giovedì, novembre 28, 2024

Eggers ci ha già raccontato dei pericoli dei "social": in 'The Circle' e 'The Every'

"Secrets are lies", "Sharing is caring", "Privacy is theft". Questi sono tre dei motti che escono fuori da quell'enorme think tank di The Circle, la nuova corporation che, viaggiando su Internet, sta per entrare nella vita di tutti - influenzando anche la politica. "I segreti sono bugie", "Condividere equivale a prendersi cura" e "La privacy è un furto".

Di The Circle, il romanzo di Dave Eggers pubblicato ormai oltre dieci anni fa, esiste un film interpretato da Tom Hanks con una giovane Emma Watson.

Ora, il rischio di produrre una pellicola su tecnologie attuali è quello di avere insita la possibilità (possibilissima!) che essa venga superata dalle sempre rotolanti innovazioni proprio durante la lavorazione dello stesso film o poco dopo la sua proiezione nelle sale cinematografiche (o la pubblicazione su DVD e nei canali streaming).

Quando The Circle - il film diretto da James Ponsoldt - uscì, nel 2017, era già quasi troppo tardi: Internet si era trasformato in Internet 2.0 e i social networks avevano aspirato, risucchiandoli, milioni di utenti, li avevano inglobati, offrendo loro piattaforme per esprimere opinioni su qualsiasi argomento, fosse pure un giudizio espresso in stelline (da 1 a 5, ma c'è anche il sistema a 10 stelline), sottoforma di un commento rappresentato da un semplice pollice in su o in giù, da una faccina che ride oppure da un "frown" (da un emoticon che vuol significare disappunto oppure lieve delusione o, ancora, rabbia feroce).

The Circle venne inserito nella categoria "Science Fiction" ma... ciò che narrava era già la realtà. Almeno, nelle sue premesse. Tutte le companies online condividevano già allora (e da ben prima!) lo stesso percorso, avendosi prefissata una meta ben precisa: rendersi indispensabili in ogni ambito della vita, venire considerate uno strumento essenziale della comunità tutta e, in definitiva, sostituirsi alla politica e allo Stato medesimo. Non tanto per altruismo, certo: si mira ai guadagni!

Nell'ambito de Il Cerchio / The Circle, nessun cittadino deve poter dire di non avere un account. Tutti - non solo i parlamentari - vengono costretti a una trasparenza assoluta tramite centinaia, migliaia di telecamere installate dovunque, atte a seguire ogni loro gesto, tutti i loro spostamenti. La "trasparenza assoluta" diviene comandamento numero uno.

 Dave Eggers

Il romanzo è del 2013 (il film uscì dunque solo quattro anni dopo la pubblicazione del libro, ma in ambito tecnologico quattro anni sono un'eternità), e nel 2013 ancora forse si poteva parlare di "futuro prossimo" per quel che riguarda il potere di chi controlla le connessioni globali nonché i pericoli che celano i progetti e gli esperimenti sociali delle società di high-tech e di social media. Lo sviluppo rapidissimo dei dispositivi telematici e, soprattutto, l'inchinarsi del potere al cospetto della cibernetica, con l'adozione da parte di Nazioni e singoli governi dei network internettiani allo scopo - vero o presunto - di una facilitazione per i cittadini dello svolgimento di pratiche varie (e per le campagne propagandistiche ed elettorali portate avanti dai diversi partiti, in maniera più feroce quanto più sono estremisti), hanno reso quanto narrato da Dave Eggers se non proprio obsoleto perlomeno didascalico, semplice specchio di una realtà già in corso.

Una cronaca in forma di narrazione fantasiosa, quindi. Ma, in effetti, Eggers è un romanziere della vita quotidiana, delle esperienze umane di qui e di ora: prima di The Circle aveva scritto opere come 


L'opera struggente di un formidabile genio (A Heartbreaking Work of Staggering Genius, 2000), Mondadori, 2001. 

 

Conoscerete la nostra velocità (You Shall Know Our Velocity, 2002), Mondadori, 2003.

Se non è vietato è obbligatorio, o Dell'ottimismo (The Unforbidden is Compulsory; or, Optimism, 2004), Minimum fax, 2004.

Erano solo ragazzi in cammino. Autobiografia di Valentino Achak Deng (What Is the What: The Autobiography of Valentino Achak Deng, 2006), Mondadori, 2007.

Le creature selvagge (The Wild Things, 2009), Mondadori, 2009.

Zeitoun (2009), Mondadori, 2009.

Libro interessantissimo, questo Zeitoun. Nella cornice dell'Uragano Katrina che nel 2005 si abbatté sulla costa sud-est degli USA, Eggers rivela quant'è sottile il legame che permette agli statunitensi di convivere. Quant'è facile che il filo si spezzi e che, al posto della coesione sociale e della solidarietà, si faccia largo la diffidenza. E poi vi si parla anche della corruzione di certi enti statali... della polizia stessa. Della Guardia Nazionale.

Ologramma per il re (A Hologram for the King, 2012), Mondadori, 2013.

È in Ologramma che l'autore si cala per la prima volta in una narrazione fantastica, dove centrale è la tecnologia della "realtà aumentata". C'è un uomo, Alan Clay. È americano, divorziato, con una figlia da mantenere. L'ex moglie, che vive in California, non intende contribuire in alcun modo alle spese e non fa che ripetergli di comportarsi da uomo. Ma che uomo è Alan Clay? Ha 54 anni ed è disoccupato. Per l'America delle aziende dinamiche, lui è un soggetto inutilizzabile, bizzarro e fuori posto: l'immagine simbolica usata è quella di "un aereoplano costruito con il fango". La crisi dei mercati e quella sua privata lo hanno stremato. È tendenzialmente un alcolizzato, con il conto in banca costantemente in rosso. Non ha dunque scelta: se vuole riuscire a pagare le tasse del college di sua figlia, deve trovarsi un'occupazione; ma non una qualsiasi, bensì una ben retribuita. L'unica chance che gli si presenta è impersonata da re Abdullah, il miliardario che detiene la corona di sovrano di Economic City, immensa oasi in mezzo al nulla destinata a diventare la città del futuro. Il compito di Alan, in qualità di rappresentante di una ditta di tecnologie avanzate, è di convincere il re arabo ad acquistare una mirabolante invenzione, ossia un ologramma in grado di far apparire chiunque in 3D, come dal nulla. Dunque ecco che lo stressato Alan Clay si trova ad Economic City- Peccato che del re non ci sia traccia alcuna! Nell'attesa, Clay sbatte di qua e di là nell'ostico Paese straniero; e arriva a conoscerne la bellezza, insieme alle contraddizioni.


Altri suoi libri in ambito narrativo e non solo:

Il Cerchio (The Circle, 2013), Mondadori, 2014.

I vostri padri, dove sono? E i profeti, vivono forse per sempre? (Your Fathers, Where Are They? And the Prophets, Do They Live Forever?, 2014), Mondadori, 2015.

Eroi della frontiera (Heroes of the Frontier, 2016), Mondadori, 2017.

Il Monaco di Mokha, Mondadori, 2018.

La Parata (The Parade, 2019), Feltrinelli, 2019.

The Every, 2021 (Il sequel de Il Cerchio, un mix di assurdità e terrore, satira e suspense).




   Chi è David Eggers. Fatti fondamentali:

Eggers è sposato con la scrittrice statunitense Vendela Vida. È il fondatore della rivista letteraria McSweeney's (divenuta poi anche casa editrice) e della scuola di scrittura non-profit di San Francisco denominata 826 Valencia (Link: https://www.826valencia.org/).

È stato il principale curatore ed editore del Futuro dizionario d'America.

Con Vendela, ha scritto la sceneggiatura del film di Sam Mendes American Life.


 Qui con Vendela Vida


   Curriculum letterario:

Eggers è nato a Boston, città-simbolo dell'America bianca, quella Boston giustamente considerata il fulcro del Newengland, la vasta zona ad Est degli USA che si vanta del proprio passato coloniale. 

Si è laureato in giornalismo alla University of Illinois, dunque nel Midwest. Infine si è trasferito a San Francisco. La California è più congeniale alla sua inventiva e alle sue prerogative liberalist... quelle del Modern liberalism, il liberalismo di sinistra, per intenderci. Inutile dire che lo scrittore è un fervente anti-trumpiano e ha scritto diversi articoli e anche un volume o due contro l'antico e nuovo Presidente degli Stati Uniti.

 The Captain and the Glory, una satira. In italiano il libro è stato pubblicato da Feltrinelli nel 2020

Da Erano solo ragazzi in cammino, che parla di Valentino Achak Deng, sopravvissuto alla guerra civile nel Sudan meridionale, è nata la "Valentino Achak Deng Foundation", che si dedica a costruire scuole medie nel Sudan meridionale. 

McSweeney's è la casa editrice indipendente di San Francisco fondata da Eggers e che fin dagli inizi è stata in odore di 'cult'. La McSweeney's pubblica un'omonima rivista trimestrale (per la quale hanno scritto David Foster Wallace, Rick Moody, Jonathan Lethem, Zadie Smith, William Vollmann...) oltre al mensile The Believer e a Wholphin (DVD trimestrale di film brevi e documentari). 

             Link alla McSweeney's: https://www.mcsweeneys.net/


826 Valencia è stato fondato da Dave Eggers insieme all'insegnante Nínive Calegari. Questo centro non-profit di scrittura e tutoring per ragazzi è sito nel Mission District, uno dei quartieri più storici di San Francisco, zona vivace con radici latine e uno dei centri della scena "alternative". 

  

   Perché è un autore particolare e amato?

Tutto ha inizio con A Heartbreaking Work of Staggering Genius (2001; L'opera struggente di un formidabile genio). Un romanzo sulla... fratellanza, che sprizza di esuberanza giovanile ma in cui nel contempo viene usato un linguaggio abbastanza "pulito" e dai toni classicheggianti. Il senso, come quello delle riviste McSweeney's e The Believer, era soprattutto dare voce all'America giovane che era anche l'America alia, anticonformista, che prendeva a farsi largo negli ultimi decenni del XX secolo sui modelli di scrittori ribelli e di correnti letterarie precedenti (la Beat Generation su tutte). Giochi serissimi; non sovversivi, non rivoluzionari, ma capaci ugualmente di lasciare il segno. 

   Eggers è prolisso?

Ebbene sì. È un anti-Carver. Ma prolisso lo era anche uno degli eroi e dei "fari" di molti grandi romanzieri americani moderni, ossia Thomas Wolfe (1900-1938). La classicità in fondo "è" prolissa e, in tal senso, David Eggers è uno scrittore classico. Uno di quelli che però tentano di ancorarsi all'attualità, producendo appunto romanzi come The Circle.

I protagonisti dei suoi libri? Antieroi della piccola borghesia o del proletariato, ma che si fanno rispettare perché sono dotati del dono della resilienza. A volte è una megacorp che li costringe a provare quanto siano resistenti e se hanno la ferma volontà di stare con la testa fuori dell'acqua (e così sopravvivere); ma più spesso ci si mette il destino. Ne L'opera struggente, due fratelli vedono morire, a cinque settimane di distanza l'uno dall'altro, i propri genitori, divorati dal cancro. La reazione a tale tragedia è poco americana: il ventenne Dave si ribella in prospettiva del futuro certo che con ogni probabilità aspetta l'amato fratellino Cristopher ("Toph"), 8 anni. Futuro che si prospetta così: parole e gesti di indulgenza da parte di tutti, domande strane (e inutili, se non addirittura dannose) di assistenti sociali, una commiserazione che tira giù anziché essere di aiuto, la diffidenza di padroni di casa e agenti immobiliari, proposte terapeutiche che sicuramente nientificano un individuo invece di dargli una vita nuova... Il mondo degli adulti non ama gli orfani e ne ingigantisce la catastrofe. E cerca di uniformare tutto ciò che è un po' bizzarro e colorato, cerca di piallare e possibilmente inglobare ciò che inizialmente appariva inservibile al sistema. 

 Col tempo, Toph Eggers (foto) si è distaccato da quel gran fenomeno letterario del fratello Dave

L'infanzia e l'adolescenza non sono affatto facili (il tema ritorna ricorrente dei romanzi di Eggers) e a salvare gli "outsiders" è soprattutto la fantasia; il raccontare e farsi raccontare storie. 

   Il Cerchio + The Every: trama in breve dei due romanzi, qui sintetizzati in uno solo

The Circle, il più grande motore di ricerca/società di social media del mondo (paragonabile a Google), si fonde con "La giungla", il sito di e-commerce che domina il pianeta (e a noi viene da pensare ad Amazon). Viene creato così un nuovo ricchissimo monopolio: The Every. 

Delaney Wells è stata assunta da poco a The Every. Ex guardia forestale e parecchio scettica riguardo ai trionfi della tecnologia, ha un unico obiettivo in mente: sconfiggere l'azienda dall'interno. Perché The Every, con varie apps e anche con i suoi dispositivi, sta entrando in pratica nella vita di ciascuno e, con i "like" ed emoji che offre, semplifica un po' troppo la realtà degli uomini. 

Con il sodale Wes (figlio di una madre "alternativa" e fuori dagli schemi lui medesimo), Delaney cerca i punti deboli di The Every, sperando di liberare l'umanità dalla sorveglianza onnicomprensiva e dall'infantilizzazione della specie umana. 

Ma... l'umanità vuole davvero essere libera? 

Un libro non eccezionale, The Every, ma che, oggi che così tanto si parla di IA (in inglese: AI; in tedesco: KI, Künstliche Intelligenz), proietta sulla nostra coscienza alcuni questiti fondamentali. Dobbiamo riflettere fin da ora su come potremmo ben utilizzare l'Intelligenza Artificiale. Forse è meglio lasciare a lei il compito di guidare il Pianeta Terra? Se sì, occorre innanzitutto farla girare intorno a un algorimo basato su "Love & Peace" (e in più giustizia sociale e in più principi ecologici)!

domenica, maggio 05, 2024

A chi appartengono i diritti del "Boléro". E Frank Zappa...

    Zappa - "Bolero"

The Best Band You Never Heard in Your Life è un album di Frank Zappa uscito nel 1991 e ristampato nel 1995.



È uno dei quattro dischi registrati durante il tour mondiale del 1988 (gli altri sono Broadway the Hard Way, Make a Jazz Noise Here e, postumo, Zappa '88: The Last U.S. Show, pubblicato nel 2021).

Il brano "Bolero" è stato omesso dalle successive ristampe europee di The Best Band You Never Heard in Your Life per via delle obiezioni sollevate da chi detiene il copyright del pezzo.



Perché e che cosa è il bolero?

È una danza di origine spagnola nata alla fine del XVII secolo. È caratterizzata da un tempo in 3/4 e un ritmo netto, ossessionante, spesso scandito da tamburi.

La famosa opera classica in crescendo del compositore francese Maurice Ravel nacque dietro commissione: la danzatrice Ida Rubinštejn aveva contattato Ravel chiedendogli di orchestrare sei pezzi estrapolati dalla suite Iberia di Isaac Albéniz per crearne un balletto. Ravel accettò. Il progetto si dimostrò però ben presto irrealizzabile in quanto i brani di Iberia erano già stati orchestrati da Enrique Fernández Arbós, a cui erano stati concessi i diritti.
Il compositore non volle demordere e decise di scrivere ugualmente per la Rubinštejn una "danza spagnola": iniziò con un fandango (che avrebbe dovuto chiamarsi allo stesso modo), il quale però quasi subito si trasformò in un bolero... E proprio questo Boléro diede fama e lustro a Maurice Ravel. 
Egli stesso lo descrisse così: "Non c'è forma propriamente detta, non c'è sviluppo, non c'è o non c'è quasi modulazione". [...] "Come è possibile che questo brano sia così amato, quando in realtà non c’è musica?"

 

        
           


I diritti d'autore del "Boléro" in realtà sono scaduti il 1° maggio 2016 - tuttavia non a livello mondiale. L'opera è diventata di dominio pubblico in Canada, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Sud Africa e dappertutto dove il termine del copyright è stabilito dalla regola "Life + 50 years". È di dominio pubblico anche nell'Unione Europea (Life + 70 years). Negli Stati Uniti, il "Boléro" rimarrà protetto da copyright fino al 1° gennaio 2025, poiché venne pubblicato per la prima volta nel 1929 con l'avviso di "prescribed copyright".



L'ultima proprietaria dei diritti rimasta, Évelyne Pen de Castel, ha presentato una serie di rivendicazioni in quanto secondo lei il pezzo sarebbe stata co-creato con l'artista figurativo Alexandre Benois (Aleksandr Nikolaevič Benois), il quale a suo tempo disegnò le scene i costumi per il balletto. La volontà della donna è quello di estendere i diritti d'autore del "Boléro" fino al 2039 (ma varrebbe solo se questo venisse rappresentato come spettacolo di danza). Le rivendicazioni sono state respinte più volte dai tribunali francesi e dalla SACEM, Società degli Autori di Francia. Il 24 giugno 2024 la questione verrà decisa (forse definitivamente) davanti al tribunale di Nanterre.




Links esterni 
(in francese) 


Évelyne Pen de Castel: «Je veux raconter la véritable histoire de l’héritage Ravel»

L'héritière controversée de Maurice Ravel se livre pour la première fois

L'affaire du Boléro de Ravel: La valse d'héritiers


 Frank Zappa ha sempre pagato i diritti ai rispettivi autori. Permettendosi però di essere irriverente e di arrivare a volte a ridicolizzare le composizioni da lui utilizzate



venerdì, aprile 05, 2024

Thriller in eBook: 'L'Agonia convulsa ovvero: L'Esodato'

e-Book Amazon

Su Amazon:
 'L'agonia convulsa (L'esodato)'
di franc'O'brain

(Amazon Kindle)

             Alcuni stralci del romanzo

La crisi. C'è stato chi non capiva e chi capiva a metà. Ci hanno costretti a indossare non solo una mascherina ma pure i guanti, nella speranza di poter arginare il diffondersi del flagello.

E ora io sono costretto a indossare non soltanto i guanti ma, occasionalmente, persino una maschera. Poiché per me è tuttora recessione, dissesto. Défaillance.

 

 

Wolf mi ha dato alcune lezioncine sul da farsi. Lo so, lo so: anch'io ho guardato e letto thriller a volontà. Mai lasciare DNA in giro e quindi: stare attenti a non perdere neanche un capello! Ricordarsi inoltre che una singola gocciolina di saliva potrebbe far risalire a noi. Normalmente.

"Nei casi di vecchi che crepano" mi ha assicurato Wolf tramite Telegram (o è WhatsApp?), "nessun inquirente si disturberà a ficcanasare sulla scena del crimine se le cause sono state abilmente simulate."

Durante le nostre conversazioni (che effettuo grazie al telefonino ritoccato riservato a questa mia "seconda occupazione"), per lui io sono, in ogni caso, "Orso". "Orso" e non "Bear". La forma inglese la preferirei di più...

Lui rimane "Wolf" per me. Pronunciato alla tedesca, non all'inglese. "Wolf" e non "Lupo", anche se, singolarmente, io ho la tendenza a usare la versione italiana.

Ci sarebbero domande a sufficienza che Orso vorrebbe rivolgere a lui, Lupo o meglio Wolf. Oltre ad avanzare pesanti obiezioni. Ma mi servono i soldi. E allora: "Garde ton souffle, Ours!" (Tieni la bocca chiusa! Risparmia il fiato, Orso!)

In un messaggio, il capo mi ha scritto: "Gli obiettivi da noi prescelti appositamente per voi sono una barzelletta". E così, quelle che ci riservano sono facili prede? "Li si può spingere per la rampa delle scale od oltre il davanzale: sembrerà un suicidio oppure una disgrazia."

Ho cercato di figurarmi le scene cruenti e, parola mia, mi è risultato difficoltoso vedermi nei panni di esecutore materiale.

"Se c'è del sangue dove non dovrebbe esserci" ha continuato il subdolo maestro, "sarà indispensabile servirsi del tauene, una sostanza usata dai meccanici."

"È utile per ripulire il sangue?" ho digitato, sbagliando due volte a pigiare i tasti.

"Lo è. Sia come sia, i da-noi-prescelti li si può eliminare con una metodologia multivaria. Avrai già sentito parlare delle fughe di gas. Sono frequenti, eh?"

"Sì..." Ho distolto gli occhi dal display e mi sono scrollato da capo a piedi, mentre fotogrammi di fiamme e carne bruciata mi si stagliavano sulle pupille. "Però" ho evidenziato "una fuga di gas solitamente causa una carneficina. Tanti che non c'entrano per nulla, gli innocenti, possono rimetterci le penne."

"D'accordo, c'è la variante dell'eliminazione pulita. A medio o breve termine. Ad esempio, causando forti allergie. Dei nostri soggetti abbiamo le cartelle cliniche. Logico, no? Non è fondamentale che la Fine sopraggiunga subito. Si può aspettare anche un paio di settimane o qualche mesetto. Cosa posso aggiungere? Ah, sì. Non meno importante: per nessun motivo servirsi di un'arma da fuoco, di un coltello o, che so io, di uno sparachiodi! Deve apparire - lo ripeto - un incidente o un exitus medico-biologico. Occorre essere creativi, inventivi."

Nelle ore successive a questa specie di briefing online, mi sono documentato di mia sponte. Apprendendo, da curiosi manuali reperibili su vari server non solo italiani, trucchi e stratagemmi a iosa. Si può inserire, attraverso una siringa, dell'aria in una certa vena del collo. O soffocare il malcapitato con un cuscino, che poi in ogni caso bisognerà portare con sé e gettare via. Con il veleno per topi si fa fuori una persona in una manciata di minuti... Giusto sulle sostanze tossiche, sui veleni, mi sono applicato con zelo: sono decisamente efficaci. In molti casi di avvelenamento - sempre che arrivi il rapporto di un patologo forense a certificarli -, gli eventuali ficcanaso crederanno a una morte volontaria, a un colpo di pazzia. In mancanza di moventi plausibili.

"È scontato che vi manderemo in posti diversi. Non agirete mai nella vostra città o, ad ogni modo, non troppo vicino a casa vostra" ha spiegato Lupo / Wolf. "Prerogativa essenziale è che rimaniate invisibili o non identificabili. È meglio che nessuno vi noti sostare troppo a lungo in un angolo o entrare e uscire da un edificio."

Sicuro. Improbabile che nel caso di facce nuove apparse improvvisamente si possa trattare di parenti lontani, amici o conoscenze dei vecchi. I vecchi sono esseri solitari e debbono restare indisturbati nel loro isolamento, nella loro mesta disperazione. Se ricevono visite, i vicini si allarmano. Pensano: "Un po' troppa socialità alla loro età!" Ai vecchi tocca rimanere appartati e dimenticati. La follia è sempre una risposta plausibile a tante domande. Ci sono pillole che uccidono entro un quarto d'ora. Ma si può anche strangolare la vittima e, successivamente, inscenare il suicidio: ad esempio, impiccandone il cadavere. Provocare una fuga di gas... No, questo metodo lo abbiamo già valutato e: meglio di no, troppo devastante.

Le lezioni del Lupo si svolgono, come detto, su svariate piattaforme di messaggistica e mio compito è cancellare i dispacci subito dopo averli letti o dopo aver ascoltato le registrazioni vocali.

"L'insulina. Mettila semplicemente nel loro caffè. Nell'eventualità che se ne somministri una dose massiccia, gli effetti sono potenzialmente letali. Non in tutti, ma in un congruo numero di soggetti."


***


A ogni momento di partire, Max si sfrega le mani: «Andiamo a fare sciambola!»

A far baldoria, vuol significare.

Lui si applica così bene da darmi i bruioli. Oh, pardon: i brividi, intendo. A qualche povera donna senile dedica attenzioni indecorose mentre altre le lascia all'asciutto («L'è minga semper festa!»), pur non lesinando neanche a loro osservazioni e gesti volgari, lascivi.

Alcune e alcuni li vedo afflosciarsi e spegnersi davanti a Talpa senza emettere più di un "Ah!" soffocato. E intuisco - senza dover controllare - quale arma usa in tali casi: me l'ha già sfoggiata a sufficienza durante uno dei nostri tragitti.

«Si chiama misericordia.»

Ho osservato l'oggetto tra le sue mani: un pugnale finemente lavorato, dal manico intagliato e con una lama sottilissima.

«Uno stiletto» ho detto.

«Ma bravo! Allora ne capisci. Sai perché si chiama misericordia?»

«Perché la vittima se ne va presto, immagino. Non soffrendo tanto.»

«È così. Noi usiamo ancora un altro nome: saccàgn. Allora: infili la saccàgn tra la seconda e la terza costola. Esce poco sangue. Pochissimo. Così eviti questa seccatura. Avrai meno spruzzi e tutto l'ambaradan. La pozza si formerà poi. Pian piano. Soltanto dopo che te la sarai svignata.»

Inutile aggiungere che lui ha cercato di appiopparmi - a prezzo di favore, dice - un coltello uguale o simile. Ma io nisba.

Io nisba nonostante che il concetto di misericordia, di compassione, calzi a pennello con il mio modo di essere. Se è il sottoscritto a esercitare il comando (cosa che purtroppo accade sempre più di rado), c'è spesso un tocco di classe nel modo in cui lascio trapassare i nostri clienti. Una delle vecchie, che difficilmente dimenticherò perché era una gran dama, si è spenta bevendo champagne. Dentro il calice le ho messo le gocce KO.

Una sostanza che per me rappresenta una scoperta non da poco. Altresì nota come droga da stupro. Me ne sono valso in un paio di casi. Riguardo alla lady di cui sopra, ho aspettato finché lei non ha perso i sensi e poi l'ho soffocata con il cuscino. Converrete che questo è un atto misericordioso. Probabile che potevo anche sparagnarmi il cuscino: la dose che le ho rifilata era alta. A una certa età, non si respira più quando l'organismo assume troppe gocce di knockout. Persino le più scafate girls, in discoteca, possono lasciarci le penne se alla loro bevanda viene mischiata una quantità eccessiva di GHB. E per "eccessiva" si intende da uno ai due grammi.

Gamma-idrossibutirrato: così gli esperti chiamano la droga. Astenetevi però dall'andare a cercarla in farmacia.

 

 


A casa mi adagio nel sarcofago a sognare carreggiate color cenere ai fianchi delle quali confusamente crescono alberi. Anch'io sono un rudere cadente come loro, come le case e gli alberi, e spesso, quando lavoro nel mio "studio" (sì sì, la stanza del terzo figlio che io ed Elena non riuscimmo mai ad avere; ma, tanto, due bastano e avanzano), vesto in pigiama, alla maniera di molti di quei pezzi da museo. Non posso fare a meno di rivederli, seduti sul ciglio del talamo, con il cuore in tumulto a origliare il ticchettio di una sveglia la cui suoneria loro non useranno più, a breve. O non usano già più. Hanno qualche guizzo di vivacità mentre discutono di scempiaggini con la propria moglie o con i coinquilini e poi tacciono, pieni di punti interrogativi, quando si rimettono sotto il lume elettrico della cucina.

I volti sfatti, le gocce succhiate da vespe e da formiche. Soggetti un tantino meno giovani di me (una piccola parte di costoro precede di cinque o sette anni; in buona percentuale, però, di quindici o diciassette: un'enormità) e alcuni mi guardano dritto nel passamontagna o attraverso il mio casco da motociclista con drammatica gratitudine, alcuni altri invece hanno remore a sollevare gli occhi (quasi temendo che sotto il travestimento non ci sia il diavolo bensì qualcuno di loro conoscenza) e si fissano sulle mie mani guantate, illudendosi che siano quelle di un operatore sanitario.

Ho imparato a domare pacatamente l'estremo sforzo di ribellione scansando le braccia di chi si dibatte cercando di colpirmi. Fin dall'inizio, per loro dev'essere esplicito che io sono il messaggero di Thanatos e, in ciò, il passamontagna nero (con una piccola alce bianca ricamata su) mi è utile. Non lascio loro mai abbastanza tempo per riflettere, fuorché quei minuti o secondi residui concessi loro dal veleno o richiesti dalla tecnica di soffocamento. A parte qualche eccezione, non desidero conoscerli troppo a fondo, tra l'altro perché intuisco che mi deluderebbero. Qualcuno cerca di confessarsi per così dire sul letto di morte, nientemeno, di liberarsi dal peso di qualche colpa grave, ma io gli tappo la bocca. "Non venite a lordare me con le vostre meschinità."

Sono convinto, ormai, o mezzo convinto, di compiere un'opera pietosa.

Gli italiani tra i miei clienti, nello stesso modo dei giovani connazionali bacchettoni, si palesano assai sospettosi nei confronti degli immigrati. E apostrofano il sottoscritto come si fa con uno straniero. «Tu che fare? Come essere entrato? Cosa volere?»

«Non sono straniero» ho spiegato un paio di volte e, quando mi hanno snervato battendo sul medesimo tasto, ho voluto indagare: «Perché mai credete che lo sia?» A dire di questi rincitrulliti rugosi, sono gli immigrati a fare cose simili, cioè scassare serrature, svaligiare, rapinare la brava gente. Annuisco, comprensivo. Si stanno riparando dietro il muro della xenofobia per non dover credere che sia giunta la loro ora. Vedono in me il romeno o l'albanese o vattelappesca che li deprederà, magari strapazzandoli e menandoli prima di andare via. Mi spiegano che sono gli stranieri a "rubare il pane". «Ma insomma, si sa!» Mentre in realtà sono ben consci di essere loro i primi furfanti, loro vecchi, loro pensionati: giacché stanno a pesare, e tanto, sulle tasche dei contribuenti.

Io, in fondo, li sollevo dal noioso andazzo della terza o quarta età. Immaginarsi: ogni giorno uguale. Aprire un occhio con la cataratta sullo stesso cuscino, raschiarsi la gola mentre si cerca dolorosamente di scendere dal letto, con ossa che scricchiolano, pantofole dentro cui si è formata una colonia di scarafaggi... Tranquilli: ora qui c'è Azrael!


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