sabato, ottobre 10, 2009

Nobel Letteratura: altra scelta stravagante

L'Accademia di Svezia ha preso nuovamente tutti in contropiede assegnando il Nobel 2009 a una scrittrice pochissimo nota... mentre nella lista dei candidati fiammeggiavano a lettere cubitali i nomi di Amos Oz e Philip Roth!



La 56enne Herta Müller

Di origine tedesco-banata (il Banato Svevo è una regione della Romania), la Müller vive a Berlino dal 1987. Su di lei pesa l'eredità di un padre collaborazionista dei nazisti e perdipiù iscritto nei ranghi delle SS ("la morte di mio padre è stata la fine di una malattia"); lei preferisce tuttavia raccontare degli obbrobri di quell'altra dittatura: il comunismo. La prosa della Müller riflette in maniera quasi asfissiante il dolore e i disagi non solo della minoranza cui lei appartiene, ma un po' quelli di tutti coloro costretti a vivere sotto il giogo del totalitarismo.

Ogni cosa molto interessante, soprattutto per chi detesta la cultura "di sinistra" (questa scrittrice si può tranquillamente porre nell'ambito moderato-reazionario; gli ultimi due Nobel di lingua tedesca, Günter Grass ed Elfriede Jalinek, si trovano quasi ai suoi antipodi...); ma sicuramente c'erano ben altri candidati meritevoli del Nobel - anche in Germania. Penso ad esempio a Christa Wolf, Volker Braun, Christoph Hein, che vissero nella DDR e hanno già scritto tanto su protesta civile, separazione, esilio. Ma, si sa, l'Accademia di Svezia segue le proprie - spesso oscure - vie.


Non solo in Romania, ma anche in Germania le reazioni alla notizia del Premio Nobel a Herta Müller sono state disparate. Così ad esempio Marcel Reich-Ranicki, padre della critica tedesca (e lui stesso esule, avendo conosciuto gli orrori del ghetto di Varsavia), ha liquidato i giornalisti con un lapidario: "Su questa persona non voglio parlare". Reich-Ranicki è, notoriamente, un grande estimatore di Philip Roth e non riesce a capire perché lo scrittore americano non abbia ancora ricevuto il prestigioso premio letterario.


Proprio in questi giorni della Müller è uscito il romanzo Atemschaukel ("Altalena del respiro"), che tratta della deportazione in Unione Sovietica di romeni di origine tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale (editore: Carl Hanser, Monaco di Baviera). Un altro grande critico tedesco, Helmuth Karasek, paragona l'importanza di Atemschaukel addirittura a quella di Arcipelago Gulag di Aleksandr Solzenicyn; ma anche Karasek, come Reich-Ranicki, si dice convinto che il Nobel per la Letteratura dovrebbe finalmente andare a Philip Roth.


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Chi ancora deve ricevere il Nobel (!)
Un mucchio di grandi autori: Chinua Achebe, "classico" della letteratura africana; Salman Rushdie (a proposito di emigrazione e dicotomia culturale); il peruviano Mario Vargas Llosa; e poi gli americani Thomas Pynchon, Don DeLillo, Cormac McCarthy... John Updike purtroppo è morto all'inizio di quest'anno, ma si potrebbe istituire un Nobel posthum; in tal caso, oltre a Updike io proporrei uno scrittore e una scrittrice inglesi: Anthony Burgess e Iris Murdoch. E - per tornare ai vivi - del nostro Umberto Eco non vogliamo parlare?

domenica, ottobre 04, 2009

Lodo Mondadori: giustizia è fatta

Ci sono voluti vent'anni... E la Fininvest ha già annunciato di voler ricorrere in appello

Brutti tempi per Berlusconi! Il Tribunale civile di Milano ha depositato la sentenza che liquida a favore della CIR di Carlo De Benedetti la somma di 750 milioni di euro. Questo è, o dovrebbe essere, l'epilogo del Lodo Mondadori, vicenda che si incentrava su azioni fraudolente che avevano permesso alla Fininvest di aggiudicarsi il maggiore gruppo editoriale italiano. (Fininvest corruppe, tramite Cesare Previti, dei giudici, e Silvio Berlusconi era stato prosciolto dall'accusa di corruzione "per intervenuta prescrizione".)


La guerra tra Berlusconi e De Benedetti per impadronirsi del Gruppo Mondadori si scatenò tra la fine degli Anni Ottanta e l'inizio dei Novanta. Dopo varie vicissitudini legali, alla CIR andarono Repubblica, L'Espresso e alcuni quotidiani locali, mentre Fininvest entrò in possesso di Panorama, Epoca e tutto il resto della Mondadori.


Finalmente la Magistratura, tra l'altro confermando definitivamente in sede penale l'avvenuta corruzione di un giudice, rende giustizia a De Benedetti. I 750 milioni sono un risarcmento per avvenuta "perdita di chance"; ma la CIR ha anche diritto al risarcimento da parte di Fininvest dei danni non patrimoniali sopportati in relazione alla medesima vicenda e la cui liquidazione "è riservata ad altro giudizio".


A fronte di tali notizie, è possibile ipotizzare un declino repentino dell'attuale Presidente del Consiglio. Su internet impazzano i commenti. Alcuni naviganti ipotizzano che lo "Scudo fiscale" sia stato fatto passare in maniera preventiva: per racimolare i soldi da destinare a De Benedetti. E molti tifosi del Milan iniziano a capire il perché il loro presidente abbia impostato l'ultima campagna acquisti al risparmio, vendendo finanche un pezzo pregiato come Kakà.


A questo punto, tutti gli italiani - anche quelli conservatori e/o reazionari - dovrebbero aver compreso da che razza di cialtroni si sono fatti governare. E il "mito Berlusca", selfmade man all'italiana, dovrebbe essere crollato una volta per sempre, essendoci ora l'evidenza che quest'uomo ha fondato le sue fortune sul malaffare e la mafia.


Marina Berlusconi si dice "sconcertata" per la sentenza. Lei, degna figlia di cotanto padre, ha affermato: "Non posso non rilevare che questa sentenza cade in momento politico molto particolare. Non posso non rilevare che dà ragione ad un gruppo editoriale la cui linea di durissimo attacco al Presidente del Consiglio, per non dire altro, è sotto gli occhi di tutti. Sbaglia però chi canta vittoria troppo presto. Sappiamo di essere nel giusto e siamo certi che alla fine questo non potrà non esserci riconosciuto".


La parte vincente, Carlo De Benedetti, da parte sua commenta: "La sentenza non mi compensa per non aver potuto realizzare un grande progetto industriale, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l'hanno impedito".