Secondo i parenti, la donna, una 79enne, è entrata in coma a causa dell'iniezione di un farmaco. Disposta l'autopsia.
48 medici indagati a Palermo
Rosaria Merendino, ricoverata per una frattura doppia all'anca, avvenuta nella Rianimazione del Policlinico di Palermo martedì scorso, è morta dopo una settimana. L'ipotesi di reato è di omicidio colposo. L'inchiesta riguarda tutti coloro che ebbero contatti con la donna nei reparti di Ortopedia, Chirurgia, Radiologia e Rianimazione.
Operata, la 79enne signora Merendino, madre di un carabiniere, sarebbe poi entrata in coma a seguito di un'iniezione di Eparina, un farmaco che serve a rendere più fluido il sangue. I familiari hanno subito presentato denuncia. Ora si indaga per omicidio colposo. Sequestrate le cartelle cliniche e disposta l'autopsia.
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Gli altri casi recenti
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30 Dicembre 2006: 3 giorni, 3 morti
Tre morti sospette in tre giorni negli ospedali di Palermo. E fioccano le denunce. Le vittime sono due neonati e un'anziana signora. Su tutti questi ennesimi episodi scandalosi indaga la magistratura.
Il decesso della pensionata è avvenuto l’altro pomeriggio. La donna, stando all’esposto presentato dai parenti, avrebbe atteso per ben 5 ore di essere visitata al pronto soccorso dell'ospedale "Ingrassia" del capoluogo siculo, nonostante fosse stata colpita da un infarto. Maria Anna Governale, 78 anni, era stata trasportata con una ambulanza intorno alle 13 al nosocomio con dolori diffusi in tutto il corpo. Ma i sanitari si difendono. "La signora non presentava i sintomi di un problema cardiaco, avevamo altre urgenze da 'codice rosso'". La paziente è stata quindi lasciata in sala d'aspetto su una barella fino alle 18, ora in cui la situazione si è aggravata. Maria Anna Governale ha perso i sensi e quando è stata soccorsa ormai era troppo tardi.
Sempre giovedì, forse a causa di un arresto cardiocircolatorio provocato da un rigurgito di latte mentre era nella culla, è morto invece un bebè. Il bambino era nato a metà dicembre e l’altra sera era stato portato al pronto soccorso dell'ospedale "Cervello" dai genitori, perché cianotico. Tutto inutile. Il piccino non ce l’ha fatta. I sanitari sostengono però che il neonato fosse già morto quando è arrivato in ospedale, mentre il padre, Francesco Siino, dice esattamente il contrario. Il signor Siino è circostanziato nelle sue accuse: "Sin dal giorno in cui è nato, mio figlio non è riuscito a mangiare. Da allora fino al 24 dicembre, periodo del ricovero, è stato male, ma i medici ci hanno dato versioni diverse sul suo stato di salute. Poi è stato dimesso. Quando lo abbiamo riportato ieri pomeriggio in ospedale, perché rigurgitava continuamente, era ancora vivo. I sanitari inizialmente hanno sospettato che avesse l'intestino mobile, poi che lo avesse dilatato e infine che avesse una grave peritonite e che forse avrebbe dovuto subire un intervento urgente. La vigilia di Natale stava malissimo, ma è stato dimesso comunque: ci chiediamo perché."
Il terzo caso, verificatosi (sempre al "Cervello") nel giorno di Santo Stefano, riguarda un bimbo nato morto dopo il parto cesareo. La donna incinta (29 anni, laureata) si era presentata la sera di Natale in ospedale per alcune perdite e dolori attorno al pancione. Il controllo, però, non avrebbe evidenziato problemi particolari, così è stata rimandata a casa. I medici le hanno detto di tornare all'indomani. Il giorno di Santo Stefano la donna si è ripresentata, ma la situazione era già precipitata. Il medico di turno ha subito fatto un parto cesareo, ma il bimbo era già spirato.
La malasanità in Sicilia, e a Palermo in particolare, produce risultati paradossali. Poco tempo fa una docente d'inglese, paraplegica e con un'infezione a causa di una gravissima piaga da decubito, per curarsi ha dovuto emigrare dalla Sicilia... a Sondrio (!). La donna, segretario dell'associazione "Azione Handicap", voleva e vuole richiamare l'attenzione sulla mancata attivazione dei 66 posti letto previsti e mai attivati a Villa delle Ginestre, centro destinato alla diagnosi, cura e riabilitazione dei medullolesi spinali. L'impossibilità di cure adeguate e le condizioni fisiche sempre più gravi l'hanno costretta al ricovero in una unità spinale del Nord.
Un mese fa, un uomo colpito da infarto fu costretto a vagare tra Trapani e Palermo per 7 ore. Una 53enne in provincia di Caltanissetta si risveglia dall'operazione con una garza dimenticata dentro il suo addome. E a Catania una giovane donna gravida è morta dopo il parto cesareo.
Il 27 novembre scorso il primario della divisione di “ematologia seconda” all’ospedale “Cervello”, Aurelio Maggio, ha lanciato un allarme in una lettera aperta: tre pazienti talassemici sono morti a causa della mancanza di terapia semintensiva e altri quattro hanno seriamente rischiato la vita sempre per la stessa ragione.
“Da alcuni anni i servizi sono abbandonati al loro destino, probabilmente perché il talassemico è molto costoso e poco remunerativo per le aziende ospedaliere” afferma Loris Giambrone, presidente regionale della Lega italiana per la lotta contro le empatie e i tumori dell’infanzia.
Chissà cosa pensavano di questo i tre disgraziati che hanno reso l'anima al Creatore...
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29 ottobre 2006: Malata di cancro...
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62 anni, malata di cancro e con la sfortuna di doversi fare ricoverare a Palermo. La protagonista di questo ennesimo esempio di malasanità si è ritrovata, nonostante le sue gravi condizioni, a dover aspettare per sei ore su una barella del Pronto Soccorso nel corridoio dell'Ospedale Buccheri La Ferla del capoluogo siculo.
Durante l'attesa, e tra le proteste dei congiunti, la donna è stata coperta con un telo di plastica "perché" ha riferito uno dei due figli "in ospedale non c'erano più coperte e cuscini, come ci è stato detto dai sanitari".
Certo: da informazioni da insider sappiamo che gli ospedali palermitani preferiscono affidare lenzuola, coperte e cuscini a ditte esterne "specializzate" nel lavaggio e la sterilizzazione degli stessi. Spesso queste ditte sono locate a Catania o in luoghi persino più distanti, e tardano nelle consegne...
La donna è stata visitata e ricoverata solo dopo le reiterate richieste degli esasperati parenti.
5 commenti:
Fanno shifp
Non si puo continuare
quasi tutti i dottori fanno questo lavoro solo per lo stipendio.
siamo nelle mani di nessuno
salve sono il papà del banbino marto a palermo francesco siino volevo solo dire che ancora tutt'oggi dopo 2 anni non sappiamo nulla da parte della giustizia pur avendo in mano l'autopsia siamo stati abbandonati tutti principalmente dello stato non si e fatto sentire mai nessuno per info: 328/0097397
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