Il celebre regista svedese si è spento nel suo "buon rifugio" sull'isola di Farö (Mar Baltico) a 89 anni. Negli ultimi tempi si sentiva solo e piangeva spesso, ma era molto lucido, tantoché non ha smesso mai di scrivere, fino alla fine. E' morto nelle stesse ore di Michel Serrault. I due probabilmente non si sono mai incontrati; ma si sarebbero piaciuti.
Ingmar Bergman nacque a Uppsala il 14 luglio del 1918. Il padre Erik, un pastore luterano, avrebbe voluto che intraprendesse la carriera ecclesiastica, ma Ingmar fuggì da lui nel 1936 per andarsene a vivere a Stoccolma. Nella capitale svedese lavorò al Teatro dell'Opera come aiuto-regista e drammaturgo, ma non ottenne i riconoscimenti che si meritava. Uguale sorte, all'inizio, ebbe il suo impegno nell'ambito cinematografico. Poi, negli Anni Cinquanta, il trionfo: a Un'estate d'amore segue Donne in attesa e poi la pellicola-scandalo Monica e il desiderio. Nel 1955 realizza Sorrisi in una notte d'estate, suo primo successo europeo, che vince il Festival di Cannes. Non si ferma più, insoddisfatto e pignolo, al limite della nevrosi depressiva. Del 1956 è forse il capolavoro dei suoi capolavori: Il settimo sigillo ottiene vari riconoscimenti, oltre al premio speciale al Festival di Cannes. L'Orso d'Oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia giungono, invece, grazie a un altra grandissima opera d'arte: Il posto delle fragole.
Lavora quasi sempre con le stesse attrici (da lui amatissime) e con gli stessi attori. Le attrici sono Harriet Andersson (9 film), Bibi Andersson (11), Liv Ullman; e, inoltre, con il "gruppo storico" dello Stadsteater di Malmoe: Tunnel Lindblom, Max Von Sydow, Ingrid Thulin, la stessa Bibi Andersson.
Alle soglie della vita e Il volto ricevono il premio come miglior regia rispettivamente a Cannes e a Venezia, mentre nel 1960 La fontana della vergine gli fa conquistare il suo primo Oscar. Nel frattempo, dopo i matrimoni con Else Fischer, Ellen Lundstrom e Gun Hagberg, si sposa una quarta volta, diventa direttore del teatro centrale di Stoccolma, si avvicina alla neonata televisione (ne capisce immediatamente le potenzialità; ma più tardi le rimprovererà di interrompere i film con spot pubblicitari) e realizza Come in uno specchio, primo capitolo di una discussa trilogia religiosa: sarà Oscar come miglior film straniero. Seguono Luci d'inverno (1962), premiato a Berlino e a Vienna, e Il silenzio (1963), uno dei suoi film che suscitarono maggiore scandalo. Nel 1964, colpito da una grave depressione, scrive Persona e inizia una relazione con l'attrice norvegese Liv Ullman, dalla quale nasce Lynn (1966). Arriva un periodo quasi compulsivo: più di un film all'anno. Nel 1974 concluderà la storia con Liv Ullman (che per lui ritirerà il Premio Fellini a Roma nel 2005) e si sposa l'anno dopo, nel 1975, con Ingrid von Rosen. Nel 1978, lo splendido Sinfonia d'autunno lo vedrà dirigere l'ultimo film interpretato da Ingrid Bergman, grazie a lui nominata all'Oscar per la settima volta. Gli Anni Settanta sono anche quelli di Sussurri e grida (1972) e di Scene da un matrimonio (1973). L'Oscar alla carriera arriva nel 1970, ma dopo tale data firmerà una buona metà delle oltre 40 opere della sua filmografia. Fanny e Alexander (1982), Con le migliori intenzioni (1992) e Conversazioni private (1996) sono tre opere in cui - tra l'altro - esplicita il suo rapporto tormentoso con il padre. "In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia" scrisse Bergman nell'autobiografia La lanterna magica, "giro negli appartamenti in penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi; mi sposto a gran velocità entro una manciata di secondi e abito sempre nel mio sogno. E, di tanto in tanto, faccio una visita alla realtà".