mercoledì, marzo 19, 2008

Morto Arthur C. Clarke

Si è spento a Colombo, capitale dello Sri Lanka, Arthur C. Clarke. Aveva 90 anni.

clarke_350 Insieme a Robert A. Heinlein e Isaac Asimov, Clarke fu considerato uno dei "Big Three" della fantascienza.

Era nato il 16 dicembre 1917 a Minehead, nel Somerset (Regno Unito). Durante la Seconda Guerra Mondiale lavorò per la Royal Air Force come esperto di radar e fu coinvolto nel successivo sviluppo di questo sistema di difesa che consentì alla RAF di vincere decisive battaglie contro i nazisti. Dopo il conflitto si laureò al King's College di Londra.

Uno dei suoi più importanti contributi alla scienza fu l'idea dell'impiego di satelliti geostazionari per le telecomunicazioni. Propose tale concetto nell'articolo Can Rocket Stations Give Worldwide Radio Coverage? ("Possono le stazioni razzo fornire una copertura radio mondiale?"), pubblicato su Wireless World nell'ottobre del 1945. In suo onore, oggi l'orbita geostazionaria è nota anche come "orbita Clarke" o "fascia di Clarke".

Nei primi Anni Quaranta, mentre militava ancora nella RAF, iniziò a vendere le sue storie di fantascienza a varie riviste "pulp". Fu per breve tempo viceredattore di Science Abstracts prima che nel 1951 decidesse di intraprendere la carriera di scrittore. Tra le cariche che ricoprì ci fu quella di presidente della British Interplanetary Society ("Società interplanetaria britannica") e fu inoltre membro dell'Underwater Explorers Club ("Club degli esploratori subacquei").

Esiste un asteroide, il "4923 Clarke", battezzato così in suo onore.

Stanley Kubrick ebbe l'idea per 2001: Odissea nello spazio leggendo il racconto di Clarke "The Sentinel", con cui lo scrittore nel '48 aveva partecipato a un concorso radiofonico della BBC. La stesura del copione, poi divenuto un romanzo, fu assegnata allo stesso Clarke, ed è ormai leggendaria la fatica che comportò il progetto. Clarke, che già fin dal 1956 viveva nello Sri Lanka (allora: Ceylon), rischiò di perdere i nervi, come del resto tutti gli altri che lavorarono alla realizzazione del film. La Metro-Goldwyn-Mayer investì 6 milioni di dollari, ma per via degli effetti speciali i costi salirono vertiginosamente, tanto che la MGM sfiorò la bancarotta.
Molti degli effetti speciali li suggerì lo stesso Kubrick ai due esperti W. Veevers e D. Trumbull (quest'ultimo realizzerà in seguito anche quelli per Star Wars). Il regista sperimentò con allucinogeni apposta per "crearsi dentro" nuove combinazioni cromatiche. Kubrick si era preparato leggendo quintali di romanzi di fantascienza: già cominciava quasi a credere all'esistenza dei marziani... Lo affascinava l'idea della conquista degli spazi, e ciò in un periodo in cui molti dubitavano persino che l'uomo potesse mai mettere piede sulla luna. Interpellò astronomi di rango e continuamente gli sbocciavano in testa nuove idee, che sottoponeva a Clarke, il quale doveva cercare di inserirle nel copione. Nel frattempo bisognava smontare e rimontare più volte le scene... La casa di produzione disperava ormai di vedere realizzata la pellicola. Ma alla fine ne risultò il capolavoro che tutti conoscono, un film che ebbe anche la fortuna di godere di una certa attualità perché giusto in quegli anni la corsa allo spazio tra USA e Unione Sovietica era all'apice. (Proprio durante la lavorazione di 2001 si svolse il primo rendez-vous spaziale tra le navicelle Gemini VI e Gemini VII.)

Nel 1998 The Sunday Mirror lanciò contro l'ormai vetusto Clarke accuse di pedofilia che gli costarono l'investitura di Cavaliere dell'Impero Britannico. Sebbene le successive investigazioni sbugiardarono il tabloid, il Principe Carlo decise ugualmente di non assegnare allo scrittore il titolo onorario: "per evitare situazioni imbarazzanti".

Oltre a 2001: Odissea nello spazio e alle varie sequele (2010: Odissea due; 2061: Odissea tre; 3001: Odissea finale, e il "Ciclo di Rama"), di Arthur C. Clarke devono ricordarsi le numerose sillogi di racconti e i due bei romanzi Le sabbie di Marte (The Sands of Mars, 1951) e La città e le stelle (The City and the Stars, 1956).

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