E' morta a Roma, a 86 anni, Adele Faccio, esponente storica del Partito Radicale nota per le sue battaglie per i diritti civili negli anni '70. L'annuncio della scomparsa è stato dato a funerali avvenuti, su volontà dei parenti. Deputata nella VII e VIII legislatura, Adele Faccio era ai primissimi posti tra le donne radicali, insieme ad Adelaide Aglietta e a Emma Bonino. Coraggiosa combattente per la pari dignità delle donne e degli omosessuali, negli ultimi tempi, specialmente negli ultimi tre anni, non stava bene in salute.
Un’ironia crudele del destino se l'è portata via proprio nel giorno in cui l’Italia diventava, un pochino di più, come lei la voleva. Forse ha fatto appena in tempo a rallegrarsi per il decreto del governo sulle unioni di fatto: una delle sue tante, antiche battaglie di radicale e di donna libera.
A differenza di altri dirigenti radicali, lei non amava molto il presenzialismo, manteneva un suo stile riservato, eredità, forse, delle sue origini nella Carnia montanara (nacque a Pontebba, il 13 novembre 1920)
Adele Faccio era ricordata soprattutto per le sue lotte a favore della legge sull'introduzione dell'aborto in Italia. Il 26 gennaio 1975, quando era presidente del Partito Radicale, durante una manifestazione politica presso il Teatro Adriano a Roma, dichiarò davanti alla platea di aver interrotto volontariamente una gravidanza. (A quell'epoca la pratica dell'aborto era punita con la prigione.) La Faccio tornò apposta dalla Francia per farsi arrestare (insieme a Emma Bonino, Gianfranco Spadaccia e Giorgio Conciani) e divenne il simbolo delle battaglie politiche femministe.
In un'intervista che rilasciò a Bruxelles quando era commissario europeo, la Bonino ricordava i drammatici momenti di quella stagione di lotta: "Era il gennaio del '75 quando la polizia fece irruzione nella clinica del dottor Conciani. Immediatamente io con Adele e Gianfranco ci autodenunciammo. Gianfranco fu subito arrestato per reato d'opinione; io e Adele, inseguite da un mandato di cattura, arrivammo di nascosto a Parigi dove prendemmo contatto con Simone Weil che un anno prima aveva fatto approvare la legge in Francia. Al nostro ritorno in Italia fummo arrestate".
Con tenacia e passione Adele Faccio si battè per cambiare la legislazione e modificare la cultura e il costume. "Fu l'alleata appassionata delle donne" scrive in una nota la Lega per i diritti sessuali della persona.
Nel 1973 Adele Faccio aveva annunciato la costituzione del CISA (Centro Italiano Sterilizzazione e Aborto), che aveva come scopo l'informazione e l'assistenza sulla contraccezione, sulla sterilizzazione e l’aborto.
Quando il Partito Radicale presentò per la prima volta proprie liste alle elezioni legislative italiane, nel 1976, la Faccio venne eletta deputato, insieme a Marco Pannella, Emma Bonino e Mauro Mellini. La pattuglia di quei quattro deputati radicali contribuì non poco a scuotere il "palazzo".
Nel 1989 la Faccio fu una dei fondatori dei Verdi Arcobaleno. Dalla politica era uscita 17 anni fa per ritornare all'antica passione della pittura: "Non ho nostalgia per la politica" dichiarò nel novembre del '90. "Ne ho a sufficienza." E invece, nel '97, insieme ad altri leader storici del Partito Radicale, tornò nell'arena per lottare contro il proibizionismo sulle droghe leggere e per sostenere la Lista Pannella nelle elezioni comunali a Roma.
(La foto è tratta da www.radicalparty.org)