Azzurri superlativi: lezione di calcio agli inglesi
Stampa britannica con una sola voce: "Giustizia è fatta. Hanno vinto i migliori".
Anche i commenti dei lettori inglesi sono più che espliciti:
"Il cosiddetto 'Pelè Bianco'[Rooney] ha ancora una volta tradito le aspettative in un match importante e 'Il Più Bravo Portiere del Mondo', invece di concentrarsi, ha fatto il buffone nell'occasione dei rigori: tutte smorfie e niente arrosto. Da non credere!"
"Ma dove volevamo andare con questa squadra di primedonne? Volevamo forse vincere l'Europeo? Ebbene, sarebbe stata un'impresa immeritata, come quelle della Grecia nel 2004, della Danimarca nel 1992 e del Chelsea nella Champions League di quest'anno."
"A parte Johnson e Terry, abbiamo fatto schifo. Welbeck e Milner due incapaci, Rooney fuori forma... e a una monnezza vivente come Ashley Young [trattasi di uno dei due 'Ashley' che hanno sbagliato il rigore] bisognerebbe dire di tenersi lontano dalla Nazionale."
"Fino a quando l'Inghilterra non avrà un giocatore come Andrea Pirlo, possiamo starcene a casa."
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L'Italia ha stradominato: 63% a 37% di possesso palla, 36 tiri a 9. Sarebbe stata una beffa uscire ai rigori. Perciò: dobbiamo trovare il modo di fare goal entro i primi 90 minuti!
Il penalty geniale di Pirlo (sottolineato anche da Daniele De Rossi: "Era dai tempi di Totti che non si vedeva un tiro così folle") ha avuto una valenza psicologica non indifferente per il proseguo della lotteria dei tiri dal dischetto, e lo stesso Pirlo lo illustra così:
"Ho visto Hart che faceva dei movimenti strani, mi sembrava abbastanza carico. E ho deciso di tirarlo in quel modo il rigore, con un cucchiaio. È andata bene. Di sicuro i loro tiratori dopo il mio rigore hanno avuto un po' di pressione addosso, infatti Young ha subito sbagliato..."
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Prandelli ha seguito quasi tutta la partita in piedi, dando indicazioni ai suoi; Hogson invece costantemente inchiodato nel suo angolino, isolato, a strofinarsi la testa o a prendersi la faccia tra le mani. Il linguaggio del corpo la dice lunga su chi ha fede nella vittoria e chi no.
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... e giovedì la Germania! Semifinale dura contro quella che fino a ieri è stata certamente la migliore Nazionale del torneo. Dalla nostra parte abbiamo la storia, ma la tradizione favorevole non ci sarà di nessun aiuto se, oltre al cuore, non troviamo anche il modo di segnare.
Non per voler ricalcare il pathos del team greco (che, del resto, non ha portato loro troppa fortuna); ma forse è possibile, basandoci su questa bella impresa degli Azzurri - ricordiamoci il luogo e la data: Kiev, Ucraina; 24 giugno 2012 -, iniziare una ripresa in ogni campo della vita sociale. Come? Con un sano spirito agonistico, e ovviamente liberandoci di tutti i politici corrotti. In tal modo, possiamo forse ridare all'Italia quella dignità che da molto, troppo tempo le è stata illecitamente sottratta.
Un solo appunto in margine: ma è proprio necessario che la RAI mandi due, tre "esperti" ad ogni partita? Tutte le altre emittenti del mondo solitamente se la cavano con un unico, bravo commentatore. Vogliamo meno chiasso e più sostanza!
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