sabato, ottobre 02, 2021

Edoardo ("Edo") Bennato





Edoardo Bennato con la mitica Eko 12 corde in una versione studio di "Cantautore" incisa su un 45 giri che porta la dicitura "Disco ad Uso Promozione Radiofonica - fuori Commercio".

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"Cantautore" (1976) è solo una delle tante perle composte ed eseguite da questo Grande del rock'n'roll in versione italica.
La sua gavetta fu lunga ma utile e, dopo un soggiorno a Londra, nel 1973 esce Non farti cadere le braccia, dove per la prima volta si sente l'"Edo" che noi conosciamo: un romantico arrabbiato, capace di proporre dolcezze filosofiche à la "Un giorno credi" e inni di protesta del rango di "Rinnegato". Chitarra & armonica, un po' d'orchestra e qualche coro, e già il pubblico e la critica gli vogliono bene.

Più aggressivo, più ritmato, I buoni e i cattivi dell'anno successivo ("Ma che bella città", "Bravi ragazzi", "Arrivano i buoni", "Salviamo il salvabile", la mitica "In fila per tre"...). Come nel primo album, il fratello Eugenio qui collabora suonando il mandolino; in più si registra la presenza di Tony Esposito alle percussioni. Tony è un accompagnatore prezioso non solo di Edoardo e di Eugenio Bennato, ma di un po' tutti i grandi artisti napoletani e no.

1975: è la volta di Io che non sono l'imperatore. L'ensemble di musicisti si accresce di un bel po' (Shel Shapiro alla chitarra elettrica, Vence Tempera al piano) e il fratello maggiore in questo caso viene accreditato per "plettri, fisarmonica, scrittura archi". Tra i brani: "Io per te Margherita" (presa in giro delle canzoni d'amore strappalacrime), "Affacciati affacciati" (impietoso attacco alla figura del papa) e "Meno male che adesso non c'è Nerone" (satira sul potere mascherato da democrazia che offre ludi a volontà affinché il popolo non si soffermi a riflettere).

La Torre di Babele, capolavoro del 1976, contiene tra gli altri il brano omonimo, e in più "Franz è il mio nome" e "Venderò", staordinaria ballata con testo firmato da Eugenio. 
"Franz è il mio nome" parla della Germania divisa dal Muro e di come suadenti personaggi cerchino di attirare i cittadini della DDR verso l'altra parte, ovvero nel "dorato" occidente. E' una canzone che anticipa i temi (contro il consumismo, contro il capitalismo) dell'album successivo, Burattino senza fili; vedi i versi

come Pinocchio non crederai ai tuoi occhi 
quando vedrai il Paese dei Balocchi...



Burattino senza fili è, secondo me, il clou number one della produzione di Edoardo Bennato. Riprendendo la fiaba di Pinocchio, il cantautore ci ripropone, più chiaramente che mai, la tragedia del singolo individuo - un individuo ovviamente giovane: solo la gioventù conta! - maltrattato e sballottato da uno Stato-Mangiafuoco. Il sito Wikipedia sintetizza bene l'essenza dell'album e, comunque, canzoni come "Mangiafuoco", "E' stata tua la colpa", la struggente "La fata", la ridanciana "Dotti medici e sapienti" e la taglientissima "Il gatto e la volpe" sono già entrati nella coscienza musicale degli italiani: troppo vere per non poterle assimilare già dopo il primo ascolto!

Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
se ci ascolti per un momento, capirai
lui è il gatto, ed io la volpe, stiamo in società
di noi ti puoi fidar

(...)

E nel nome del progresso
il dibattito sia aperto
parleranno tutti quanti
dotti, medici e sapienti

(...)

E forse è per vendetta
e forse è per paura
o solo per pazzia
ma da sempre
tu sei quella che paga di più
Se vuoi volare ti tirano giù
E se comincia la caccia alle streghe,
la strega sei tu...


Clou number two: Sono solo canzonette del 1980 (leggi qui un'ottima recensione; e qui una addirittura più illuminante), un concept ispirato stavolta alla fiaba di Peter Pan. Le canzoni meritano di essere citate tutte. Sono: "Ma che sarà...", "Il rock di Capitan Uncino" (trascinante!), "Nel covo dei pirati", "Dopo il liceo che potevo far", "L'isola che non c'è" (ballata semplicemente stupenda), "Rockoccodrillo" (come dice il nome... puro rock!), "Tutti insieme lo denunciam" e "Sono solo canzonette". Quest'ultima inizia con queste parole: 

Mi ricordo che anni fa
di sfuggita dentro un bar
ho sentito un jukebox che suonava
e nei sogni di bambino
la chitarra era una spada
e chi non ci credeva era un pirata

... e suggerisce il tentativo, da parte dell'artista, di affrancarsi da etichette politiche in nome del più alto bene: la libertà. Tale scelta però è già di per sé "politica" (alcuni sostenitori del cantautore si sentirono urtati nel paventare il suo allontanamento dagli ideali della sinistra, della sinistra nostrana - per intenderci quella delle Feste dell'Unità e dei funzionari di partito simili a padri-padrone. Difatti, come si vedrà...).


Tre anni di pausa e nel 1983 esce  E' arrivato un bastimento. Il primo di una serie di album (giù giù fino a Le vie del rock sono infinite) che, a ben guardare, non lasciano il segno, anche se musicalmente certo apprezzabili. I testi non sono più così graffianti, o comunque non colpiscono come dovrebbero: l'abbinamento parole-musica non funziona più. Ancora "Edo" dissacra i mali della nostra società, ma i discorsi non sono più ancorati a una posizione ben precisa, e il suo output diviene superficiale. Sembra quasi che la Caduta del Muro di Berlino, e il forte revisionismo che partì proprio dagli Anni Ottanta, abbiano sviato "il Dylan italiano". Ricordiamoci:

Franz è il mio nome e vendo la libertà
a chi vuol passare dall'altra parte della città
compra il biglietto e non ti pentirai
per quello che ti dò non costa assai

(...)

... come Pinocchio non crederai ai tuoi occhi
quando vedrai il Paese dei Balocchi

Ancora Edoardo spazia nei cieli del rock'n'roll, dello ska, del blues... ma, per davvero - come aveva promesso/minacciato nel fatidico 1980 - sono (ormai) solo canzonette.





Ecco una convincente versione di "Rinnegato" al concerto del 1. Maggio 2011:




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