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sabato, novembre 03, 2012

L'Italia rimarrà un Paese di guitti?

In Italia mancano i veri magnati, i mentori, i sinceri pigmalioni, ricchi che abbiano stile e siano, di conseguenza, amanti della cultura e delle bellezze artistiche e paesaggistiche.

Insomma: non ci sono animi magnanimi dal pingue conto in banca! Tutti spilorci e pidocchiosi, tutti pezzenti arpagoni e quindi morti di fame nell'ex Belpaese!

Questi erano grandi principi! Lorenzo il Magnifico

Una moderna famiglia de' Medici potrebbe sicuramente dare il "la" a un nuovo Rinascimento. Ma, a quanto pare, i nostri miliardari sono tutti banali e rozzi, ignoranti, scadenti.

Persone grette e meschine che, una volta sotterrate, passeranno alla Storia per non aver mai fatto niente di utile e piacevole per la comunità...




Read what the Bible says about riches and wealth:

domenica, maggio 20, 2012

Pippo Baudo mai così ribelle come in questa intervista



"Vespa omosessuale..."

Stupendo quando fa il lapsus: "Ho portato la bara di Berlusc..." E poi si ferma. E aggiunge: "Questa mi è uscita dal cuore!"

domenica, febbraio 28, 2010

Sentenza assurda contro Google e YouTube

Una delle preoccupazioni principali del governo Berlusconi sembra essere quella di frenare o, se possibile, sopprimere la libertà di/su Internet. Con la condanna a sei mesi di tre dirigenti di Google, abbiamo una prova della grave manipolazione della Giustizia italiana. Tra l'altro, la sentenza di condanna contro Google ha preceduto di poco quella dell'assoluzione "per prescrizione" di David Mills, l'avvocato del diav... ehm... del premier.


Il fatto: nel 2006, in un istituto tecnico di Torino, un bambino autistico viene seviziato da alcuni compagni; il resto della classe non interviene e osserva con indifferenza. Il pestaggio viene filmato e messo su YouTube. E' visto 5.500 volte e poi rimosso in seguito a una segnalazione. YouTube è di proprietà di Google, ed è a quest'ultima che viene imputata la violazione della privacy.
Il Tribunale di Milano condanna a sei mesi tre dirigenti di Google con l'accusa di non aver impedito la pubblicazione del video (!). La condanna è avvenuta nonostante fosse stata ritirata la querela dai legali del ragazzo.


Consideriamo una cosa importante: Internet consente la pubblicazione di contenuti su diverse piattaforme. YouTube è una di queste, come Vimeo, Facebook, Flickr e molte altre. La responsabilità del contenuto è di chi pubblica, non del gestore della piattaforma. Se ogni contenuto dovesse essere controllato dal punto di vista legale prima di essere messo on line, Internet dovrebbe essere chiuso.


Senza il video, il bambino sarebbe ancora vittima dei suoi seviziatori; lo scandalo è scoppiato solo grazie alla visibilità data da YouTube. I colpevoli sono nell'ordine: gli insegnanti e il preside, i compagni che lo picchiavano abitualmente, i compagni che assistevano senza muovere un dito, coloro che sapevano e non hanno sporto denuncia.
YouTube ha solo reso pubblico un reato. Qualcuno è stato punito per quel reato?


Sì: le persone sbagliate!

domenica, ottobre 04, 2009

Lodo Mondadori: giustizia è fatta

Ci sono voluti vent'anni... E la Fininvest ha già annunciato di voler ricorrere in appello

Brutti tempi per Berlusconi! Il Tribunale civile di Milano ha depositato la sentenza che liquida a favore della CIR di Carlo De Benedetti la somma di 750 milioni di euro. Questo è, o dovrebbe essere, l'epilogo del Lodo Mondadori, vicenda che si incentrava su azioni fraudolente che avevano permesso alla Fininvest di aggiudicarsi il maggiore gruppo editoriale italiano. (Fininvest corruppe, tramite Cesare Previti, dei giudici, e Silvio Berlusconi era stato prosciolto dall'accusa di corruzione "per intervenuta prescrizione".)


La guerra tra Berlusconi e De Benedetti per impadronirsi del Gruppo Mondadori si scatenò tra la fine degli Anni Ottanta e l'inizio dei Novanta. Dopo varie vicissitudini legali, alla CIR andarono Repubblica, L'Espresso e alcuni quotidiani locali, mentre Fininvest entrò in possesso di Panorama, Epoca e tutto il resto della Mondadori.


Finalmente la Magistratura, tra l'altro confermando definitivamente in sede penale l'avvenuta corruzione di un giudice, rende giustizia a De Benedetti. I 750 milioni sono un risarcmento per avvenuta "perdita di chance"; ma la CIR ha anche diritto al risarcimento da parte di Fininvest dei danni non patrimoniali sopportati in relazione alla medesima vicenda e la cui liquidazione "è riservata ad altro giudizio".


A fronte di tali notizie, è possibile ipotizzare un declino repentino dell'attuale Presidente del Consiglio. Su internet impazzano i commenti. Alcuni naviganti ipotizzano che lo "Scudo fiscale" sia stato fatto passare in maniera preventiva: per racimolare i soldi da destinare a De Benedetti. E molti tifosi del Milan iniziano a capire il perché il loro presidente abbia impostato l'ultima campagna acquisti al risparmio, vendendo finanche un pezzo pregiato come Kakà.


A questo punto, tutti gli italiani - anche quelli conservatori e/o reazionari - dovrebbero aver compreso da che razza di cialtroni si sono fatti governare. E il "mito Berlusca", selfmade man all'italiana, dovrebbe essere crollato una volta per sempre, essendoci ora l'evidenza che quest'uomo ha fondato le sue fortune sul malaffare e la mafia.


Marina Berlusconi si dice "sconcertata" per la sentenza. Lei, degna figlia di cotanto padre, ha affermato: "Non posso non rilevare che questa sentenza cade in momento politico molto particolare. Non posso non rilevare che dà ragione ad un gruppo editoriale la cui linea di durissimo attacco al Presidente del Consiglio, per non dire altro, è sotto gli occhi di tutti. Sbaglia però chi canta vittoria troppo presto. Sappiamo di essere nel giusto e siamo certi che alla fine questo non potrà non esserci riconosciuto".


La parte vincente, Carlo De Benedetti, da parte sua commenta: "La sentenza non mi compensa per non aver potuto realizzare un grande progetto industriale, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l'hanno impedito".

giovedì, maggio 08, 2008

Presentato il nuovo governo: è il Berlusconi quater

Il Cavaliere presenta la lista a tempo di record e Napolitano gli conferisce l'incarico. I ministri sono 21: 12 con portafoglio e 9 senza; solo quattro le donne, 13 le new entry.



Ministri con Portafoglio
Esteri: Franco Frattini
Economia: Giulio Tremonti
Interno: Roberto Maroni
Giustizia: Angelino Alfano
Difesa: Ignazio La Russa
Attività produttive: Claudio Scajola
Welfare-Sanità-Lavoro: Maurizio Sacconi
Politiche Agricole: Luca Zaia
Ambiente: Stefania Prestigiacomo
Infrastrutture e Trasporti: Altero Matteoli
Istruzione-Università-Ricerca: Maria Stella Gelmini
Beni Culturali: Sandro Bondi

Ministri senza Portafoglio
Riforme Federalistiche: Umberto Bossi
Funzione Pubblica: Renato Brunetta
Rapporti con il Parlamento: Elio Vito
Semplificazione: Roberto Calderoli
Affari Regionali: Raffaele Fitto
Politiche Comunitarie: Andrea Ronchi
Pari Opportunità: Mara Carfagna
Attuazione del Programma: Gianfranco Rotondi
Politiche Giovanili: Giorgia Meloni
Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Gianni Letta