Georgi Stoev, autore di vari libri sul crimine organizzato in Bulgaria, è morto dopo essere stato ricoverato in ospedale per un colpo d'arma da fuoco alla testa.
"Sento che sta per succedere qualcosa" aveva detto l'altro ieri, prima di uscire verso le 12 e 30 dal Klara Cafe, nel centro di Sofia. Subito dopo, l'attentato mortale.
I due aggressori sono fuggiti nel traffico dell'ora di punta. Stoev, trasportato al Pirogov Emergency Institute, è spirato alle 19 e 20.
I media bulgari riportano che lo scrittore è stato probabilmente vittima di una vendetta. Lui stesso aveva raccontato di aver fatto parte della mafia durante "i selvaggi Anni Novanta", quando i neo-oligarchi si spartivano le ricchezze del paese insieme ad agenti segreti dell'ex regime comunista. Aveva testimoniato in diversi processi e temeva di essere eliminato; per questo si era più volte offerto spontaneamente ai giudici per fare altre rivelazioni sul traffico di droga e sui killer a pagamento (in Bulgaria gli omicidi di imprenditori, parlamentari, esponenti di bande rivali, giornalisti e persino di gente dello spettacolo avvengono a cadenza quasi giornaliera). Ma la giustizia bulgara, insieme al mondo politico, è un unico ginepraio di corruzione e scandali, e il 35enne Stoev è stato lasciato senza alcuna protezione.
"A uccidere Georgi è stato uno dei suoi personaggi" ha dichiarato l'editore Nedjalko Nedjalkov.
Tra i romanzi di Stoev, BG Godfather (Il padrino bulgaro) e la serie sugli "assicuratori" della mafia VIS e SIK. Dodici giorni fa lo scrittore era intervenuto a un talkshow politico; la moderatrice ha collegato l'omicidio con la partecipazione di Stoev al programma.
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