Lo ritengo un capolavoro; perché è più che un documentario sugli uccelli: è un saggio di tecnica cinematografica! Ovvio: la pellicola risulta tanto straordinaria perché la natura stessa lo è. Ma bisogna riconoscere, a chi ha realizzato questo gioiello, una prospettiva esistenziale (ed umanistica) senza cui non ci sarebbe comprensione del mondo, e dunque civiltà.
Il popolo alato sta qui come metafora della vita, di tutta la vita, e l'odissea che compiono, anno dopo anno, i vari stormi (con perdite immani a causa dei cacciatori, dei predatori, di fanghi industriali ecc.), ci suggerisce che vivere necesse, malgrado tutto, e che alla fine la lotta ripaga; anche se, durante il percorso, abbiamo perso l'amico migliore, la compagna... o il pulcino.
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