Emergenza libertà in Italia"

" La sentenza siciliana che ha condannato l'informazione in rete, ritenendola né più né meno che un crimine, sta suscitando proteste e allarme sul web e in ogni ambito del paese civile e responsabile. Le ragioni sono pesanti come pietre. Sono stati attaccati princìpi che hanno fatto la storia del pensiero democratico: i medesimi per i quali, nel nostro paese, uomini come i fratelli Rosselli, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Eugenio Curiel, Giovanni Amendola, hanno speso il loro impegno e dato la vita. E' stato puntato e centrato in particolare il principio della libera espressione, che, rappresentativo delle libertà tutte e momento rivelatorio di uno Stato democratico, costituisce un cardine della Costituzione repubblicana.

L'attuale governo italiano, che si sta connotando sempre più in senso illiberale, non può sottrarsi a questo punto al dovere morale di rispondere al moto di protesta di questi giorni. Basta con gli infingimenti. Non si aspetti che l'onda di piena dell'indignazione si plachi. Si farà il possibile perché non si fermi. E' in gioco appunto la democrazia, nella sua frontiera più avanzata e aperta, rappresentata dalla libera espressione in rete, dalla comunicazione che irrompe e prorompe in senso orizzontale, che rende i cittadini protagonisti in modo nuovo. E' in gioco, come si diceva, la Costituzione, che, come ci ha ricordato Piero Calamandrei, non è nata nei salotti, né nelle stanze del potere, ma sulle montagne, accanto ai corpi degli uccisi, tra i fuochi delle città in rivolta.

E' necessaria una legge subito, che, distante da ogni possibilità di equivoco sul piano interpretativo, fermi in via definitiva le trame censorie e repressive dei poteri forti del paese, per vocazione illiberali e antidemocratici. E' altresì necessario che il legislatore prenda atto che l'informazione sul web non può recare limitazioni di principio. La rete è un luogo cardine del nostro tempo, in cui la democrazia prende corpo e voce, con l'esercizio del confronto. Non può essere quindi annichilita, come avviene in Iran e in Birmania.

Si fa appello allora alle realtà del web, della comunicazione a tutti i livelli, del paese civile e responsabile, perché la mobilitazione continui ad oltranza, con iniziative forti. La sentenza siciliana, come ha scritto un blogger, potrebbe essere una delle ultime "perle" di una collana che, giorno dopo giorno, sta mutandosi in un cappio. E si tratta di fare il possibile perché questo non avvenga. Occorre impedire che si consumi in Italia il rogo della libera espressione, memori del resto che i roghi delle idee possono essere preparatori di regimi a scena aperta. "

...........Carlo Ruta, http://www.leinchieste.com

domenica, febbraio 17, 2008

Casi di suicidio in Galles

E' successo di nuovo. Stavolta a togliersi la vita sono stati due cugini di Bridgend: il 15enne Nathaniel e la 20enne Kelly. Nathaniel è spirato in seguito alle gravi ferite che si era indotto, Kelly si è impiccata in casa dopo avergli fatto visita in ospedale.

Proseguono i misteriosi casi di suicidio nel sud del Galles. Dal 2004 se ne registrano sedici; tutti i soggetti erano sotto i 27 anni. Una delle possibili cause sarebbe stata individuata in un "patto mortale" stipulato tra i ragazzi sul sito Internet "Bebo", anche se la polizia non ne ha ancora le prove.

Il clamore è enorme. Cerca però di ridimensionarlo Carwyn Jones, deputata parlamentare di Bridgend. La Jones tiene a puntualizzare che ogni cosa si svolge "secondo la norma": nella regione, infatti, fin da sempre avvengono in media venti suicidi all'anno, ovvero il 35% in più che nel resto della Gran Bretagna.

Solo nell'ultimo anno sono almeno sette i giovani che si sono tolti la vita nella zona di Bridgend. Molti di loro si sono impiccati apparentemente dopo aver trascorso alcune ore a "chattare" su Internet.
Molti dei suicidi avevano pubblicato i loro profili sul sito di incontri "Bebo". Dopo la loro morte, altri ragazzi hanno creato pagine sul web per rendere loro omaggio e ricordarli.

Anche la 17enne Natasha Randall, studentessa del primo anno al college di Bridgend, prima di suicidarsi lo scorso 23 gennaio aveva pubblicato messaggi dedicati a varie persone che si erano tolte la vita. Uno era rivolto a Liam Clarke, 20enne trovato cadavere in un parco di Bridgend il 27 dicembre 2007. Quest'ultimo era amico di un'altra vittima, il coetaneo Thomas Davies, che si era tolto la vita soltanto due giorni dopo il funerale di un ennesimo ragazzo suicida, il 19enne David Dilling.
Si sospetta che ci siano collegamenti anche con le morti di Dale Crole (18 anni) nella vicina Porthcawl e di Zachary Barnes (17) di Bridgend. Nei primi giorni del 2008, sempre a Bridgend, il 27enne Gareth Morgan era stato trovato morto nella sua camera...

martedì, giugno 12, 2007

Il vostro sito è oscurato in Cina?

Per saperlo verificate qui:

http://greatfirewallofchina.org/test/


La Cina si è sconciamente aperta al dollaro americano, ma altrettanto sconciamente frena i fermenti internazionalisti del suo miliardo e passa di cittadini esercitando una censura su Internet senza precedenti nella storia di questo media.

Il più grande Firewall del mondo.

Con l'eccezione di pochi url-base appartenenti a importanti partner commerciali, è praticamente impossibile per un cinese informarsi su quello che realmente pensano della vita e del mondo gli individui "comuni" che commentano, sui loro blog e siti personali, le notizie emanate dalle agenzie di stampa ufficiali.



"The Great Chinese Wall", la Muraglia Cinese, è ora diventata "The Great Chinese Firewall"...

Avvertenza: su questa pagina-test, alcuni siti importanti risultano bloccati "a singhiozzo". Non è detto però che lo siano. La loro periodica "unavailability" spesso è dovuta alla difficoltà del collegamento.