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domenica, ottobre 09, 2022

David Bowie rivive in... 'Moonage Daydream'

 Presentatore: "E queste scarpe? Sono da donna, da uomo o da bisessuale?"

David Bowie: "Sono solo scarpe, sciocco!"






Solo David Bowie e la sua arte per 140 minuti. Moonage Daydream!

          Un vero e proprio trip per lo spettatore!

Uno straordinario lungometraggio. Il film ha richiesto quattro anni per essere assemblato e altri 18 mesi sono stati dedicati alla colonna sonora. 

Moonage Daydream è programmato (per il momento) solo il 26, 27 e 28 settembre al cinema (in Gran Bretagna). Ma il successo è assicurato e dunque lo potremo possedere presto su DVD...



#DavidBowie. La storia del "Duca Bianco".





La rivista inglese Uncut così recensisce Moonage Daydream, il documentario su David Bowie realizzato da Brett Morgen

<< È uno "sballante" resumée della vita di David Bowie
                 'Keep your 'lectric eye on me, babe'

Articolo di Damon Wise

Forse non si tratta della biografia approfondita e completa che molti pensano che il Duca Bianco avrebbe meritato, ma è di certo un film che lo stesso Bowie avrebbe amato: giocoso, intelligente e ammirevolmente diffidente nel presentare un argomento che a tanti di noi è familiare. È una fantasticheria da brivido: assomiglia più a un flashback "acido" che a un documentario.
Il regista, Brett Morgen, ha adottato un percorso simile a quello di 'Montage Of Heck' (su Kurt Cobain). 'Moonage Daydream' si apre con una sequenza ricavata dalla collaborazione di Bowie con i Pet Shop Boys nel 1995 ("Hallo Spaceboy"): questo non è solo un modo intelligente per sottolineare l'intenzione di evitare un resoconto lineare degli ultimi giorni sulla Terra della star, ma anche un segnale che Morgen è informato non solo sulla discografia classica di Bowie ma anche su quella "tarda". Alcune omissioni possono sorprendere – il ritmo frenetico del docufilm sembra portarci da 'Ziggy Stardust' direttamente a 'Low' – ma altre invece hanno una spiegazione: manca tutta la produzione degli anni '80 posteriore a 'Let's Dance', inclusi entrambi gli album dei Tin Machine. [Leggi l'intervista di 'Uncut' con il regista (articolo in ingl.).]

Una tecnica di inquadratura che utilizza filmati del promo di 'Blackstar' consente a Morgen di giocare con la metafora di Bowie quale extraterrestre precipitato in Gran Bretagna nel periodo del dopoguerra. D'altronde però il regista scava nelle origini terrene di Bowie, usando estratti di antiche interviste televisive in cui la star espone i suoi pensieri, rivelando che il successo iniziale significava per lui che non sarebbe mai diventato la persona che "avrebbe dovuto essere". Per accompagnare questi momenti, Morgen utilizza alcune interessanti riprese dal vivo, che sembrano sottolineare l'autoanalisi attenta di Bowie e include una versione fenomenale, particolarmente riuscita, del brano "The Jean Genie", che incorpora il beatlesiano "Love Me Do".

Numerosissimi i riferimenti: un torrente di immagini e concetti che saranno cari a chi ha confidenza con il lavoro da attore di Bowie, con i suoi dipinti, con la sua collezione di libri o il suo lavoro esoterico insieme ad artisti quali il cantante Klaus Nomi o la compagnia canadese di balletto La La La Human Steps. Chi invece non sa a cosa si riferisce Morgen, avrà forse qualche difficoltà ad apprezzare appieno 'Moonage Daydream'. Nel contempo, però, è piacevole imbattersi in un film che pretende che il lavoro di assemblaggio lo faccia lo stesso spettatore! 'Moonage Daydream' potrebbe non essere l'intera storia del Duca Bianco, tuttavia è un tentativo davvero potente di trasmetterci l'irrequieta curiosità che ha caratterizzato, fino alla fine, l'uomo David Bowie.

'Moonage Daydream' ha debuttato nel Regno Unito il 22 settembre. >>

          



mercoledì, marzo 18, 2015

Hit Parade - 12 - Hitparade

David Bowie - "Space Oddity"





Ground control to major Tom..
Ground control to major Tom..
Take your protein pills and put your helmet on

(Ten) Ground control (Nine) to major Tom (Eight)
(Seven, six) Commencing countdown (Five), engines on (Four)
(Three, two) Check ignition (One) and may gods
(Blastoff) love be with you


This is ground control to major Tom, you've really made the grade
And the papers want to know whose shirts you wear
Now it's time to leave the capsule if you dare

This is major Tom to ground control, I'm stepping through the door
And I'm floating in a most peculiar way
And the stars look very different today...

Here am I sitting in a tin can far above the world
Planet Earth is blue and there's nothing I can do..
Though I'm past one hundred thousand miles, I'm feeling very still
And I think my spaceship knows which way to go
Tell my wife I love her very much, she knows

Ground control to major Tom, your circuits dead, there's something wrong
Can you hear me, major Tom?
Can you hear me, major Tom?
Can you hear me, major Tom?
Can you...


Here am I sitting in my tin can far above the Moon
Planet Earth is blue and there's nothing I can do...



I titoli finora pubblicati:

11. Kid Creole & The Coconuts - "Stool Pigeon"
10. Dire Straits - "Money for Nothing"
9. Elton John - "Don't Let The Sun Go Down On Me"
8. Lou Reed - "A Perfect Day"
7. Shakespears Sisters - "Hello (Turn Your Radio On)"
6. Beach Boys - "Barbara Ann"
5. Tom Petty & The Heartbreakers - "Into the Great Wide Open"
4. Talking Heads - "Psycho Killer"
3. Amen Corner - "(If Paradise Is) Half So Nice"
2. Black - "Wonderful Life"
1. Kate Bush - "Wuthering Heights"


lunedì, gennaio 05, 2015

David Bowie, alieno perfetto

L'uomo che cadde sulla Terra



Che lo si voglia o no, è una parabola dello straniero (inglese:"alien") che alberga in ciascuno di noi.

Per
Bowie, il ruolo della sua vita. Nessuno poteva riuscire più convincente di lui nei panni dell'extraterrestre!


Tratto dall'omonimo romanzo di Walter Tevis (in Italia pubblicato da Mondadori nella collana 'Urania'), questo è uno dei tre-quattro film-cult del regista Nicolas Roeg che lasciò perplessi, al suo apparire, i soliti critici di scuola conservatrice, mentre entusiasmò molte menti giovani e - inutile dirlo - contribuì ad accrescere la fama di David Bowie quale "alieno".



Qui Roeg raffina il linguaggio che gli è proprio, un linguaggio basato su un accostamento di immagini apparentemente slegate tra di esse (episodi fonico-visivi che nel loro insieme costituiscono una storia compiuta). In tempi meno lontani, troviamo riscontro di questa - in senso lato - tecnica narrativa in un'altrettanto splendida pellicola "stravagante", ovvero Barton Fink dei Fratelli Coen.





In The Man Who Fell To Earth la storia c'è, su questo non si discute; l'unica questione su cui tuttora si dibatte è se questo particolare film rientri o meno nel filone della fantascienza. Secondo me, come tutti i prodotti "cult" (vedi Arancia meccanica), anche L'uomo che cadde... sfugge felicemente a ogni tentativo di cataloghizzazione.
E' proprio la maniera di raccontare di Roeg che crea difficoltà a quegli spettatori che - ancora oggi - non sono del tutto abituati a questa sorta di cinematografia (e ciò a quasi mezzo secolo da Otto e mezzo di Fellini!).



E' importante che un artista, quando lo voglia, possa trasgredire le regole "classiche" della struttura rigida, prendendosi la libertà di accostare immagini di carattere simbolico, frutti - in apparenza - di un onirismo gratuito, di... sì... surrealismo. (I dipinti di Dalì sono ad effetto sicuro, anche se non cadono mai nel cliché; e film come L'uomo che cadde sulla Terra oppure Insignificance dello stesso regista sono diventati oggetti di adorazione proprio per l' "obliquità" della constructio e per la predominanza di immagini surreali).
In letteratura abbiamo numerosi esempi di opere che "rompono" con le regole comuni. Questo non significa però che tali libri non raccontino una storia o che essi siano un unico pastiche! Persino dietro all'apparente "spontaneità" di On The Road è riconoscibile una costruzione rigidamente aritmetica. (A proposito di Kerouac: il suo vero capolavoro è Doctor Sax, non On The Road. Ma... ssst! Non rivelatelo a nessuno.) 


 

In definitiva, di che cosa parla questo film datato 1976? Presto detto. Bowie interpreta un alieno ("Thomas J. Newton") che atterra sul nostro pianeta nella speranza di poter salvare il proprio, che si sta vieppiù trasformando in un unico deserto. Essendo dotato di conoscenze tecnologiche sconosciute ai terrestri, comincia a capitalizzarle con l'aiuto di un avvocato (peraltro molto sospettoso nei suoi confronti), arrivando a fondare un'immensa multinazionale. Ma la sua permanenza sulla Terra ha effetti deleteri sul suo corpo e sulla sua psiche, e nemmeno l'amore di una donna (pressoché perfetta l'attrice Candy Clark!) può farlo sentire meno estraneo al nostro mondo. Alla fine Tommy/David soccombe sotto la mercizzazione totale di cui siamo già schiavi noi, e il suo sogno di costruire un'astronave che lo riporti sul suo pianeta (e qui si inserisce il personaggio dell'ingegnere, interpretato dal fantastico Rip Torn, che in quello scorcio di tempo girava film dello spessore di Tropico del Cancro) svanirà miserabilmente. Una certa organizzazione del governo americano (la CIA? Meglio non dirlo, non si sa mai) scopre in Tommy l'alieno che lui in effetti è (mentre si spacciava per cittadino britannico) e lo sottopone a una serie di test che gli rovineranno gli occhi, costringendolo a restare per sempre quaggiù. 


 

Un consiglio: leggete pure il romanzo di Tevis; è un piccolo capolavoro a sé stante. 
                    

              


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