sabato, dicembre 08, 2007

Morto Stockhausen, genio della musica contemporanea

"It's an inner revelation that has come several times to me, that I have been educated on Sirius, that I come from Sirius." (Karlheinz Stockhausen)

Il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen, coevo e "compagno di sperimentazioni" di Bruno Maderna, Luciano Berio, Pierre Boulez e John Cage, è morto il 5 dicembre scorso, 79enne, nella sua casa di Kürten, in Germania.

Nato a Mödrath - presso Colonia - il 22 agosto del 1928, Karlheinz Stockhausen è stato uno dei più importanti musicisti del XX secolo, spaziando dalla dodecafonia (Arnold Schönberg, Anton Webern) alla musica elettronica.

Allievo al Conservatorio di Colonia dal 1947 al 1951, dove studiò pedagogia della musica e pianoforte, si laureò all'università della stessa città renana in Scienza della Musica, Germanistica e Filosofia. I suoi inizi come compositore furono abbastanza tradizionali (Chöre für Doris). Fu l'ascolto dell'opera seriale di Olivier Messian Mode de Valeur et d’intensités (1949) a segnare la sua vita, portandolo a seguire a Parigi i corsi di composizione del maître francese (ritmica ed estetica). Dal 1950 si mise a comporre non solo proponendo lui stesso forme finora inedite (ha in comune con John Cage la tecnica del "collage"), ma anche inserendo segni assolutamente innovativi nel campo della notazione.

Come docente universitario e autore di numerose pubblicazioni (le sue teorie su tempo e spazio nell'universo dei suoni postulano che “si possono individuare strutture assai simili in musica, letteratura, pittura, scienza e tecnologia”), attraverso le sue attività radiofoniche e grazie a ben 362 composizioni che spesso hanno varcato il confine di ciò che era considerato tecnicamente possibile, Stockhausen contribuì a dare nuovi e decisivi inputs alla musica contemporanea. In particolare lo si ricorda come uno dei fondatori della cosiddetta "musica puntuale".
Sotto di lui studiarono, tra gli altri, Irmin Schmidt e Holger Czukay, rispettivamente tastierista e bassista della band avanguardistica tedesca Can. Fu inoltre fonte di ispirazione per una gran quantità di gruppi e artisti di rock progressivo (Klaus Schulze, i francesi Magma, Frank Zappa, Herman "Sonny" Blount alias Sun Ra, il nostro Battiato...), di jazz (Miles Davis), neoclassica (il pianista e compositore inglese Cornelius Cardew) e pop-rock (David Bowie, Kraftwerk, Björk e, last but not least, i Beatles, che inserirono il ritratto di Stockhausen nella copertina dell'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band).

Tra il 1953 (dunque ancor prima che gli americani Robert A. Moog e Donald Buchla sviluppassero i primi synthesizers modulari, facilmente trasportabili) e il 1998 collaborò con lo "Studio für Elektronische Musik" dell'emittente Westdeutscher Rundfunk, per qualche tempo nel ruolo di direttore artistico, e si dedicò anche alla musica elettro-acustica. Fu proprio nello studio sperimentale di Colonia che nel 1955 realizzò una delle sue opere centrali: Gesang der Jünglinge ("Canto dei fanciulli"). Fu l'attrazione principale durante l'Esposizione Mondiale del 1970 a Osaka con le sue composizioni nel padiglione tedesco. Dal 1971 al 1977 fu docente di composizione al conservatorio di Colonia; e insegnò anche a Basilea, a Philadelphia e alla University of California di Davis.

Il suo Hymnen (1966-67) contiene citazioni da 40 diversi inni nazionali; e non è neppure la sua opera più singolare. Spesso i suoi mondi musicali sono un assemblaggio di voci umane, rumori e suoni elettronici: "musica spaziale" che prevede un rapporto armonico di tutte le sue componenti, dall'altezza dei suoni al volume audio. "Il carattere essenziale della mia musica ha sempre a che fare con la religiosità e la spiritualità" affermò una volta, a ricordare la propria conversione al buddhismo zen, che lo allontanò dagli ambienti della sinistra, i quali si mostrarono nauseati da tanto misticismo. "La parte tecnica è solo per spiegare..." Fino alla fine, lavorò assiduamente a sempre nuove opere: spesso per 16 ore al giorno. Per completare il ciclo Licht, considerato "il" progetto della sua vita - come l'Anello dei Nibelunghi lo fu per Wagner -, impiegò oltre un quarto di secolo.

Il buddhismo gli fu da orientamento per il rapporto da tenere con le orchestre. Ylem, del 1972, è il culmine di un'evoluzione dalla musica rigorosamente segnata sul pentagramma a suoni esistenti meramente durante l'esecuzione. Il concetto stesso di "composizione" sembra ormai irrilevante. Già in Aus Den Sieben Tage (1968) lo spartito comprendeva istruzioni verbali, una delle quali chiedeva agli orchestrali di trascorrere "quattro giorni in un silenzio completo... dormite il meno possibile... chiudete gli occhi/ascoltate e basta". I singoli musicisti dovevano interpretare tali suggerimenti basandosi sulla propria personalità e sulle proprie esperienze. Con Ylem, Stockhausen sviluppa questa tecnica radicale invitando i musicisti, tutti raggruppati intorno al sintetizzatore, di suonare la nota centrale del loro strumento, per poi muoversi verso l'esterno, musicalmente e fisicamente, raggiungendo i limiti del palco finché, al segnale di una sillaba urlata, non devono tornare gradualmente al punto di partenza.

Oltre al lavoro compositivo e a quello di direttore d'orchestra, Stockhausen fu molto attivo come manager. A cominciare dal 1991 pubblicò per la casa editrice Stockhausen-Verlag la sua opera omnia in un'edizione premiata sia come spartiti sia come CD.
Nel 1996 gli fu assegnata la laurea honoris causa dell'Università di Berlino e nel 2001 ricevette in Svezia il Polar Music Prize, ritenuto il Nobel della musica.

Il giudizio dei critici su Stockhausen è sempre stato controverso: il suo narcisismo e la sua eccentricità gli procurarono numerose antipatie. "Faccio musica per chi vuole ascoltarla" disse una volta in un'intervista. "Il resto del pianeta mi è indifferente." Lo accusarono, certo non a torto, di essere un alienato, estraneo alla realtà del mondo. In particolare fece scalpore la sua dichiarazione sugli attentati dell'11 settembre 2001: "Questo è il più grande capolavoro a livello cosmico - luciferino nella meticolosità della messa in opera".

Nel maggio 2005 venne eseguita in anteprima mondiale, nel Duomo di Milano, la prima parte di Klang - die 24 Stunden des Tages. Stockhausen aveva in progetto di finire il "Klang-Zyklus" entro il 2028, quando avrebbe compiuto 100 anni.

3 commenti:

Mark ha detto...

:( brava persona

Caramon ha detto...

èè un peccato davvero!
ciao e buona domenica!

Louis ha detto...

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