sabato, dicembre 27, 2008

La Profezia di Celestino

“La guida interiore farà evolvere il mondo verso un paradiso che è già qui.
Chi ne è consapevole conosce il proprio destino.”

E' incredibile quanti seguaci ha in Italia la cosiddetta "Profezia di Celestino", pur trattandosi di un'invenzione letteraria. E' forse perché stiamo attraversando un momento difficile?

In realtà, tali supposti oracoli - o "rivelazioni" - hanno smisurata fortuna fin da sempre, in quanto non è assolutamente vero che siamo i primi che si trovano in un'epoca terminale o attraversano una grave crisi: dal Medio Evo a oggi (ma naturalmente anche prima), ogni periodo della storia umana è stata considerata terminale o comunque un "tempo di radicali cambiamenti". Prendiamo il XX secolo: non c'è stato decennio in cui non si è parlato di grandi mutamenti con conseguente apparizione o riapparizione di chiaroveggenti e visionari a profusione. Ci basta considerare tutto il rumore che si è fatto sulla vaticinia di Nostradamus, sulle deliranti percezioni della Monaca di Dresda, sui "segreti" della Madonna di Fatima e (addirittura negli Anni Sessanta e Settanta, che furono decenni in qualche modo "illuminati") tutto l'entusiasmo che scatenarono in Europa e in America le "ritrovate" saggezze buddiste... ma purtroppo anche molto esoterismo di marca nazista.


Per parlare della Profezia di Celestino più nel dettaglio, l'affermazione secondo cui "le coincidenze non esistono" e l'invito a scoprire un "proprio Dio" (visto come pura energia cosmica = gnosticismo) non possono non trovare plauso presso ogni cultore della cosiddetta New Age. Ma tali "idee" ci sono sempre state, e se uno vuole proprio andare alla sorgente dovrebbe abbracciare il Buddismo, che è la più veccha religione... anzi, filosofia (in quanto non-deistica)... che vede il mondo come un Uno, quasi un organismo piuttosto che un pianeta, e dove ogni pur minimo evento è collegato a tutti gli altri.


La "profezia" di cui parliamo qui è frutto della fantasia di un romanziere nemmeno tanto bravo: James Redfield. Il romanzo (uscito nel 1993) tratta di uno psicologo americano che, incuriosito dal racconto di un’amica, si reca in Perù per scoprire quanto vi sia di vero nella storia del ritrovamento di un antico manoscritto che conterrebbe "le risposte ultime alle domande fondamentali dell’uomo". Nella repubblica andina, Our American Friend scopre che il manoscritto esiste davvero, e che due gruppi rivali fanno di tutto per impossessarsene. Da una parte, scienziati "aperti" e "progressisti", ricercatori spirituali "alternativi" e sacerdoti cattolici liberal, in conflitto con la gerarchia ecclesiastica, cercano il manoscritto per fare beneficiare il mondo della sua - vera o presunta - saggezza. Dall'altra, militari peruviani e scienziati ottusi e scettici lo cercano invece per toglierlo dalla circolazione o distruggerlo; questi ultimi - i "cattivi" - prendono ordini dalla gerarchia cattolica peruviana guidata da un moderno inquisitore, il cardinale Sebastián. I "buoni" sono affascinati dalle nove "illuminazioni", "chiavi" o parti in cui si articola il manoscritto, ma la forza dei "cattivi" prevale e le illuminazioni vengono sistematicamente confiscate. Tuttavia i "cattivi" non sono maniaci assassini (infatti il cardinale Sebastián raccomanda di non spargere sangue) e nessuno dei protagonisti principali viene ucciso: ciò garantisce all'autore di scrivere un seguito e fare altri soldi con la sua trovata che, ovviamente, è stata concepita al solo scopo di cavalcare l'onda del successo ottenuto da "opere" consimili che hanno ultimamente allagato il mercato mondiale ("Il Codice Da Vinci", ugualmente pieno di clamorosi refusi geostorici, è solo una delle ultime in ordine di tempo).


Il San Celestino conosciuto dalla Cristianità altri non fu che Papa Celestino, il quale era tutt'altro che un profeta. Anzi: si impegnò molto, insieme a Sant'Agostino, a combattere concretamente il pelagismo, che la Chiesa condannò come eresia. San Pelagio fu colui che giudicava una vera e propria sciocchezza il fatto che ciascuno di noi nasca peccatore (vedi Peccato Originale) e sosteneva che ogni uomo è libero di scegliere il Bene o il Male (libero arbitrio, in contrapposizione all'ereditarietà del peccato; altro che eresia! Pelagio cercava di liberarci da ogni timore nei confronti di Dio e della stessa esistenza).


Non c'è dunque, storicamente parlando, nessuna "profezia di Celestino", se non nella fantasia del furbo scribacchino stelle-e-strisce James Redfield.



Ovviamente hanno tratto dal romanzo un film, che non è proprio inguardabile ma appena decente.

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