The Economist vince la causa. Nel 2001 la rivista londinese aveva giudicato il nostro Premier "inadatto a governare". Lui, sentendosi diffamato, aveva avviato una querela. A sette anni di distanza, il Tribunale di Milano ha definitivamente rigettato le sue accuse obbligandolo ad assumersi tutti i costi legali sostenuti dall'Economist, che è stato difeso da Berardino Libonati.
L'articolo "incriminato" parlava dei numerosi inciuci dell'allora leader dell'opposizione, i suoi rapporti con la mafia, le accuse di corruzione ("bribery") di politici, giudici e componenti della Guardia di Finanza, nonché dei processi a carico di Fininvest. Berlusconi non c'era stato e aveva denunciato il settimanale britannico. Il quale però non ha mai desistito e all'attuale Presidente del Consiglio italiano ha dedicato altri numeri altamente edificanti, criticando ultimamente anche il progetto Nuova Alitalia.
All'estero, il Premier viene considerato una sorta di erede naturale di Mussolini e/o Al Capone. Non solo in Inghilterra ma anche in America, Francia, Germania, Spagna ecc. vengono raccontate barzellette su di lui, e persino i media ufficiali trattano l'argomento con un'ironia che sfiora i toni di un umorismo da bettola. Se ne occupano tutti: dalle emittenti serie a quelle di puro intrattenimento, dalla yellow press a pubblicazioni rinomate come il magazine tedesco Der Spiegel, che ha intitolato un suo servizio "Il Padrino"...
1 commento:
Perche non:)
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