sabato, aprile 25, 2020

Alice Coltrane (Swamina A.C. Turiyasangitananda) - 'Divine Songs'

Quanta bellezza e quanta vicinanza al Tutto! La vedova di John Coltrane "risolse" la sofferenza per la perdita del marito continuando il percorso spirituale che aveva iniziato insieme a lui e, all'interno dell'ashram da lei creato tra le colline di Santa Monica in California, riprese svariati chants indù tradizionali e li elaborò con l'aiuto di un sintetizzatore (l'organo Wurlitzer). Il risultato fu una manciata di musicassette, originariamente destinate agli appartenenti dello stesso ashram o monastero.
Tra i prodotti più belli è sicuramente Divine Songs.




1. Rama Rama
2. Keshava Murahara
3. Er Ra
4. Madhura Manohara Giridhari
5. Deva Deva
6. Chandra Shekara
7. Om Shanti
8. Rama Guru
9. Hari Narayan





Per saperne di più su Alice Coltrane e sul suo cammino esistenziale: 

Alice Coltrane

Turiya Sings





martedì, aprile 21, 2020

Dylan - "Percy's Song" (audio e testo)

Una perla poco nota


"Percy's Song" fu registrata durante le sessioni dell'ottobre 1963 per il terzo album di Dylan, The Times They Are A-Changin'. La canzone non fu pubblicata se non nel 1985. È nella compilation Biograph.
[Verse 1]
Bad news, bad news
Come to me where I sleep
Turn, turn, turn again
Sayin’ one of your friends
Is in trouble deep
Turn, turn to the rain
And the wind
Tell me the trouble
Tell once to my ear
Turn, turn, turn again
Joliet prison
And ninety-nine years
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 2]
Oh what’s the charge
Of how this came to be
Turn, turn, turn again
Manslaughter
In the highest of degrees
Turn, turn to the rain
And the wind
I sat down and wrote
The best words
I could write
Turn, turn, turn again
Explaining to the judge I’d be there on
Wednesday night
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 3]
Without a reply I left by the moon
Turn, turn, turn again
And was in his chambers
By the next afternoon
Turn, turn to the rain
And the wind
Could ya tell me the facts?
I said without fear
Turn, turn, turn again
That a friend of mine
Would get ninety-nine years
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 4]
A crash on the highway
Flew the car to a field
Turn, turn, turn again
There was four persons killed
And he was at the wheel
Turn, turn to the rain
And the wind
But I knew him as good
As I’m knowing myself
Turn, turn, turn again
And he wouldn’t harm a life
That belonged to someone else
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 5]
The judge spoke
Out of the side of his mouth
Turn, turn, turn again
Sayin’, “The witness who saw
He left little doubt”
Turn, turn to the rain
And the wind
That may be true
He’s got a sentence to serve
Turn, turn, turn again
But ninety-nine years
He just don’t deserve
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 6]
Too late, too late
For his case it is sealed
Turn, turn, turn again
His sentence is passed
And it cannot be repealed
Turn, turn to the rain
And the wind
But he ain’t no criminal
And his crime it is none
Turn, turn, turn again
What happened to him
Could happen to anyone
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 7]
And at that the judge jerked forward
And his face it did freeze
Turn, turn, turn again
Sayin’, “Could you kindly leave
My office now, please”
Turn, turn to the rain
And the wind
Well his eyes looked funny
And I stood up so slow
Turn, turn, turn again
With no other choice
Except for to go
Turn, turn to the rain
And the wind

[Verse 8]
I walked down the hallway
And I heard his door slam
Turn, turn, turn again
I walked down the courthouse stairs
And I did not understand
Turn, turn to the rain
And the wind
And I played my guitar
Through the night to the day
Turn, turn, turn again
And the only tune
My guitar could play
Was, “Oh the Cruel Rain
And the Wind”
 Biograph su Amazon

martedì, aprile 14, 2020

Razzismo in Cina! Scene odiose

Secondo un servizio della CNN riportato dal quotidiano tedesco TAZ (ma sono diverse le emittenti anche africane che hanno trasmesso una documentazione a proposito), nella città di Canton la popolazione di pelle nera viene sistematicamente perseguitata e picchiata. È xenofobia sotto il cielo aperto in quella che viene altrmenti chiamata Guangzhou, capoluogo della popolosa provincia di Guangdong, nel Sud-Est cinese.








Nei McDonald's di Canton l'ingresso è "Vietato ai Neri". Gli africani vengono addirittura gettati fuori dalle loro abitazioni come fossero degli appestati. Le segnalazioni di insofferenza, ostilità e persino violenze (non più solo a Canton, purtroppo) si sono ripetute negli ultimi giorni: persone di chiara ascendenza africana sono state espulse dall'albergo in cui risiedevano, persino nottetempo, i loro passaporti sono stati ritirati e i malcapitati mandati a quarantena coatta. 




Il governo cinese ha totalmente respinto le accuse, come d'altronde fa in ogni controversia. "Noi non discriminiamo mai i nostri fratelli africani" ha affermato un portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino. "Tutti gli stranieri che si trovano da noi vengono trattati allo stesso modo. L'allarme di razzismo proviene dall'ambasciata statunitense e serve solo a piantare un cuneo tra la Cina e l'Africa." 

Ma, nel frattempo, nei Paesi africani - sia nei media ufficiali, sia sul social network - si è sollevata un'ondata di indignazione.




Il giornalista e commentatore ugandese John Njoroge chiede su Facebook: "Noi africani dovremmo comportaci allo stesso modo di loro?" Lui stesso si risponde: "No, affatto. Ma i nostri governi e le alte sfere della politica dovrebbero urgentemente rivedere i loro rapporti con i governanti cinesi... e mandare aerei per riportare a casa i nostri fratelli!"

In Cina soggiornano molti studenti africani e, già all'inizio della pandemia - da gennaio in poi -,  non pochi politici del Continente Nero dibatterono se fosse il caso o meno di organizzare speciali voli per riprenderli. Sudafrica ed Etiopia decisero affermativamente, l'Uganda si dichiarò contraria. Il presidente ugandese Yoweri Museveni temeva che qualche connazionale infetto avesse potuto portare il virus in patria. Ma adesso è più che palese che gli africani non possono restare in seno al colosso asiatico. Per la prima volta, anche alti politici africani reagiscono con parole dure contro "la stigmatizzazione e la discriminazione" in corso in Cina. È evidente - dicono - che si vuol dare l'impressione che il contagio sia partito dagli africani. Ambasciatori cinesi in servizio in vari Paesi africani (Uganda, Kenya, Nigeria, Ghana, Sudafrica) sono stati convocati per un'interpellanza... o per subire direttamente una lavata di capo.





È caccia al capro espiatorio

La Cina ha da poco riaperto il focolaio di coronavirus del Paese, Wuhan, e sta allentando le misure restrittive un po' ovunque. L'elemento scatenante di tanta rabbia razzista è quanto successo a Guangzhou, dove un nigeriano risultato positivo ha violato la quarantena andando in un ristorante e infettando - a quanto pare - il proprietario e la figlia di 8 anni. 

Si stima siano tra 30.000 e 300.000 gli africani che vivono a Canton. I quartieri dove risiedono sono noti come “Little Africa”. Secondo Asia Times, le autorità locali hanno cercato di rintracciare e isolare quanti erano entrati in contatto con alcuni africani arrivati in città e risultati positivi al Covid-19, per scongiurare una nuova impennata di contagi dopo la riduzione registrata a marzo. Ad oggi la città ha avuto complessivamente 365 contagi. Il vicesindaco di Canton ha riferito di 111 africani risultati positivi alla data di ieri, tra cui si contano 19 casi importati, a fronte delle 4.533 persone sottoposte a test dal 4 aprile scorso. Tutti loro, ha aggiunto, anche gli asintomatici, vengono curati. Gli africani sarebbero stati messi in quarantena "senza alcuna discriminazione razziale o nazionale".




Da settimane ormai il governo di Pechino esalta la presunta vittoria contro il virus e sottolinea che l'epidemia è provenuta da "casi importati", che i responsabili sarebbero individui "arrivati dall'estero". Al medesimo motivo il governo imputa l'attuale parziale rinfocolarsi della crisi. Nei media statali viene taciuto che, in realtà, i contagiati d'importazione sono, per il 90%, cittadini cinesi. 


Musica leggera. Un ricordo di Tony Mimms

Calò in Italia a metà degli Anni Sessanta con quell'orda di gruppi inglesi che avrebbero portato il beat nella nostra penisola. Allora si chiamava ancora Anthony Rutherford, era nato a Glasgow in Scozia e il suo strumento originario, quello con cui aveva imparato a suonare, era la tromba.





Con il suo gruppo The Senate, insieme al cantante e chitarrista Alex Ligertwood (poi con Jeff Beck, nell'Oblivion Express di Brian Auger e nei Santana), al tastierista Mike Fraser (più tardi nei Primitives e quindi negli USA con Stevie Wonder e con l'Average White Band) e a Robbie McIntosh alla batteria, ebbe poco o discreto successo. Solo un single da citare: "L'ombra di un lontano amore". Da notare che, prima di entrare nei Senate, Tony Mimms aveva suonato con Solomon Burke, The Drifter, Ben E. King, Duane Eddy, Lee Dorsey e tanti altri.



 The Senate


I Senate si sciolsero nel 1970. McIntosh andò nei The Primitives di Mal (e soprattutto negli Oblivion Express: poi nella White Average Band, come Ligertwood e Fraser... morì purtroppo per una overdose nel 1974. Sul gruppo e sulla variegata carriera dei suoi componenti, esiste una pagina web che ne parla con ricchezza di dettagli), mentre Anthony Rutherford, alias - appunto - Tony Mimms, fece due dischi da solista, uno dei quali con l'apporto dei Pyrañas, per poi entrare nella RCA come arrangiatore.





Arrangiò album e singoli a volontà. Da ricordare: Volume VIII e Rimini, di Fabrizio De André (il quale lo definiva un "grandissimo musicista", capace di scrivere "le partiture d'archi come i fiati"), nonché gli LP di Claudio Baglioni Questo piccolo grande amore e Gira che ti rigira amore bello, aiutando così il cantautore romano ad avere successo. Oltre la collina, primissimo album di Mia Martini, fu altresì arrangiato da lui, insieme a Jenny e la bambola degli Alunni del Sole... Lavorò inoltre molto con Gianni Morandi; e con Dino, Nada, Mal, i 4 Kents, Gilda Giuliani... Ivan Graziani... Per Mina arrangiò "Ancora dolcemente", dall'album Singolare. Vanta inoltre collaborazioni con Adriano Celentano, Loredana Bertè (in pratica, tutti i grandi successi della Bertè furono arrangiati da Tony Mimms), Renato Zero, Camaleonti (...e camminiamo, LP che fa parte della seconda vita del gruppo, con incroci pop-prog; per quell'album, compose la musica della seconda traccia, "Ho scelto lei"), con Mario Lavezzi, Alberto Radius, con i Blizzard meglio noti come i Cyan (gruppo di supporto di Patty Pravo e che alla fine degli Anni Settanta avrebbero partecipato, in qualità di musicisti di Francesco De Gregori, al tour Banana Republic). E altri ancora.





"Vuca (Wake up)" fu un suo singolo fortunato. L'album S.O.S., suo secondo LP, conteneva nel titolo un messaggio non proprio recondito, che suggeriva una situazione non felicissima. Tony Mimms conobbe infatti diversi periodi bui... e non certo per il lavoro! Anzi: quello andava bene. Arrivò anche a comporre musiche per programmi televisivi della RAI.





Noi lo abbiamo "scoperto" perché il suo nome stava tra i titoli di testa di un film di Celentano, Geppo il Folle, dove era indicato come "Anthony Rutherford Mills".





Morì il 31 gennaio 2005 a Roma, mentre andava a prendere un caffè dopo aver lasciato lo studio di registrazione dove lavorava. A ucciderlo fu un pirata della strada.





Arrangiata da Tony Mimms. È la canzone degli Alunni del Sole "Un'altra poesia" (1973).

  Anche qui c'è lo zampino di Tony Mimms, come conduttore e per l'arrangiamento: "Io me ne andrei" di Claudio Baglioni (1973).

  Arrangiato da Tony Mimms: il brano "Ancora dolcemente", nell'album di Mina dal titolo Singolare (1976).

Anche questo arrangiato da... già, lui. "Dedicato", brano di successo di Loredana Bertè nell'album Sei bellissima. Musica e parole di Ivano Fossati. Producer: Mario Lavezzi, che ne è l'arranger insieme a Anthony Ruderford Mimms.

lunedì, aprile 13, 2020

Come sconfiggere il mobbing... e il bullismo

Prima di tutto un consiglio: se conoscete l'inglese, guardatevi questo video del canale YouTube The Charisma Matrix, che si occupa di autoformazione, di crescita personale; di design della propria persona e della propria vita. I trucchi per "sconfiggere un bully" contenuti nel video sono molto ben espressi e, nella maggior parte dei casi, efficaci.





Ora, noi in Italia parliamo solitamente di "mobbing", che sarebbe la "prevaricazione", ovvero quella serie di atti odiosi che qualche psicopatico mette in atto nei confronti di qualcuno, massimamente sul lavoro. Ma il bullying (= bullismo, cioè "opprimere", "tiranneggiare") vale per ogni situazione dell'esistenza. Vale persino all'interno di una stessa famiglia, ove di frequente abbiamo a che fare con qualche mente perversa, con un individuo che critica, biasima, giudica per piacere personale; con l'aguzzino; con lo psicopatico di turno.




Come si riconosce uno psicopatico? (Importante saperlo, poiché, soprattutto nel mondo del lavoro, lo svelarlo può forse salvarci dal cadere nella sua rete di inganni.) 
Anzitutto: la definizione comune di "psicopatia" è quella di un disturbo mentale caratterizzato da comportamento asociale, deficit di empatia e di rimorso, emozioni nascoste... e una buona dose di istrionismo.  Quante volte non vi sarà capitato di incontrare una persona apparentemente simpatica e interessata ai vostri problemi, con la quale vi siete aperta e, magari nel corso della stessa giornata, vi siete ritrovati a soffrire per causa sua, in quanto costei è andata a spifferare a comuni conoscenti - o colleghi - le cose da voi raccontate e, nel farlo, ha riso e ha fatto di tutto per ridicolizzarvi? 



Dunque: non sempre sulle prime è facile individuare il maligno, il malvagio. Lui è anzi solito indossare la maschera dell'empatico, della persona che sa ascoltare ed è capace di immedesimarsi, e anche per questo è un individuo di successo, brillante, circondato da amici. 



Certo, ci sono gli aguzzini con pochi neuroni, che ridacchiano e fanno le battutine apertamente; ma codesti sono nemici agevoli, che si possono annientare usando le loro stesse armi... o, preferibilmente, ignorandoli e voltando loro le spalle con un sorrisino di superiorità. Attenzione soprattutto giustappunto ai cretini, agli idioti: conviene non farsi tirare da loro giù, nella palude della scempiaggine, dell'imbecillità! È quello il loro terreno naturale e, già il solo fatto che abbiamo scelto di batterci con loro a tale infimo livello, fa di noi i perdenti! 
Con questi scervellati, una delle strategie migliori è la dantesca "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa" (divenuta, in bocca al popolo: "Non ti curar di loro, ma guarda e passa").  







Ma l'infido, il mobber per natura è fatto di ben altra pasta. Rispetto all'imbecille insopportabile, lui trama dietro le tue spalle... spesso senza poi ammetterlo mai. La sua è una forma di violenza mascherata e... socialmente ammessa. In numerosi casi, la vittima riceve danni psicofisici non indifferenti da tanta cattiveria esercitata con precisione chirurgica. Il mobber crea intorno al mobbizzato un'atmosfera ostile, aizza il gruppo contro di lui/lei, sparge pettegolezzi infondati tra i colleghi, esercita psicoterrorismo sul soggetto prescelto (ma non raramente i suoi bersagli sono molteplici...), crea difficoltà nello svolgimento del suo lavoro arrivando persino a manometterne il computer o altri strumenti di lavoro.





Link esterno: mobbing sul lavoro: che cos’è e come tutelarsi



Nei due video seguenti, ci sono alcuni suggerimenti utili; rivolti soprattutto a individui molto sensibili, a quelli che, purtroppo, si lasciano intimidire.








Chi invece non vuole lasciarsi sopraffare fin dal principio e non vuole diventare uno dei casi - e sono tanti... - che cercano supporto presso medici e/o legali, non si fissa maniacalmente sul proprio dramma. Rimane calmo a ogni aggressione senza tuttavia chiudersi in mutismo, analizza la situazione senza mostrare segni di isteria (possibilmente), si confronta con altri colleghi, parla con i superiori e, se non vive del tutto isolato, si rivolge anche ad amici e familiari. È importante tenere sempre alta la stima di sé! Non sono rari i casi di mobbed caduti in depressione, di mobbizzati che hanno fatto abuso di sostanze farmacologiche e le cui relazioni sociali sono andate in crisi. 








Alle critiche continue e infondate, chiunque di noi dev'essere in grado di reagire personalmente, adottando gli strumenti messici a disposizione dall'intelligenza. Abbiamo una nostra forza interiore ed è bene far leva su di essa per districarci dal groviglio di serpi, per uscire dalla morsa viscida. 



La forza interiore è potere buono



Ai gruppi, enti o associazioni anti-mobbing ci si rivolge soltanto se, per davvero, non c'è nessun'altra via d'uscita. D'altronde non mi risulta che qualcuno di essi abbia mai potuto realmente aiutare una persona, rimuovendo e punendo i mobber. Al massimo, hanno potuto curare qualche danno ricevuto dal mobbizzato (nemmeno tutti!).

Ben altra cosa è se il soggetto è debole, realmente indifeso, e riceve provocazioni anche pesanti e alla luce del sole, e finanche minacce... magari insieme a  molestie sessuali. In quel caso, e visto che, il più delle volte, dalle persone circostanti (per codardia e ipocrisia) il singolo non riceverà alcun aiuto, bisogna assolutamente che si inneschino tutti gli strumenti di difesa messi a disposizione dall'azienda, dalla società. 

O, ancor meglio, sarà conveniente, per la vittima, cambiare aria.


E qui torniamo al concetto, a me caro, della necessità di essere liberi, con pochi o nulli legami gravosi, e tenere sempre pronto il bagaglio di viaggio. 

Ma è un discorso più ampio.





martedì, aprile 07, 2020

"Epidemia, marzo 2020"

Versi di Alida Pardo
(Anna Murabito)



Anche quest’anno il glicine è fiorito.
Ma non l’ho visto.
Mi ha raccontato
la sua avventura
di lanterne viola
lo splendore dell’aria:
quella luce di primavera
ancora ignara di sé
tagliente
che squilla sulle cose
e apre il sipario
all’incedere del cielo.
Fino a ieri la neve.
Ora una fragranza amara
e voluttuosa. Indifferente
al giorno ed alla notte.
Uno tsunami d’amore
irride le porte sbarrate
dalla paura.



sabato, aprile 04, 2020

Due soli nel tramonto

"Two Suns in the Sunset". Un brano dei Pink Floyd che io accoppio a "High Hopes" (musicvideo qui): le cose perdute, la fine che sta avvenendo, la morte totale imminente, dunque. E, in ultimo, "amici e nemici, eravamo tutti uguali".

("... ashes and diamonds / foe and friend / we were all equal in the end".)






   La canzone dice:


Nel mio specchietto retrovisore
il sole sta tramontando,
annega dietro i ponti della strada,
e io penso a tutte le belle cose che non abbiamo fatto.

E ho delle premonizioni.
Sospetti che confermano
l'olocausto che sta per arrivare.

Il fil di ferro che trattiene il tappo,
che tiene dentro la rabbia, salta.
E all'improvviso è di nuovo giorno.
Il sole si trova a est,
anche se il giorno è ormai finito,
ci sono due soli nel tramonto.

Hmmmm.

Può darsi che la razza umana sia alla fine.
Come nell'istante in cui freni
e scivoli contro il grande autocarro. (...)





Testo originale (dall'album The Final Cut)

in my rear view mirror the sun is going down
sinking behind bridges in the road
and i think of all the good things
that we have left undone

and i suffer premonitions
confirm suspicions
of the holocaust to come

the rusty wire that holds the cork
that keeps the anger in
gives way
and suddenly it's day again
the sun is in the east
even though the day is done
two suns in the sunset

hmmmmmmmmm

could be the human race is run
like the moment when your brakes lock
and you slide toward the big truck
and stretch the frozen moments with your fear

and you'll never hear their voices
and you'll never see their faces
you have no recourse to the law anymore

and as the windshield melts
my tears evaporate
leaving only charcoal to defend
finally i understand
the feelings of the few

ashes and diamonds
foe and friend
we were all equal in the end


               



"Shine On", Syd Barrett!

Pink Floyd - "Shine On You Crazy Diamond" (live, Londra 1994)


 Da dove nasce la canzone. L'importanza della figura di Syd Barrett...

 Da leggere (e sentire) qui:



  https://topolain.blogspot.com/2020/04/shine-on-you-crazy-diamond.html





 #musica #prog #progrock #PinkFloyd


 P.U.L.S.E.