La figlia: "Le persone oneste si ricorderanno sempre di te"
Troppo piccola la chiesa dei Benedettini di Terme Vigliatore (ME) per accogliere le migliaia di persone che hanno reso l'estremo saluto ad Adolfo Parmaliana, il docente universitario che si è tolto la vita due giorni fa.
Il 50enne professore, docente di Chimica all'Università di Messina con un passato in PCI e DS, ha spiegato in una lettera i motivi del suo gesto, denunciando l'esistenza di una "cupola giudiziaria" che avrebbe messo a tacere le numerose denunce da lui fatte su mafia, sui rapporti degli amministratori locali con la massoneria e sul malaffare dei politici della provincia.
Sarà la Procura di Patti a dover chiarire le ragioni del suicidio. La lettera che Parmaliana ha scritto prima di lanciarsi dal viadotto dell’autostrada Messina-Palermo, e indirizzata al fratello, è stata acquisita dai magistrati che indagano su questa vicenda che ha scosso l’opinione pubblica messinese.
Secondo indiscrezioni, nel suo messaggio d'addio Parmaliana rivela un complotto che sarebbe stato ordito contro di lui e culminato con un recente rinvio a giudizio da parte della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto; l’accusa: diffamazione.
A seguirlo legalmente fino all'ultimo è stato l’avvocato Fabio Repici, il quale non usa mezzi termini: “Il professor Parmaliana si è sentito tradito dalla giustizia. Ha patito molto quel rinvio a giudizio, proprio lui che per una vita si è battuto contro il malaffare. E purtroppo in passato tante sue denunce contro amministratori vicini alle cosche mafiose sono passate inosservate”. Questo rinvio a giudizio per il docente ha rappresentato una punizione per le tante battaglie di legalità compiute negli ultimi anni anche contro ambienti della magistratura. Parmaliana era rimasto incredulo, stupito, deluso. Così come incredulo, stupito, deluso si sentiva nei confronti delle forze progressiste, più semplicemente del centrosinistra: da tempo ne denunciava lo scarso impegno sul territorio e sul fronte antimafia.
Un'amarezza politica, sociale, umana che sarebbe diventata così soffocante da spingerlo, l'altroieri mattina, a raggiungere con la sua BMW 320 il viadotto che sorge all'altezza di Patti, sull'autostrada che collega Palermo e Messina, per scegliere poi di gettarsi di sotto.
Adolfo Parmaliana era stato tra coloro che avevano propugnato lo scioglimento del Comune di Terme Vigliatore e, dopo che ciò era accaduto, aveva scoperto che i nuovi amministratori non erano molto migliori, npn erano molto più puliti dei precedenti. Invece di svolgere indagini approfondite sulle sue denunce, la Procura di Barcellona Pozzo del Gotto ha fatto finire lui sul banco degli imputati. Si tratta dunque di un'ennesima vittima di Cosa Nostra, e la sua fine non può che ricordare quella di Rita Atria.
Secondo l’avvocato Repici, la sfiducia nei giudici di Barcellona sarebbe stata tanta da indurre il docente a suicidarsi a Patti, in modo che le indagini finissero per competenza alla Procura di Patti anziché a quella barcellonese.
1 commento:
E’ vergognoso il silenzio dei media nazionali e dei politici!
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