domenica, novembre 01, 2020

Jimmy Smith, l'Hammond B-3 nel jazz

Jimmy Smith, più propriamente James Oscar Smith, era un tastierista i cui album entrarono più volte nei primi posti delle classifiche. E uno dei suoi meriti è di aver reso famoso l'organo Hammond B-3.

       
                A sinistra: Wild Bill Davis; a destra: Jimmy Smith


I proprietari dei club di jazz avevano "scoperto" che ingaggiare un trio con organo era più economico che convocare un'intera big band. Da qui l'interesse crescente per lo strumento.
La maniera in cui Smith suonava l'Hammond B-3 (percussivo con seguente decadimento - tipo pianoforte -; le alternative sono: tenuto e a lento attacco) ha ispirato tutta una generazione di tastieristi. Anche grazie a Smith, negli Anni '60 e '70 l'uso dell'organo elettrico si è decisamente diffuso: nel rhythm & blues, nel rock, nel reggae, nel rock progressivo.


Nato l'8 dicembre 1925 a Norristown, in Pennsylvania, già a sei anni Jimmy seguì il padre nei vari club, per spettacolini vaudeville "song-and-dance" che consistevano - appunto - in esibizioni di canto e ballo. Iniziò a suonare il pianoforte in maniera autodidatta e, a nove anni, vinse un concorso per talenti indetto da una stazione radio di Philadelphia. Non smise mai di far musica e fu tanto previdente da mettersi a studiarla seriamente, frequentando scuole e istituti. Dal '51 al '54 suonò il piano, poi anche l'organo, militando in gruppi R&B di Philadelphia (tra gli altri: Don Gardner and the Sonotones). Decise definitivamente che il suo strumento principale sarebbe stato l'organo dopo aver ascoltato, nel 1954, Wild Bill Davis. 



Registrò circa 40 sessions per la Blue Note. Suoi album di successo di quel periodo includono The Sermon!, House Party, Home Cookin', Midnight Special, Back at the Chicken Shack e Prayer Meetin'.
Nel 1962 firmò un contratto con la Verve
Blue Note e Verve sarebbero state le etichette musicali alle quali si sarebbe legato anche nei decenni successivi.



Video: Jimmy Smith - Live in Denmark 1968

Con Jimmy Smith (Hammond organ, voc), Nathan Page (g), Charles Crosby (dr)

Setlist: "Ode to Billie Joe", "Sonnymoon for Two", "Days Of Wine And Roses", "Got My Mojo Working", "Satin Doll" 
NOTA: Qui si vede Nathan Page usare il "thumb pick" - tecnica inusuale per un chitarrista jazz. Fu Jimmy Smith a consegnare a Page quella chitarra Guild, quando Page si unì al gruppo.


Durante gli Anni '70 Smith aprì un club a North Hollywood (Los Angeles), all'indirizzo 12910 Victory Boulevard, dove suonò regolarmente con Kenny Dixon alla batteria, Herman Riley e John F. Phillips al sassofono. Nella sua band era previsto anche un suonatore di armonica e flauto: l'onore andò a Stanley Behrens
A un suo disco del 1972, Root Down, viene ascritto un ruolo importante per l'influenza esercitata sulle successive generazioni di musicisti funk e hip-hop. Root Down venne registrato live nel suo club, con un gruppo a supporto i cui membri erano influenzati dal funk e dal rock.  


     Qui, Jimmy Smith in un concerto del 1971 insieme a compagni stellari: Cannonball Adderley, Dave Brubeck e Charlie Mingus

Jimmy Smith fu attivo anche negli anni '80 e '90. Nella sua carriera arrivò a registrare con Quincy Jones, Frank Sinatra, Michael Jackson (lo si può sentire nella canzone "Bad", prima traccia dell'omonimo album di Michael Jackson), la cantante Dee Dee Bridgewater e l'organista, trombettista, vocalist Joey DeFrancesco. Il suo ultimo album fu Dot Com Blues (Blue Thumb/Verve, 2000), registrato insieme a B. B. King, Dr. John ed Etta James.

Nel 2004 si trasferì in Arizona con la moglie, la quale morì appena pochi mesi dopo per via del cancro. Smith registrò ancora Legacy con Joey DeFrancesco. I due si stavano preparando ad andare in tournée, quando Smith venne trovato morto dal suo manager, Robert Clayton, nella sua casa di Scottdale. Si era spento nel sonno.






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