domenica, novembre 16, 2008

Stigma

[Una volta tanto, mi va di citare da un altro blog. La fonte in questione è questa: psichiatria e cybertherapy]





" ...difficile da spiegare, facile da avvertire sulla pelle...
Lo Stigma è il pregiudizio della società verso chi soffre di patologie mentali e di conseguenza verso la patologia mentale stessa, dunque verso la Psichiatria...
Lo Stigma provoca DISCRIMINAZIONE...EMARGINAZIONE...DISPERAZIONE...
Vedere un braccio ingessato non provoca alcuna reazione, se non "poverino, è caduto e si è fatto male!".
Vedere una persona che magari sta chiusa in casa per 1 mese di fila provoca EVITAMENTO.
Perchè?
Cosa è che si evita e si discrimina?
...ciò che non si conosce probabilmente...
Allora perchè non conoscere? Perchè continuare ad ignorare?
L'INFORMAZIONE è la risposta... come obbligo morale sociale, tutti siamo chiamati alla scienza, al sapere...perchè l'ignoranza uccide... gli ALTRI. "

...........(by cybermaster)


Mi pare molto significativa anche l'immagine del lucchetto, soprattutto perché su tutti noi incombe ancora (o di nuovo) la minaccia del... decreto Levi.


Cus'è chiss?

Tutto ebbe inizio circa un anno fa (molti di voi sicuramente lo ricordano), quando il cosiddetto decreto “Prodi-Levi” (o soltanto "Levi"), noto anche come “ammazzablog”, aveva suscitato l’indignazione generale: si trattava di un decreto governativo che imponeva ai blog l’obbligo di iscrizione al ROC (il Registro degli Operatori di Comunicazione), travisando del tutto le dinamiche della Rete e obbligando i titolari dei blog a oneri e burocrazie sproporzionate rispetto alla natura del loro "prodotto". Questi blog sono quasi tutti amatoriali, ma ci sono anche quelli con contenuti "giornalistici", eccellenti fonti d'informazione libera dove ognuno può esprimere la propria opinione. Lo scopo del decreto, più che di natura fiscale, sembra essere quello di imbavagliare il libero pensiero...


La mobilitazione e il fatto che il Governo presieduto da Romano Prodi di lì a poco sarebbe caduto, fecero sì che la faccenda giungesse a uno stop.

Ma il fottuto decreto, purtroppo, non è scomparso del tutto dai corridoi del Parlamento e c’è il pericolo che venga riesumato...





Articoli correlati: http://www.beppegrillo.it/2008/11/free_blogger.html

http://www.antoniodipietro.com/2008/11/no_allammazza_blog.html

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Il caso Ruta


La cosa peggiore è che il bavaglio all'informazione lo hanno già messo. Carlo Ruta, giornalista e blogger siciliano, che col suo blog conduceva inchieste su mafia politica e collusioni tra potere mafioso e grande business, è stato condannato nel mese di maggio per il reato di "stampa clandestina"! Prima gli hanno chiuso il blog (http://www.accadeinsicilia.net) e poi lo hanno condannato!

Per fortuna Ruta è lungi dal tacere e i suoi interventi possono essere letti sul suo nuovo sito



...........Le inchieste


Riportiamo uno dei suoi ultimi articoli, dal titolo

"Emergenza libertà in Italia"

" La sentenza siciliana che ha condannato l'informazione in rete, ritenendola né più né meno che un crimine, sta suscitando proteste e allarme sul web e in ogni ambito del paese civile e responsabile. Le ragioni sono pesanti come pietre. Sono stati attaccati princìpi che hanno fatto la storia del pensiero democratico: i medesimi per i quali, nel nostro paese, uomini come i fratelli Rosselli, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Eugenio Curiel, Giovanni Amendola, hanno speso il loro impegno e dato la vita. E' stato puntato e centrato in particolare il principio della libera espressione, che, rappresentativo delle libertà tutte e momento rivelatorio di uno Stato democratico, costituisce un cardine della Costituzione repubblicana.

L'attuale governo italiano, che si sta connotando sempre più in senso illiberale, non può sottrarsi a questo punto al dovere morale di rispondere al moto di protesta di questi giorni. Basta con gli infingimenti. Non si aspetti che l'onda di piena dell'indignazione si plachi. Si farà il possibile perché non si fermi. E' in gioco appunto la democrazia, nella sua frontiera più avanzata e aperta, rappresentata dalla libera espressione in rete, dalla comunicazione che irrompe e prorompe in senso orizzontale, che rende i cittadini protagonisti in modo nuovo. E' in gioco, come si diceva, la Costituzione, che, come ci ha ricordato Piero Calamandrei, non è nata nei salotti, né nelle stanze del potere, ma sulle montagne, accanto ai corpi degli uccisi, tra i fuochi delle città in rivolta.

E' necessaria una legge subito, che, distante da ogni possibilità di equivoco sul piano interpretativo, fermi in via definitiva le trame censorie e repressive dei poteri forti del paese, per vocazione illiberali e antidemocratici. E' altresì necessario che il legislatore prenda atto che l'informazione sul web non può recare limitazioni di principio. La rete è un luogo cardine del nostro tempo, in cui la democrazia prende corpo e voce, con l'esercizio del confronto. Non può essere quindi annichilita, come avviene in Iran e in Birmania.

Si fa appello allora alle realtà del web, della comunicazione a tutti i livelli, del paese civile e responsabile, perché la mobilitazione continui ad oltranza, con iniziative forti. La sentenza siciliana, come ha scritto un blogger, potrebbe essere una delle ultime "perle" di una collana che, giorno dopo giorno, sta mutandosi in un cappio. E si tratta di fare il possibile perché questo non avvenga. Occorre impedire che si consumi in Italia il rogo della libera espressione, memori del resto che i roghi delle idee possono essere preparatori di regimi a scena aperta. "

...........Carlo Ruta, http://www.leinchieste.com

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