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if <corona> = >100 then go to [up] On Error GoTo {resume mask} else: buy " `" àah " virus `"" mask= [ ] for in n, masknumerate (ast [1: ] ) mask append (dotwrite (mask) )domenica, agosto 16, 2020
martedì, agosto 11, 2020
Camilleri, il congedo
"Distinzione, sicurezza di gusto. Dialoghi di straordinaria acutezza..."
Camilleri - il congedo
di Giuseppe Alù
Peccato. Peccato che Camilleri se ne sia andato. Non ne abbiamo altri come lui. Si è congedato alla grande. ”Riccardino” è forse il migliore scritto di Camilleri. Non è un giallo, non è un romanzo, è un divertimento tracciato in punta di penna da un grande maestro che sorride mentre scrive. Dalla risata iniziale fino alla diafana pagina finale, seguono momenti di squisita fattura, indimenticabile la scherma del commissario con il vescovo e la relativa intervista, poi cestinata, autentico pezzo di bravura di un Camilleri sottile e sagace. Grande scrittura, classica, nessuna concessione al dilagante volgare cosmopolitismo linguistico, più inglese che si può, nulla. Distinzione, sicurezza di gusto. Dialoghi di straordinaria acutezza, situazioni tutte di livello, una gioia per gli occhi che leggono. Centrata la scelta della copertina col “Giocoliere”di Peppe Rizzo del 1921, perché questo libro è proprio un disegno funambolico di un maestro del pensiero e della scrittura. Qui Camilleri si è liberato di tutte le logiche romanzesche e si è lanciato gioiosamente nel mare della sua inesauribile fantasia. Pirandello gli è fratello e le sorprese dei contatti piccosi di Montalbano col suo Autore sono di una qualità ed un effetto entusiasmanti. Godibilissime invenzioni. Come aquila vola Camilleri su tutti i nostri romanzieri più o meno giallisti che arrancano sul suolo del nostro paese. Qui i personaggi del suo universo hanno perso la loro corporeità e sono figure archetipe. E su tutto domina la figura del grande maestro che come non mai si rivela indiscutibilmente geniale. Come non ricordare le due ore di esibizione teatrale nel testo di Tiresia! Qui finge di perdersi nell’intreccio più stretto, per venirne fuori con uno sberleffo . E poi la conclusione, vero colpo di teatro, unica, inimitabile, elevata fino all’astrazione. Che tu sia bene accolto dove ti trovi, maestro Camilleri.
Riporto una recensione negativa su Amazon:
Un addio mediocre
(Recensito in Italia il 17 luglio 2020)
Un libro talmente malriuscito da lasciare, piu' che delusi, preplessi... che Camilleri fosse giunto a detestare la sua creatura, da fargli fare questa uscita di scena cosi' goffa?
La trama comincia in modo molto promettente, ma poi tutto si sfoca e sbiadisce. Sia Montalbano che gli altri personaggi (a cui il lettore, dopo tanti anni, si e' sinceramente affezionato) spariscono nel nulla senza una parola, un'immagine che si stagli nella memoria del lettore, soffocati nell'insignificanza di elucubrazioni che lasciano il tempo che trovano. Montalbano meritava di piu', e i suoi lettori pure. A rileggere adesso “La forma dell'acqua” viene il magone... ma siccome de mortuis nihil nisi bonum, la finisco qui.
Inizia facendo il regista, l'autore teatrale, televisivo e radiofonico, ed è autore di saggi sullo spettacolo.
sabato, agosto 08, 2020
"Cercatori d'oro"
di Anna Murabito
Noi, cercatori d’oro:
i sorrisi feroci
le speranze contratte
dalla fatica.
Filtriamo argilla
con le mani graffiate
cerchiamo nella melma
una fortuna grande
come un chicco di riso.
Ci basta l’ombra di un’ala
per arrivare al cielo
una foglia
che scivola sull’acqua
per conoscere il mondo.
Una carezza
per chiamarla amore.
Leggi anche: "Le parole naufraghe" di Anna Murabito (presentazione / recensione)
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