domenica, giugno 28, 2009

Golpe in Honduras - brutta botta al processo democratico in atto nell'America Latina


Il presidente Manuel Zelaya Rosales (nella foto) è stato arrestato da un gruppo di militari e portato in Costa Rica; sua moglie - secondo le ultime notizie - è riuscita a scappare sulle montagne. A Tegucigalpa, capitale honduregna, "sequestrati" dai militari golpisti anche gli ambasciatori di Venezuela, Cuba e Nicaragua.


Il 25 agosto 2008 l'Honduras era entrato ufficialmente a fare parte dell'ALBA, una confederazione di Paesi del Centro e Sud America di orientamento "anti-yankee". Ne era diventato il sesto membro insieme a Venezuela, Cuba, Bolivia, Nicaragua e Dominica. Il colpo di stato sembra proprio mirare a lanciare un monito a queste nazioni troppo indipendentiste, e potrebbe dunque essere stato organizzato dalla CIA.


Eppure, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è parso genuino nell'esprimere  "profonda preoccupazione" per l'arresto di Zelaya da parte dei militari. E ha aggiunto: "Chiedo a tutti gli attori politici e sociali in Honduras di rispettare le norme democratiche, la legge e gli impegni della Carta democratica Inter-Americana".


Una condanna ai militari è arrivata anche dall'Unione Europea.


Hugo Chavez infuriato: "Golpe troglodita"

"In Honduras è in atto un colpo di Stato troglodita": queste le parole del presidente venezuelano Chavez, che ha preteso una chiara presa di posizione del presidente americano Barack Obama sulla situazione. Chavez (sua l'idea dell'ALBA) ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, accusando "l'impero degli Yankee" di essere coinvolto nel golpe in Honduras.


Da parte sua, Evo Morales, presidente della Bolivia, ha fatto "un appello agli organismi internazionali e ai movimenti sociali dell'America Latina per la difesa dell'ordine costituzionale in Honduras".


 








Zelaya è un alleato di sinistra di Hugo Chavez. E' stato sequestrato poco prima dell'apertura dei seggi per un referendum che avrebbe dovuto decidere se cambiare o meno la Costituzione. I militari hanno già annunciato che metteranno al suo posto Roberto Micheletti.


Honduras ha ormai una lunga tradizione di colpi di stato: già nel 1963 e nel 1972 militari golpisti deposero due presidenti eletti democraticamente. Dal 1972 al 1981, fu una giunta militare a tenere in mano le redini della nazione, finché  i civili no riottennero la possibilità di formare un governo democratico. E rieccoci ora al punto di partenza... 

mercoledì, giugno 17, 2009

'Città dell'Alfabeto' su Amazon.com

... e così questo gioiellino della fantascienza ( ((-: ) è arrivato anche su Amazon!

Cliccare semplicemente sulla copertina.

Per visitare invece il blog del romanzo, questo è il link.

martedì, giugno 16, 2009

Economia in ripresa? Non fatevi illusioni

Paul Krugman, l'economista che ha vinto il Premio Nobel, a differenza dei demagoghi del sistema bancario non parla ancora di ripresa. Anzi! Secondo lui, i tempi bui devono ancora cominciare...
Il suo pessimismo "poggia sull’ipotesi che ciò che non funziona è il modello economico, che insomma questa crisi sia epocale in quanto di sistema. Fino a quando non avremo riparato il funzionamento dell’economia occidentale, non ci riprenderemo. A tutt’oggi nessuna riforma è stata proposta o varata dai politici che ci inondano soltanto di belle parole. L’alta finanza continua a godere di un grado di libertà eccessivo, al punto che alcune pratiche e prodotti che hanno contribuito alla crisi del credito stanno rifacendo capolino sul mercato"(...)



Visitate Chiarelettere e leggete l'articolo di Loretta Napoleoni "L'Alfabeto della Recessione".



Su Paul Krugman, "l'incanto del benessere" e "il falso mito dell'economia globale", vedere questi interessanti appunti.

sabato, giugno 13, 2009

Chi fuma è un dudù

Smettere di fumare non costa niente e, anzi, c'è tutto da guadagnarci.

Azione NO SMOKE / Web senza fumo


Con, completamente gratuito, il libriccino (e-book) No Smoke - Le sigarette sono nazi.


E' da stupidi sedere davanti al PC con la sigaretta che ci annebbia la vista e le idee. Il fumo prosciuga il palato, rende gli uomini impotenti e le donne meno belle; il fumo uccide.

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E ricordati: "Chi fuma è un dudù."


 

giovedì, giugno 04, 2009

As in Heaven ('Come in cielo')

(Så som i himmelen; Svezia, 2004)


(Altri titoli: As It Is in Heaven, Wie im Himmel, Tierra de ángeles...)



I migliori film mai realizzati arrivano tutti dalla periferia dell'Impero (cinematografico): Gran Bretagna, Paesi Scandinavi, Giappone, Oceania. Questo gioiellino del regista svedese Kay Pollak, che da noi - a quanto ne so - è bellamente sconosciuto, è stato nominato per l'Oscar 2005 per il miglior film straniero e ha collezionato in Europa svariati premi.


 Kay Pollak


E' la vicenda di Daniel Daréus, un direttore d'orchestra di rango internazionale che, in seguito a un infarto, si ritira dalle scene per tornare al suo villaggio natio in Norrland, fredda e desolata regione settentrionale della Svezia. Da quel posto, Daniel era praticamente fuggito da bambino, impossibilitato a far convivere la sua sensibilità con le rozzezze tipiche del mondo rurale; ma, ora che sente essere giunto il tramonto della propria vita, decide di riguadagnare le antiche sponde, come per dover chiudere il cerchio, come per completare il mandala dell'esistenza. La sua prima azione è quella di comprare l'edificio che una volta ospitava la scuola elementare, teatro dei suoi "primi dolori".



Gli inizi della nuova vita di Daniel Daréus sono tutt'altro che promettenti: è come se cozzassero due pianeti diversi. Da una parte c'è questo uomo superacculturato, conoscitore di metropoli come Parigi, Londra, Tokyo, New York; dall'altra una manciata di paesani buzzurri che, peraltro, vengono tenuti sotto torchio dalla Chiesa Protestante. Il Nostro fa fatica dapprima anche solo a comunicare con la gente; poi, per dare significato alla propria presenza in quel luogo, si reca dal pastore luterano offrendosi di dirigere il coro della chiesa.

Comincia così quella che ben presto diverrà una fiaba musical-umanistica. Le pretese di Daniel di produrre una "musica che apra i cuori" fanno sì che molti paesani arrivino a spezzare le proprie catene, sollevandosi al di là del presunto destino, con l'acquisizione di coscienza e conoscenza. Tutti quanti, dall'ultimo degli idioti alla moglie dello stesso pastore, sviluppano finalmente una propria personalità e ribadiscono il loro diritto a esserci. "Ognuno di noi ha una sua personalissima voce" ricorda loro Daniel, esortandoli a liberarsi da ogni paura. I timbri vocali dei singoli, unendosi a quelli degli altri villaggiani, si trasformano in un potente strumento in grado di unire cielo e terra.


 


Il regista racconta molto bene i contrasti che sorgono tra il pastore e il nuovo maestro del coro, non lasciando spazio alle illusioni e alle soluzioni fantastiche: il pastore infatti rimarrà testardamente ancorato sulle proprie posizioni, e neppure sua moglie riuscirà a convincerlo che l'eros e la bellezza non sono peccati e che Dio ("se un Dio c'è") non condannerebbe mai chi in fondo cerca solo un po' di gioia. E anche la storia d'amore tra Daniel e la giovane Lena è esposta in maniera realistica e disincantata. Il carattere "fiabesco" del film non è dovuto ad artefizi narrativi, ma alla capacità di Pollak di snocciolare quanto di più bello e sorprendente è contenuto nell'essenza umana, al di sotto - spesso molto al di sotto - delle soprastrutture che recano il marchio di religione, superstizione, ignoranza e potere.

Alla fine, i coristi si rendono indipendenti dalla chiesa e si recano di propria iniziativa in Austria per partecipare a una competizione canora; ma giusto in quello che avrebbe dovuto essere il giorno del suo trionfo, Daniel avrà il suo ultimo, purtroppo letale infarto. La scena di chiusura, con le voci libere che anarchicamente, stupendamente riempiono l'intero oratorio coinvolgendo tutti i presenti, è di quelle che difficilmente lo spettatore dimenticherà. Non a caso, il celebre Daniel Daréus si spegne con il suono della propria "creatura a più gole" che gli rimbomba nella mente e nell'anima...     


Så som i himmelen


Regia: Kay Pollak


Sceneggiatura: Kay Pollak, con la collaborazione di Anders Nyberg, Ola Olsson, Carin Pollak, Margaretha Pollak.


Cast: Michael Nyqvist (Daniel Daréus), Frida Hallgren (Lena), Helen Sjöholm (Gabriella), Lennart Jähkel (Arne), Ingela Olsson (Inger), Niklas Falk (Stig) e.a.


 


L'intero film in lingua spagnola: