Un capolavoro misconosciuto
Medem, il nome del regista, è un palindromo: si legge nella stessa maniera anche da destra a sinistra. Ciò vale pure per Otto e Ana, i nomi dei protagonisti di questa splendida storia. Ana vive fedele al credo che niente è un caso, che ogni cosa è concatenata; e in effetti tutti gli avvenimenti che le accadono e quelli che accadono intorno a lei sembrano darle ragione. La ragazza ama il freddo e non è una coincidenza che, in ultimo, finirà in Finlandia, e più precisamente in Lapponia. La sua vita, a cominciare dall'età di otto anni (dal giorno della tragica morte del padre) si intreccia con quella di Otto, destinato a divenire il suo fratellastro-amante; ma sono tanti i fatti legati tra di essi, a cominciare dallo strano incontro tra un contadino spagnolo e un aviatore tedesco durante la Guerra Civile di Spagna. L'aviatore si rivelerà essere il nonno di Ana, poi emigrato in Finlandia insieme a una ragazza incontrata all'indomani del bombardamento di Guernica...
In questa coproduzione franco-ispanica, Julio Medem dimostra tutta la sua grandezza. La tenera love story tra Ana e Otto si spoglia della sua semplicità grazie ai pregevoli effetti visivi e alle complicanze disseminate lungo tutto il copione. Alcune scene, e cioè quelle rivisitate secondo un'ottica diversa, richiamano alla mente un altro bel film uscito nello stesso anno (1998): Lola corre, del regista tedesco Tom Tykwer.
La visione è raccomandata.
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