venerdì, luglio 24, 2020

Phoenix Again

Fondati a Brescia nel 1981 come "Phoenix", sciolti nel 1999 dopo aver calcato i palchi con l'ausilio di diversi colleghi bresciani e riformati con il nome (più distintivo) di Phoenix Again nel 2010. E da allora - si può davvero dire - la Fenice vola!
 


I Phoenix Again sono nati sulle ceneri di un progetto chiamato "Gruppo Studio Alternativo" per volontà dei tre fratelli Lorandi (Claudio, chitarra solista, voce; Antonio, basso; Sergio, chitarre) e di Silvano Silva (batteria, percussioni), tutti influenzati dalla scena britannica del progressive Anni '70. Infatti ancora oggi non sono irriconoscibili, nella loro musica,  gli influssi di Genesis, Pink Floyd, Jethro Tull, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator.
Nel frattempo comunque il gruppo è in possesso di una personalità propria, divenuta via via più matura e originale. Ma procediamo con ordine.






Nel 1986 reclutarono Emilio Rossi alle tastiere e il loro panorama sonoro assunse caratteristiche più sinfoniche. Ma il loro primo album, ThreeFour, non uscì prima del 2011, servendosi di svariati musicisti da session.



ThreeFour è un'opera decente, elegante, e sufficientemente coraggiosa: un "in memoriam" a Claudio (purtroppo scomparso nel 2007). È una rilavorazione ed elaborazione delle registrazioni rimaste del fratello, chitarra solista e voce. Fu un tumore a portarsi via Claudio e proprio la sua morte convinse Antonio e Sergio ad andare avanti, insieme a Silvano Silva e, presto, insieme ai figli di Antonio, Marco e Giorgio.
A ThreeFour segue, nel 2012, un "live". Live in Flero (BS) 25/08/12. Che è un doppio album e, a quanto ne sappiamo, disponibile solo in formato digitale.
E poi arriva Look Out.




Antonio Lorandi - Basso elettrico e acustico, percussioni, cori
Sergio Lorandi - Chitarre elettriche e acustiche, altri strumenti a corde (irish bouzouki...), flauto, programming, cori
Silvano Silva - Batteria e percussioni, tastiere, cori
Andrea Piccinelli - Tastiere, violoncello, cori
Giorgio Lorandi - Percussioni, cori
Marco Lorandi - Chitarre elettriche e acustiche, altri strumenti a corde (mandolino...), cori



Discografia

ThreeFour, 2010, studio album
Live in Flero, 2012, live doppio - solo in download
Look out, 2014, studio album
The Phoenix flies over the Netherlands: 2016 live in Olanda, doppio - solo in download
Unexplored, 2017, studio album
Live at Parkvilla, 2018, live doppio - solo download
Friends of Spirit, 2019



Look Out, del 2014, è un bel disco jazzrock misto a melodie progressive: come i Camel, come i Focus. Mellotron, fisarmonica, violoncello e flauto accompagnano l'hammond e le chitarre, oltre agli immancabili basso & batteria. Un album strumentale molto riuscito, caratterizzato dalla potenza. È spacerock / psychedelic rock con influenze di rock sinfonico. I cambi di ritmo e gli improptu sono fenomenali, convincenti. "The endless battle" presenta accordi di chitarra psichedelici, e alcuni passaggi ci riportano alle atmosfere di una canzone celebre - quasi un inno di tutto il genere prog - come "21st Century Schizoid Man".






Unexplored del 2017, loro terzo album, è forse il migliore. L'amore per i Settanta viene qui arricchito dal tentativo di produrre suoni neoprog più vicini ai 2000. 

Spiega Antonio Lorandi: 

 "... a questo hanno collaborato molto anche i nuovi giovani. Abbiamo dato in mano a loro i suoni, le sonorità, gli arrangiamenti, proprio per dare una svolta. Loro avevano già collaborato in Look Out però solo suonandolo, mentre per Unexplored abbiamo detto 'ragazzi vogliamo che voi veniate coinvolti, dovete essere Phoenix a tutti gli effetti'. Ad Andrea 'mettici le tue tastiere, decidi tu come vuoi fare gli assoli, i suoni che vuoi usare', a mio figlio Marco ho detto 'usa i suoni di chitarra che preferisci' e a mio figlio Giorgio 'usa le percussioni che tu senti utili per questo pezzo'. Quindi li abbiamo fatto lavorare molto, mettendo noi le idee di base, e loro si sono impegnati parecchio. Questo è veramente positivo per noi."

 

Unexplored contiene otto tracce, solo due delle quali con un testo cantato. "That Day Will Come" è il primo brano, e anche uno dei più famosi dell'ensemble bresciana. "Silver" ha un coro che va: "lie-la-lie-lie", e per questo qualcuno li ha paragonati ai Wishbone Ash "solo con più sintetizzatori". Il loro amore per le melodie è tra i pregi maggiori dei Phoenix Again. Qualche passaggio heavy, ma niente da farli uscire dal filone "symphonic".
"Whisky", loro brano alquanto "spinto", è seguito da una ballata romantica a base di chitarra acustica. "Valle della Luna " è un pezzo che si lascia tempo e, alla fine (dopo 8 minuti e 41 secondi), si è certi di aver ascoltato uno stupendo esempio di progressive rock: buona chitarra acustica e un bel po' di escursioni soliste di keyboard e chitarre elettriche. "To Be Afraid - Ansia" è il secondo brano cantato di questo disco. I Camel erano capaci di produrre tracce altrettanto calme che poi sfociavano in virtuosismi strumentali...
L'album finisce in maniera armonica e con una chiosa di pace, con "Great Event".
 Curiosità: il motivo della copertina è opera dello scomparso e mai dimenticato Claudio Lorandi. Raffigura un suo dipinto ad olio intitolato Riflessi d’autunno

 


Il "live" del 2018 Live at Parkaville Theater li riconferma come gruppo squisitamente prog: due ore filate di musica che - nel momento in cui scriviamo - sono reperibili su Bandcamp in versione digitale per meno di 6 euro (!). 


Il lungo concerto, tenutosi in Olanda, vede Antonio e i suoi due figli Marco e Giorgio, insieme al batterista Silvano Silva e al tastierista Andrea Piccinelli. C'è un'armonia poco comune tra tutti i membri; e l'applauso degli astanti ci fa comprendere il piacere che il pubblico ricava dalla loro esibizione. Le virate nel folkrock non stonano affatto, arricchendo anzi e completando il macchinario sonoro più tendente al jazz. In generale si tratta di prog sinfonico, molto piacevole, e il primo brano cantato in cui ci imbattiamo (traccia 4: "To Be Afraid - Ansia") mostra la voglia di narrare una storia nera, un dramma, che può tuttavia essere rivelato ed esternato solo in parte e non con una semplice canzone ma, appunto, con aggiunte di atmosfere chitarristiche e di synth in gran spolvero.
Brani dell'album da noi preferiti: "The Bridge Of Geese", "Whisky", "Valle Della Luna".





Marzo 2019: è la volta di Friends of Spirit. Sono ancora un sestetto, il solito; sono ancora un team rodato. Lo rammentiamo: quattro elementi della band appartengono ai Lorandi - Sergio, chitarre e bouzouki; Antonio, basso; Marco, chitarre; Giorgio, voce e percussioni. Della partita è, una volta di più, il cofondatore Silvano Silva (batteria, percussioni) e alle tastiere c'è tuttora l'"entry giovane" (intanto espertissimo musicista) Andrea Piccinelli. Friends of Spirit consta di 9 tracce per una durata complessiva di 41 minuti. Il tutto è presente su Bandcamp. Musica perlopiù strumentale e rilassata, jazzata quanto basta, con un discreto touch "latin".









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