giovedì, agosto 03, 2006

Il progetto A119

GLI STATI UNITI VOLEVANO FAR ESPLODERE UN ORDIGNO NUCLEARE SULLA LUNA

Correva l'anno 1958 quando il fisico Leonard Reiffel fu avvicinato da alcuni ufficiali dell'Air Force degli Stati Uniti d'America che lo invitarono a collaborare a un nuovo progetto. Il progetto, rigidamente "top secret", recava la sigla A119 ed era  pomposamente denominato A Study of Lunar Research Flights.
Il compito di Reiffel era di investigare sulle possibili conseguenze di una detonazione nucleare sulla luna, e soprattutto di calcolare il tasso di visibilità del fungo atomico da qualsiasi punto del nostro pianeta.


"Si sarebbe trattato di una sorta di esercizio di public relation in grande stile", ha affermato recentemente l'ormai 75enne Reiffel. "L'Air Force desiderava un fungo atomico immenso, tanto da poter essere visto dalla Terra a occhio nudo. E questo perché, nella corsa alla conquista dello spazio, gli Stati Uniti stavano perdendo terreno nei confronti dell'U.R.S.S."



Lo storico inglese David Lowry ha commentato la notizia in questo modo: "E' semplicemente pazzesco pensare che il primo biglietto di visita degli esseri umani a un altro corpo celeste sarebbe stato... una bomba atomica! Se il progetto fosse stato realizzato, noi non avremmo avuto mai la romantica immagine di Neil Armstrong e del suo 'passo da gigante per l'umanità' (one giant step for mankind)."


Lo scopo di quel piano era di dimostrare all'Unione Sovietica e al mondo intero quanto fossero potenti gli U.S.A.


Lowry ipotizza che il progetto A119 possa avere una certa rivelanza perfino oggi, dato che gli Stati Uniti sembrano più che mai determinati a impiantare un sistema di difesa missilistica attorno all'orbita terrestre. "Gli U.S.A. hanno sempre covato il desiderio di militarizzare lo spazio e alcune delle idee attualmente in corso di realizzazione non appaiono meno curiose e meno stravaganti di quella - risalente agli anni Cinquanta - con cui si proponevano di bombardare la luna."


Il progetto A119 fu sviluppato dalla Armour Research Foundation di Chicago (che oggi si chiama Illinois Institute of Technology Research).


Reiffel racconta: "Era previsto di far esplodere l'ordigno sulla faccia nascosta del nostro satellite, sulla dark side dunque. Il fungo che ne sarebbe risultato, affiorando oltre l'orlo lunare, sarebbe stato illuminato in pieno dal sole, e quaggiù chiunque  avrebbe potuto vederlo a occhio nudo."


La bomba in questione avrebbe dovuto avere la stessa potenza di quella sganciata su Hiroshima.


"Io feci osservare che l'esplosione avrebbe rovinato l'ambiente lunare. Ma l'Air Force non pensava certo in termini ecologici! A loro interessava soprattutto che i 'nemici' potessero vedere l'esplosione e rimanerne impressionati."


Secondo Reiffel, per la Terra non ci sarebbero state conseguenze dirette, ma di certo la luna sarebbe risultata "sfigurata" per l'eternità. 



Sulla fattibilità del piano lo scienziato non nutre alcun dubbio. Già a quei tempi la tecnica missilistica era abbastanza sviluppata, tanto che si sarebbe potuto centrare un bersaglio pur così distante "con uno scarto massimo di due miglia o poco più".


Ovviamente, se il progetto fosse stato reso pubblico si sarebbero sollevate proteste in tutto il mondo; per tacere delle polemiche che ci sarebbero state dopo la sua messa in atto. Ma agli Stati Uniti importava solo di dimostrare la loro superiorità militare.


Gli archivi del governo americano sono tuttora strapieni di documenti che risalgono agli anni della Guerra Fredda, ed è lecito pensare che molti di quei dossier rimarranno sigillati e intedetti al pubblico per chissà quanto tempo ancora. Il progetto A119 è venuto alla luce soltanto perché lo scrittore Keay Davidson vi ha accennato in una sua biografia dello scienziato e astronomo Carl Sagan.


Sagan, che è morto nel 1996, aveva acquisito grande fama scrivendo articoli e libri che rendevano accessibili i grandi temi della scienza anche all'uomo della strada. Egli si dedicò inoltre allo studio delle possibilità di presenze biologiche su altri pianeti. All'Armour Foundation di Chicago fu contattato da Reiffel, il quale lo spinse a improntare un modello matematico sull'espandersi di una nuvola di polvere nell'orbita lunare. Questo modello era naturalmente la chiave per stabilire il grado di visibilità di una simile nuvola dalla Terra. 


Sagan credeva (come molti scienziati di allora) che la superficie lunare pullulasse di microorganismi, e, preoccupato, fece  osservare che un'esplosione atomica avrebbe certamente distrutto quelle forme di vita. Tuttavia, secondo la testimonianza resa da Reiffel, egli fornì ugualmente i calcoli richiestigli. 


Quasi trent'anni più tardi - nel 1987 -, i risultati di quegli studi furono distrutti dai dirigenti della fondazione di Chicago. Ma non è da escludere che alcune copie siano tuttora conservate nelle segrete blindate dell'Air Force. 


Leonard Reiffel dice di ignorare come mai il piano fosse stato poi accantonato. Comunque, mostra di esserne più che lieto: "E' terribile pensare che una pazzia del genere fosse stata ideata soltanto per impressionare l'opinione pubblica."


Interrogato sull'esistenza del progetto A119, un portavoce del Pentagon non ha voluto dare nessuna conferma, ma non ha neppure smentito.

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