Harry Hallowes, cittadino irlandese, conduce un'esistenza da straccione fin dal 1986, e da allora è accampato sul terreno di un'ex clinica londinese, al centro di un quartiere di nobili ville. E' riuscito a sopravvivere svolgendo piccoli lavoretti per le famose personalità sue "vicine di casa".
Dal 2005 molti imprenditori di beni edificabili hanno cercato di farlo sloggiare per costruire su quell'area un complesso di appartamenti di lusso, ma Hallowes non ha mollato, e ora... eredita il podere!
Secondo le leggi inglesi, infatti, chi ha vissuto per almeno 12 anni dentro un immobile o su un appezzamento di terreno, ha diritto a divenirne il possessore. E' quello che è successo al simpatico straccione. La proprietà è valutata quasi 3 milioni di euro.
sabato, maggio 26, 2007
Fortuna da 'squatter'
giovedì, maggio 17, 2007
Il commercio con i feti
Sulla cartella clinica è registrata tutt'altra storia: non un parto a termine, ma un aborto spontaneo al sesto mese. Non un bimbo vivo di oltre 3 chili, ma un feto nato morto di 800 grammi.
Molti italiani vanno in Ucraina a curarsi con le cellule staminali. Ma le notizie d'horror che arrivano dall'ex repubblica sovietica dovrebbe far riflettere. Si parla di bambini venduti come pezzi di ricambio, traffico d'organi, chirurghi clandestini e, ancora, di feti frullati per infondere vitalità a vecchi e malati.
Grazie alla denuncia di Svetlana si è riusciti a far dissotterrare la cassa dove avrebbe dovuto essere il suo bimbo, a sequestrare i registri del reparto di ostetricia, dell'obitorio e della società di pompe funebri. Ne è uscito un quadro pazzesco: niente era come avrebbe dovuto essere. Nella piccola bara erano ufficialmente sepolti 28 aborti, ma c'erano 30 cadaveri. L'unico ad avere il braccialettino di riconoscimento era un feto di 800 grammi e guarda caso era proprio il braccialettino di Svetlana. Ma non solo. Erano tutti sezionati e privati degli organi mentre dalle carte dell'obitorio non risulta alcuna asportazione. In quella cassa c'erano anche i resti di un bimbo nato a termine che non avrebbe dovuto essere lì. "Resti", sì: erano stati risparmiati gli arti e poco altro... Qualcuno l'aveva fatto a pezzi con un bisturi.
Chi ha seppellito quelle creature dopo averne prelevato gli organi? Un barbone che dormiva al cimitero li ha visti. Ma, poco dopo aver testimoniato, è morto nel rogo della sua baracca.
La dottoressa Irina Bogomolova, incaricata dalla Procura generale di Kiev di indagare sui casi di feti rubati, è stata improvvisamente prepensionata e quindi costretta a interrompere le indagini.
L'infermiera dell'Ospedale numero 6 che confessò di aver falsificato la cartella clinica di Svetlana ha avuto un attacco di cuore. Lo stesso è capitato al dipendente della ditta di pompe funebri che trasportava i "rifiuti biologici", gli aborti, al cimitero. In un incidente d'auto è morta un'amica di Svetlana che era con lei alla visita pre parto.
Sul sito dell'Istituto di Criobiologia di Kharkov si legge: "Siamo specializzati in trapianti cellulari, preparati biologici in grado di stimolare naturalmente la guarigione grazie soprattutto al tasso di crescita notevolmente più alto garantito da cellule e tessuti fetali".
C'è anche una sorta di catalogo dei prodotti disponibili nell'Istituto: "cellule nervose embrionali, tessuti fetali di timo, tiroide, ossa, midollo spinale e milza".
Tra i clienti della clinica c'è un Istituto di Medicina Rigenerativa sito sulle Isole Barbados. Un roboante nome per indicare un ospedale privato di cui si ignorano i meriti scientifici mentre sono ben noti i prezzi per discutibilissimi trattamenti di ringiovanimento basati proprio sull'iniezione di cellule staminali embrionali.
Due anni fa, il ministro della Sanità ucraino Nikolay Palichuk aveva detto: "Non permetterò che i nostri bambini siano venduti a pezzi all'estero". Poche settimane dopo, un rimpasto di governo lo allontanò dalla sua poltrona.
lunedì, maggio 14, 2007
Bestialità in Italia
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domenica, maggio 13, 2007
Un festival ben più seguito di quello di Sanremo...
La serba Marija Serifovic ha vinto l'Eurovision Song Contest 2007, la cui finale si è svolta a Helsinki.
La ballata "Molitva" della 22enne Serifovic ha ottenuto il maggior numero di preferenze, espresse via telefono in 42 nazioni europee (comprese Israele e Turchia).
Tristemente, l'Italia è l'unico paese a non partecipare a questa manifestazione, un tempo nota come Grand Prix de l'Eurovision, che ogni anno entusiasma gli appassionati di musica leggera del Vecchio Continente. Oltre 100 milioni i telespettatori incollati davanti al video.
Dietro alla Serbia si è classificata l'Ucraina con "Dancing Lasha Tumbai", motivetto allegro dagli arrangiamenti heavy-pop eseguito dal comico-cantante Verka Serduchka e dal suo gruppo di trasvestiti; al terzo la Russia con "Song # 1" del trio di stupende ragazze Serebro ("Argento"), cloni alquanto sfacciate delle ben più celebri Spice Girls.
In classifica generale, i primi 15 posti sono stati tutti occupati da rappresentanti dell'Europa dell'Est. Soltanto 16sima la Finlandia (vincitrice della scorsa edizione e perciò organizzatrice di quella 2007). Al 17simo posto la band svedese The Ark, che con una rivisitazione/manipolazione di T-Rex, David Bowie, Abba e Europe (mischiati nel rockeggiante brano "The Worrying Kind"), ha fatto rivivere le atmosfere magiche degli Anni '70.
Per l'ennesima volta ha deluso la Gran Bretagna, patria del pop e del rock, che quest'anno ha toppato con la strampalata ensemble Scooch.
Una curiosità: nonostante la sua assenza, l'Italia in qualche modo è stata rappresentata; e in ben due titoli! Il testo della canzone "Ljubi, Ljubi, I Love You" del gruppo romeno Todomundo (!) è composto infatti da frasi in diverse lingue, tra cui la nostra. E - cosa davvero rimarchevole - la Lettonia si è presentata con un sestetto canoro dal nome Bonaparti.lv che ha eseguito una canzone interamente nell'idioma di Dante. Il titolo: "Questa notte". Testo e melodia sono molto belli. "Questa notte" sarebbe un sicuro successo discografico anche da noi.
Bonaparti.lv (Lettonia), simpatici interpreti di "Questa notte"
martedì, maggio 01, 2007
"Pidofilo!"
Vera e propria crociata antipedofila allo Z.E.N. 2, il quartiere di Palermo (" 'u zenn") dove è venuta alla luce la triste storia di una bambina costretta dalla madre alla prostituzione. Dopo le scritte sulla saracinesca dell'officina dell'indagato Francesco Muscatello ("Pidofilo Franco muori!"), adesso la benzina e le fiamme: il rogo è stato spento dai Vigili del Fuoco.
Giorni fa erano apparse anche altre scritte contro Muscatello: "Porno star", "Pentito" e, di nuovo, "Muori".
Per precauzione, all´Ucciardone i tre clienti arrestati sono stati trasferiti dalla cella d´isolamento in cui erano stati rinchiusi venerdì scorso alla sezione "protetta", quella dei pedofili. Stesso provvedimento a Pagliarelli, per la madre che costringeva la figlia a prostituirsi.
Intanto i pm Marcello Viola e Alessia Sinatra stanno lavorando senza sosta per individuare gli altri uomini che hanno abusato della quattordicenne. Non è facile. In questa storia stanno cominciando ad affollarsi troppi gialli: chi ha sequestrato e picchiato uno dei clienti della ragazzina, Maurizio Modica, prima ancora che i carabinieri facessero scattare gli arresti? Fu proprio Modica a denunciare il giro di prostituzione, probabilmente per paura di altre ritorsioni, facendo scattare le prime indagini. Chi si accanisce ancora contro Muscatello? E perché? Chi controlla il quartiere vuole punire i "pidofili" oppure qualcuno sta facendo solo rumore sugli arrestati per coprire gli altri clienti coinvolti nel giro?
La madre nel frattempo continua a tacere. Rinchiusa in cella, non ha neanche nominato un avvocato di fiducia. Il marito, il padre della ragazzina abusata, è tornato alla sua occupazione di sempre: raccoglie oggetti in ferro. "Lo vediamo vagare con gli occhi persi nel vuoto" racconta una commerciante dello Z.E.N. "Non è più l´uomo di un tempo. Chissà se il tribunale gli darà fiducia e gli riporterà in casa la figlia."