giovedì, settembre 02, 2021

Alfonso, Giovanni e Giacomo P.: gli assassini di Sontheim (Germania)


Alfonso, il capo-mostro, è originario di Enna. Il processo ai tre P., iniziato lunedì nel Baden-Württenberg, ha una forte attrazione mediatica. Il verdetto arriverà a dicembre



Una cittadina tranquilla, un vero idillio nel Baden-Württenberg (Svevia). Ci voleva una famiglia di siciliani - un padre e i suoi due figli - per far rimescolare gli animi...

 
 
Sontheim an der Brenz


Di un cadavere sono stati scoperti i resti: nel giardino dei mostri, ossia dei siciliani sospettati. Non è stata rinvenuta invece traccia alcuna delle spoglie degli altri due uomini, ma la polizia tedesca ha sempre pensato che anche loro fossero stati uccisi e difatti lunedì scorso, nella prima giornata del processo intentato agli assassini trinacri (il capo-mostro proviene dalla lontana Enna), è arrivata la terribile conferma...

Il padre di famiglia è un 55enne: Alfonso P. Imputati assieme a lui: i suoi due figli, Giovanni e Giacomo, rispettivamente di 33 e 31 anni.
Non si sa se abbiano contatti con la mafia; certo è che i loro metodi sono assolutamente mafiosi.

 La polizia perquisisce la "casa degli orrori"



Come si è giunti a loro?

Parti del corpo in giardino

La polizia è arrivata alla famiglia in questione per via dell'improvvisa scomparsa di un uomo. Difficile che nella piccola Sontheim (Baden-Württemberg) si possa sparire così, di punto in bianco. Il malcapitato, un rappresentante farmaceutico di 59 anni, aveva dato in affitto ai tre un garage adiacente alla loro abitazione. Non è stato affatto ostico per gli esperti della scientifica rinvenirne parti del corpo nella proprietà dei P. 
Messo alle strette, Alfonso (che non parla affatto bene il tedesco. Durante l'interrogatorio c'è stato bisogno - come ce n'è adesso, durante il processo - di un interprete...) a un certo punto ha confessato di aver ucciso l'uomo e di averlo smembrato con l'aiuto dei figli.

Nel corso delle indagini, i detective si imbattono in altri due misteriosi casi di persone scomparse, persone che avevano avuto a che fare con i P. 
Un caso risale al 2008 e riguarda il marito di Concetta, che sarebbe la figlia di Alfonso. L'uomo, che si chiamava Mustafà, ai tempi era 22enne. Ebbene: "si dileguò" misteriosamente. Era di nazionalità turca, era mussulmano: forse era stato ciò a disturbare "don" Alfonso?

 Mustafà, al centro della foto. A sinistra: Alfonso P. A destra: uno dei figli


L'altro caso risale al 2014 e quella volta a scomparire fu... il nuovo compagno di Concetta!

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Un limoncello prima dell'omicidio. Lo hanno bevuto in occasione dell'ultimo dei loro delitti, i P. Perché? Per farsi coraggio; o per festeggiare... 
E, dopo il tremendo crimine, il "trio mortale" infila il corpo della vittima dentro il surgelatore. Quindi viene usata una motosega per tagliarlo a pezzi e, infine, i tranci vengono infilati in vari barili di plastica pieni di cemento. Suona come un classico crimine di Cosa Nostra; tuttavia Palermo e Sontheim an der Brenz (comunità di 5000 abitanti ai margini del massiccio dello Giura Svevo) sono ben distanti...





Da questa settimana, il pubblico ministero e gli altri funzionari della Giustizia alemanna sono impegnati per mettere definitivamente chiarezza nei fatti. Si inizia con il primo omicidio, quello del giovane marito anatolico di Concetta... Il prologo è lungo, si elencano i dati anagrafici e in più qualche notizia biografica delle vittime e anche degli imputati... Ed ecco che nell'aula accade l'imprevedibile: uno dei numerosi parenti dei morti, parenti accorsi per seguire il processo, perde la testa e si lancia con i pugni alzati su Alfonso P. Viene sopraffatto in tempo da alcuni ufficiali giudiziari, che gli mettono le manette e lo conducono via.  (Poi si scoprirà che è un turco.)

È il maggiore dei figli a testimoniare per primo. Giovanni: "Mi pento. Se non sbaglio, ai pentiti viene ridotta la pena..."
Racconta dell'omicidio numero uno. Al quale non ha partecipato. "Il corpo di Mustafà? Portato a pezzettini in Sicilia. Così almeno ho sentito."
Seppellito nei boschi dell'Ennese.
"Papà ha un carattere brutto, fin dall'inizio non ha accettato il suo genero..."  
Alfonso P. era sconvolto dal fatto che il ragazzo stesse facendo uso di droghe e che non lavorasse. 
"Ma Concetta era incinta di Mustafà e papà ha costretto la coppia a sposarsi. Era il 2005. In seguito nacque ancora un bambino."

E, nel 2008, l'omicidio dello scansafatiche.

"Sì."

Il primogenito dei P. racconta poi di come lui, insieme al genitore e al fratello, ha commesso il secondo delitto mortale, nel 2014. Quello ai danni del nuovo compagno di Concetta. "Marco" - così si chiamava l'individuo, Marco B. - "picchiava i bambini, lavava loro i denti con lo scopino del wc..." spiega l'imputato.  E dunque? Dunque, la famiglia lo attira nel garage e lo tortura, per, infine, strangolarlo. "Io avevo la corda in mano, mentre papà e Giacomo gli tenevano ferme braccia e gambe. Finché lui non ha smesso di respirare."




E riguardo all'omicidio più recente?
Il 33enne spiattella ogni cosa. Si trova al centro dell'attenzione, nell'aula del tribunale di Ellwangen. Il suo tedesco è eccellente. Sia lui che Giacomo sono nati a Sontheim.
"Ne abbiamo conservato il cadavere in congelatore per una settimana, poi mio padre e io lo abbiamo fatto a pezzetti. Una cosa terribile, non auguro a nessuno di doverla mai fare" aggiunge il 33enne.
E dopo?
I pezzetti vennero infilati in barili di cemento, imbarcati sull'auto, i più portati in Sicilia (!) e lì sepolti in un bosco. Alcuni resti comunque sarebbero finiti nei bidoni della spazzatura delle stazioni di servizio autostradali (lungo l'A7)...

Ma perché quell'uomo è stato assassinato?

Presto detto: il 59enne era il proprietario di un garage che la famiglia aveva preso in affitto. Il movente dell'omicidio potrebbe essere stata - anzi: è stata - l'avidità. 
Dopo, i P. non vollero o non poterono trattenersi: usarono la carta di credito del morto per prelevare 15.000 euro dai suoi conti.

Il proprietario del garage venne per prima cosa picchiato: per costringerlo a rivelare il PIN bancario. Prima della morte, fu pure costretto a firmare alcuni contratti falsi. Alfonso e i suoi volevano creare l'impressione di aver pagato all'uomo 130.000 euro per un appezzamento di terreno... In tal modo, credevano di poter imbrogliare gli eredi della vittima.


 Video Bild Zeitung
 

L'attenzione mediatica in Germania è molto alta e d'altronde il copione potrebbe essere stato scritto da una fervida mente del cinema italiano: prima del processo, ci sono state molte lacrime in aula, lamenti, esclamazioni di dolore da parte dei familiari delle vittime... e in più quel tentativo di picchiare lì, davanti a tutti, l'imputato principale. Una sceneggiatura perfetta!

Il verdetto è atteso per il 20 dicembre.

 I sigilli nel frattempo sono stati tolti e la casa dei P. risulta essere in vendita









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