è un pugno in faccia al neoliberismo. E in particolare a Milton Freeman (Premio Nobel spentosi nel 2006) e ai suoi seguaci, i cosiddetti "Chicago Boys". Gli ex studenti di Freeman in una delle facoltà di Economie più rinomate del mondo hanno incominciato, a partire dagli Anni Cinquanta, a occupare posti importanti nelle organizzazioni governative e commerciali degli USA e di altri Paesi, attuando conseguentemente la dottrina "shock" del loro maestro.
The Shock Doctrine: The Rise of Disaster Capitalism è un volume di quasi settecento pagine in cui Naomi Klein, famosa attivista anti-globalizzazione (salita alla ribalta per il suo bestseller No Logo) dimostra le strategie dei neocapitalisti. Una di queste è quella di indebolire uno Stato o un'intera, vasta regione del mondo attraverso manovre d'urto sia politiche che ambientali. Il crollo del comunismo con la conseguente caduta della Cortina di Ferro, il conflitto iracheno e l'uragano "Katrina" sono solo tre dei numerosi esempi riportati nel tomo. Subito dopo lo "shock", l'elite politico-finanziaria approfitta del caos per favorire l'affermazione di leggi a discapito della volontà popolare.
The Shock Doctrine può considerarsi un vero e proprio di testo di Storia moderna. La Klein ha effettuato ricerche approfondite che ci mostrano il modo in cui Freeman e consorti hanno portato avanti la loro conquista del mondo. Dal golpe di Pinochet in Cile al massacro di Piazza Tienamen a Pechino, per passare inevitabilmente agli attacchi terroristici dell'11 settembre: ovunque i Chicago Boys hanno avuto un ruolo predominante. Molto dura la critica mossa dalla scrittrice sia alla CIA sia al sistema sanitario degli Stati Uniti (in apertura del libro viene descritto il trattamento a base di elettroshock e droghe di un cittadina americana caduta nelle grinfie di un psichiatra sadico; esempio che si offre come triste paradigna: come per abbassare le difese di un prigioniero si adottano tecniche di shock, così per abbassare quelle della comunità si possono sfruttare gli shock collettivi).
Contrariamente a quanto dichiarano i suoi sostenitori, il neoliberismo non ha affatto recato benessere a tutta l'umanità, bensì ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all'interno di uno stesso Paese e le sperequazioni tra nazioni ricche e il "sud" del mondo. Ovvero, è aumentata la ricchezza di alcune regioni mondiali e delle multinazionali a discapito della maggioranza dei poveri. Gli esiti per le popolazioni locali sono disastrosi (a parte i pochi individui che ne traggono un dubbio vantaggio) e gli stessi Stati Uniti, insieme ai Paesi dell'EU, stanno a testimoniarlo: l'indice di povertà e la perdita della libertà (quest'ultima espressa tra l'altro sotto forma del capestro di "riforme fiscali") crescono a dismisura anche all'Ovest.
E, sottolineamolo ancora, uno degli effetti collaterali maggiori di questo capitalismo d'assalto sono le catastrofi naturali. Dunque, la resistenza contro questo strapotere del capitale, contro l'arricchimento selvaggio e lo sfruttamento delle risorse umane e naturali, è d'uopo; altrimenti che mondo erediteranno da noi i nostri figli?
In un breve film realizzato insieme ad Alfonso Cuaron (il regista di Children of Men), Naomi Klein ci illustra per linee generali i contenuti della sua nuova, esplosiva opera.
Fonti d'approfondimento:
Truthout.org
ZNet
Le giornate a modo mio...
bernyblog
Metropoliautonomiapossibile
1 commento:
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