mercoledì, febbraio 22, 2023

Pseudologia fantastica: il caso Samantha Azzopardi

... dal fisico esile, la voce gentile e a tratti addirittura sottile come quella di una bambina, con il vizio di mangiarsi le unghie...


"Posso aiutare vostra figlia a ottenere un ruolo come doppiatrice di un cartone animato della Pixar." Così assicura la donna, che dice di chiamarsi Marlee, ai genitori della dodicenne Emma. Poi porta l'aspirante attrice a Sydney e inizia con lei "l'allenamento". Tra i compiti che la ragazzina deve svolgere, c'è quello di entrare in un ospedale, affermare di chiamarsi Dasha (mentre il suo vero nome è Emma, appunto) e di aver bisogno di aiuto. In seguito deve accedere in un altro negozio e dire a una donna lì presente che sua madre era morta e che lei ("Dasha") era stata adottata. Inoltre, in un centro sanitario, la ragazzina ha il compito di scrivere su un foglio di carta: "Io ho la facoltà di vedere fantasmi"...

"Non dire però ai tuoi genitori che ti ordino di fare queste cose!"

Emma invece racconta tutto ai genitori, e loro comunque hanno già intuito qualcosa. La figlia fa trapelare qualche indizio su tale intensa "attività" in compagnia della "scopritrice di talenti". Il suo papà e la sua mamma compiono delle ricerche sul conto della sedicente Marlee, che dovrebbe apparentemente svolgere il lavoro di agente di spettacolo, e arrivano a scoprire che una persona con le sue generalità non esiste.



In effetti, la truffatrice ha un'identità diversa. Si chiama Samantha Azzopardi. Nel frattempo si sono occupati di lei anche testate internazionali, non in ultimo perché il suo raggio di azione si è, con il tempo, ampliato: è stata attiva in Gran Bretagna e nel Canada. A fare cosa? A confondere e a fare perdere tempo e denaro alla polizia irlandese e a quella canadese, tanto per dirne una...


Di lei si sa che è australiana di origini maltesi. La sua data di nascita è certa: 21 agosto 1988. Ed è certo inoltre che proviene da una famiglia della classe media.

Svanita dall'orizzonte dei genitori di Emma, è apparsa in quello di altri nuclei familiari australiani, presentandosi con nomi di fantasia e raccontando di sé sempre nuove storie, riuscendo a ingraziarsi la fiducia di varie persone e "lavorando" - di solito - come nanny o similia. 

Nel novembre 2019 viene arrestata e processata per le sue truffe "astute e ben calcolate". Ha, al momento della cattura, 31 anni (oggi ne conta 35) e, tra i suoi svariati inganni, tra le sue prese in giro delle quali si fa fatica a trovare un motivo reale e concreto, c'è spesso quella di spacciarsi per un'adolescente e... iscriversi a una qualche scuola. Oppure, vestita con un'uniforme blu da ginnasiale, presentarsi a una clinica psichiatrica in compagnia di due bambini, dichiarare di avere 14 anni e di essere stata ingravidata da uno zio che l'avrebbe stuprata... 

I due bambini di cui sopra (rispettivamente di quattro anni e di dieci mesi) le erano stati affidati il mese prima da una coppia francese. Lei viveva a casa loro come tata diciottenne e con il nome di Sakah, "bambinaia qualificata". L'accusa che la coppia le ha rivolto è di avere sequestrato i piccoli... sebbene soltanto per una giornata, in pratica. Un'altra sciocchezza inaudita compiuta da Samantha Azzopardi.

Alla fine, è stata condannata - a due anni - proprio per sequestro e rapimento di minori, oltre che per falsificazione di documenti.

Il giudice di Melbourne Johanna Metcalf ha ribadito che una vera motivazione per gli atti della Azzopardi non esiste o, se sì, rimane oscura, e ha definito il suo agire - che è sicuramente antisociale - "bizarre crime".


Evidentemente non vogliono capirlo: lei è una sorta di Pippi Langstrumpf, solo un po' più cresciuta... 


In passato la giovane donna si è spacciata per un'appartenente alla famiglia reale svedese - "Annika Dekker" - che era stata rapita da bambina. Poi anche per una ginnasta russa la cui famiglia sarebbe stata sterminata da un attentatore suicida. Con la sua voce sottile, gentile, la figura minuta e l'abitudine di mangiarsi le unghie, a oltre 20 anni e addirittura anche dopo i 30 ha fatto credere all'ambiente circostante di essere un'adoloscente... una bambina, quasi.



Sembra proprio cercare con forza il contatto con bambine e ragazzine, spesso le porta con sé organizzando folli scorribande - e da qui anche l'accusa di rapimento / sottrazione di minori. E, poiché queste ragazzine (più, raramente, qualche ragazzino) vengono costrette da Samantha a compiere stupide azioni, azioni che tuttavia non possono essere definite veramente criminose, tra le accuse a suo carico c'è quella di circonvenzione di minori. 

Le famiglie si sono sentite depradate, tradite. Molte le cause intentate alla Azzopardi. Una di queste cause prevede la restituzione di 6.500 dollari alla famiglia Jervis, di Perth: sarebbe la somma di tutte le paghe ricevute per circa un anno, settimana dopo settimana, in qualità di bambinaia presso il giocatore di pallacanestro Tom Jervis e di sua moglie Jazze.

Al processo, tenutosi in un tribunale del Nuovo Galles del Sud (New South Wales), sono state ricordate - e in parte addebbitate, almeno moralmente, all'imputata - finanche truffe compiute all'estero. Alcune di queste sono venute alla luce durante lo svolgimento del processo stesso. 

Molti l'hanno riconosciuta seguendo la vicenda sui media; si sono ricordati ad esempio di averla già vista, sempre sui giornali e alla TV, nel periodo di tempo che Samantha ha trascorso in Irlanda, esattamente a Dublino, dove una prima volta - era l'ottobre 2013 - fu notata mentre si aggirava disperata, in reale stato di angoscia, vicino alla Posta Centrale (General Post Office), in una zona di negozi di lusso. Allora dichiarò alla polizia, in un inglese stentato, di essere un'adolescente vittima della tratta di minorenni.


      Dublino e Calgary

Anche per via degli ostacoli comunicativi (presunti), i funzionari irlandesi hanno avuto grosse difficoltà nell'aiutarla a risalire al suo nominativo e farle spifferare i nomi degli aguzzini. Le indagini sono state lunghe. Hanno dovuto controllare tutti i filmati delle telecamere nel quartiere dove la ragazza era stata rinvenuta e in quelli adiacenti, lavorare insieme con i centri sociali per l'infanzia e le agenzie specializzate nel rintracciare persone scomparse, chiamare in causa l'Interpol, indagare insieme a un laboratorio scientifico forense, lavorare con l'Ufficio Immigrazione e con unità di specialisti di violenza domestica e delitti sessuali. Oltre che dover prendere contatto con varie polizie estere. Dopo un mese di intense ricerche, che alle autorità di pubblica sicurezza irlandesi è costato - così è stato calcolato - circa un quarto di milione di euro, la Azzopardi finalmente è stata identificata (assurdamente ma forse no, l'ha riconosciuta proprio l'ex fidanzato irlandese di sua madre!) e, con gran rabbia degli innocentisti e tra varie polemiche interne, è stata rimandata in Australia.

Durante il lungo viaggio di ritorno, lei ha continuato a non spiccicare parola con gli agenti di scorta.

Trascorre appena un anno e Samantha Azzopardi, intanto ventiseienne, affiora a Calgary, in Canada, affermando di essere la quattordicenne Aurora Hepburn, vittima di rapimento e violenza sessuale. Dopo aver speso circa 150.000 dollari americani per cercare di assisterla e aiutarla a ritrovare se stessa, la polizia canadese è risalita alla  vera identità del soggetto (e alla sua vera età). La Azzopardi viene denunciata di falso in atto pubblico, per aver ingannato le forze dell'ordine e aver causato un grosso danno all'erario. È espulsa alla fine del 2014.


     Un gioco continuo, senza requie

Negli anni successivi, la donna si finse nuovamente adolescente, iscrivendosi a varie scuole del New South Wales ed estorcendo benefici governativi. 



Nel corso di tutte queste sue "avventure" in patria e nel mondo, Samantha Azzopardi ha spesso rifiutato di essere fotografata... a meno che le foto non fossero scattate con il suo proprio telefonino. Uno dei trucchi da lei usati era di disegnarsi sul viso le lentiggini, per sembrare molto più giovane. Si è calcolato che, nella sua ancora non lunghissima vita, ha fatto uso di almeno 100 pseudonimi. Alcuni di essi: Emily Peet, Lindsay Coughlin, Georgia McAuliffe, Dakota Johnson, Harper Hart, Harper Hernandez.

Nel processo del novembre 2019, quello intentatole per aver frodato svariate famiglie di Melbourne e non solo, era presente anche il padre di Emma. L'uomo ha dichiarato che nessuno dei suoi sospettava che la giovane donna mentisse, che possedesse una specie di seconda natura. "È stato davvero spaventoso", dice. "Mi sono sentito sventrato nello scoprire che ha ingannato nostra figlia e chissà quanti altri bambini che sognavano una carriera nel mondo del cinema, dello spettacolo." (Tra l'altro, Samantha era diventata "di casa" presso la famiglia di Emma, era stata persino invitata a trascorrere il Natale con loro e così via.) L'uomo ha aggiunto che il calvario di tutti loro "è stato spaventoso".

Al processo era presente la stessa Emma. “[Samantha] si è comportata molto bene con me. Era davvero gentile e ho pensato che fosse alquanto vantaggioso averla come mentore. Io credevo alle sue promesse. Era assai persuasiva."

Ed Emma ha terminato la sua testimonianza con le parole: 

"Mi sono sentita sollevata quando ho appreso che era stata finalmente acciuffata e che non poteva più ingannare nessuno"

Maggiori particolari sulle azioni di Samantha Azzopardi sono venuti fuori durante quelle sedute in tribunale (che si svolsero via videoconferenza a causa del Coronavirus); e si è andato concretizzando il sospetto che fosse... una professionista della truffa, che sapesse benissimo come agire. 

                             "C'è del metodo in questa follia."

                                             (William Shakespeare)


Il primo contatto che un'altra piccola aspirante attrice, Georgia Bevege, ebbe con la fantomatica talent scout Coco Palmer, avvenne via Instagram. Georgia e suo padre Mel si recarono all'appuntamento con la donna in un café di Sydney, dove "Coco" si mostrò cortese, affabile. Offrì loro della cioccolata calda e prese poi l'adolescente con sé, per condurla attraverso vari grandi magazzini "a fare giochi di ruolo".

"E noi ci cascammo!"

Nello spazio di qualche mese, la fittizia Coco si guadagnò la piena fiducia dei genitori di Georgia. Di sé, aveva raccontato di essere cresciuta insieme ad altri 11 bambini in una famiglia affidataria e che da piccola aveva sofferto di leucemia. Possedeva non meno di quattro telefonini, sembrava davvero professionale, aveva l'aria affaccendata. Una volta, truccò Georgia Bevege in modo tale che la bellezza in miniatura presentasse sul volto come dei graffi, le disse di entrare in un supermercato e di dichiarare al personale di essere stata aggredita. Nel frattempo la ragazzina, per espresso volere di Coco, da qualche tempo portava le cuffie ed era attrezzata elettronicamente, per registrare tutto ciò che diceva e che faceva durante quelle folli azioni. Nel luglio 2019 ci fu il viaggio; un viaggio che Georgia compì insieme a Samantha Azzopardi, in arte Coco Palmer, a Melbourne. Della partita erano anche la madre e una sorella di Georgia. Coco Palmer aveva dichiarato di abitare in quella città, tuttavia sembrava ad un tratto non ricordare più come muoversi, quale tram dovessero prendere... A questo punto, suonarono i primi campanelli d'allarme per la famiglia Bevege.

Dopo alcune notti di soggiorno a Melbourne, i Bevege scoprirono che, per affittare la stanza d'albergo, la donna aveva usato una patente instestata a Jazze Jarvis (la moglie del cestista professionista). "Non è il tuo nome!" le fecero notare. I tentativi di chiarimento andarono a vuoto e, all'arrivo della polizia, Samantha Azzopardi si dileguò.

***

Nell'aula di tribunale, la psichiatra forense Jacqueline Rakov ha affermato di ritenere che la Azzopardi soffrisse di un disturbo borderline di personalità. Il nome: "pseudologia fantastica". È una forma patologica poco conosciuta anche perché - ha spiegato la Rakov - non diffusissima. 

Le opzioni di trattamento per chi è affetto da pseudologia fantastica sono limitate. Il soggetto è portato a un tipo estremo di menzogna che è "motivata internamente". Il suo è un impulso inconscio (inconscio sì, ma quanto?) a tessere fantasie sia per il piacere sia per una occulta necessità; ben diversamente, quindi, che nei casi di impostori "comuni" che mettono in atto inganni e truffe varie allo scopo di acquisire fama, denaro o notorietà.



     Piccola storia giuridica dell'"ingannatrice seriale"

(Ricapitoliamo!)

La prima volta che Samantha Azzopardi entrò in un dossier - diciamo meglio: nel Libro Nero - della polizia australiana fu nel novembre 2007, all'età effettiva di 19 anni. Accadde in una cittadina del Queensland, dove, in un tentativo di truffa, si era spacciata per una certa Lindsay-Lana Jonbenet Coughlan.

Nel settembre 2010, dicendo di chiamarsi Dakota Johnson, cercò di iscriversi ad almeno due scuole di Brisbane, fingendosi quattordicenne. Ma uno di quegli istituti scolastici poté constatare che la sua lettera di referenze era falsata e così si scoprirono gli altarini. Imputazione: frode.

Nel 2011, sotto l'identità di Emily Azzopardi di anni 16, divenne amica di una ragazza che frequentava un liceo e cercò di convincere i genitori di costei a dare il via alle pratiche per adottarla. Si iscrisse poi a un'altra scuola superiore, stavolta a Perth, che frequentò fino al marzo 2012, quando venne arrestata dalla Major Fraud Squad (l'Antifrode). 

L'episodio dublinese fu certamente quello più eclatante. Ottobre 2013: camminava avanti e indietro davanti alla Posta Centrale (per lei fu usato dai giornalisti l'appellativo "GPO girl", "La ragazza della Posta") ed era apparentemente sprovvista di una sia pur minima conoscenza dell'inglese. Trasportata al Temple Street Children’s Hospital, non si riuscì neppure a cavarle il nome e il cognome. Non si poté altresì ricostruire il percorso da lei effettuato per arrivare fin lì: come era giunta nella capitale irlandese? Per quali vie? E da dove? La ragazza rimase muta per settimane intere. Si congetturò che fosse una quattordicenne vittima della tratta di schiave; lei aveva un po' fatto capire proprio così, che l'avevano costretta a prostituirsi... Naturalmente intendevano fotografarla, in modo da poter mandare la sua immagine alle polizie di altri Paesi e scoprire così qualcosa sul suo conto, ma la ragazza si rifiutò, finché l'Alta Corte non diede il permesso alle autorità di fotografare la misteriosa sconosciuta anche senza il suo consenso. 

Dopo che venne smascherata, si crearono due diverse correnti di pensiero all'interno della Garda Síochána (la polizia irlandese): c'erano quelli che affermavano che la supposta ragazza, in realtà una donna fatta, fingendo di essere un'altra non si era affatto resa colpevole di alcun crimine e che semplicemente necessitasse di cure psichiatriche; e c'era la corrente dei colpevolisti.

Ciò che molte cronache non rivelano è che, dopo essere stata rispedita in patria, Samantha Azzopardi tornò quasi subito in Irlanda, dove, forte di un nuovo passaporto che era riuscita in qualche modo a farsi rilasciare dalle autorità australiane, ottenne un impiego come ragazza alla pari presso una famiglia della contea di Leitrim... prima di essere nuovamente denunciata ed essere nuovamente espulsa. 

Abbastanza nota è un'altra circostanza, non dissimile da quella irlandese, che ebbe inizio nel settembre 2014:  Samantha Azzopardi, intanto ventiseienne, entra in un centro sanitario di Calgary, in Canada, affermando di chiamarsi Aurora Hepburn e di essere stata vittima di rapimento e violenza sessuale. L'età? "14 anni." Dopo la solita, immancabile perdita di tempo (molta) e perdita di soldi (moltissimi), i canadesi vennero a capo della faccenda. Un tribunale la condannò a due mesi di detenzione (che lei però aveva già scontato) e Samantha fu fatta rientrare in Australia ben scortata. (Altre spese...)

2016: la donna si iscrive  alla Good Shepherd School di Marrickville, nello stato del Nuovo Galles del Sud, dicendo di essere la tredicenne Harper Hart e di trovarsi sotto protezione del Governo degli Stati Uniti d'America. Essendo stata vittima di un traffico internazionale di minorenni, gli americani l'avrebbero inserita nel loro "Witness Protection Program". Arrivò addirittura a presentare un certificato di nascita con il timbro di San Francisco, California, dove si attestava che i suoi genitori biologici erano Julian e Rebehah Hart, da Burwood. All'ufficio di protezione dell'infanzia dichiarò di avere incontrato e, di fatto, conosciuto i propri genitori solo da poco. La polizia iniziò le ricerche e, nel giugno 2017, le impronte digitali della ragazza, rilevate su uno dei documenti da lei consegnati, la smascherarono. Samantha Azzopardi venne denunciata con la motivazione di "aver ottenuto in maniera disonesta un vantaggio finanziario, godendo di istruzione, consulenza, cibo, alloggio e apparecchi elettronici, tutte cose messe a sua disposizione mentre fingeva di essere Harper". Le diedero un anno di carcere. La madre di Samantha dichiarò, fuori dalla corte penale, che la figlia era "un tipo dolce, avventuroso e indipendente". La situazione in cui la figlia si era cacciata le faceva piangere il cuore, certo, ma... i bambini non debbono forse maturare, fare esperienze di vita?

Poi Samantha Azzopardi iniziò a lavorare presso il celebre giocatore di pallacanestro. Lui e la moglie avevano una bambina. Samantha si occupò della piccola mentre la coppia abitava nel Queensland e in seguito si trasferì con loro a Melbourne. Tutto va bene, fino a che...

Aprile 2019. Samantha Azzopardi, sotto lo pseudonimo di Marley, porta la figlia di Tom e Jazze fino a Sydney. Durante il viaggio, chiede alla ragazzina di entrare in un ufficio del Centrelink e di scrivere su un pezzo di carta di avere visioni; di vedere fantasmi, di poter comunicare con persone del passato e cose così. La famiglia Jervis si rende conto che qualcosa non va, sporge denuncia. Intanto chiedono alla baby sitter di confermare le sue referenze... e lei torna a dileguarsi. 

1 luglio 2019: ora si chiama Coco ed è una talent scout. Vola da Sydney a Melbourne con un'aspirante attrice adolescente del New South Wales e con parte della famiglia della ragazza, pagando per tutti loro di tasca propria. Devono soggiornare in un appartamento a Southbank. La famiglia sobbalza quando "Coco Palmer" fa il check-in in albergo con la patente di Jazze Jervis...

Nell'ottobre 2019 seguì l'episodio della sprovveduta coppia francese che si era da poco stabilita a Geelong, a una settantina di chilometri da Melbourne. Samantha dichiarò loro di essere la diciottenne Sakah. Entrò nella loro vita quale ragazza au pair, di nuovo sotto false credenziali. Circa due mesi dopo, disse alla coppia che avrebbe portato i loro due bambini a fare un picnic. Sempre lì, a Geelong. Li fece viaggiare con sé invece fino a Bendigo, a ben 200 km. di distanza. Guidò i bimbi fino a un centro assistenziale dove dichiarò, come abbiamo già raccontato sopra, di essere una quattordicenne che era stata abusata dallo zio. Più tardi, un detective della polizia trovò lei (e i due piccoli) mentre gironzolavano in un centro commerciale.

Dopo qualche tempo ancora, venne fuori che, per presentarsi come ragazza incinta - e abusata dal cattivo parente -, l'imbrogliona aveva convinto un uomo estraneo a fare, per conto suo, una telefonata al centro assistenziale e a spacciarsi per suo padre.

Lo "scherzetto" del viaggio con i due infanti le costò altri due anni di carcere. Nel corso del processo - l'ultimo in ordine di tempo - venne fuori appunto la diagnosi di pseudologia fantastica, malattia mentale che fa sì che il soggetto abbia voglia di ricreare una propria biografia infantile - una biografia dall'esito felice. Tuttavia, il magistrato rifiutò di concederle una terapia: "C'è  troppo calcolo, c'è troppa logica nel suo comportamento criminoso..."




     La giovane nanny polacca


Theresa Power, madre di Sydney, mette un annuncio su Facebook: "Cercasi baby-sitter".

Dopo neppure mezz'ora le arriva la risposta: 

“My name is Mayer. I am 19 years old and I’m from Poland”. sul profilo dell'utente, la faccia della medesima è parzialmente coperta e oscurata - o meglio ombreggiata - dai capelli.  “Io sono un tipo sorridente, paziente, calmo... Non esitate a contattarmi via 'personal message'!" 

La famiglia Power convoca la giovane donna per sottoporla a esame. E la presunta signorina Mayer viene assunta. 

Theresa Power si sente sollevata: finalmente, poteva tornare al lavoro! 

La tata polacca compie in modo pieno e soddisfacente i suoi compiti... per una settimana o poco meno. Si rivela essere molto amata dai bambini. Ma, misteriosamente, dopo quei pochi giorni non si presenta più. 

Sconcertati e delusi, i Power si chiedono che ne sia stato di lei. Scoprono la verità solo più tardi, quando si inizia a parlare sui media di Samantha Azzopardi, celebre impostora...


Da sottolineare che, in tutti gli episodi noti che hanno al centro questa mentitrice seriale, nessuno dei bimbi ha mai subito molestie né riportato danni fisici.


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