6 novembre#OnThisDayOn This Day
Il 6 novembre 1880 nasceva Robert Musil, scrittore e drammaturgo austriaco († 1942)
Dopo essersi lasciato alle spalle un'insostenibile situazione familiare . in quel di Klagenfurt - e la frequentazione di collegi e accademie militari, si diplomò in ingegneria meccanica al politecnico di Brünn, fece assistentato presso il politecnico di Stoccarda, e si laureò, nel 1908, a Berlino con una tesi su Ernst Mach, scienziato e uno dei più influenti filosofi della scienza tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Da Mach, che aveva proclamato l'"insalvabilità dell'io", mero aggregato di relazioni psichiche la cui unità risulta puramente "economica", Musil trasse lo scetticismo circa l'unità dell'io e la validità generale di ogni legge scientifica e soprattutto del principio di casualità. Oltre alla lettura dei principali scrittori tedeschi ed europei, fondamentale fu per Musil la lezione tratta da Nietzsche che aveva dissolto l'idea stessa di soggetto, la sua identità e la sua unità in un'anarchia di atomi. Inoltre Musil ricaverà da Nietzsche la consapevolezza che la vita non dimora più in un Tutto organico e concluso, ossia la diagnosi della vita orfana della totalità che pervaderà tutta la sua opera.
Fatti biografici importanti della sua biografia a inizio Novecento: nel 1901 aveva conosciuto Herma Dietz, una ragazza della quale successivamente racconterà la storia in "Tonka". Poco dopo svolse il servizio militare come fante volontario: e in quel periodo contrasse la sifilide...
Il primo romanzo, I turbamenti del giovane Törless (Die Verwirrungen des Zöglings Törless, 1906), racconta la storia di un giovane cadetto militare disorientato, alla ricerca di valori morali sicuri all'interno del sistema sociale in cui si trova a vivere e il significato che questi assumono per lui. I turbamenti del giovane cadetto si trasformano in uno spassionato laboratorio d'osservazione scientifica: Musil intendeva così sanare lo iato apertosi, nella cultura del suo tempo, tra poesia e scienza, "anima ed esattezza". Su questo motivo, s'impernierà L'uomo senza qualità (Der Mann ohne Eigenschaften), il grande romanzo incompiuto cui egli aveva lavorato dal 1898 fino alla morte, lasciandolo interrotto e aperto a diverse soluzioni possibili.
Il romanzo è ambientato in quella che è a tutti gli effetti Vienna, capitale di un grande impero pluri-etnico detto Kakanien (reso in italiano come "Cacania"). Il nome Kakanien deriva dall'abbreviazione KK (pronunciata "ka-ka"), dell'espressione tedesca Kaiserlich-Königlich ("imperial-reale"), usata per indicare lo status dell'Austria-Ungheria come Doppia Monarchia. Ma kaka è in tedesco la parola infantile che indica le feci, e kakos in greco significa "cattivo". Quindi Musil usa l'espressione per simboleggiare la mancanza di coerenza politica, amministrativa e sentimentale nell'Austria-Ungheria.
L’uomo senza qualità narra del matematico Ulrich e del suo atteggiamento verso la vita. Ulrich è una specie di "uomo ideale" che, riassumendo in sé tutte le qualità o, meglio, le "non-qualità" dell'appena iniziato Novecento, vive parzialmente alienato dal "mondo reale" e del tutto privo di autentici interessi. È passivo e apatico proprio come l'impero Austro-ungarico che si avvia al suo inesorabile disfacimento. Le vicende di Ulrich e degli altri protagonisti del libro sono metafore del ritratto di un'Europa di fine ‘800 stanca e decadente. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale porrà termine, in maniera triste e definitiva, a quest'epoca con tutti i suoi valori e le sue contraddizioni.
Immerso com'è nell'anti-umanesimo di stampo nietzschiano, il protagonista stesso descrive la propria situazione come una vera e propria malattia della volontà. Quando ad esempio Ulrich "desidera" salvare il criminale Moosbrugger, è guidato da una filosofia prim'ancora che da un senso della realtà, totalmente alienato dal senso comune.
Il particolare atteggiamento narrativo di Musil, che lui stesso definisce del "saggismo", contribuisce a rendere questo mostruoso e straordinario libro una vera e propria bibbia del Decadentismo, esattamente alla maniera di Thomas Mann.
Nei racconti Incontri (Vereinigungen, 1911) e il ciclo di novelle Drei Frauen (1924), Musil si concentra sulle sfumature dei processi psichici: il soggetto s'indebolisce fino a svanire e l'esistenza risulta un campo enigmatico, sospeso e fluttuante. Come dice l'ironico titolo delle Pagine postume pubblicate in vita (Nachlass zu Lebzeiten, 1936), Musil è consapevole del tramonto dell'epica e della figura stessa dello scrittore, la cui scrittura registra eventi minimi. Sismografo del tramonto dell'impero asburgico, Musil se ne era fatto interprete anche nei numerosi saggi, animati da una lucida analisi e da uno struggente amore per la realtà. Anche le due commedie musiliane, Fanatici (Die Schwärmer, 1921) e Vinzenz e l'amica degli uomini importanti (Vinzenz und die Freundin bedeutender Männer, 1924), sono pervase da ironia e passione, fredda analisi e sguardo amoroso e partecipe.
Sposa Martha Heimann il 14 aprile del 1911 a Vienna.
Durante la Grande Guerra trascorse un periodo di stanza a Palù del Fersina, in Trentino. Risale ad allora la concezione della novella “Grigia”.
Da L'uomo senza qualità:
«Dobbiamo ora far seguire due parole a proposito di un sorriso, e cioè un sorriso fornito per giunta d'un paio di baffi, fatti apposta per la prerogativa maschile di sorridere sotto i medesimi; si tratta del sorriso degli scienziati che erano accorsi all'invito di Diotima e che avevano sentito parlare i famosi letterati e artisti. Benché sorridessero, non bisogna credere, Dio guardi, che sorridessero ironicamente. Al contrario, era la loro espressione di rispetto e di incompetenza, di cui s'è già accennato. Ma neppure questo deve trarre in inganno. Nella loro coscienza era così, ma nel subcosciente, per adoperare questa parola d'uso corrente, o per dir meglio nel loro stato d'animo collettivo, erano uomini nei quali la tendenza al male rumoreggiava come il fuoco sotto una caldaia.Questo naturalmente sembra un paradosso e se lo si volesse esporre davanti ad un professore d'Università, quegli ribatterebbe probabilmente che lui è al servizio della verità e del progresso e d'altro non si cura; perché quella è la sua ideologia professionale. Ma tutte le ideologie professionali sono nobilissime, e i cacciatori, ad esempio, non si sognano certo di definirsi i macellai del bosco, bensì si proclamano amici degli animali e della natura esperti dell'arte venatoria, così come i commercianti professano il principio dell'utile onesto e i ladri hanno lo stesso Dio dei commercianti, l'elegante e internazionale Mercurio, congiungitore di popoli. [...] Se ci chiede [...] perché la scienza regna su di noi e neppure un analfabeta si salva dal suo dominio giacché impara a convivere con cose che son nate dotte - si ottiene un'immagine molto diversa. Secondo tradizioni attendibili s'è cominciato nel sedicesimo secolo, un periodo di fortissimo movimento spirituale, a non più sforzarsi di penetrare i segreti della natura, com'era successo fino allora in due millenni di speculazione religiosa e filosofica, bensì ad accontentarsi di esplorarne la superficie, in modo che non si può fare a meno di chiamare superficiale. Il grande Galileo Galilei ad esempio, il primo nome che sempre si cita a questo proposito, tolse di mezzo il problema: per quale causa intrinseca la natura abbia orrore degli spazi vuoti, così da obbligare un corpo che cade ad attraversare spazi su spazi, finché esso giunge su un terreno solido; e s'accontentò di una constatazione molto più volgare: stabilì semplicemente la velocità di quel corpo che cade, la via che percorre, il tempo che impiega, e l'accelerazione della caduta. La Chiesa cattolica ha commesso un grave errore minacciando di morte un tal uomo e costringendolo alla ritrattazione invece di ammazzarlo senza complimenti; perché il suo modo, e quello dei suoi simili, di considerare le cose, ha poi dato origine - in brevissimo tempo, se usiamo le misure della storia - agli orari ferroviari, alle macchine utensili, alla psicologia fisiologica e alla corruzione morale del tempo presente, e ormai non può più porvi rimedio.»
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