mercoledì, giugno 27, 2007

E' morto Luigi Meneghello

Lo scrittore vicentino aveva 85 anni. Si è spento nella sua abitazione di Thiene (Vicenza) per un malore.
Meneghello fu l'autore di un classico della letteratura contemporanea, "Libera nos a Malo" (1963). Nato proprio a Malo (Vicenza) nel 1922, aveva tratto da un mondo destinato all'estinzione, quello contadino della campagna veneta, ispirazione per una singolare espressività in cui fondeva dialetto vicentino, italiano e citazioni in inglese, raccontando con toni umoristici e drammatici la trasformazione provocata dalla modernità in un mondo statico e tradizionalista.

Trasferitosi in Inghilterra, Luigi Meneghello nel 1948 si era sposato con Katia Bleier, sopravvissuta ad Auschwitz, e nello stesso anno era stato fondatore del Dipartimento di Studi Italiani all'Università di Reading. Lì aveva insegnato per 33 anni, prima di tornare definitivamente in Italia nel 2000 e stabilirsi a Thiene.

Da un suo libro, "I Piccoli Maestri" (1964), storia in chiave marcatamente antieroica di un gruppo di studenti antifascisti che diventano protagonisti della guerra partigiana, era stato tratto nel 1998 il film omonimo diretto da Daniele Luchetti.

giovedì, giugno 21, 2007

Ma il male si accetta o si combatte?

Per la serie: Voi chiedete, io rispondo


Your question:



Ma il male si accetta o si combatte?



My answer:

Il male si combatte. Combattendolo, devi però stare attento a non far del male, altrimenti ti schieri anche tu con le sue legioni. Quindi: devi cercare di combatterlo facendo del bene.


Ma bisogna considerare anche l'ipotesi di forme maligne di grosse dimensioni. Spesso contro di esse non esiste che un'unica possibilità: fuggire.


Cerco di spiegarmi meglio: il male è infido e viene a insinuarsi anche là dove c'è un ambiente "sterilizzato", ovvero là dove meno te lo aspetti. Se si presenta sotto l'aspetto di violenza che esplode ciecamente (p. es. per pianificazione politica o fanatismo settario e/o razziale), c'è ben poco da fare. Devi fuggire per non rimanerne vittima, cercando un altro vacuum-di-male, un altro luogo topografico "sterilizzato" dove sistemarti.


Se si presenta invece sotto forma di stupidità (commenti razziali, minacce personali, ecc., a scuola, sul lavoro o addirittura in famiglia), devi assumere il contegno giusto, seguendo la regola numero uno (dare il buon esempio, fare solo del bene) e sfoderare tutto lo stoicismo di cui sei capace. Finché è possibile. Altrimenti in questi casi bisogna... scappare.


Non sono del tutto d'accordo sul "porgere l'altra guancia": spesso ottieni solo di beccarti un altro ceffone (o anche peggio). Capisco invece, e bene, chi fugge e va a rifugiarsi da tutt'altra parte. Non parliamo adesso dei poveri clandestini arrivati da altri continenti (e che sbarcano sulle nostre "dorate spiagge" segnati non solo dalla fame, ma anche dalla violenza piu nera). Parliamo piuttosto dei tanti adolescenti che abbandonano il tetto familiare: voi pensate che, se fossero in grado di contrapporsi al male (spesso personificato dai loro genitori), non lo farebbero? Evidentemente nel loro caso il male è destinato a non lasciarsi sconfiggere: ecco perché questi giovani sfortunati arrivano a scegliere il rimedio estremo della fuga.

mercoledì, giugno 20, 2007

Facevo zapping e....?

Per la serie: Voi chiedete, io rispondo


Your question:



Facevo zapping e....?
....su rai uno c'era un certo Di Pietro che proponeva un gioco in cui il concorrente sceglie un uovo e se l'uovo è vuoto si vince altrimenti no.
Per verificare se l'uovo fosse vuoto o meno ovviamente il suddetto conduttore lo spiaccicava sulla fronte di un malcapitato.
Cambio canale: rai due.Stesso gioco solo che questa volta a rompere l'uovo in testa al malcapitato era una ragazza travestita da gallina.....


PERCHE'?????
onestamente tu che ne pensi? lo trovi divertente?



My answer:

Nessuno che sia sano di testa può trovare divertente qualcosa del genere; soprattutto se trasmessa a un'ora della giornata in cui anche i bambini si mettono davanti alla tele.
Secondo me "il gioco dell'uovo" è semplicemente perverso. Non capisco nemmeno come mai ci siano concorrenti che si lasciano fare cose così... E' denigrante per la personalità di un essere umano.

martedì, giugno 12, 2007

Il vostro sito è oscurato in Cina?

Per saperlo verificate qui:

http://greatfirewallofchina.org/test/


La Cina si è sconciamente aperta al dollaro americano, ma altrettanto sconciamente frena i fermenti internazionalisti del suo miliardo e passa di cittadini esercitando una censura su Internet senza precedenti nella storia di questo media.

Il più grande Firewall del mondo.

Con l'eccezione di pochi url-base appartenenti a importanti partner commerciali, è praticamente impossibile per un cinese informarsi su quello che realmente pensano della vita e del mondo gli individui "comuni" che commentano, sui loro blog e siti personali, le notizie emanate dalle agenzie di stampa ufficiali.



"The Great Chinese Wall", la Muraglia Cinese, è ora diventata "The Great Chinese Firewall"...

Avvertenza: su questa pagina-test, alcuni siti importanti risultano bloccati "a singhiozzo". Non è detto però che lo siano. La loro periodica "unavailability" spesso è dovuta alla difficoltà del collegamento.

sabato, giugno 09, 2007

"Sono deficente"

E' accaduto a Palermo. L'insegnante, per punirlo del suo bullismo, gli impone di scrivere per 100 volte sul suo quaderno: "Sono un deficiente". Per questo verrà addirittura denunciata dal genitore dello scolaro. Suddetto scolaro, un 12enne che frequenta la seconda media di un istituto presso la Stazione Centrale (in un quartiere popolare), aveva impedito a un compagno di accedere al bagno dei maschi.

"Vai in quell'altro!" gli aveva detto. "Tu qui non puoi entrare perché sei un gay, una femminuccia."

Scatta dunque la decisione della 56enne prof di Lettere di punirlo. Apriti cielo! E' quasi scoppiato uno scandalo e la povera donna (trent'anni di esperienza didattica alle spalle) si è pure beccata una denuncia.

Il quaderno del 12enne è stato sequestrato, costituendo prova indiziaria. Aprendolo, ci si accorge che il bulletto ha scritto per 100 volte:

"Sono un deficente", senza la 'i'.

giovedì, giugno 07, 2007

Calcio e politica - Il Milan e i comunisti

Domanda: "Qnt milanisti sn comunisti???
Nn credete sia un controsenso votare x la squadra del leader ke voi nn sopportate????"



Risposta:

Se io fossi milanista mi impiccherei o cambierei squadra, a prescindere dall'ideologia politica.

Anche uno che è di destra non può non odiare il Berluska. Il quale non è di destra né di centrodestra né altro, ma solo un furbacchiotto che fa fesso l'italico gregge. Io comunque non sono comunista: solo trotzkista (faccio di mestiere il pasticciere), e lo sono diventato (trotzkista, intendo; prima ero di destra) da quando sulla scena politica nostrana si è affacciato questo pagliaccio che ha trasformato l'Italia in un unico circo pieno di clowns simili a lui.
Purtroppo ho un'altra pecca: sono nato interista; da qui il motivo vero della mia idiosincrasia contro il Milan. La politica in realtà c'entra ben poco. Fossi stato un vero comunista, avrei potuto magari soprassedere sulla figura del presidente e tifare per i Rossoneri (si sa: i comunisti sono buonisti...). Purtroppo, come già detto, io nasco interista e di destra, e, con tutto il fascismo che ho nel sangue, non posso non odiare. Ecco perché (in quanto interista e - non dimentichiamocelo - pure pasticciere) sono passato dalla parte dei trotzkisti. D'accordo, d'accordo: in Italia non esiste un partito trotzkista. Ebbene, lo fonderò io, e avrà sull'emblema non il colore rosso ma le strisce nere e azzurre.


martedì, giugno 05, 2007

Michel Courtemanche

Quando una quindicina di anni fa (o sono di più?) vidi, in una tivù privata tedesca, Michael Courtemanche fare la parodia del samurai, mi sbellicai dalle risa - come tutti gli altri spettatori, del resto. Ma, mentre per i più lui rappresentava una novità, a me il mimo non era del tutto sconosciuto: lo avevo già visto al festival della comicità di Montreaux, e sapevo che si trattava di un fenomeno che prima o poi sarebbe stato scoperto dal media televisivo.



Il francocanadese Courtemanche è degno erede di Jacques Tati, ma possiede in più una nota arcigna (e non solo per i tratti del volto tagliati come con l'accetta) che è tipica figlia del nostro tempo.

Su youtube sono presenti molte videoclips di questo artista che, oltre che in Canada e Germania, è popolarissimo anche - naturellement! - in Francia e Belgio. Godetevele!

sabato, giugno 02, 2007

Città dell'Alfabeto

"Vidi una scrivania a vetro, due sedie girevoli, una libreria in legno. Gli scaffali della libreria si piegavano sotto il peso di volumi rilegati. Alla mia immaginazione apparve una Parigi moribonda assalita dalle termiti, i buchi nei libri della Sorbonne, boulevards con gli alberi infestati... In questa nicchia del Primo Mondo la letteratura aveva trovato salvezza.
Accarezzai con lo sguardo decine di titoli finché gli occhi non mi si appannarono. Amaramente pensai a quante e quali vie avevano percorso queste opere, prima di finire nelle mani errate. Mi volsi via con astio e livore.
Come il lettore avrà capito dal canone lessicale di questa cronaca, almeno ai libri non avrei dovuto rinunciare. Ho (ri)formato il linguaggio del mio spirito metabolizzando stile ed estetica di autori delle epoche più svariate. Non solo romanzi: articoli, saggi critici, opuscoli, pamphlets, racconti, manuali, trattati, monografie... Nei libri io finirò per bruciarmi e annegare..."




Hardcover, 122 pagg, formato 15x23 cm. Prezzo: €16.00
Download eBook (.pdf): €2.50

"... se questo romanzo di Peter Patti venisse reso cinematograficamente ad es. da una Troma Co., quella che ha prodotto l’Uomo Tossico per intenderci, sarebbe il più grande tecno-trash del mondo." (Stefano Donno)


Nel mondo odierno, superbia, invidia e avarizia sono le tre fiamme che tengono accesi i cuori. Ciò vale tanto più nel futuro prossimo venturo descritto in questo romanzo, in cui gran parte della popolazione vive per strada, l'acqua è un miraggio e fioriscono traffici come quello degli organi umani. Alvo, l'io-narrante, vive nella megalopoli mondiale per eccellenza. Alphabet City è una piovra di cemento che si estende per buona parte dell'East Coast di quelli che una volta furono gli Stati Uniti d'America: una bolgia di desperados, ratti, avvoltoi e cani rabbiosi sui quali grava l'ombra cupa della multinazionale che detiene il potere politico.
Il protagonista riesce a sopravvivere solo perché sostenuto da un'idea fissa: ritrovare un suo amore di gioventù. Vuole inoltre scoprire cosa accadde veramente a suo fratello, scalzare dal suo trono il misterioso Mister Info e riuscire a compiere la più estrema delle imprese: scappare dalla megalopoli e incominciare una nuova vita, una vita vera, nell'hinterland, al di là delle Paludi del Non-Tempo e del Mare della Putrefazione.



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