Non è un trittico ma sono tre variazioni su tema, ispirati ai Kafka Fragmente del compositore ungherese György Kurtág.
"Metamorfosi_Metropolitane: Visioni di Milena...": questo il titolo che Roberto Matarazzo dà a tale sua opera trina che testimonia di un itinerario che defineremmo iper-intertestuale: letteratura - musica - arte figurativa.
Roberto Matarazzo, architetto, è uomo di grande erudizione. Il suo è un tipo di creatività che si fonda soprattutto sulla ratio e non sulla follia che suol dirsi tipica di chi si dedica anima e corpo all'arte. Matarazzo affida a fogli colorati il suo "cosmopolitismo delle idee", in cui l'estro viene alimentato dalle letture e/o dall'ascolto interessato e sapiente di sonorità sublimi. Non c'è nessun espediente astuto dietro a queste operazioni, bensì la passione e la foga dell'esteta che sottopone la sua curiosità (senza frontiere, e assai competente) a un'abile e perspicace metodologia maturata negli anni e obbligatoriamente destinata a un ulteriore sviluppo. Il cervello assorbe un'idea o un sistema di idee già presente nel cosmo, l'occhio percepisce l'immagine, la fotografa e la riproietta sulla tela della psiche, e la mano (tekne) si ingegna a ri-rappresentare, salvaguardando l'identità dello stesso artista in un processo che gli garantisce una ben precisa collocazione nel dedalo delle immagini visive.
Caratteristici per la produzione di Matarazzo sono un suo omaggio a Mario Luzi e assemblaggi del tipo "Coppa di assenzio", ovvero "Lirica per un autoritratto di Koshka" (Koshka è Katia Ceccarelli, della quale Matarazzo utilizza un suggestivo autoscatto incorporandolo in uno dei suoi "fogli").
Le tre "Metamorfosi_Metropolitane..." coinvolgono e seducono per il gioco di luce e l'uso del rispettivo colore di base, con oculate sfumature che dispensano una vividezza "realistica" alle nuvole, alla strada e agli interstizi tra i grattacieli/Hochhäuser/skyscrapers che richiamano alle abitazioni e agli scenari singolarmente sbilenchi di due storici film: Nosferatu di Wilhelm Murnau e Doktor Mabuse di Fritz Lang.
La Milena di "Metamorfosi_Metropolitane..." è ovviamente colei alla quale Kafka indirizzò lettere d'amore che oggi sono considerate tra le più belle che uno scrittore abbia scritto nel Novecento a una donna. Milena Jesenská, scrittrice e giornalista praghese, stabilì un primo contatto con Kafka comunicandogli che un suo racconto le era piaciuto molto, e lo pregò di darle il permesso di tradurlo in lingua ceca. La relazione tra i due ebbe inizio così, nel 1919; e sarebbe durata fino alla prematura morte dell'autore de La Metamorfosi, avvenuta meno di cinque anni dopo.
Non a caso, sono tre le silhouettes che, come in un dipinto di Chagall, volteggiano a mezz'aria; e non sui tetti di Parigi, bensì nel bel mezzo di un'architettura che a noi piace identificare come realsocialista. Nonostante le connotazioni femminili, trattasi probabilmente della medesima Milena, di Kafka e dell'amico Max Brod.
Un'altra interpretazione potrebbe condurre a vedere in esse Felice Bauer, Grete Bloch e la Jesenská, ovvero tre delle donne amate o comunque conosciute dallo scrittore; ma in tal caso ci si dovrebbe chiedere che fine abbia fatto Dora Dymant... (Oppure siamo di fronte alle oniriche rappresentazioni di Milena, della madre di Franz e della sorella minore Ottla, la sua preferita.)
Il lettore avrà già capito quanto è intrigante il gioco intellettuale cui si consacra Roberto Matarazzo. La sua recherche è ricca di richiami e suggerimenti alla (ri)lettura e alla (ri)scoperta di svariate opere del mondo musicale e artistico. I suoi vari "omaggi" includono una serie di illustrazioni per il Finnegan's Wake di James Joyce ma anche fogli dedicati ad alcuni poeti contemporanei.
(Per maggiori informazioni, vedi l'homepage dell'artista: http://www.robertomatarazzo.it).
Di sé, lo stesso Matarazzo dice:
"... con l’Amico Qfwfq, sensibile protagonista delle Cosmicomiche di Italo Calvino, ho intrapreso viaggi, metatemporali/pluridimensionali, negli Universi i più disparati, insomma chiudere gli occhi e immaginare confusioni fantasmagoriche/sinestetiche..."
Secondo noi, queste sue "Metamorfosi_Metropolitane: Visioni di Milena..." esemplificano egregiamente l'entità e l'importanza del suo ingegno.
"Liebe ist, dass Du mir das Messer bist, mit dem ich in mir wühle." ("Amore è il coltello che tu rappresenti, tramite cui io scavo in me.")
-- Da una lettera di Franz Kafka a Milena Jesenská
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[Le foto sono di Iaia Gagliani, architetto e fotografa in Milano]
Homepage di Roberto Matarazzo
Infos sui Kafka Fragmente di György Kurtág, per soprano e violino (Oppure qui)
mercoledì, maggio 17, 2006
"Metamorfosi_Metropolitane: Visioni di Milena..."
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